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Zeon Officer

Episodi visti: 16/48 --- Voto 7
Attenzione: la recensione contiene spoiler

"Seed", secondo me, è un prodotto particolare.
Una sorta di remake. E sicuramente era quella l'intenzione della Sunrise. Intere sequenze sono prese di peso dal Gundam 0079. Basti, una per tutte: quando la Archangel atterra in Libia, praticamente è un copia incolla dalla serie originale.

Il look stesso degli avversari del Gundam richiama il principato, sia nelle uniformi che, soprattutto, nel design dei MS; i Ginn, alla fine sono dei Zaku...

Tuttavia, nonostante un comparto grafico che non è eccezionale, anche se in HD guadagna moltissimo, i personaggi sono piuttosto interessanti.
Innanzitutto Kira, il protagonista, non è uno psicopatico con problemi di personalità come Amuro, e onestamente, le ragioni per combattere dei ragazzi della Archangel sono più credibili di quelle dei ragazzi della Base Bianca.

Per quel che riguarda la divisione in Normal e Coordinator, praticamente tra Spaziali e Terrestri, se da un lato aggiunge l'elemento razzismo e xenofobia (che approfondisce alcuni temi, a mio avviso, sospesi in G0079) dall'altro toglie dal gioco, almeno al punto dove sono io, l'elemento newtype che, invece era interessante, sia come elemento della storia, che come strumento narrativo.


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Komor

Episodi visti: 48/48 --- Voto 5
Attenzione: la recensione contiene spoiler

Per spiegare al meglio ciò che penso di quest'opera, sarò costretto a fare spoiler. Stante questo avvertimento, "farsi spoiler" senza aver visto il prodotto sarà una scelta che ricadrà sul singolo.

Chiunque sia anche solo vagamente interessato al mondo di Gundam si sarà sicuramente imbattuto in Gundam SEED, fortunata serie di inizio anni 2000 che si propose di aggiornare l'originale Guerriero corazzato mobile Gundam del 1979 ai gusti del pubblico moderno.

Considerate le premesse della serie, non è difficile capire il perché del successo di cui godette: due amici costretti e combattersi l'un l'altro perché appartenenti a fazioni diverse, un conflitto di stampo razziale, manipolazione genetica... le basi per creare una buona serie c'erano tutte.

Purtroppo, lungo il percorso, gli sceneggiatori, i coniugi Mitsuo Fukuda e Chiaki Morosawa, si tirano la zappa sui piedi più e più volte, mandando a monte tutto quel che di buono era stato fatto in sede di stesura del soggetto, e tagliando le gambe a qualsivoglia possibile sviluppo interessante.

Il protagonista della vicenda, Kira Yamato, è probabilmente l'aspetto peggiore dell'intera produzione: in teoria dovrebbe essere il tipico ragazzino timido e sfigato, ma in realtà ha sempre ragione lui, non sbaglia mai (tranne in uno specifico caso, conveniente per la sceneggiatura), ha capacità sovrumane, che diventano quasi comiche nel momento in cui vengono "spiegate", e, in generale, non ha nessuna caratteristica che possa contraddistinguerlo da altri personaggi basati sul suo stesso archetipo.
L'indifferenza che normalmente si proverebbe nei confronti di un personaggio simile, poi, si tramuta in vera e propria antipatia quando si considerano certi gesti spregevoli compiuti dal suddetto; in un episodio, ad esempio, se la fa con quella che in teoria sarebbe la fidanzata di un suo amico, e quando questi, giustamente, chiede spiegazioni, Kira lo prende a male parole e lo minaccia di pestarlo.
Inutile dire che tutto questo rende veramente difficile provare la minima empatia nei confronti di quella che è, senza giri di parole, una delle peggiori Mary Sue (e lo dice una persona che detesta questo termine, spesso usato a sproposito da gente che non ha idea di cosa significhi) mai viste in recenti anni.

Anche il resto del cast è tutt'altro che stellare. Perlopiù si tratta di figurine di cartone senza alcuno spessore, magari anche odiosi, che rimangono sullo sfondo a snocciolare frasette o a imbastire relazioni sentimentali dalla dubbia credibilità. I dialoghi scritti in maniera imbarazzante, che ricalcano tutti la stessa struttura di "personaggio parla e l'altro/gli altri ripete/ono il suo nome durante le pause", non aiutano di certo.
In termini di tresche, la sola ad avere ripercussioni sulla storia è quella tra Maryuu Ramius, capitano della "nave protagonista" Archangel, e il pilota Muu La Flaga, che nell'episodio finale deciderà proprio per via del suo legame con la Ramius di sacrificarsi per proteggere l'Archangel da un colpo che l'avrebbe affondata.

Guerriero corazzato mobile Gundam SEED, come già accennato, tenta di stabilirsi come una versione aggiornata dell'illustre predecessore del 1979 firmato Yoshiyuki Tomino, senza, però, mai riuscirci davvero per via di un'evidente mancanza di comprensione, da parte dei coniugi Fukuda, di numerose nozioni basilari di scrittura e, cosa forse anche più grave, della stessa opera che vorrebbero replicare, col risultato di andare a svilirne le tematiche e i messaggi.

L'originale Guerriero corazzato mobile Gundam dipingeva un conflitto tra due parti che avevano motivazioni concrete e tra cui non c'erano chiaramente buoni e cattivi. In SEED, invece, i buoni e i cattivi è facilissimo individuarli fin dalle prime battute, e in maniera anche contraddittoria; la fazione che dovrebbe essere "dei buoni", cioè l'Alleanza Terrestre, è interamente composta di personalità grette e compie azioni fuori di testa, tra cui l'attentato con armi atomiche che da inizio alla guerra con ZAFT, l'esercito delle PLANT. Quest'ultimo, invece, che dovrebbe rappresentare i "cattivi", paradossalmente sta semplicemente rispondendo al bombardamento nucleare dell'Alleanza Terrestre. Questo causerà diversi paradossi nel corso della serie, e costringerà gli autori ad operare un drastico cambio di rotta negli ultimi episodi, in cui l'equipaggio dell'Archangel si alleerà con un'altra fazione, mentre ZAFT e l'Alleanza si punteranno a vicenda armi di distruzione di massa (grottesco il raggio distruggi-pianeti usato da ZAFT, che pare uscito da Star Wars), in un tentativo di far sembrare entrambe le parti ugualmente colpevoli e malvagie, ma che fallisce in quanto, ancora una volta, l'esercito delle PLANT sta semplicemente rispondendo agli attacchi delle forze terrestri.

Clamoroso, tra l'altro, ed emblematico della cattiva scrittura di Guerriero corazzato mobile Gundam SEED, è il fatto che l'equipaggio dell'Archangel si allei con la nazione neutrale di Orb per convincere ZAFT e l'Alleanza a smettere di imporsi con la forza... imponendosi loro stessi con la forza, tramite "Dio-sceso-in-Terra" Kira Yamato che, a bordo del suo scintillante Freedom Gundam, spamma raggi a destra e a manca e disarma tutti gli avversari senza mai fallire. Alla faccia del First Gundam e della sua rappresentazione cruda e realistica della guerra. Chiudere un conflitto richiede innumerevoli sacrifici? Ma quando mai! Basta chiamare Kira Yamato, e lui con una spammata di raggi manderà tutti a casa senza un graffio.

Durante il corso della serie, personalmente, mi sono chiesto svariate volte perché il perfettino Kira non prenda con sé i suoi amici per lasciare l'esercito dei Natural, chiaramente razzisti e animati da cattive intenzioni, per unirsi ai buoni Coordinator e porre immediatamente fine alla guerra senza andare a scomodare una nazione neutrale (beh, in teoria neutrale, ma lasciamo stare).

Sarebbe sicuramente stato uno sviluppo più sensato e realistico, vista la situazione dipinta dalla serie, e che avrebbe mandato un messaggio migliore al pubblico, ossia che in guerra si è sempre costretti a schierarsi, e che a quel punto tanto vale farlo con la fazione meno malvagia (in questo caso ZAFT che, ci tengo a sottolinearlo, si sta solo difendendo).

Sempre nell'ambito dello svilire le tematiche dell'originale Guerriero corazzato mobile Gundam, ritengo degno di nota il ciclo narrativo di Andrew Waltfeld. Waltfeld è in tutto e per tutto un "clone" di Ramba Ral, personaggio che in Guerriero corazzato mobile Gundam aveva la funzione di mostrare al pubblico che, dietro l'uniforme diversa di un'altra fazione, ci sono semplicemente altre persone, umanizzando il Principato di Zeon. Guerriero corazzato mobile Gundam SEED ripete la storyline di Ramba praticamente alla lettera, replicando anche il destino tragico del personaggio. Di nuovo, però, i Fukuda si incartano e verso la fine della serie fanno miracolosamente "risorgere" Andrew, andando retroattivamente ad eliminare qualsivoglia spessore e/o carica emozionale dietro alla sua caduta (sconcertanti le motivazioni di questa scelta apposte dagli autori, secondo cui "non erano rimasti altri adulti cool da affiancare all'equipaggio dell'Archangel") e facendo sì che lo spettatore prenda meno sul serio le morti dei personaggi che avverranno dopo.

Paradossalmente, l'incapacità di Fukuda e Morosawa come scrittori fa sì che risulti apprezzabile almeno il personaggio di Rau Le Creuset, il vero villain della serie. Esteticamente simile a Char Aznable (continuando la "tradizione" dei cloni di Char iniziata in New mobile report Gundam Wing con Zechs Merquise) e risultato di un esperimento, intende sfruttare la tensione tra Natural e Coordinator per accelerare l'estinzione dell'umanità, che trova ripugnante -e, tutto considerato, come dargli torto?

Insomma, tralasciando gli aspetti superficiali o di presentazione, come i design dei vari mobile suit e mobile armour, le ottime musiche ed una caterva di brani pop su licenza utilizzati in modo intelligente (fermo restando che il montaggio è alquanto discutibile, con stacchi d'inquadratura nettissimi e frequenti scavalcamenti di campo), Guerriero corazzato mobile Gundam SEED è un desolante susseguirsi di idee buone mandate a ramengo da un'esecuzione altalenante, una costante ricerca del colpo di scena facile e del "cool" a tutti i costi, e una stucchevole retorica pacifista propugnata da personaggi che predicano bene e razzolano malissimo. Un vero peccato.

piggod

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piggod

Episodi visti: 50/48 --- Voto 7
Il solito gioco guerra sì, guerra no, ma con interessanti risvolti talvolta di matrice quasi geopolitica. Eccessivo il pudore nelle dinamiche sentimentali, tipico di questi anime giapponesi. La ribellione contro entrambi i fronti, e la guerra alla guerra sembra essere comunque lo spunto più interessante di queste "gundamerie".

L'incombente pericolo della distruzione di massa continua a pervadere il cartoon, ed è incredibile quanto riesca ad essere pervasivo per i giapponesi. Non importa che sia nucleare o solare, tecnologia sostenibile o meno, la distruzione sembra essere sempre dietro l'angolo.

Lo dicevano anche i nostri partigiani: "volevamo fare guerra alla guerra". E nel cartoon c'è chi decide di morire pur di non asservirsi a tale logica.
Pensavo fosse una cagata per adolescenti, invece... Molti i combattimenti in anfetamina cruda, ed anche il tema del razzismo è tutt'altro che soggiaciuto. Ne vale la pena, dai. Fate uno sforzo.

Da notare come sia fondamentale in questi "gundamismi" (anche in gundam OO) il ruolo delle donne in posizione di comando. Anche i giapponesi ormai cambiano. Di brutto. Ed è cosa buona e giusta.