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Utente970

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Utente970

Episodi visti: 1/1 --- Voto 5
Noiosetto! Non un disastro completo, in quanto rimane migliore di buona parte dei suoi allievi stravolgi-favole, tipo "Lissy principessa alla riscossa", tuttavia fu senza dubbio il momento di declino per la serie dell'orco asociale.

Piaccia o meno, bisogna riconoscere che, al suo esordio, Shrek diede involontariamente una spallata ammodernante di tutto rispetto, e con una resa visiva che, seppur invecchiata, rimane tuttora gradevole alla vista. La stessa Disney di inizio millennio faticava a interpretare i tempi, cercando inizialmente di forzare lo stile tradizionale a contesti più... alternativi, per poi buttare la sua filosofia artistica in un dirupo con una bella pietra al collo. Basti considerare che, nell'anno di uscita di questo ulteriore seguito, il meglio che riuscirono a tirare fuori come risposta fu quella fetecchia allucinante de "I Robinson - Una famiglia spaziale", preceduto dall'ancor peggiore "Chicken Little".

In questo terzo capitolo tuttavia si avverte la stanchezza degli stessi sceneggiatori della Dreamworks che, similmente a come accadeva nei terzi capitoli dei giochi PSX/PS2, per tirare ulteriormente una carretta che aveva già assolto al suo compito, alzarono i toni e si spinsero in una operazione di ripescaggio di elementi storici e culturali molto cari al pubblico americano, come 'i figli dei fiori' e la rivalsa degli 'sfigati', proseguendo poi con altri sberleffi alla Disney, che oramai apparivano meno sorprendenti e anche un po' più sguaiati nella loro messa in atto.

Pur riconoscendogli qualche idea simpatica, come l'incubo paterno in stile esorcista, alla sua uscita il film mi trasmise la forte sensazione di avere davanti a me uno zombi arraffasoldi. Lo so, era ovvio che fosse stato realizzato unicamente per via del suo successo precedente, ma il secondo capitolo gli era riuscito discretamente bene, quindi era lecito aspettarsi di più. Eppure, stavolta, dall'antagonista riciclato allo svolgimento della storia, si avverte tutto poco fantasioso e poco spontaneo. L'introduzione del personaggio di Artù (arricchito di una cornice collegiale alla Belushi) stona col resto della banda, e il ragazzo rimane pure antipatico e dimenticabile dall'inizio alla fine. Meglio non va col doppiaggio, che vide un ingiustificato cambio nel Gatto con gli Stivali, che passò dal buon Massimo Rossi ad Antonio Banderas. A onor del vero, col tempo ho rivalutato in positivo la resa dell'eclettico attore spagnolo, ma quando uscì la pellicola non poté che darmi fastidio.

Tra le altre cose che non mi hanno mai convinto del tutto, vi è la questione della paternità di Shrek. Contrariamente all'abdicazione, questa era una situazione che gli spettatori, più e meno giovani, si figuravano benissimo già dall'unione tra lui e Fiona, e anche per questo la variazione nel secondo capitolo con la meticcia prole tra Ciuchino e la Draghessa risultava fresca e geniale. Geniale! Quando li vidi, li adorai. Voler mostrare qui a tutti i costi le paturnie pre-genitoriali dell'omone verde, viste in migliaia di altri prodotti, si avvertiva francamente superfluo, non adeguatamente compensato dalla storia e ben lontano dallo spirito antitradizionalista del personaggio al suo esordio.

Nonostante tutto però, "Shrek terzo" conquistò all'uscita pareri tiepidamente positivi, seppur concordi sul calo qualitativo, mentre l'ultimo uscito, "Vissero felici e contenti", pagò forse più del dovuto il calo di interesse. Personalmente, per quanto il quarto film sia innegabilmente incasinato e il loro livello di mediocrità sia equiparabile, l'ho sempre preferito leggermente a questo, perlopiù... per via degli elementi messi in campo, per quanto poco originali. Tremotino, pur essendo un altro tappo in stile Lord Farquaad, era caratterialmente e visivamente una novità, e il suo sicario-pifferaio, volendo, avrebbe avuto un gran potenziale sfruttabile. Anche Fiona, versione Orchessa-Boudicca a capo della resistenza, per quanto fosse una già vista (e meno comica) glorificazione girlpower, era quantomeno più accettabile e meno pigra come trovata, rispetto alla furiosa carica delle regali pulzelle "Chuck Norris" del terzo film, ecc. Come dire, si sentiva tutto quantomeno più attinente.

Parte della forza dissacrante di questa serie è rimasta prigioniera del tempo, e, onestamente, penso che tutto quello che è uscito da questa pellicola in poi, speciali festivi compresi, sia decisamente perdibile, ma a quanto pare... tra un paio di anni avremo il piacere di avere tra le mani un quinto lungometraggio da giudicare. In effetti, l'orco è ormai sufficientemente maturo da poter fare leva sulla nostalgia, ma, al momento, non è chiaro se la sua sarà una continuazione vera o un famigerato riavvio. Per quanto di norma detesti la seconda ipotesi, forse sarebbe l'opzione migliore a questo punto.

Una cosa è sicura, se dovessi descrivere il protagonista, oggi non riuscirei a trovare per lui una definizione più calzante del detto "Era nato incendiario ed è morto pompiere", e per quanto abbia apprezzato molto "Shrek 2", poteva restare un capitolo unico come era inizialmente previsto.

P.S. "Shrek" non fu un soggetto originale, ma fu liberamente tratto da un libretto per l'infanzia, scritto e illustrato negli anni '90 dal defunto William Steig.