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micheles

Episodi visti: 51/51 --- Voto 9
Pollyanna è un meisaku di seconda generazione, il primo di quelli prodotti dal House Foods World Masterpiece Theater. La differenza con i meisaku di prima generazione è evidentissima dal punto di vista grafico - i colori sono molto più vivaci e luminosi - ma molto di meno dal punto di vista delle tematiche. Pollyanna è ancora un meisaku tristissimo e strappalacrime e a livello di commozione può dare dei punti ai classici degli anni Settanta. In effetti la differenza tra la grafica (che ricorda quella del Piccolo Lord) e la storia narrata è sorprendente e può trarre in inganno l'incauto spettatore che si avventura nella visione di questa serie sprovvisto di fazzoletti. Personalmente ho visto Pollyanna soltanto di recente e sapevo già di trovarmi di fronte a una serie strappalacrime, avendo visto l'omonimo film della Disney molti anni fa: nonostante ciò sono stato colto impreparato dallo spaventoso cumulo di disgrazie che capitano alla povera Pollyanna. Al giorno d'oggi si considerano tristi anime come Clannad After Story, ma gli anime moderni fanno sorridere rispetto ai meisaku degli anni Settanta e Ottanta, in cui la morte e la malattia erano onnipresenti: e si tratta di morti vere e di malattie reali, non illusorie.

È facile criticare la filosofia che sta dietro l'anime di Pollyanna, che è tratto da una coppia di romanzi di Eleanor Porter, scritti nei primi del Novecento con un chiaro intento pedagogico ed educativo, all'interno di un quadro di riferimento cristiano - viene in mente La Casa nella Prateria, per chi conosce questo classico telefilm tratto dai libri di Laura Ingalls degli stessi anni. Il problema di fondo in Pollyanna è quello di riuscire a conciliare l'esistenza della sofferenza nel mondo con la visione cristiana di un Dio buono. Certamente la Porter non è Dostoevskij e la sua soluzione al problema può essere considerata semplicistica e buonista. Tutto si basa sul cosiddetto gioco della felicità: si tratta di un gioco insegnato a Pollyanna dal padre, un pastore protestante, che consiste nello di sforzarsi di vedere i lati positivi anche nelle situazioni più nere. Questo gioco permetterà a Pollyanna di superare tutte le difficilissime prove che la vita le riserverà. Personalmente non credo affatto che il gioco della felicità sia una cattiva idea, anzi cercare il lato positivo nella vita è la migliore cosa che si possa fare, ma di fronte a certe disgrazie che capitano a Pollyanna sembra veramente inverosimile che il gioco della felicità possa rincuorarla. Tuttavia ho scelto di non giudicare l'anime in base al punto di vista filosofico-religioso che propone, su cui ho delle riserve, ma piuttosto in base alla sua trama, al livello d'interesse, ai personaggi, ai colpi di scena e alle sorprese che presenta, e in relazione ad altri meisaku dell'epoca. In questo senso il giudizio non può che essere molto positivo, perché la serie non annoia mai per tutti e 51 gli episodi, anzi è sempre in crescendo e le vicende sono piuttosto imprevedibili. Molto interessante è la parte della serie ambientata a Boston.

Il finale è prevedibilissimo, ma questo non è un difetto, anzi è un bene: è fatto chiaramente per i piccoli spettatori e chiude la serie su una nota positiva, dopo tante disgrazie.
Do un voto alto perché per quanto fossi prevenuto e da lunga data avverso al genere strappalacrime e buonista, ciò nonostante questa serie è riuscita a commuovere anche me e quindi il suo scopo l'ha raggiunto degnamente. La sigla di Cristina d'Avena merita una nota: è sicuramente una sigla allegra e solare, in linea con il design della serie e non con le tematiche, è verosimilmente di dubbia qualità musicale, ma ha una caratteristica innegabile: una volta che ti entra in testa non riesci più a smettere di sentirla! M'immagino generazioni di piccoli spettatori che ricorderanno questa sigla per tutta la vita. Quindi nota di merito anche per l'opening italiana. Voto complessivo: 8,5.


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Sonoko

Episodi visti: 51/51 --- Voto 10
Pollyanna è la trasposizione animata dei romanzi di Eleanor H. Porter, "Pollyanna" (1913) e "Pollyanna cresce" (1915).
La protagonista, la piccola Pollyanna, orfana di madre, vive con il padre, un pastore di Chiesa, finché purtroppo questi, gravemente malato di cuore, muore. Perciò la bambina va a vivere a casa della zia, Polly Hurringhton, l'arcigna sorella minore della madre, rimasta nubile, che provava un forte rancore per il cognato, reo a suo avviso di averla separata per sempre dalla sorella, costringendola fra l'altro a una vita troppo dura per la sua costituzione delicata, causando così la sua prematura morte. Inizialmente la convivenza con la zia è difficile, ma grazie al suo bellissimo carattere Pollyanna non solo riesce a integrarsi benissimo nella sua nuova città - riuscendo, grazie al suo "gioco della felicità" ad aiutare diverse persone - ma inizia pian piano anche a sciogliere il suo cuore. Ovviamente mi fermo qui per non spoilerare troppo.
L'anime è molto fedele al primo romanzo (eccetto che per l'età della protagonista, che nel romanzo ha 11 anni, nell'anime solo 8), ma rispetto al secondo romanzo vi è una modifica ancora più importante, Pollyanna non cresce. Nel 2° romanzo della Porter rispetto al primo passano ben 6 anni e Pollyanna alla fine ha 20 anni, con conseguenti implicazioni sentimentali con altri personaggi, che nell'anime sono limitate a semplici situazioni legate all'amicizia.
Nonostante la discutibile - a mio avviso - infantilità delle situazioni, come tutte le storie della World Masterpiece Theater, Pollyanna resta comunque protagonista di un capolavoro, di una storia realistica e piena di valori positivi. In particolare, il messaggio di fondo che si vuole dare con il famoso "gioco della felicità", ovvero quello d'incoraggiare a cercare sempre i lati positivi in ogni situazione, fa riflettere.

Buona la caratterizzazione dei personaggi, Pollyanna non risulta mai antipatica nonostante sia spesso esaltata da tutti e, oltre a lei e alla zia, sono molti i personaggi interessanti, nessuno è banale. Anche il doppiaggio, come al solito, a mio avviso è ottimo.
Di questa serie mi piace molto anche la sigla, una delle mie preferite della D'Avena, anche perché risale ancora ai tempi in cui questa brava artista non era indotta a saccheggiare le sigle altrui pur di apparire.
Pollyanna è una serie assolutamente consigliata a tutti, il mio voto è 10.