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killer_bee

Episodi visti: 13/13 --- Voto 8,5
Da una macchina produttiva che troppo di rado sforna prodotti realmente rilevanti, “Odd Taxi” giunge come una cannonata per ricordarci che, come un saggio Alfred Hitchcock diceva: “Un buon film è fatto di tre cose: la sceneggiatura, la sceneggiatura e la sceneggiatura”, e lo stesso si può dire di una buona serie. L’opera è una vera e propria dichiarazione d’amore alla logica, alla coerenza e all’intreccio narrativo: con la minuzia di un maniscalco, Konomoto (ideatore e sceneggiatore) compone ogni episodio mattoncino dopo mattoncino, costruendo le fondamenta di una trama inespugnabile, cristallina ma soprattutto pregna di sottotesti.

Proprio così, perché, nonostante il leitmotiv dell’opera noir sia il trepidante concatenarsi di eventi che perseguitano il nostro malcapitato protagonista dopo la sparizione di una liceale salita a bordo del suo taxi, c’è tanto di più. Non che l’accumularsi dei misteri e il destino del tassista non siano interessanti, tutto il contrario: si muore dalla voglia di scoprire cosa succederà di una volta in volta, anche grazie a momenti climatici magistrali che invitano a cliccare play sull’episodio successivo.
È che, una volta giunti alla fine, ci si accorge che il dito puntava alla Luna e noi guardavamo il dito. Non è un caso che il teatro della vicenda sia la scintillante Tokyo, grande vera protagonista dell’anime, e che un tassista ne sia il portavoce. Al pari forse dei bartender (non a caso citati nel corso della narrazione), i tassisti hanno il privilegio di affacciarsi e sbirciare nelle vite delle persone, di assaporare un assaggio dei loro sogni, ambizioni, paure, problemi e vicissitudini, anche se per poco. Nel nostro caso si tratta di una ventina di personaggi che hanno a che fare, indirettamente o direttamente, con il nostro e con il suo taxi. Tutti, oltre ad avere ruoli rilevanti ai fini della trama, sono caratterizzati in maniera sublime, dedicando loro coraggiosamente anche intere puntate che sembrano scostarsi dalla storia principale. Una mossa sconsiderata? Inizialmente forse, ma, man mano che l’opera prosegue, ci si accorge di come, più che il preciso incastro dei pezzi del puzzle, ognuno di loro rifletta con la propria storia una critica più o meno velata alla società moderna giapponese, nello specifico a quella Tokyo tanto luminosa quanto ricca di ombre, di zone grigie che lasciano intravedere un’ambiguità e un’incoerenza magnificamente giapponesi (il nostro stesso protagonista si ritroverà a chiedersi: “Ma è ancora Tokyo questa?!”).

Dal mercato delle idol, tanto attraente quanto controverso, alla yakuza, baluardo del “non funzionante” e che si nutre dei vuoti dello Stato, alla concorrenza spietata di chi prova a farsi strada nel mondo dello spettacolo, all’ossessione verso la fama da social network e alla sua estrema volatilità, alle insidie dei giochi play to win, anticamera della ludopatia, “Odd Taxi” ci mette di fronte ad archetipi di persone (a noi molto familiari) più che personaggi, che davanti alle insidie della vita globalizzata e iper-connessa reagiscono in modi completamente differenti: chi riesce a farsi un nome e chi no, chi inganna e chi viene ingannato, chi ce la fa davvero e chi si illude, chi vince qualcosa e chi perde tutto. Insomma, l’allegoria del forte che mangia il debole nella catena alimentare. Tutto questo è ancora più calzante, se pensiamo che i personaggi di “Odd Taxi” sono animali. Evoluti e in questo caso antropomorfi, certo, ma pur sempre animali, che istintivamente lottano per sopravvivere in un mondo che è molto più duro di quello che sembra. Oltre la coltre della metropoli ovattata, enfatizzata ancora di più da una direzione artistica morbida, caricaturale e colorata, si nasconde e contrasta (anche stilisticamente) un sottobosco di criminalità e passati complicati dalle tinte drammatiche e noir, dove la selezione naturale regna sovrana e chi non sbrana viene inevitabilmente sbranato.
Ancora una volta, sembrano essere l’onestà e l’amore a venirci in aiuto, perché chi mette un freno alla lotta per la sopravvivenza è colui che vivrà davvero e in modo genuino. Chi farà del bene riceverà inevitabilmente del bene in cambio. Così come la legge del contrappasso colpirà chi se lo merita. Se questo, secondo gli autori, sarà sufficiente per salvarsi definitivamente, scopritelo voi stessi! Buona visione.


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MisterKun

Episodi visti: 13/13 --- Voto 4
Attenzione: la recensione contiene spoiler

Quando si scrive una recensione, generalmente, è per condividere con le altre persone la propria esperienza. Quando si scrive una recensione negativa, soprattutto se parliamo di un'opera molto ben vista dalla critica, spesso si viene etichettati di anticonformismo estremo e di esibizionismo.
Scrivo questa recensione per il semplice motivo che mi sembra (quasi) totalmente assurdo che "Odd Taxi" abbia, in un brevissimo lasso di tempo, ricevuto gli elogi della stragrande maggioranza del proprio pubblico.

Trama "neutra": "Odd Taxi" ci catapulta in una Tokyo popolata da animali antropomorfi e ci fa seguire le avventure e disavventure di un tricheco tassista, trovatosi suo malgrado in mezzo a una guerra civile tra due membri della stessa banda, in gara per portare al proprio capo il quantitativo maggiore di denaro e superare così il proprio avversario. Tra intrighi e incroci, diversi saranno i personaggi che prenderanno parte alla storia, ognuno con un proprio passato e un proprio presente legati al nostro protagonista.

Trama "personale": "Odd Taxi" ci catapulta in una Tokyo popolata da animali antropomorfi, che, se invece di avere i volti da animali li avessero avuti da "numeri" o "fiori", non sarebbe cambiato esattamente nulla. Il nostro tricheco tassista si ritrova di sua inspiegabile volontà nel mezzo di una guerra civile tra due membri della stessa banda, un tale che si stava bellamente facendo gli affari suoi e un altro con seri complessi di inferiorità nei confronti del primo (sarà contento il boss...). Tra intrighi e incroci totalmente buttati a caso, pochissimi personaggi (contando gli abitanti dell'intera Tokyo) prenderanno parte alla storia, ognuno con un passato che casualmente era collegato al nostro tassista e un proprio presente totalmente ininfluente ai fini della storia.

I personaggi, come li vedo io

Amico scimpanzé: totalmente inutile ai fini della trama, non fa letteralmente nulla che possa influenzare la storia.
Amico gorilla: un medico che, nonostante conosca il nostro tricheco tassista da diverso tempo, non riesce a comprendere un disturbo così palese come quello evidenziato nel finale e che è poi il fulcro della storia (malasanità in Giappone).
Amica (?) alpaca: in una storia già di per sé inverosimile, lei è l'apice del fantasy; allo stesso modo è forse l'unico personaggio "alleato" utile ai fini della trama.
Poliziotti: seriamente? Grazie a "Odd Taxi" scopriamo che esistono solo due poliziotti in tutta Tokyo, tra l'altro pure inutili.
Dobu (scimmia cattiva): unico personaggio realmente utile, che permette da solo il proseguimento della storia, ma ha un errore di fondo. Perché non collaborare con il suo amico-nemico della banda invece di mettergli i bastoni tra le ruote? Che senso aveva? Soprattutto in una situazione così complicata.
Idol: utili solo nei filler; se fossero scomparse al secondo episodio, nessuno ci avrebbe fatto caso.
Ippopotamo: mamma mia, questo proprio non l'ho capito, probabilmente non l'ha capito nemmeno l'autore, tanto che non l'ha fatto comparire nemmeno nel finale.
Canguro della locanda: come l'ippopotamo, ma più inutile, probabilmente dovevano un favore alla doppiatrice e non sapevano come fare.
Cattivo porcospino: è 'figo', è cool, permette alla storia di proseguire, mi sta pure simpatico. Personaggio azzeccato, se non fosse che compare a metà storia dal nulla.
Cattivo orso: fa a botte in una puntata, la sua utilità dura cinque minuti, ma ce lo ritroviamo fino alla fine.
Duo comico più studente giraffa: io questi proprio non li ho capiti, non hanno utilità ai fini della storia, non fanno nulla per tutto il tempo, non ti rimangono nemmeno simpatici, eppure compaiono continuamente. Gli "allunga-brodo".
Boss tapiro: su questo personaggio potrei dire solo parolacce, le dico dopo.
Manager delle idol: scopriamo grazie a lui che il nostro tricheco tassista è l'unico essere vivente a guidare un taxi per Tokyo, altrimenti non si spiega come abbiano fatto ad incontrarsi.
Gatto matto: non l'ho capito.
Gatto amichevole: utile a vincere alla lotteria. Fossimo tutti come lui...

E questi erano, credo, tutti i personaggi che compaiono in una storia ambientata nella metropoli di Tokyo. Magari un po' pochini.

E qui partono le tantissime cose che non ho compreso; ne scrivo poche, altrimenti non finisco più.
A che cosa servono le scene in cui il tricheco parla da solo a casa sua? Che necessità ci sarebbe? Lo stra-maledetto tapiro nella scenetta comica con la scimmia amica, a che serviva quella scena? A far ridere? Non ha il minimo seguito. Perché molti dei personaggi sono gatti? Erano più facili da disegnare? Perché il gatto amichevole annuncia che il biglietto della lotteria era falso? Non ha nessuna influenza nella storia. Perché il nostro tricheco non riconosce prima il tapiro? Che nesso c'è tra il fatto che il nostro tricheco non riesca a dormire di notte e la storia? Come fa il gatto matto, dopo aver quasi ammazzato una persona ed essere andato fuori di testa, a tornare alla sua vita normale e riconquistare il vecchio lavoro? Perché il poliziotto minore spara a Dobu, ma non lo arresta? La sicurezza in Giappone è così scarsa da permettere a una persona di ritirare un miliardo di yen in contanti, accompagnato da due yakuza? Perché non li lascia in banca, invece di ritirarli fisicamente? Ma, soprattutto, non bastava mettersi d'accordo con la banca per fare milioni di altre cose che non lo avrebbero messo in pericolo? Basta cambiare i propri dati sulle app incontri per essere rapito e torturato in Giappone? Alla fine la scimmia amica li ha restituiti i debiti? Perché il nostro tassista non li dà a lui i soldi, invece di ridarglieli al boss della yakuza?
Ma la domanda principale è: in Giappone viene data la licenza di tassista anche a una persona con gravi problemi psichici? Non penso che prenderò mai un taxi a Tokyo.

Detto questo, torno brevemente all'inizio della mia recensione a quel "quasi" messo tra parentesi, perché, se io do 4 e non 2, è solo perché tutti i personaggi tutto sommato rimangono veramente simpatici, e distruggerli in questo modo in qualche modo mi dispiace.
Per concludere, quando gli intrighi diventano troppo forzati, anche una bella idea come "Odd Taxi" può diventare un fantasy come non lo è nemmeno "Il trono di spade".

Voto: 4/10


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Fabbrizio_on_the_Road

Episodi visti: 13/13 --- Voto 8,5
“Odd Taxi” è una di quelle serie che, se non fosse stato per le opinioni e le recensioni molto positive del pubblico, avrei probabilmente (ed erroneamente) continuato a ignorare. Si tratta infatti di un anime di cui difficilmente a un primo impatto è possibile cogliere la complessità delle vicende e delle tematiche, e che rischia per questo di essere fortemente sottovalutato. Al tempo stesso però, proprio perché non nutrivo aspettative particolari in merito, devo dire di essere rimasto molto colpito dalla profondità dei temi e delle storie raccontate.

L’aspetto che mi ha stupito di più fra tutti è certamente la struttura narrativa con cui la trama è stata articolata. Si tratta fondamentalmente di un noir in cui scopriamo, pezzo dopo pezzo, sempre qualche dettaglio in più rispetto alle vicende dei personaggi, le quali possono sembrare inizialmente autonome e quasi slegate dal resto degli eventi. In realtà però, nel corso delle puntate, i nodi vengono al pettine, e quelle che prima sembravano delle vicende sconnesse diventano parte di una storia corale dove ogni personaggio riceve l’epilogo che merita. L’ultimo episodio in particolare è la ciliegina sulla torta, dove si assiste a un colpo di scena clamoroso, che da solo vale la visione di tutta la storia, e non tanto per l’idea in sé che esprime, ma anche per la progressione con cui si trasmette allo spettatore una realtà dei fatti tanto logica quanto inaspettata.

L’altro punto forte di “Odd Taxi” sono i personaggi. Li ho trovati davvero interessanti e ben costruiti. Nel corso delle puntate nessuno viene trascurato e si dà il giusto peso all’evoluzione e allo sviluppo di ognuno. Si tratta di un cast molto eterogeneo, dove ogni personaggio ricopre un ruolo rappresentativo di una determinata classe sociale. Il che ovviamente dà luogo all’approfondimento di molti argomenti interessanti e attuali. Particolarmente intriganti i temi del rapporto con i social, videogiochi e più in generale alcune dinamiche del mondo dell’intrattenimento giapponese. Ciò che ho apprezzato di più è stato proprio il coraggio di riuscire a costruire delle critiche nei confronti di una società troppo spesso chiusa in un conformismo che non lascia spazio al dibattito su certi argomenti.

“Odd Taxi” è una serie bella anche esteticamente, con uno stile molto sfizioso che esalta luci e ombre della Tokyo moderna, e con una buona colonna sonora; nello specifico mi è piaciuta molto la sigla di chiusura.
Tuttavia, i piatti forti che la serie mette sul tavolo sono una narrazione articolata e appagante, degli ottimi personaggi e dei temi profondi e attuali. Tutto questo unito a una progressione che porta verso un episodio finale assurdo, che chiude la storia in modo soddisfacente e imprevedibile.
Una serie che, una volta finita, attende solo di essere rivista, per potere cogliere nuovi dettagli e sfaccettature.

Eduado Elrick

Episodi visti: 13/13 --- Voto 9
Non adorate quando cominciate un anime senza avere alcuna aspettativa, salvo poi lasciarvi catturare dalla narrazione e piano piano appassionarvi all'opera fino all'ultimo episodio?
Questo è stato per me "Odd Taxi", un piccolo gioiello di tredici episodi.

La storia narra di un cinico se non apatico tassista di mezza età, Kotogawa, privo di legami emotivi e apparentemente di interessi, alle prese con il suo lavoro, che lo porterà ad esplorare la natura umana di una metropoli notturna abitata da animali antropomorfi.
Come in altre opere cinematografiche ("Taxi Driver", per dirne una, sperando di non essere blasfemo), il ruolo di tassista viene utilizzato come mezzo per incontrare una grande varietà di personalità; diverse per età, carattere, stile di vita e morale. Qui il nostro protagonista si ritroverà coinvolto nelle vicissitudini di diversi personaggi, in una metropoli notturna ma tutt'altro che addormentata.

I personaggi secondari, presenti in grande quantità, vengono gestiti molto bene. Ognuno impersona alla perfezione una critica/problematica della società moderna giapponese (e non solo), riuscendo così ad affrontare in soli tredici episodi una grande quantità di tematiche, che vi faranno senz'altro riflettere.
Tra i personaggi troviamo infatti il videogiocatore patologico; la ragazza buona, ma solo di facciata; l'amico del protagonista che impersona l'ingenuità e l'indole dell'uomo debole, che viene soggiogato dal più forte. Poi la coppia di poliziotti, uno bruciato dalla corruzione e uno che impersona la giustizia integerrima; il ragazzo social-dipendente, la cui unica ambizione è l'approvazione priva di significato degli sconosciuti; la idol superficiale; e molti altri ancora (sì, lo ripeto, tutto questo si incastra molto bene in soli tredici episodi!)

La storia si sviluppa in modo efficace e tiene vivo l'interesse grazie a una nota di mistero sempre presente e alcune scene d'azione ben costruite.
I personaggi sono interessanti e con un character design ben realizzato, la colonna sonora è molto piacevole e il comparto tecnico in generale è più che discreto.

Senz'altro la marcia in più dell'opera è la capacità di integrare le vicende di personaggi diversi, le cui trame sembrano collegate solo sullo sfondo, per poi incastrarsi alla perfezione negli ultimi episodi come un enorme puzzle, definito fin nei più piccoli dettagli.

Nota di merito anche per il protagonista. Se subito non era riuscito a convincermi, la sua evoluzione all'interno della storia è molto ben fatta; inoltre la sua backstory, per quanto semplice, è efficace, e aprirà le porte a una vera chicca finale (possiamo chiamarlo colpo di scena, ma non cambia il senso della storia, è solo un gran bel tocco!).

Non posso fare altro che consigliarvi con tutto il cuore la visione di quest'opera, che trovo assolutamente originale e piacevole, nonostante le tematiche trattate siano tutt'altro che leggere.

Un 9 pieno!


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MartinoMystero

Episodi visti: 13/13 --- Voto 9
Ci sono anime che hanno un character design eccellente, altri che hanno fondali quasi fotografici, altri ancora eccellono nelle animazioni, i più sono pieni di fanservice e cliché, e in sostanza fanno di tutto per essere attraenti, ma ahimè troppo spesso deludono le aspettative, perché, di sovente, ci si ritrova con trame scadenti, scritte seguendo le classifiche dei manga più venduti, con episodi banali e scontati, con personaggi introdotti, ma non approfonditi, con parentesi aperte e mai chiuse. Così nel nostro giudizio complessivo ci troviamo a fare una media tra i vari settori, oppure a scalare i punti nel caso ci imbattiamo in quelle che consideriamo gravi mancanze.

Poi c’è “Odd Taxi”, con una locandina anonima, con un chara piuttosto scarno, con dei fondali stilizzati, con una computer grafica quasi da demo, con un animale come protagonista... un’opera che in pratica non fa nulla per attirare la tua attenzione, ma, semmai, sembra cercare di tenerti lontano: perché mai si dovrebbe perdere tempo nel seguire le vicissitudini di un guidatore dalla faccia di tricheco?

Tuttavia, questi “difetti”, messi in fila uno dietro l’altro, non tolgono niente a tale creazione, ma anzi ne aggiungono, perché, se fai fare un passo indietro a tutto quello che è “tecnica”, allora ciò che rimane in evidenza è una sola cosa: la scrittura, e che scrittura.

Il genere cinematografico che più gli si avvicina è il “noir”. Il protagonista è un tassista che si ritrova suo malgrado coinvolto nella scomparsa di una ragazza, è un personaggio piuttosto inespressivo, e l’unico indizio che abbiamo per scorgere le sue emozioni è una gocciolina di sudore che compare sulla sua fronte. È molto loquace, forse troppo, è piuttosto schietto e perspicace, infatti pone una grande attenzione ai dettagli, capacità che, tra l’altro, sarebbe utile anche a tutti gli spettatori, perché, di dettagli, questa storia ne è piena.

Lo “strano” taxi è un palco dove vi sale, di volta in volta, “un’animalità” apparentemente variegata, ma molto simile nella sua anima, dove ogni individuo... vuole: vuole arrivare, vuole realizzarsi, vuole primeggiare, vuole compiacere, vuole arricchirsi, vuole sembrare per essere, vuole sembrare per avere, ed è disposto a tutto per ottenere.

Quando ci si imbatte in personaggi troppo superficiali, spesso si giustifica la cosa con il fatto che c’era poco tempo per svilupparli, magari perché li troviamo in un film, oppure perché sono troppi, rispetto ai pochi minuti a disposizione di una serie. “Odd Taxi” smentisce anche questo luogo comune, perché dopo poche puntate viene introdotto un nuovo personaggio, e nei soli ventidue minuti di quell'episodio gli autori riescono a trasmetterne, in modo magistrale, quella che è una vera e propria discesa negli inferi, e qui, dove veramente servono, i volti diventano espressivi: drammatici, folli, spettrali. Ed è a lui che viene dato l’onere, e forse l’onore, di essere il cicerone, anzi il Caronte, di tale viaggio, che ha il compito di traghettarci nella malattia di questo mondo, dove in un tetro e oscuro limbo ci si affanna alla ricerca di quei pochi fiori colorati, tanto sgargianti quanto effimeri, perché destinati a svanire, appena colti.

Questa serie è fatta di scossoni, poiché sa ipnotizzarti con quel ritmo sonnacchioso, con quei lunghi discorsi, con quelle voci alla radio, con quella città che scorre dai finestrini, ma poi, quando desidera, sa accelerare, non tanto nell’azione, ma nelle emozioni, e così ti sorprende, ti colpisce con la sua crudezza, con la sua cattiveria, con il suo realismo, perché qui ogni vissuto, ogni dramma, ogni bassezza, spesso gratuita, risulta plausibile.

Ma non c’è solo il male in questo racconto: c’è chi lotta per gli altri, senza averne un tornaconto; chi non abbandona, nonostante le tentazioni; chi fa ammenda, consapevole di doverne pagare il prezzo; chi pagherà comunque, anche se non avrebbe voluto. E, sullo sfondo di questa narrazione, si riesce a intravedere una speranza di redenzione, per tutti quelli che capiranno che la sostanza è sempre più importante dell’apparenza.

Così, quando arrivi alla fine, ogni cosa “dispara” diventa “para”, e allora ti ritrovi a fare un altro giro su quel taxi, ma con un nuovo punto di vista, e torni a riascoltare quei lunghi monologhi, ma collegando quella frase; a riguardare quelle immagini, ma afferrando quel flash; a rivedere quelle animazioni, ma cogliendo quel dettaglio.

E allora quel goffo protagonista, quei disegni un po’ piatti, quei fondali infantili, quelle animazioni scadenti, quella grafica surreale si rivelano per quello che sono: il guscio bruttino di una conchiglia, che nasconde al suo interno una piccola perla e che la rende ancora più bella.


 5
Kotaro

Episodi visti: 13/13 --- Voto 9,5
"Viverci è difficile, ma non è colpa della città.
Viverci è difficile, ma tu ce la farai, perché hai un sogno.
Fatti forza, tu che sei al tuo primo anno a Tokyo!"

Takehara Pistol, "Tokyo Ichinensei", 2014

In una Tokyo popolata da animali antropomorfi si muove il taxi di Hiroshi Odokawa, tricheco quarantenne asociale e solitario, che non parla mai molto di sé e non ha molti amici, ma che trasporta da una parte all'altra della città le persone più svariate, e in qualche modo queste entrano nella sua vita, coinvolgendolo in un mistero che parte dalla sparizione di una studentessa liceale e si spande poi in differenti diramazioni...

"Odd Taxi" è una produzione originale targata P.I.C.S. in collaborazione con OLM, diretta da Baku Kinoshita (il qualche ha anche ideato il character design originale), che ha lavorato ampiamente in altri campi dello spettacolo prima di cimentarsi nell'animazione, mentre la sceneggiatura è curata da Kazuya Konomoto. L'anime vi ricordiamo che è andato in onda su TV Tokyo in tredici episodi tra aprile e giugno 2021 ed è disponibile su Crunchyroll.

Quella che abbiamo di fronte è una serie stranissima e affascinante, che si presenta in un modo e poi è tutt'altro, ribaltando continuamente ciò che lo spettatore pensa. Sulle prime sembrava la classica commedia slice of life urbana condita con un po' di denuncia sociale e dove i personaggi sono animali antropomorfi, come va molto di moda negli ultimi anni, da "Aggretsuko" a "Africa no Salaryman". E sì, c'è anche questo aspetto, ma "Odd Taxi" è principalmente e inaspettatamente un giallo, e a renderlo unico è proprio il modo in cui lo slice of life di critica sociale e il thriller si intersecano alla perfezione.

Il giallo che parte dalla sparizione di una liceale di Nerima si arricchisce via via di misteri, risvolti, colpi di scena, domande, risposte che ci vengono date a poco a poco e quando meno te lo aspetti. In "Odd Taxi" nulla è ciò che sembra (in molti, troppi sensi) e ogni dettaglio ha il suo scopo e la sua ragion d'essere. Odokawa incontrerà nel corso della storia numerosi personaggi, e ognuno di loro ha una parte più o meno grande nel giallo e nel costruire l'impagabile atmosfera della serie: scimmie che cercano moglie con le dating app, gattine e cagnoline idol, ippotami youtuber che cercano la fama sul web, suricati poliziotto, medici gorilla e infermiere alpaca che fanno capoeira, mafiosi, rapper, attori di rakugo e comici del manzai e via dicendo.

La Tokyo di "Odd Taxi" è estremamente viva e reale, nonostante l'uso di animali antropomorfi (rimane una cosa quasi puramente grafica, non vengono indagati psicologicamente in base alla loro razza, come succede, ad esempio, in "Zootopia" o "Beastars"). Ognuno di questi personaggi ha la sua storia, e tutte queste piccole storie sono tasselli di un mosaico più grande che collega tutto. Perciò, anche quando, molto spesso, la serie si prende del tempo per parlare singolarmente dei personaggi, raccontare le loro storie e il loro passato, bisogna stare attenti, ci saranno sicuramente dei dettagli da cogliere che torneranno alla ribalta anche molto dopo. Non è raro che un personaggio secondario venga presentato, si spenda del tempo per parlare di lui, ti sembra che non serva a niente, ma poi tot puntate dopo, quando meno te lo aspetti, questo torni in qualche modo e si scopre che in realtà la sua storia ci aveva fornito un altro importante tassello che all'epoca ci era sfuggito.

"Percorrendo una strada che ormai ha perso di vista
il confine tra riconoscenza ed espiazione.
Per soldi, sarei disposto a fare di tutto.
Ma solo se avessi la garanzia che poi coi soldi potrei comprare tutto."

Takehara Pistol, "On the road", 2019

È una serie da seguire con attenzione, "Odd Taxi", perché è ricchissima di dettagli, non detti, mezze frasi, frasi buttate lì per caso, discorsi apparentemente futili (e ce ne sono tantissimi, dai programmi passati dalla radio del taxi di Odokawa alle conversazioni apparentemente triviali che fa con i suoi clienti), focus su oggetti o particolari apparentemente ininfluenti, ma poi tutto assume un senso, e risulta anche particolarmente stimolante riguardarlo daccapo, sapendo già cose che ti saranno rivelate molto più avanti, si fa molta più attenzione a certi dettagli e si capisce quanto ben fatta sia la scrittura della serie. Basti pensare che anche solo il video della sigla iniziale ti butta lì un sacco di elementi apparentemente inutili, ma, se poi lo si riguarda una volta conclusa la serie, ci si rende conto che, in realtà, ti aveva già detto tutto, ma tu non avevi gli elementi per capirlo.

"Te l'ho detto, non puoi cambiare il mondo con una canzone.
Non puoi cambiare le persone con una canzone.
Ciò che può cambiare il mondo
è abbracciarlo con sincerità.
Ciò che può cambiare le persone
è abbracciarle con sincerità."

Takehara Pistol, "Tatoeba Hiro, Omae wa Sou Datta You ni", 2017

"Odd Taxi" non poteva essere ambientato in un'altra città. Tokyo è in un certo senso un personaggio della serie: il boss finale che tira le fila di tutto; proprio come se fosse un assassino che nella scena post credits del film si rivela essere ancora vivo e, beffandosi dei personaggi che credevano di averlo sconfitto, se la ride, perché in realtà hanno sempre fatto il suo gioco e continueranno a farlo, colei che ai personaggi dà sogni e glieli toglie, li irretisce con promesse di fama e denaro rubando loro l'anima, li stressa, li plasma, li spinge a fare qualsiasi cosa, anche scendere a compromessi e sporcarsi le mani, per realizzare i propri desideri. Il palcoscenico della nostra storia è, inevitabilmente, la Tokyo degli enormi grattacieli di Shinjuku e Shibuya, dove nascono, crescono e muoiono mode, vite, sogni. I nostri personaggi sono tutti alla ricerca di un sogno: chi cerca l'amore, chi vuole diventare famoso, chi vuole diventare ricco. C'è chi, per realizzare il proprio sogno, abbandona i propri amici; chi si allontana dalla propria famiglia; chi impazzisce, chi perde di vista ciò che era. Si intersecano perfettamente nel nostro giallo i vari tipi di critica sociale che la serie ci offre. Da quella al mondo dello spettacolo, dove per raggiungere la fama devi essere disposto ad abbandonare tutto e tutti, anche te stesso; a quella al mondo del lavoro, alla scuola, alla società stessa, le quali stressano talmente tanto la gente da creare mostri che ricercano la felicità in personaggi di finzione, VIP, videogiochi, al punto da diventarne ossessionati e perdere la propria anima.

"Odd Taxi" non manca di avere personaggi cinici, tristi, squallidi, ma in certe cose tristemente realistici e inequivocabilmente giapponesi. Eppure, si sforza di dare alla quasi totalità di loro una speranza, a farci capire il perché del loro comportamento, come si vede proprio dal nostro Odokawa, che ha vissuto una vita non facile ma ha sempre un izakaya dove tornare la sera e degli amici sinceri su cui può sempre contare, anche se lui non se ne rende conto.

I disegni di "Odd Taxi" sono molto semplici e simpatici: animali disegnati con pochi tratti ma immediatamente riconoscibili, con tratti distintivi che li rendono unici e su cui poi gli autori si divertono a giocare in vari modi: gli occhi spioventi di Odokawa, la barba del dottor Goriki, la peluria bicolor del gangster Dobu, la cicatrice sul volto del bodyguard Sekiguchi, i vaporosi capelli dell'idol barboncina Nikaido sono tutti segni particolari che poi in qualche modo ritornano. I personaggi si muovono in una Tokyo fatta di grattacieli, strade, ponti, locali ovviamente dipinti in maniera realistica, per aiutare il coinvolgimento nel nostro thriller urbano in salsa di soia. I dialoghi sono estremamente brillanti: mezze frasi, non detti, dialetti, cose apparentemente inutili ma in realtà importanti, giochi di parole, gag. Il doppiaggio è particolarissimo: un Natsuki Hanae evidentemente sotto steroidi, nel ruolo di Odokawa, guida un cast di talent, comici, musicisti prestati per dar voce a questi animali antropomorfi così bizzarri eppure allo stesso tempo così un realistico specchio di Tokyo e dei suoi abitanti. E che dire del tapiro boss della mafia con la voce (Takaya Kuroda) di Kazuma Kiryu, celeberrimo protagonista della serie "Yakuza"?
La serie gioca in continuazione col mondo della comicità, con la radio del taxi e i numerosi schermi televisivi di Shinjuku e Shibuya che mandano di continuo gli sketch di varie coppie di comici manzai, alcuni dei quali hanno anche un ruolo importante nella storia, e gioca di continuo anche con la musica. Basti pensare al personaggio di Yano, mafioso-rapper che parla esclusivamente in rima e ha avuto anche l'onore di ottenere una spassosissima canzone a lui interamente dedicata.

La sigla iniziale, "Odd Taxi" di Skirt e Punpee, è in stile rap ed è stata accompagnata da un music video estremamente significativo, girato (ovviamente) tra Shibuya e Shinjuku, con i cantanti reali che si intersecano coi personaggi animati e i molti talent che hanno prestato loro la voce a fare camei. La sigla finale "Sugarless Kiss", invece, cambia completamente registro, essendo la classica canzoncina "moe moe kyun" allegra e caramellosa, ma il testo della canzone in realtà nasconde anche altro, come ci si aspetta da "Odd Taxi".
È la tipica canzoncina da idol femminili, queste ultime anche un elemento molto importante nella storia, eseguita dalla doppiatrice della barboncina Nikaido, Suzuko Mimori (che di idol se ne intende...) e accompagnata dalle doppiatrici delle altre idol della serie nel relativo video musicale.
A metà serie, "Odd Taxi" ci regala anche una bella chicca abbastanza significativa: la ending speciale del sesto episodio, "Kabe no Mukou ni Waraigoe ga Kikoemashita ka?" ("Hai sentito una voce ridere da aldilà del muro?"), eseguita dal comico-cantante Tony Frank. Una canzone folk dal sapore delle tantissime ballad costantemente passate dalle radio giapponesi (come, tu guarda, quella del taxi di Odokawa), un po' sullo stile dei brani di Eisukeichi Takeda o del cantante-attore Takehara Pistol, che parla delle difficoltà di un duo di comici manzai, e non a caso viene proposta in parallelo, anche nel relativo video musicale, alle vicende di Baba e Shibagaki, duo di comici molto importante per la trama.

"Odd Taxi" è una delle produzioni più originali, interessanti, curate e significative dell'ultimo periodo, che ha ovviamente conquistato il cuore dei giapponesi adulti e che è stata lanciata con in parallelo anche un adattamento manga, un audio drama che svela nuovi dettagli della storia e persino l'account Twitter di Taichi Kabasawa, uno dei personaggi della serie, che posta davvero i tweet da lui scritti nelle puntate, importanti per la vicenda. Un thriller urbano dall'anima profondamente giapponese che non manca di conquistare i suoi spettatori, portandoli dentro una storia dove nulla è ciò che sembra, ogni dettaglio è importante e ci dice molto più di quanto ci sembri all'inizio. La psicologia dei personaggi è scritta benissimo e ci si affeziona a tutti quanti, l'atmosfera di una Tokyo ricchissima di luci e ombre è resa in maniera splendida e la storia è intrigantissima, anche se procede a piccoli passi ed è molto discorsiva, quindi magari all'inizio può risultare pesante perché sembra che si indugi in particolari inutili. Non lo saranno.
Gli posso imputare, personalmente, soltanto un difetto, ossia quegli ultimissimi secondi del finale che ci portano verso una direzione che, per quanto solo suggerita, non ho gradito molto. Ma non cambia le emozioni che questo viaggio in taxi attraverso il bene e il male di Tokyo mi ha regalato lungo tutto il percorso. Una serie interessantissima e diversa dal solito, che magari non piacerà a tutti, ma non manca di incantare per vari motivi e senza dubbio vale un'occhiata, riuscirà a farsi amare e ricordare.


 9
Focasaggia

Episodi visti: 13/13 --- Voto 8
«Odd Taxi» è un anime maturo nelle tematiche e nell’evolversi della storia, con dialoghi pungenti, che crea un qualcosa che affascina lo spettatore sino al gran finale.

Ci troviamo in un mondo dove tutti i protagonisti hanno le sembianze di animali, ma i quali svolgono le loro attività normalmente, come nella vita reale. Abbiamo fra i tanti una barboncina idol, un canguro che gestisce una izakaya, un gorilla medico, un alpaca sua assistente e soprattutto Hiroshi Odokawa, un tricheco tassista di quarantuno anni che vive portando i tanti passeggeri da un luogo all'altro. Odokawa è molto fisionomista, si ricorda di ogni suo cliente e li riconoscerebbe ovunque. Si reca in ospedale per una qualche forma di malattia misteriosa e, quando si trova a casa, sembra parlare con qualcuno. Per puro caso si ritrova coinvolto in qualcosa di molto pericoloso.

«Odd Taxi» è un’opera corale dove ogni personaggio è protagonista della storia, ognuno di loro aggiunge un tassello che si incastra alla perfezione in questo puzzle variopinto, dove un ciondolo, un selfie, l’accendere la radio e persino dare numeri a caso è un incastro, un qualcosa che viene ripreso più volte durante la serie; ogni scena va vista e sentita, gustata con ogni senso. I pezzi del puzzle vanno lentamente tutti al loro posto, completando un'opera d'arte da appendere nella nostra memoria come un ricordo prezioso.

Dal primo episodio si comprende che la serie nasconde qualcosa. Qualcosa non quadra, lo si percepisce, ma non si riesce ad avere idee chiare al riguardo. La mente si confonde, ci perdiamo, come se fossimo trasportati per i tanti vicoli che non conosciamo dall’abile tassista. Sembra una storia semplice, quasi banale, che si vorrebbe nascondere dietro alla novità, ormai non più tale, di animali antropomorfi; se guardi distrattamente la serie, senza porti alcuna domanda, inizialmente la potresti anche pensare in questo modo... inizialmente. Inseguimenti, assassini, sfide di intelligenza fra due, anche tre fazioni e imprevisti che rovinano tutto quello che si era pianificato, la realtà. I dialoghi sono intelligenti, mai scontati.

Disseminati lungo gli episodi ci sono alcuni piccoli indizi, dei quali, anche osservandoli attentamente, anche volendo ricordare più particolari possibili e soffermarsi su di essi ragionandoci sopra, qualcosa sfuggirà sempre, qualcosa di molto importante che solo grazie alle spiegazioni dell'ultimo episodio diventerà tutto chiaro. Alla fine avremo tutte le risposte che cercavamo, e a quel punto riusciremo anche ad ipotizzare il prosieguo della storia. Il finale lascia appositamente un piccolo atto importante alla fantasia dello spettatore, quasi fosse un quesito che gli si pone... possiamo ipotizzare cosa accadrà pochi minuti dopo la parola fine solo nel caso non ci sia sfuggito alcun dettaglio.

Alcuni episodi sono di approfondimento, saranno incentrati su determinati personaggi e il loro passato, sulla loro psicologia. Una storia che fa riflettere su alcune tematiche molto attuali che spesso vengono trattare superficialmente, in quanto, da esterni alle vicende narrate, si può facilmente concludere che i personaggi si comportano in maniera stupida, irrazionale. In realtà, quello di cui parlano questi episodi sono tutte cose che accadono non solo in Giappone, ma in tutto il mondo. Una storia sui mali moderni: dalla ricerca spasmodica di condivisioni, di popolarità sui social, alle spese accessorie a videogiochi che raggiungono cifre folli, dove persone spendono migliaia di euro per compare DLC o similari, nulla di necessario, ma il nulla diventa necessario. La ricerca di uno status symbol, di un oggetto, di un qualcosa che dimostra il proprio valore, quando non sono gli oggetti che si posseggono, ma ciò che si è che ci rende speciali. Un mondo dove si è perso di vista ciò che importante, dando massima rilevanza alle mode passeggere, a pareri fugaci, a qualcosa di troppo mutevole per impegnare il proprio tempo. Un’opera intelligente di denuncia, verso tanti temi, senza mai perdersi nelle tante storie, anche verso strozzini e bullismo che rovinano le vite.

Anche la storia più spaventosa, se narrata dal punto di vista innocente di un bambino, sembra la normalità, assumendo il tutto un tono grottesco: si può essere felici di momenti tragici. La difficoltà nel narrare certe tematiche è quella di renderle credibili, reali, «Odd Taxi» ci riesce sempre, la storia parla di persone reali.

Il protagonista è sarcastico, acuto, dalla battuta pronta, umile, una “persona” a cui i soldi in eccesso non interessano, proprio per questo molti comportamenti degli altri gli saranno alieni, incomprensibili. Fra i personaggi, oltre al simpatico tricheco (doppiato da un irriconoscibile Natsuki Hanae, voce fra i tanti di Tanjirō Kamado di “Demon Slayer”, Shiki Tademaru di “Kemono Jihen”, Rill Boismortier di “Black Clover” e Inaho Kaizuka di “Aldnoah.Zero”), merita un citazione il malavitoso Yano, che parla solo canticchiando, rendendo il lavoro del doppiatore davvero difficile; fra i tanti altri troverete di certo qualcuno che apprezzerete maggiormente rispetto agli altri.

Le musiche accompagnano la serie senza brillare di luce propria, malinconiche, dolci, leggermente ritmate, in sintonia con quello che si vede. Il comparto tecnico è attento a raccontare una storia, i disegni e le animazioni sono sempre nitide, chiare, che siano momenti di azione o tranquilli sarà sempre tutto comprensibile, saremo subito immersi in questo strano mondo e non noteremo che si parla di gatti, trichechi o gorilla, e legarsi a loro sarà facile, grazie a comportamenti reali, all’empatia che le storie raccontate creano. Per quanto la storia sarà a tratti cruda, non si mostrano scene disturbanti, rendendo la visione della serie fruibile a chiunque.

Consigliato a tutti. Quando la storia vince su tutto.


 7
Frence

Episodi visti: 13/13 --- Voto 10
Nella stagione primaverile 2021 gli anime davvero belli erano pochi e in gran lunga residui delle stagioni precedenti.
"Odd Taxi" ha rappresentato l'eccezione che conferma la regola, un'eccezione piena di stile, con una storia decisamente ben scritta e un plot twist per nulla telefonato che ha davvero lasciato il segno, riuscendo a cogliere impreparato anche me (che guardo anime da più di vent'anni consecutivi).
"Odd Taxi" non si limita a proporre una opening molto orecchiabile, con uno stile artistico stupendo, non si limita a dialoghi imperscrutabili come sembra inizialmente, non si limita insomma a darsi un tono come prodotto d'élite, riesce a sviluppare quella premessa donandogli concretezza per giunta in maniera per nulla banale, fino ad arrivare a un finale molto più interessante di quel che si riesca ad anticipare negli episodi precedenti (è proprio il caso di dirlo, va visto dal primo all'ultimo episodio).

Il punto forte di "Odd Taxi" sono assolutamente i suoi personaggi, tutti molto ben caratterizzati, in particolare il ragazzo dipendente dalle micro-transazioni dei videogiochi (cosa in cui tutti possono facilmente cascare); mi è rimasto impresso, perché anche a me in passato è capitato di spendere molto più di quanto avrei voluto in micro-transazioni, senza neanche rendermene conto (anche se fortunatamente non sono andato a spendere i soldi dei miei genitori e non sono arrivato a cifre pazzesche come nell'anime in questione): basta poco e si cade molto facilmente nella trappola, tenere la guardia alta è qualcosa che si fa solo quando ci si passa sul serio, solitamente si è pronti a pensare "Io non ci cascherei mai" e, quando quel ragionamento si trasforma in "Per una volta, con questa promo, qualcosa potrei anche spenderlo", è già praticamente troppo tardi. Per questo da anni non tocco neanche più i giochi che non abbiano un costo fisso senza micro-transazioni, perché il fatto stesso che il costo non sia fisso, l'illusione che tutto sia gratis, le "promozioni" attira-polli sono molto più pericolose di quel che sembrano.
E tutto questo in "Odd Taxi" si vede perfettamente. È stato rappresentato in un personaggio, in un episodio. E non è l'unico personaggio con questo livello di profondità (ho voluto descrivere lui così nel dettaglio perché mi ha colpito in maniera particolare).
I due fratelli della polizia sono un esempio sviluppato lungo tutta la stagione. L'amico del protagonista è un capolavoro di illusione e dello scavarsi la fossa da solo. Senza dimenticare il protagonista stesso, che ha un carattere assolutamente magnetico.

Ma, volendo essere completo, dovrei citare anche tutti gli altri personaggi, perché non c'è un solo personaggio che non abbia avuto un senso o un ruolo in questi tredici episodi.

"Odd Taxi" non è solo un 10 pieno, è un anime da vedere, classico istantaneo che, anche passando in sordina, si ritaglierà negli anni un suo spazio tra le serie che vanno semplicemente viste.
Se avete letto questa recensione, spero vivamente che l'anime sia ancora disponibile su Crunchyroll, così da poterlo andare a vedere immediatamente. Il primo episodio potrebbe spaventare qualcuno, ma assicuro che è adatto a tutti e che tutto trova una spiegazione logica, non è tra quelle serie che si lancia in discorsi filosofici senza dar concretezza al tutto, quindi non ci sono scuse per non vedere "Odd Taxi" fino alla fine.

Antonio Tancredi

 1
Antonio Tancredi

Episodi visti: 13/13 --- Voto 8
È una storia molto ben costruita e fino all'ultimo ogni singolo tassello sfuggirà, se non si sta attenti ad ogni singola frase. I personaggi hanno tutti personalità convincenti, seppur alcuni stereotipati, e collegati da un filo invisibile che solo a fine opera sarà chiaro. Dovessi trovare dei problemi, ci stanno delle coincidenze forzate che per fine di trama (forse) erano inevitabili.
Lo stile di disegno non dispiace, ma a volte ho fatto fatica a capire che tipo di animali erano certi personaggi (ma tipo due-tre su tutto il cast). È consigliabile vederlo tutto d'un fiato, per avere freschi momenti e dialoghi dell'episodio precedente o si rischia di andare in confusione.