Theatre of Darkness: Yamishibai 7
Introduzione e sviluppo
Questa settima stagione è un vero portento! Che storie, una più angosciante, grottesca, assurda e pazzesca dell'altra! Ho ancora i brividi solo a pensare a quello che ho appena visto. Ma devo ammetterlo, questa stagione ha un potenziale narrativo ed espressivo enorme, potente, espresso in modo impeccabile, e fa fare alla serie un'ulteriore salto di qualità, con storie agghiaccianti, spaventose e raccapriccianti, e concentrando la narrazione su un aspetto del terrore molto particolare, che nelle stagioni precedenti era stato un po' minimizzato, anche se accennato, mentre qui comincia a trovare la sua massima espressione, ovvero che quasi sempre i peggiori mostri sono gli esseri umani, i quali con i loro gesti, azioni, scelte e decisioni egoiste mettono sé stessi e gli altri in pericolo e/o in situazioni rischiose che possono costare loro la vita.
Grafica e colonna sonora
La grafica subisce un ulteriore restyling, pur mantenendo le caratteristiche principali che la rendono gradevole, scorrevole e apprezzabile. I particolari sono più definiti nella maggior parte degli episodi, come ad esempio i tratti somatici dei personaggi e anche delle ambientazioni. Permangono appunto i disegni a pastello e i colori dal contrasto ben definito, mentre per i personaggi si è continuato ad utilizzar le sagome dal movimento lento, al fine di conferire quella giusta atmosfera di angoscia, tensione, suspence, terrore, spavento e ansia, rimarcate dal passaggio altrettanto lento delle riprese dal secondo piano al primo piano, specie sulle aree oscure dell'ambientazione, per enfatizzare gli stati di paura e terrore. La colonna sonora è composta da sonorità inizialmente dolci e soavi, poi bruscamente interrotte da silenzi molto lunghi, che rimarcano ulteriormente quest'atmosfera di paura.
Messaggi
Come citato sopra, in questa stagione si approfondisce il fatto di come molti dei comportamenti delle persone possano innescare dei meccanismi molto pericolosi, qui rappresentati dalle manifestazioni mostruose e/o da fenomeni paranormali che si abbattono come disgrazie e sciagure sui malcapitati. Questi devono essere presi come dei moniti e avvertimenti riguardo la necessità di astenersi da atteggiamenti non corretti e irrispettosi.
Giudizio finale
Una stagione dagli sviluppi di trama molto significativi che esplora nuovi temi e contempla nuove sfumature del mondo dell'orrore, aggiungendo sempre un certo tocco di originalità e versatilità oltre che di imprevidibilità.
Voto finale: 9
Questa settima stagione è un vero portento! Che storie, una più angosciante, grottesca, assurda e pazzesca dell'altra! Ho ancora i brividi solo a pensare a quello che ho appena visto. Ma devo ammetterlo, questa stagione ha un potenziale narrativo ed espressivo enorme, potente, espresso in modo impeccabile, e fa fare alla serie un'ulteriore salto di qualità, con storie agghiaccianti, spaventose e raccapriccianti, e concentrando la narrazione su un aspetto del terrore molto particolare, che nelle stagioni precedenti era stato un po' minimizzato, anche se accennato, mentre qui comincia a trovare la sua massima espressione, ovvero che quasi sempre i peggiori mostri sono gli esseri umani, i quali con i loro gesti, azioni, scelte e decisioni egoiste mettono sé stessi e gli altri in pericolo e/o in situazioni rischiose che possono costare loro la vita.
Grafica e colonna sonora
La grafica subisce un ulteriore restyling, pur mantenendo le caratteristiche principali che la rendono gradevole, scorrevole e apprezzabile. I particolari sono più definiti nella maggior parte degli episodi, come ad esempio i tratti somatici dei personaggi e anche delle ambientazioni. Permangono appunto i disegni a pastello e i colori dal contrasto ben definito, mentre per i personaggi si è continuato ad utilizzar le sagome dal movimento lento, al fine di conferire quella giusta atmosfera di angoscia, tensione, suspence, terrore, spavento e ansia, rimarcate dal passaggio altrettanto lento delle riprese dal secondo piano al primo piano, specie sulle aree oscure dell'ambientazione, per enfatizzare gli stati di paura e terrore. La colonna sonora è composta da sonorità inizialmente dolci e soavi, poi bruscamente interrotte da silenzi molto lunghi, che rimarcano ulteriormente quest'atmosfera di paura.
Messaggi
Come citato sopra, in questa stagione si approfondisce il fatto di come molti dei comportamenti delle persone possano innescare dei meccanismi molto pericolosi, qui rappresentati dalle manifestazioni mostruose e/o da fenomeni paranormali che si abbattono come disgrazie e sciagure sui malcapitati. Questi devono essere presi come dei moniti e avvertimenti riguardo la necessità di astenersi da atteggiamenti non corretti e irrispettosi.
Giudizio finale
Una stagione dagli sviluppi di trama molto significativi che esplora nuovi temi e contempla nuove sfumature del mondo dell'orrore, aggiungendo sempre un certo tocco di originalità e versatilità oltre che di imprevidibilità.
Voto finale: 9
«Yami shibai 7» è la settima parte dei racconti brevi, inquietanti e autoconclusivi a cura dello studio di animazione Ilca, che ha curato anche le serie precedenti.
Un tempo c'era un'arte narrativa molto particolare chiamata kamishibai, grazie alla quale con pochi mezzi a disposizione si raccontavano storie ai bambini dei villaggi che il narratore visitava in cerca di piccoli guadagni: erano storie piene di fantasia che grazie a piccole tavole di legno offrivano scenografie adeguate ai sogni dei più piccoli. L'idea di base venne trasformata in animazione, volendo mantenere lo stile grafico povero ma efficace, cambiando completamente il genere delle storie che si raccontavano. Spaventare lo spettatore, inquietarlo in un lasso temporale molto breve (meno di quattro minuti di storia effettiva): questo è l'obiettivo di ogni serie, e in questa diverse idee risulteranno indovinate.
Come la serie precedente, non vi sono più bambini ad ascoltare i piccoli racconti del misterioso narratore, indiscusso protagonista di tutte le serie, vi sarà una porta che ci condurrà, una volta aperta, a un mondo di incubi, distaccandosi in tal modo dall'idea originale.
Ricordando che la riuscita o meno degli episodi dipende molto dal gusto personale, sono da segnalare il primo episodio, molto inquietante, una situazione del tutto normale che degenera in qualcosa di completamente anomalo in un crescendo di tensione, mentre l'ultimo episodio, che al momento in cui scrivo è l'ultimo di tutte le serie, regala una piccola sorpresa agli spettatori con un narratore d'eccezione. In generale la qualità degli episodi è alta, i vari episodi risultano ben riusciti e vari nelle idee e negli spunti. L'ending, intitolata "Kekkai", è cantata da "Betcover!!", è una delle più tranquille utilizzate nel corso delle varie serie.
Consigliato a chi ama le storie horror e a coloro a cui non dispiace la particolare grafica utilizzata. Si può tranquillamente iniziare a visionare questa serie anche come prima delle tante, in quanto non vi è una trama di fondo, ma questo non altera il piacere della visione.
Un tempo c'era un'arte narrativa molto particolare chiamata kamishibai, grazie alla quale con pochi mezzi a disposizione si raccontavano storie ai bambini dei villaggi che il narratore visitava in cerca di piccoli guadagni: erano storie piene di fantasia che grazie a piccole tavole di legno offrivano scenografie adeguate ai sogni dei più piccoli. L'idea di base venne trasformata in animazione, volendo mantenere lo stile grafico povero ma efficace, cambiando completamente il genere delle storie che si raccontavano. Spaventare lo spettatore, inquietarlo in un lasso temporale molto breve (meno di quattro minuti di storia effettiva): questo è l'obiettivo di ogni serie, e in questa diverse idee risulteranno indovinate.
Come la serie precedente, non vi sono più bambini ad ascoltare i piccoli racconti del misterioso narratore, indiscusso protagonista di tutte le serie, vi sarà una porta che ci condurrà, una volta aperta, a un mondo di incubi, distaccandosi in tal modo dall'idea originale.
Ricordando che la riuscita o meno degli episodi dipende molto dal gusto personale, sono da segnalare il primo episodio, molto inquietante, una situazione del tutto normale che degenera in qualcosa di completamente anomalo in un crescendo di tensione, mentre l'ultimo episodio, che al momento in cui scrivo è l'ultimo di tutte le serie, regala una piccola sorpresa agli spettatori con un narratore d'eccezione. In generale la qualità degli episodi è alta, i vari episodi risultano ben riusciti e vari nelle idee e negli spunti. L'ending, intitolata "Kekkai", è cantata da "Betcover!!", è una delle più tranquille utilizzate nel corso delle varie serie.
Consigliato a chi ama le storie horror e a coloro a cui non dispiace la particolare grafica utilizzata. Si può tranquillamente iniziare a visionare questa serie anche come prima delle tante, in quanto non vi è una trama di fondo, ma questo non altera il piacere della visione.