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esseci

Episodi visti: 1/1 --- Voto 9,5
Attenzione: la recensione contiene spoiler

"I vostri figli non sono figli vostri.
Sono i figli e le figlie del desiderio che la vita ha di sé stessa.
Essi non provengono da voi, ma attraverso di voi.
E sebbene stiano con voi, non vi appartengono.
Potete dar loro tutto il vostro amore, ma non i vostri pensieri.
Perché essi hanno i propri pensieri.
Potete offrire dimora ai loro corpi, ma non alle loro anime.
Perché le loro anime abitano la casa del domani, che voi non potete visitare, neppure nei vostri sogni.
Potete sforzarvi di essere simili a loro, ma non cercare di renderli simili a voi.
Perché la vita non torna indietro e non si ferma a ieri.
Voi siete gli archi dai quali i vostri figli, come frecce viventi, sono scoccati.
L’Arciere vede il bersaglio sul percorso dell’infinito, e con la Sua forza vi piega affinché le Sue frecce vadano veloci e lontane.
Lasciatevi piegare con gioia dalla mano dell’Arciere.
Poiché così come ama la freccia che scocca, così Egli ama anche l’arco che sta saldo".

"I Vostri figli" - dal libro "Il Profeta" di Gibran Kahlil Gibran

Ho iniziato questa recensione con la poesia di K. Gibran sui figli, perché, tra le possibili chiavi di lettura di questo film animato di Mamoru Hosoda, credo che quella più appropriata sia legata alla figura del personaggio del film che giganteggia nel suo semplice splendore: Hana, la madre dei due bambini lupo.
E la poesia di K. Gibran ben riassume la filosofia di fondo dell'anime, perché la storia, nella sua estrema semplicità, racconta l'amore in salsa fantasy tra Hana e l'ultimo discendente degli uomini-lupo, il cui frutto sarà la nascita di due bambini, Yuki e Ame, che erediteranno dal padre la capacità di trasformarsi ad libitum e in modo sempre reversibile da umano a lupo.

"Wolf Children - Ame e Yuki i bambini lupo" è dai più ritenuto il capolavoro del regista Mamoru Hosoda, che ha iniziato la carriera come animatore nel 1993, diventando poi regista di film nel 1999 con "Digimon" (in realtà cortometraggio).
Il vero successo arriva con il passaggio nello studio Madhouse, dove realizza "La ragazza che saltava nel tempo" (2006), "Summer Wars" (2009), "Wolf Children" (2012) e "The Boy and The Beast" (2015), "Mirai" (2018) e "Belle" (2021), opere che lo hanno consacrato definitivamente come uno dei registi più interessanti dell'ultima generazione.

"Wolf Children" racconta una storia che, a parte l'aspetto fantasy degli uomini-lupo, è di un realismo disarmante: rappresenta la vita di tutti i giorni di una madre vedova (Hana), alle prese con tutte le difficoltà che deve fronteggiare dopo che il compagno con cui ha avuto i due bambini-lupo è morto prematuramente, cercando di sbarcare il lunario ogni giorno per crescere i due bambini.
Le problematiche non sono solo legate al mero aspetto economico, ma anche e soprattutto a quello legato alla natura bivalente di uomo e lupo dei bambini, che, come tali, faticano a controllare la loro trasformazione, vedendola più come un gioco che un limite o un aspetto pericoloso, ignari della circostanza che la madre stia cercando in ogni modo e con grandissimi sacrifici di nascondere la loro natura, per evitare che possano essere oggetto di emarginazione, abusi o, peggio, poter essere sottratti a lei dai servizi sociali.

Quindi il primo filone interpretativo è un po' quello della diversità, il pregiudizio e la possibile conseguenza dell'emarginazione: i due bambini, in apparenza normalissimi e così umani (Yuki tanto estroversa e vivace, Ume più chiuso, timido e pauroso), non sembrano in alcun modo costituire un pericolo per l'uomo, sebbene l'istinto ancora difficilmente controllabile li trasformi in modo veloce da uomo a lupo e viceversa...
Ma nascondere dalla curiosità e dal rischio della incomprensione i suoi bambini alla lunga si rivela un'impresa impossibile: quando dopo gli ennesimi schiamazzi/ululati di Yuki e Ume, Hana si ritrova sfrattata dal proprietario dell'appartamento in condominio dove viveva, perché per regolamento era vietato tenere animali in casa, è una dolce metafora "pessimista" quella utilizzata dal regista per far capire che la integrazione tra la natura umana e quella "animalesca" (e credo che il principio si possa estendere un po' a tutte le diversità...) non sembra possibile.
È in questo frangente del film che la madre Hana, per proteggere da qualsiasi rischio i propri figli, decide di andare a vivere in isolamento in un paesino sperduto delle montagne, in una casa isolatissima, per evitare il più possibile il contatto con altri e potere crescere Yuki e Ume in modo libero e spensierato, assecondando la loro natura senza problemi di essere scoperti.

Tale scelta si rivelerà molto dura per lei: sistemare un tugurio abbandonato, sfamare e crescere due bambini, cercare di stabilire delle interazioni costruttive con i pochi abitanti del luogo, decidere di mandare i figli a scuola, vivere in condizioni difficili, in cui cerca di imparare in modo autonomo come coltivare gli ortaggi, dalla preparazione del terreno alla raccolta, vivere delle risorse naturali e secondo i ritmi dettati dalla natura... All'inizio sembra tutto "ostile", ma col tempo e una grandissima determinazione e forza di volontà riesce in quanto sperava: vivere in un ambiente in cui i suoi figli possano diventare grandi senza l'assillo della loro doppia natura.

È la storia del grandissimo coraggio di una madre che cresce al meglio delle sue possibilità i due figli, fino a consentire loro di trovare il loro percorso da seguire, quello più affine alle loro caratteristiche e attitudini.
E il tutto viene narrato con somma delicatezza e poesia, intrisa di un positivismo e ottimismo struggente, commovente: anche nei momenti di maggiore disperazione, Hana non fa mai trasparire l'angoscia, la paura, la disperazione e soprattutto non li trasmetterà mai a Yuki e Ame, la paura circa la loro natura e i rischi connessi a una eventuale scoperta da parte di estranei, ma cercherà sempre di assecondarli e farli sentire come delle normali persone che devono solo controllarsi il più possibile quando interagiscono con gli altri... l'escamotage della filastrocca che ripete fino all'ossessione Yuki prima di andare a scuola è paradigmatica.

Ma l'uomo-lupo fa veramente paura? Il messaggio che Hosoda vuole trasmetterci sembrerebbe negativo: da un lato il bambino Sohei, compagno di classe di Yuki, dimostra di aver capito la vera natura di Yuki e la protegge da una possibile espulsione dalla scuola con ulteriori conseguenze rischiose. Poesia pura la scena in cui Yuki, semi-nascosta dalle tende mosse dal vento, rivela in controluce la sua doppia natura, trasformandosi al riparo dalle tende, per poi mostrarsi come ragazzina-lupo quando il velo si ritrae.
Un inno alla tolleranza e alla capacità di comprendere il dramma e la sofferenza interiori di chi è o si sente diverso. Fa specie che ci arrivi un ragazzino coetaneo di Yuki, come se significasse che senza pregiudizi e retropensieri tipici di persone più strutturate, gli adulti non saranno mai capaci di immedesimarsi nel diverso?

L'apoteosi il film animato lo raggiunge nel finale, dove Hana abdica ai propri sentimenti di "possesso" materno per gioire della "scelta" che i due fratelli compiranno: lascia a Yuki e ad Ame scegliere la propria dimensione, se privilegiare il proprio lato umano o quello di lupo o entrambi.
Hana ha realizzato il messaggio della poesia di K. Gibran citata integralmente all'inizio della recensione: ha fatto del suo meglio, affinché i figli potessero scegliere in autonomia la loro natura, senza forzature, dandogli solo la possibilità di poter esplorarle entrambe, senza giudicare preventivamente e senza imposizioni.
Un complimento che, da genitore, posso solo riconoscere che sia uno dei migliori (se non il migliore) che si possano esprimere a una madre o a un padre... e Hana ad oggi è uno dei personaggi di spessore umano più belli che mi sia capitato di vedere in un anime, lungometraggio o serie.

Qualche accenno anche alla forma e non solo alla sostanza. Geniale la scelta di raccontare una storia semplice, riempiendola però di molti significati e simbolismi, a partire dai nomi dei personaggi, per poi passare ad alcune scene simboliche (Ame, nato in un giorno di pioggia e con il nome che significa proprio "pioggia" che compie la sua scelta di vita durante un tifone). Pur trattando dei temi non propriamente leggeri, il regista mantiene sempre un tono quasi da commedia, senza esagerare coi toni drammatici.
Tale aspetto è quello che mi ha un po' spiazzato (non deluso...): l'opera, per come è costruita, sembra in apparenza quasi sempre positiva e ottimista, e in taluni casi avrei preferito un maggior realismo sulla vera cattiveria della natura umana. Ma in fondo la storia è narrata dal punto di vista di Yuki bambina e ragazzina, e ha una weltanschauung un po' "fanciullesca" (è la prima opera di Hosoda che vedo e sono curioso di verificare se sia il suo stile).
Menzione d'onore invece per gli splendidi disegni dei fondali e la azzeccata colonna sonora.

Insomma, questo film animato di Mamoru Hosoda rappresenta un piccolo capolavoro di equilibrio tra forma e sostanza. Un "must watch" per tutti e, soprattutto, per coloro che amano "leggere tra le righe".


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Felpato12

Episodi visti: 1/1 --- Voto 9,5
Attenzione: la recensione contiene spoiler

"Wolf Children", film del 2012 targato Mamoru Hosoda, è il vero capolavoro del regista giapponese, di gran lunga più profondo e didascalico del suo altro grande lavoro, "The Boy and The Beast". Per tematiche trattate, per il modo in cui l'autore riesce a fare sfoggio della sua vena creativa e fantastica, senza sfociare nel banale o nell'errore, ma soprattutto per come riesce ad arrivare al cuore delle persone, "Wolf Children" è un film che a distanza di anni riesce ancora a commuovere e appassionare lo spettatore.

Protagonista della storia è Hana, una studentessa universitaria di diciannove anni che un giorno, durante una delle sue lezioni, fa la conoscenza di Okami Otoko, un ragazzo solitario e introverso che frequenta la sua stessa facoltà. I due fanno amicizia, iniziano a studiare e frequentare le lezioni insieme, riuscendo così ad instaurare un rapporto di reciproca fiducia. Sarà proprio la fiducia che Okami ripone in Hana, ragazza allegra e con la testa sulle spalle, a permettergli di rivelarle il suo segreto, per tanti anni tenuto nascosto. Okami è l'ultimo discendente degli "uomini-lupo", ma, a differenza di ciò che pensa la gente comune, non si trasforma alla vista della luna piena, ma a proprio piacimento. Nonostante ciò, Hana riesce ad accettarlo così com'è e i due, innamorati l'uno dell'altra, si fidanzano e danno alla luce due "bambini-lupo": Yuki, perché nata in un giorno di neve, e Ame, perché nato in un giorno di pioggia. La vita serena e riservata della famiglia viene però stravolta dalla morte improvvisa di Okami, avvenuta in circostanze misteriose, il che costringe Hana a doversi fare carico da sola dei bambini, che intanto iniziano a crescere e mostrare la loro doppia natura. Ecco, quindi, che la ragazza decide di trasferirsi in campagna lontana da sguardi indiscreti, per permettere ai figli di crescere in totale libertà. Per capire al meglio l'opera di Hosoda, è bene analizzare i tre grandi protagonisti della storia.

Yuki, la sorella maggiore, è una ragazza solare e piena di energia, ma soprattutto testarda come pochi. Se vuole una cosa, tartassa la madre fino a che non la ottiene, facendo uscire in queste occasioni la sua natura da lupo. Rispetto ad Ame è più forte, e riesce già a cacciare e spaventare animali più grossi di lei. In un primo momento, tra i due fratelli è lei quella a cui calza meglio la doppia natura uomo-lupo. Le cose cambiano nel momento in cui Yuki inizia a frequentare le elementari, e nota che le altre ragazze si comportano e vestono diversamente da lei. Per Yuki la parola "diverso" inizia a pesare, tanto da decidere di farsi fare un nuovo vestito dalla madre e non trasformarsi in un lupo in compagnia delle amiche. Riesce così ad adattarsi a questo nuovo ambiente, diventando col tempo una ragazza diligente e desiderosa di continuare il proprio percorso di studi. Ecco che si palesa, così come sarà anche per Ame e Hana, un grande cambiamento, che porta Yuki a rigettare quasi la sua natura di lupo e voler vivere semplicemente ed esclusivamente come un essere umano.

Ame, il piccolo di casa, è invece un ragazzo timido e introverso e, per molti aspetti, compreso quello estetico, ricorda il padre. A differenza della sorella non ama la sua natura di lupo, ed è anche più debole di lei; infatti, quando prova a cacciare un cormorano, cade nel fiume, rischiando di morire. Questo evento cambia per sempre la sua vita. Ame non riuscirà mai ad ambientarsi a scuola. Lui si sente diverso e sembra quasi che voglia rimanere tale. I due fratelli sono in sostanza le facce di una stessa medaglia. Alla fine della storia Ame decide di voler vivere la sua vita da lupo e dedicarsi completamente alla protezione della natura, che tanto ha imparato a conoscere grazie al "Maestro". Ame in sostanza era, è e resterà sempre un lupo solitario, che, quando lo vorrà, potrà fare ritorno al nido materno.

Infine, Hana, la madre costretta a crescere i due bambini-lupo da sola e senza il sostegno di nessuno. Sia per lei che per i figli risulta fondamentale il trasferimento in campagna; dove questi ultimi possono vivere in completa tranquillità e lei può dedicarsi alla loro cura e educazione. Hana è però una donna sola, e crescere due bambini-lupo non è per nulla facile, inoltre, non lavorando, vive dei risparmi messi da parte da Okami, che però iniziano ben presto a finire. Decide allora di iniziare a coltivare la terra, ma i primi due raccolti non hanno successo. È solo con l'aiuto dei vicini di casa, in particolar modo del signor Nirasaki, che la ragazza inizia a imparare i trucchi del mestiere e vedere i suoi sforzi ripagati. Hana è un concentrato di forza e determinazione, una donna che non si dà mai per vinta e affronta le difficoltà sempre col sorriso stampato in volto, come le aveva insegnato il padre. Per permettere ai figli di crescere in salute e senza che manchi loro nulla, fa mille sacrifici, che per fortuna vengono ripagati. Ottiene il benestare dei vicini, con cui inizia a stringere un rapporto di amicizia, concede ai figli la libertà di scegliere chi vorranno diventare da grandi e soprattutto riesce a ritrovare la felicità a lungo perduta e cercata dopo la morte di Okami. Hana è quell'eroina senza spada e armatura di cui il mondo ha bisogno tutt’oggi.

Narrativamente parlando, l'opera è un capolavoro; nonostante proceda, soprattutto inizialmente, a passo lento e cadenzato, riesce a tenerti incollato allo schermo. Personalmente, ho maggiormente apprezzato la prima parte dell'opera, più potente sul piano narrativo e allo stesso tempo più toccante. Le scene che mostrano l'accettazione dei vicini nei confronti della nuova arrivata, tanto da iniziare a darle consigli e farle regali, le trovo stupende, ma soprattutto molto realistiche. L'opera riesce a combinare perfettamente il fantastico con il quotidiano. Non ho troppo apprezzato invece la scelta presa da Ame nel finale. È giusto che il ragazzo intraprenda un percorso diverso da quello della sorella, ma, per arrivare a ciò, avrei scelto un’altra strada. L'animazione non è sublime, ma porta chiaramente la firma di Hosoda, e tanto basta. Stupende invece le ambientazioni e i fondali, così come le musiche molto rievocative de "La città incantata" dello Studio Ghibli.

In conclusione, mi viene da dire che "Wolf Children" non è un film che va guardato di fretta, bensì con tutta la calma del mondo, perché solo così si potrà apprezzare e comprendere fino in fondo il messaggio lasciato da Hosoda.

Utente132343

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Utente132343

Episodi visti: 1/1 --- Voto 9,5
A mio avviso, il vero capolavoro a lungo cercato di Mamoru Osoda, che ho apprezzato in pieno.
"Wolf Children" racconta la storia di una famiglia fatta di madre e figli molto particolari, che si ritroveranno a contare unicamente sulle sole proprie forze per andare avanti e sopravvivere. Una diversità che porterà la madre a fuggire con i figli lontano dalla caotica e fredda città, per trovare rifugio nelle campagne e iniziare una nuova vita. Una storia matura e commovente in modo genuino, verosimile nelle tematiche trattate, dove la vera natura dei figli diventerà un solo pretesto narrativo per mettere in scena le situazioni della piccola famiglia in modo convincente. La struttura narrativa e regia giocheranno un ruolo fondamentale per spostare in modo impercettibile l’attenzione dello spettatore, inizialmente incentrata sulla madre, sui figli, i quali cresceranno e faranno le loro considerazioni sul proprio futuro e aspettative.
Il tratto distintivo presente anche nelle altre opere e un buon livello tecnico rendono questo film sia bello da vedere sia da vivere per la storia che racconta.


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Shadow01

Episodi visti: 1/1 --- Voto 9,5
"Wolf Children" è uno di quei film che ti rimane dentro. Lo consiglio a chiunque abbia un po' di tempo per apprezzarlo per bene: non bisogna vederlo solo per passatempo, perché sarebbe davvero uno spreco.

La grafica è molto bella, ogni tanto però sembra che i personaggi siano più che altro incollati sugli sfondi, che tra l'altro sono fatti davvero molto bene, soprattutto quelli di campagna.
I personaggi sono molto ben fatti e caratterizzati, con la madre in particolare si riescono a percepire i sentimenti che prova durante tutta la durata del film. Nei confronti dei bambini si prova il forte desiderio di proteggerli, spinti dai forti sentimenti di Hana, che ci fanno empatizzare molto con loro. Anche nei confronti del padre dei bambini lupo si prova un profondo senso di nostalgia, anche se nell'opera compare molto poco in confronto anche a molti personaggi secondari.
La trama non ha nessun buco e viene portata avanti molto bene, i punti morti che mi è spesso capitato di vedere in questo film sono quasi inesistenti o comunque non danno un senso di noia, e alcune parti che possono sembrare a primo impatto un po' ripetitive acquisiscono un senso man mano che si va avanti.

Insomma, un film da veder tutto d'un fiato per non perdere l'atmosfera che ti regala, è uno dei migliori film anime che abbia mai visto.


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Darek

Episodi visti: 1/1 --- Voto 8,5
Non rimpiango di aver visto questo film solo nel 2020, sette-otto anni dopo la sua pubblicazione, semplicemente perché penso che non sarei riuscito ad apprezzarlo all'epoca più di quanto invece sono riuscito a fare tutt'oggi.

Non mi soffermerò molto sulla qualità tecnica della pellicola (anche perché non credo di avere sufficienti conoscenze in ambito di regia e animazioni, o almeno non tali da metterle in chiaro in una recensione), ma più su quella che è la trama dell'opera e sulle emozioni che Mamoru Hosoda ha voluto suscitare negli spettatori.
Sarete avvertiti prima di eventuali spoiler nella recensione, in modo che possiate saltarli qualora non abbiate ancora visto il film.

Finito questo preambolo, riassumiamo brevemente quello che è l'incipit dell'opera.

Hana è una studentessa universitaria, e proprio a lezione incontra un ragazzo schivo e solitario. La ragazza cerca poi di avvicinarsi a lui e i due iniziano a frequentarsi. Solo quando il rapporto tra questi diventa ben saldo, il ragazzo svela di essere in realtà un uomo lupo. Successivamente, per una serie di vicissitudini, la madre sarà costretta a crescere da sola i due bambini concepiti dal rapporto con il licantropo.

Ciò che apprezzo generalmente della regia di Hosoda è quel connubio tra due diverse realtà.
Si ricordi ad esempio "Summer Wars", piuttosto che i due film de "I Digimon", rappresentanti un mondo digitale a stretto contatto con quello reale, che non ha però l'intento di essere il tema principale, bensì di far da tramite per l'evoluzione caratteriale dei personaggi.
"Wolf Children" ha un rapporto uguale e contrario a tutto ciò. Il tema delle due realtà permane, ma non in senso effettivo, bensì figurato. I due mondi risiedono già all'interno dei due bambini-lupo, Yuki e Ame, e sarà ardua la scelta di quale strada intraprendere. Le realtà non saranno un tramite come nelle precedenti opere, ma due separate mete da raggiungere alla fine di un grande iter d'introspezione individuale dei protagonisti.

Attenzione: il seguente paragrafo contiene spoiler

Ho trovato fantastico proprio il parallelismo tra i due bambini.

Yuki è quella inizialmente più intraprendente, ma allo stesso tempo incauta. Da bambina non ha problemi a usare la sua forma animalesca, ma, crescendo, apprende sulla sua stessa pelle che quella sua seconda natura potrebbe essere considerata una maledizione, in quanto fonte di diversità con gli altri umani (diversità tanto nei gusti, quanto negli atteggiamenti). Yuki comincia quindi ad avere paura dell'emarginazione che ciò potrebbe causare, e decide di non trasformarsi più.

D'altro canto, inizialmente, Ame è molto più dubbioso (e a tratti impaurito) nel trasformarsi, rendendosi conto di trovarsi in un mondo in cui la visione del lupo in generale è quella di una creatura malvagia e feroce. Al contrario della sorella, però, inizierà ad apprezzare ogni sfumatura della sua natura selvaggia crescendo (cosa che non riesce invece a fare nel mondo umano, emarginandosi dal resto dei bambini).
È solo grazie alla scoperta di quel mondo totalmente puro, e alla vicinanza con altri animali, che Ame capirà davvero chi è.

Fine paragrafo contenente spoiler

Ame e Yuki non sono però gli unici personaggi degni di nota, ma è anzi predominante la figura della madre Hana. Una ragazza (prima) e donna (poi) che sacrificherà tutta sé stessa per la crescita di quei due bambini così diversi. Oltre alla grandissima difficoltà di dover crescere due figli da sola (costringendola a dover abbandonare il lavoro part-time e gli studi universitari): se qualcuno dovesse venire a conoscenza della loro doppia natura, i due rischierebbero di perdere qualsiasi possibilità di integrarsi nella società.
Lo scopo principale di Hana è quello di crescere i propri figli tanto come umani che come lupi (incondizionatamente), in modo che la loro vera natura possa venir fuori spontaneamente. In questo modo, saranno in grado di prendere una decisione quanto più genuina possibile, dettata solo dal loro cuore.
L'ammirevole (e amorevole) sacrificio di una donna sola, che darà tutta se stessa per il bene dei propri figli, ci fa comprendere che, per quanto difficile possa essere la strada lungo il cammino, perseverare in queste situazioni non sarà mai la scelta sbagliata.

Ne seguirà che il finale non sarà sempre quello sperato, non esente da sacrifici, mai indolore, ma sarà senza dubbio il finale più giusto (tanto nel film, quanto nella vita reale). Questo è ciò che, penso, Mamoru Hosoda abbia cercato di farci comprendere e apprendere, alla fine di tutto.

Che dire? Magnifico.

Potrei scrivere una recensione lunga il triplo di questa riguardo "Wolf Children", ma finirei con il ripetermi e il ripetere quelli che sono i punti citati nelle recensioni degli altri utenti di AnimeClick.it, perciò date un’occhiata anche agli altri commenti, se volete un'analisi a 360 gradi dell'opera.

Piccola nota di dovere, il doppiaggio italiano non delude le aspettative ed è senza dubbio all'altezza di tale opera. Nel dubbio, visionatela in entrambe le lingue.

Voto: 8,75, ma sono costretto ad arrotondare per difetto.


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Arin

Episodi visti: 1/1 --- Voto 9
Mi sono approcciato a questo anime incuriosito dalle recensioni positive, e devo dire che sono condivisibili.

"Wolf Children" è un ottimo prodotto, di quelli che lasciano qualcosa. La trama è intrisa di contenuti e soprattutto temi non facili da trattare senza essere banali, e la bellezza di quest'opera è proprio questo. L'amore materno incondizionato, la diversità, l'integrazione e tanto altro sono trattati in modo fluido, fiabesco a tratti e drammatico in altri, senza annoiare ma che invece sa emozionare. Il finale è forse un po' affrettato, ma coerente con la storia.

Di alto livello il character design, bella la colonna sonora.
Che dire? Vivamente consigliato.


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TheDarkLord

Episodi visti: 1/1 --- Voto 9
“Wolf Children - Ame e Yuki i bambini lupo” è una pellicola del 2012 (arrivata in Italia l’anno successivo), diretta da Mamoru Hosoda.

Trama: Hana è una studentessa universitaria che si innamora di un ragazzo che frequenta le sue stesse lezioni. Un giorno quest’ultimo le rivela di essere un uomo lupo e, nonostante ciò, Hana non si spaventa, e i due si avvicinano ancor di più. Poco tempo dopo la ragazza rimane incinta, dando alla luce Yuki (“neve”, dato che è nata in un giorno di neve), e nove mesi dopo arriva Ame (“pioggia”). Entrambi possono trasformarsi in lupi come il padre. Dopo la nascita di Ame il marito scompare e, cercandolo, Hana scopre che è morto in un incidente, trasformato in lupo mentre provava a prendere da mangiare per i figli.
Nonostante la dolorosa perdita, Hana si darà da fare per crescere i suoi figli come meglio può.

Mamoru Hosoda è un regista che apprezzo molto. Ha diretto qualche lungometraggio dei Digimon, ha creato, a mio avviso, il miglior film su “One Piece” (“One Piece: L’isola del barone Omatsuri”) e soprattutto è stato il regista de “La ragazza che saltava nel tempo” e “Summer Wars”. Questi due ultimi lungometraggi sono stati prodotti dalla famosissima MadHouse.
Per poter invece creare “Wolf Children”, Hosoda ha fondato il suo studio di animazione, lo Studio Chizu, mentre la MadHouse ha coprodotto la pellicola.

Questo film è straordinario. E’ una cosa che devo dire assolutamente. Il lato tecnico è curatissimo, ha delle animazioni bellissime e precise. Il character design creato da Yoshiyuki Sadamoto, famoso per aver creato il design dei personaggi di “Neon Genesis Evangelion” e “Nadia - Il mistero della pietra azzurra”, dà alle persone che popolano questo film dei tratti sottili e delicati.

La messa in scena è stupenda, capace di regalarci delle sequenze che rimangono impresse sia per l’elevato livello tecnico sia per le emozioni che esse trasmettono, come ad esempio la corsa sulla neve; in quel punto il regista riesce a farci provare emozioni di gioia ed euforia.
Hosoda sa bene come far sorridere lo spettatore, ma sa anche come creare scene struggenti. Nella trama avevo scritto che il marito di Hana (non sapremo mai come si chiama) muore trasformato in lupo. Quando la protagonista scopre il cadavere, tutti i rumori di sottofondo spariscono, e ciò che si sente è solo la pioggia cadere. Hana non può neanche recuperare il corpo, che viene portato subito via dentro un camion della spazzatura. E’ una scena che ho visto molte volte, ma che riesce sempre a causarmi una fitta al cuore.

I personaggi principali sono meravigliosi, ma colei che risplende più di tutti è sicuramente Hana. Lei si ritrova davanti una responsabilità enorme, crescere due bambini per metà lupi senza che le persone sospettino del loro segreto. Tra l’altro ci sono anche le difficoltà economiche (era un’universitaria che faceva lavori part-time). E, nonostante tutte queste difficoltà, si rimbocca le maniche, e con una forza di volontà straordinaria crea una vita e un futuro per sé stessa e per i suoi figli, andando a vivere in un paesino di montagna e imparando a coltivare la terra e ad essere autosufficiente.
Un personaggio incredibilmente forte e positivo.

Ci si affeziona anche ai suoi figli, Ame e Yuki, il primo un bambino molto timido più improntato al lato umano, mentre la seconda è una bambina vivace e vicino alla sua natura selvaggia. Sarà molto bello vederli crescere e scegliere la loro strada.
Quest’ultimo punto è molto importante, in quanto tocca i temi principali del film, ovvero la crescita e la scelta.

Hana li cresce al meglio delle sue possibilità, ma comunque dà a entrambi la libertà di essere quello che vogliono, e penso che sia una delle cose più belle che una pellicola possa trasmettere.

Per non parlare del finale, perfetto in ogni punto, dove non riesco a fare a meno di commuovermi.

E’ un film che tutti dovrebbero vedere, che siate amanti o no dell’animazione. Spero di avervi convinto!


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WatchMan

Episodi visti: 1/1 --- Voto 7,5
Con “Wolf Children” Mamoru Hosoda vuole raccontarci la storia di una madre in difficoltà nell'allevare due figli poco convenzionali, ovvero due mezzi lupi. A quanto pare è un tema caro al regista quello della “famiglia”, e in questo film fa decisamente centro, solo che gli manca quel qualcosa che mi fa dire che è un capolavoro, come in molti sostengono.

Molto probabilmente è la mancanza di una colonna sonora che sia memorabile come le vicissitudini della protagonista Hana, che, dopo essersi innamorata di un uomo-lupo, si ritrova ad allevare da sola due figli, in seguito alla dipartita del marito, e non sa come agire e comportarsi nel mondo reale nei confronti dei due piccoli. Abbandonata l'università, dedicherà la sua vita ai bambini con tutta sé stessa.

Inizialmente parte lento e con un tono romantico. Hana si innamora di questo ragazzo asociale, fino a quando il suo futuro marito non le rivela che è un mezzo lupo, e che finora aveva vissuto nell'ombra, nascondendo in segreto la sua vera natura. Ciò non fa cambiare idea a Hana, anzi, mettono su una famiglia insieme, ma a causa di un incidente si ritrova da sola. Con la nascita di Yuki e Ame, il film cambia registro e tono. Yuki è una scalmanata, mentre Ame è il cocco della mamma, taciturno e tranquillo. Da qui, Hana farà di tutto per proteggere e accudire i propri figli da sola e lontano da tutti, contando sulle sue forze e sempre col sorriso stampato in faccia.

Yuki e Ame, che sono caratterialmente agli antipodi, si equilibrano con maestria, e la loro evoluzione è toccante e spiazza lo spettatore che pensava di aver già le idee chiare su come potesse andare a finire.
Mamoru Hosoda fa leva su come sia difficile crescere due mezzi lupi, con i problemi che ne scaturiscono dall'essere per metà animale sia nei momenti più divertenti che in quelli dolorosi.

Tuttavia, il finale non è ad alto impatto, ma segue coerentemente la strada che Hana ha voluto far intraprendere ai propri figli, di scegliere quello che ritenevano essere pertinente alla loro inclinazione, e questo vale anche per gli altri personaggi.

Unico neo, a mio parere, è l'assenza di un comparto sonoro che colpisce o dà un'impronta al film, limitandosi solo ad accompagnare le vicende. Ciononostante, reputo “Wolf Children” un buon film d'animazione, certamente non quel capolavoro che m'immaginavo.


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AMARANTHE

Episodi visti: 1/1 --- Voto 7,5
Ho guardato questo anime, nonostante non fossi particolarmente attratta né dalla trama in sé né dalla grafica, e devo dire che, alla fine, ne sono stata abbastanza soddisfatta. È vero, la grafica non è nulla di eccezionale, la trama non è particolarmente originale, e la colonna sonora non cattura l'attenzione. Ma sono i personaggi il vero punto di forza della storia: Hana, che lavora duramente, affrontando i problemi e le difficoltà, cercando con tutte le sue forze di non perdere il sorriso; la piccola Yuki, vivacissima ed estroversa, così diversa dal fratello, inizialmente (soprattutto) timoroso e cupo. Per quanto si parli di bambini lupo, sono personaggi molto reali.
Qualche scena del film non mi ha convinta troppo, ma tutto sommato mi è piaciuto, e devo ammettere che mi ha pure commossa un po'.


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EmiliaTeresa

Episodi visti: 1/1 --- Voto 9
Il character design è davvero stupendo, tanto da potersi immedesimare nei personaggi stessi della storia.
I personaggi poi sono davvero unici e si può solo immaginare la cura, precisione e attenzione che si trova dietro la loro realizzazione, sia per quanto riguarda la storia degli stessi, sia per quanto riguarda la personalità di ognuno di loro. La storia infine l'ho personalmente amata, stra-adorata, e mi ha anche commossa, e tutto questo mi piace così tanto che potrei guardare questo film mille volte senza stancarmi o annoiarmi.


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gros chat

Episodi visti: 1/1 --- Voto 8
"Wolf Children" è la storia di una famiglia decisamente poco convenzionale: la studentessa universitaria Hana, infatti, innamoratasi di un uomo lupo, si ritrova presto a doversi occupare da sola di due figli anch'essi capaci di trasformarsi in lupi.
La storia, che si presenta come uno slice of life, si sviluppa nell'arco di diversi anni. Sebbene il racconto cominci con un ritmo piuttosto lento, con il tempo si fa più interessante.

Le tematiche affrontate sono la crescita, il cammino verso la maturità, le difficoltà quotidiane di una giovane madre e gli ostacoli nell'integrazione all'interno della società da parte di due ragazzi che sono per metà esseri umani e per metà animali. Ciò che ho apprezzato di più in questo anime è la maturità con cui vengono affrontati questi argomenti, quindi senza stereotipi e luoghi comuni.

Buona parte della storia si svolge all'interno di un'ambientazione bucolica decisamente ben riuscita, complice una componente artistica di alto livello, con disegni e animazioni molto pulite e senza sbavature.
Buone le musiche, che rendono bene l'atmosfera rilassante della vita di campagna. Ottimo anche il doppiaggio italiano.


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vecchio Ojiichan

Episodi visti: 1/1 --- Voto 8,5
Mamoru Hosoda (noto a molti per "La ragazza che saltava nel tempo" oppure "Summer Wars") è forse uno dei miei registi preferiti, quindi spero di restare oggettivo in questa recensione.
"Wolf Children" (il cui nome originale è "Okami Kodomo no Ame to Yuki") è un film del 2012, diretto appunto dal summenzionato Mamoru Hosoda con sceneggiatura originale sua e di Satoku Okudera.

La critica ha acclamato e criticato allo stesso tempo questi toccanti 117 minuti. Molti hanno accostato questo film alle ben note, e fin troppo lodate, pellicole dello Studio Ghibli. Certamente, volendo fare paragoni, e ripensando a opere precedenti del regista, possiamo notare un maggiore parallelismo con le succitate Ghibli anziché i fantascientifici salti nel tempo e mondi virtuali, ma, sinceramente, voglio discostarmi da questa idea.

La storia inizia con il racconto di come Hana, al tempo giovane studentessa, abbia trovato l'amore in un misterioso ragazzo, conosciuto per caso. Gli eventi si susseguiranno fino alla scoperta che costui è un uomo-lupo e come i due intraprenderanno, poi, una vita insieme. L'amore, quasi idilliaco tra i due, però, ha vita breve. L'uomo muore, lasciandola sola con due bambini-lupo da crescere. Da qui ha inizio l'epopea che porterà la giovane donna a scoprire come i due figli, pur crescendo nella stessa casa, possano essere diversi.

Un dilemma fantasioso, ovvero "Umano o Lupo?", che però ci trasmette qualcosa di più reale, di più concreto, appartenente alla nostra realtà.
Durante la visione di "Wolf Children", ci ritroveremo spesso a riflettere su quest'ultimo punto. Sarà interessante e anche emozionante vedere questa famiglia crescere e imparare le difficoltà della vita (in questo caso aggravata dalla diversità razziale dei due). Tristezza e gioia fanno da protagonisti.

Volendo giudicare il reparto visivo, come nelle opere precedenti del maestro Mamoru Hosoda, anche qui vediamo una cura dei personaggi e dei fondali. Le animazioni talvolta non sono delle migliori, ma nel totale hanno un loro "perché".

La colonna sonora non mi ha colpito particolarmente, ma fa il suo dovere.

Il mio voto conclusivo è 8,5. Nonostante abbia amato le tematiche e sia rimasto colpito dalle emozioni trasmesse, non mi ha tuttavia lasciato un senso totale di appagamento, come invece era accaduto con le opere precedenti.


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Saretta 96

Episodi visti: 1/1 --- Voto 9,5
E' un film travolgente e pieno di emozioni, sicuramente il miglior film d'animazione che ho visto fino ad ora.
Devo ammettere che inizialmente ero scettica, la trama non mi attirava affatto e, quando uscì al cinema, esattamente il 13 novembre 2013, (per un solo giorno) non andai a vederlo. Adesso me ne sono pentita.

"Wolf Children" parla del rapporto tra madre e figli. Protagonista è Hana, una ragazza con la testa sulle spalle, studentessa e lavoratrice che si innamora di un uomo che si scoprirà essere un uomo-lupo. Il loro amore si concretizza poi con l'arrivo dei loro due figli, Yuki e Ame, anche loro mezzi umani e mezzi lupo. Poco dopo la nascita dei figli il padre muore. La madre deciderà quindi di crescere i bambini da sola e di affrontare tutte le situazioni difficili che la vita le riserverà. La storia si concentra quindi sul periodo adolescenziale dei bambini, sulla loro crescita e il loro futuro, evidenziando le forti emozioni provate dalla madre che li aiuta a diventare adulti e prendere ognuno la propria strada.

La colonna sonora che accompagna questo film è molto intensa e davvero molto molto emozionante.
Ho visto questo film per ben quattro volte, e ogni volta che lo rivedo mi fa riprovare le stesse emozioni. Consiglio vivamente di vederlo a chi ancora non l'abbia fatto.


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giovmuga

Episodi visti: 1/1 --- Voto 8
Ho rimandato più volte la visione di questo titolo, perché pensavo fosse sulla falsariga di un'opera di Miyazaki, quindi, spocchioso come sono, ai tempi ho tralasciato questo titolo.

L'anime inizia come un tranquillo slice of life, costellato da un'ottima regia e un disegno ruvido ma definito, dove le espressioni dei volti e le situazioni parlano più dei pochi dialoghi (almeno all'inizio). La storia è una fiaba e racconta dell'amore in varie sfumature, sottolineando, forse più che l'innamoramento, il coraggio di saper amare a qualsiasi costo, e questo è scolpito in ogni scena di questo anime: la forza d'animo che colpisce chi ci sta attorno e ci lega di più alle persone che amiamo.
Fatto è che la trama non è per niente sciocca e si tiene sempre su un ritmo molto adulto, anche se in fondo parla di uno scorcio della loro vita: vediamo Hana affrontare delle situazioni di per sé banali che ogni volta rischiano di innescare qualche piccola tragedia, dal confronto sociale della città, da cui in fondo ne esce sconfitta, alla scelta coraggiosa di trasferirsi in un remoto paese di campagna così da allevare i suoi bimbi lontani dai dogmi di una società a loro altrimenti preclusa, visti la loro tenera età e il non conoscere a fondo la propria vera essenza, quasi un paradosso rispetto alla vita quotidiana di ognuno di noi.
La trama, per quanto semplice, è complessa nelle avversità quotidiane della giovane Hana; la regia dell'anime è magistrale sotto questo punto vista, in quanto non lascia mai spazi vuoti o scene inutilmente lacrimevoli, anzi, tutt'altro, è un inno alla vita, all'accettarsi e ad accettare gli altri, perché banalmente i traumi maggiori sono quelli che i figli affrontano quando iniziano a prendere coscienza di sé stessi come individuo, cercando un loro posto nel mondo.

I personaggi di questo anime sono quasi campali: Hana (la protagonista), dolce ed estroversa, affronta le avversità con piglio e sorriso deciso, lei è il fulcro dell'anime a ben vedere; poi abbiamo Yuki, la figlia più grande, forse il personaggio che dà più soddisfazioni a livello visivo, perché esce sempre fuori dal suo personaggio con i suoi siparietti davvero unici; infine Ame, il personaggio forse più enigmatico di tutta la vicenda, non perché sia problematico, ma semplicemente di punto in bianco si accorge di essere il più maturo e di avere le idee chiare su chi è veramente.
Sinceramente ho apprezzato tutti i personaggi di questo anime, anche quelli meno in risalto o le semplici comparse, che hanno dato comunque profondità e spessore a tutti gli altri, senza perdere mai la propria indipendenza o piglio.

Il lato tecnico è ineccepibile, e anche un semplice spruzzo di neve prende forma in qualcosa di magico; la scenografia, i piccoli dettagli sono resi ancor meglio del tratto a volte semplice dei personaggi, non per sminuirne il livello, ma per apprezzarne meglio il movimento.
Le musiche renderebbero bello quest'anime anche se fosse muto: sempre bene azzeccate nell'innesco della scena o sullo sfondo a un dialogo.

L'anime rispecchia bene il suo titolo: è forte nei sentimenti, lo inizi a guardare e ne resti rapito per tutte le quasi due ore che dura. Non è il mio genere, la nota fantasy è appena accennata, è un inno all'accettazione del diverso come forma d'amore e questo è un valore che ti si scolpisce veramente nel cuore.


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Anarchy Anime Reviews

Episodi visti: 1/1 --- Voto 9
L'introduzione della 3D Computer Animation ha cambiato profondamente e in maniera irreversibile il modo di produrre film d'animazione. La sua larga diffusione rende possibile la realizzazione di pellicole sempre più definite e a costi notevolmente più contenuti rispetto al passato, ma sono tuttavia gli aspetti tecnici ad avere maggiore risonanza. La possibilità di sfruttare una vera e propria telecamera, da muovere su fondali costruiti con metodi tradizionali, consente di ricreare effetti ottici tipicamente cinematografici, trasmettendo allo spettatore la sensazione di una vera e propria cinepresa in movimento su di un set virtuale. Uno stimolo che spinge molti animatori e registi a mettere in secondo piano il riferimento fumettistico degli storyboard, per passare a vere e proprie sceneggiature.
L'animazione analogica non è certo nuova ad esperimenti di questo tipo, anche se l'enorme difficoltà incontrata nel realizzare animazioni sufficientemente fluide, e soprattutto nel rendere l'illusione di uno spazio tridimensionale, ne segnano l'inevitabile declino. Inoltre lo sforzo a cui sono sottoposti grafici e key-animator è insostenibile per la maggior parte degli studi di produzione, basti pensare ai 1300 addetti alle animazioni richiesti da "Akira" del 1987.

Ben lungi dall'essere una sfarzosa esibizione di virtuosismi estetici, "Wolf Children" dimostra ad ogni modo di aver appreso perfettamente le potenzialità del digitale, mantenendolo pur sempre subordinato ad animazioni semplici ed essenziali. D'altra parte il film è una vera e propria parabola sulla collisione di due mondi opposti, ma non necessariamente incompatibili, avvicinati in qualche modo da origini comuni. Hosoda generalmente viene indicato dalla critica come il successore di Miyazaki e, sebbene i due registi dimostrino in realtà punti di vista abbastanza distanti, in "Wolf Children" non si può non riconoscere una certa affinità almeno ideale. Entrambi considerano il cinema un luogo segreto, un delicato ecosistema visivo sviluppato dall'immaginazione. Per Miyazaki questo giardino segreto è sacro e va quindi protetto da ogni contaminazione esterna - in "Ponyo sulla scogliera" il maestro dello Studio Ghibli arriva persino a rifugiarsi sul fondo degli abissi marini pur di sfuggire al conformismo del mondo del visibile a occhio nudo. Mentre Mamoru Hosoda, nonostante nutra un profondo rispetto per le sue radici e certo non veda di buon occhio lo spirito avventuroso e selvaggio dei pionieri dell'animazione rinchiuso dietro alla vetrina di un museo, non esita a guardare oltre il confine a costo di venire istituzionalizzato.
Il film si chiude dunque con una separazione e, se è vero che l'amore materno della protagonista Hana in un certo senso mantiene in contatto i due antipodi, non si può ignorare la ferma determinazione a voltare pagina lasciata trasparire dal finale.


 3
Evelyn

Episodi visti: 1/1 --- Voto 9
<b>Attenzione: la recensione contiene spoiler</b>

"Wolf Children" è un film del 2012 strutturato davvero molto bene, ben disegnato (alcune scene come la nascita di Yuki sembrano reali per quanto sono fatte bene) e con ottime melodie adatte alle situazioni. Non solo la trama è emozionante, ma il tutto complessivamente lo rende un ottimo film d'animazione da guardare.

La storia si apre con il casuale incontro di un ragazzo e una ragazza. Lei si innamora a prima vista di questo misterioso ragazzo che frequenta la sua stessa università, ma non è iscritto, lavora ed è indipendente fin da piccolo. Lui ha un segreto che non ha mai rivelato a nessuno: è un uomo lupo! Si trasforma in lupo in momenti di emozione, ma riesce a controllare questo fenomeno, anche se si tiene alla larga da tutti ed è un tipo solitario. Quando lui mostra alla ragazza Hana la sua vera identità, lei non si spaventa e continua ad amarlo e a proteggere il suo segreto. Vanno a vivere insieme e poco dopo lei resta incinta e decide di dare alla luce la sua prima figlia Yuki ("neve") in casa, perché non sa se sia un essere umano o un lupo. Ma la bambina nasce sana e bella e fin troppo vivace! Poco dopo nasce il piccolo Ame ("pioggia"), un bambino dolce e tranquillo. Ma quando lui è ancora un neonato il papà lupo non torna a casa, e Hana disperata va alla ricerca di lui sotto la pioggia con i suoi due bambini, e lo trova morto trasformato in lupo... nessuno riesce a capire il suo dolore.
I bambini crescono e Yuki è sempre più vivace... Hana decide di trasferirsi in un piccolo villaggio di montagna isolato, dove crescere i suoi figli in piena libertà e con l'identità che loro più desiderano. In questo paesino crescono tranquilli un po' lupi un po' esseri umani... e la piccola Yuki resta sempre la più vivace, capricciosa e brava "nell'essere un lupo", mentre Ame è tranquillo, solitario e introverso, e non gli piace essere un lupo... l'opposto della sorella maggiore. La famiglia si trova bene nel piccolo villaggio, dove vengono aiutati dagli altri abitanti, e si nota una grande diversità da come erano trattati in città (per esempio dove gli assistenti sociali vogliono vedere per forza i bambini) piuttosto che nel villaggio di montagna, dove la vita in comunità è tutto e ci si aiuta reciprocamente con amicizia e gentilezza.
Yuki arriva a sei anni e insiste col voler andare a scuola, e allora promette alla madre che mai si trasformerà davanti agli altri, mentre Yuki è praticamente costretto a frequentare la scuola e non vuole mai andarci. I bambini crescono e i ruoli iniziano a invertirsi. Yuki desidera più di ogni altra cosa essere una ragazza come tutte le altre e reprime il suo essere lupo, mentre Ame sente sempre più il lupo che è in lui, e qui i ruoli praticamente si invertono! Questo mostra il cambiamento che si ha nella vita, come si cambia crescendo. E secondo me è uno degli aspetti più belli di questo film, le differenze tra due fratelli e il cambiamento che si ha nel crescere.

La storia è davvero molto dolce, con questa madre che dedica tutta la sua vita a crescere da sola come meglio può i due figli tra mille difficoltà. E credo che qualunque madre possa un po' identificarsi in Hana per i sacrifici che fa, dalla perdita del sonno ai capricci da gestire, fino a sentire tutto il peso sulle proprie spalle. Gli sviluppi non sono mai scontati e banali, ma è sempre intrigante e in certe note divertente, ma soprattutto è un film dolce e commovente che non potrà non far scendere una lacrimuccia e far apparire un piccolo sorriso...

Non mi aspettavo di vedere un film così ben riuscito e ne sono rimasta piacevolmente sorpresa: me lo aspettavo più banale e scontato, da vedere superficialmente in un momento di relax, invece è un fantasy ma che può essere facilmente trasportato nella realtà collettiva. Come per esempio le questioni scolastiche dei ragazzi con i compagni di scuola, l'essere accettati dagli altri e non sentirsi esclusi, i figli che prendono la loro strada e lasciano il nido, e la sofferenza di madre quando ciò accade.

Vale la pena di essere visto con attenzione. L'unica nota discordante potrebbe essere che la storia è incentrata solo su questa famiglia e gli altri personaggi non sono stati caratterizzati o sviluppati ma fanno solo da comparse, mentre magari alcuni potevano avere del potenziale da sfruttare per la storia. Come per esempio "il Maestro", che non viene ben identificato dall'inizio e non si capisce bene perché Ame debba prendere il suo posto, o Jose che ha una storia dietro e Yuki inizia a fidarsi (e forse a innamorarsi di lui?), poi nel finale non viene nominato e non si capisce che fine abbia fatto.

Comunque, alla fine l'importante è che tutti e due i ragazzi hanno scelto la loro strada autonomamente, senza l'influenza della madre, un po' come dovrebbe essere realmente.
E come tutte le storie, dopo la tristezza si ha un lieto fine.


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acanziogeldra

Episodi visti: 1/1 --- Voto 9
"Wolf Children" è un film del 2012. Questo film merita pienamente il 9, ma questo voto non lo esenta da un'attenta riflessione che la maggior parte del pubblico vuole ignorare. Questa recensione non vuol essere polemica, ma vorrei poter smuovere la convinzione (diffusa) riguardo la perfezione del film: vorrei far riflettere un po' di più i fruitori di questo film.
Se non avete visto il film, andate a guardarlo e non leggete oltre: merita.

<b>Attenzione: la seguente parte contiene spoiler</b>

Sono convinto che "Wolf Children" si possa legare bene, tematicamente, agli ultimi due libri della saga di "Earthsea" (non molto al fiacco anime tratto da questi romanzi di Ursula Le Guin), ma svolto in maniera non politicheggiante e fiabesca: in "Earthsea" vi è il rapporto fra draghi e uomini, qui fra lupi e uomini.

Primo mito che voglio sfatare è questo: "Wolf Children" non parla dell'umanità intera, parla di alcuni uomini (intendendo persone, esseri umani, non necessariamente maschi, adulti). Non tutti gli uomini possono muoversi anche nel mondo dei lupi, non tutti gli uomini sono licantropi: anche in "Earthsea" quasi nessun umano si può trasformare in drago (ma mentre in "Earthsea" umani e draghi hanno la stessa origine e, in passato, hanno compiuto scelte diverse, in "Wolf Children" non si parla dell'origine dei mannari, se non di sangue di uomo e di lupo mischiati). Non tutti, insomma, possono scegliere fra il diventar lupi o uomini (o bilanciarsi fra i due mondi).

Qualcuno potrebbe pensare che ogni uomo sia un licantropo e tutti si fingano normali, sdegnandosi di fronte a chi mostra la propria reale natura. Perché allora Hana (la madre) non è un licantropo? Potrebbe darsi però che il sangue di lupo non sia così raro (Souhei, che sente l'odore di Yuki?)...

Altro "difetto" (ma che può avere una spiegazione) è il radicale cambiamento nei due bambini. Si insiste molto sul tema dell'adolescenza, ma Ame ha dieci anni (è appena agli inizi...) e tanto Yuki che Souhei (undici anni) son molto più maturi di quanto dovrebbero. In parte viene spiegato dal "a dieci anni un lupo è già adulto", ma non spiega il ribaltamento caratteriale fra i fratelli: Yuki, spinta dal desiderio di far amicizia, riesce a legarsi al mondo umano e cerca di mitigare la propria natura; viceversa Ame viene maltrattato da dei bulli e questo lo spinge al distacco dalla società e al ritorno alla natura. Quello che non viene mostrato è il motivo di quella scelta: nella stessa situazione si potevano compiere molte altre scelte, tutte ugualmente motivabili... Questa nonchalance sta forse a indicare l' "ignoranza" materna nei confronti dello sviluppo adolescenziale dei figli ("i genitori son sempre gli ultimi a sapere")?

Per concludere: il film mi è piaciuto e il fatto di poter scrivere questa recensione, mostrando i "difetti" del film (in realtà, spunti di riflessione), conferma la bellezza e la qualità di "Wolf Children".


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Haruhi Suzumiya Gold Edition

Episodi visti: 1/1 --- Voto 9
"Wolf Children" ci racconta la storia di Hana, una giovane studentessa universitaria che scopre che il grande amore della sua vita è un uomo in grado di assumere le sembianze di un lupo e dal quale avrà due bambini. Purtroppo la vita non si preannuncia affatto facile per Hana, e proprio quando sembra aver trovato finalmente l'equilibrio che cercava, il suo amato viene trovato morto in circostanze misteriose sotto forma di lupo, e gettato via come fosse la carcassa di un animale nocivo. I soldi rimasti sono pochi, il dolore è tanto e Hana capisce in fretta che crescere due bambini, totalmente sola, è estremamente difficile, soprattutto considerando che i suoi figli possono, come il padre, assumere sembianze animalesche e scatenare il caos.
Inizia da qua la vera avventura di Hana: crescere nel migliore dei modi possibili la vivacissima Yuki e il riservato Ame, destreggiandosi tra i grandi e piccoli problemi quotidiani e accompagnandoli nella loro scelta più difficile, decidere se vivere come umani o come lupi.

Questa è in breve la trama del film d'animazione tratto dall'omonimo romanzo di Mamoru Hosoda, opera adatta a un pubblico di ogni età, che mostra con intelligenza, realismo e molto sentimento l'evolversi di un delicato rapporto familiare. Non è facile parlare di uomini lupo senza essere banali, e nemmeno dare il via a una storia nella quale realtà e fantasia si fondano perfettamente, eppure credo che il punto di forza di "Wolf Children" sia proprio qui. Hana non è una super eroina e indubbiamente è uguale a tante altre mamme, ma proprio per questo ci riscopriamo ad augurarle il meglio, a sentire le sue preoccupazioni e sofferenze come se ci toccassero da vicino, ad ammirare la dedizione e l'impegno che ci mette per essere una brava madre. Impossibile anche non identificarsi in Yuki o Ame, due bambini dal carattere completamente opposto che intraprenderanno la complicata strada che li porterà a diventare adulti ascoltando il loro cuore.

Concludo dicendo che è bello vedere un'opera così ben fatta e fedele al romanzo. Ne consiglio a tutti la visione.


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NetFox

Episodi visti: 1/1 --- Voto 9
Da non amante del genere sentimentale/drammatico, posso affermare che questo film è decisamente da vedere. La storia racconta un "classico" quadro familiare con un elemento soprannaturale che spinge a riflettere su diversi temi: il diverso, le persone escluse perché tali, il rapporto tra fratello/sorella, le difficoltà di una madre rimasta sola, l'aiuto tra paesani... oltre a uno scorcio sulla vita giapponese ben riuscito.
I personaggi sono intensi, studiati, e soprattutto crescono, cambiano durante la durata del film, e lo spettatore con essi. Assolutamente consigliato.


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Lady Mei-Chan

Episodi visti: 1/1 --- Voto 9
Uno dei migliori film d'animazione che abbia mai visto.
La trama segue la vita di Hana, da quando si innamora a quando i suoi figli diventano ragazzi pronti a percorrere la propria strada. Una cosa che mi è piaciuta molto di questo film è il fatto che riesca a metterti addosso una certa quiete e a farti sorridere molto spesso. Ci sono delle scene, accompagnate dalla musica e senza alcun dialogo, che illustrano velocemente il passare del tempo. Ho adorato queste scene per il fatto che sia le immagini mostrate sia la musica sono semplicemente perfette. La cosa che rende perfette quelle scene è senza dubbio la musica: è bello notare un anime per il suo campo sonoro, non è una cosa che accade spesso. Le colonne sonore sono bellissime, incredibili e travolgenti, ed è perfetto anche il modo in cui vengono usate. Proprio grazie a questa musica sono riuscita ad apprezzare il film al meglio.
Ovviamente la grafica non è da meno. Dai primi minuti capisci che stai per guardare qualcosa di sensazionale. La cura per i dettagli è incredibile: se durante la visione metteste il video in pausa, potreste notare una moltitudine di dettagli, soprattutto nelle ambientazioni. La città, il bosco, le case, la scuola... vengono rappresentati perfettamente. Per non parlare anche delle piccole cose, come la rugiada sulle piante, le ragnatele impregnate d'acqua o semplicemente il tramonto... veramente stupendo. I disegni devo dire di averli adorati, all'inizio le animazioni non mi sembravano abbastanza fluide, ma dopo un po' ho dovuto ricredermi. Belli soprattutto i disegni degli animali.

Questo film è veramente scorrevole. Prima di guardarlo pensavo che mi avrebbe annoiato e che in due ore di film sicuramente avrei trovato cali nella trama, ma mi sbagliavo di grosso! Non c'è un singolo istante che ti faccia storcere il naso, o qualche momento in cui pensi di star guardando una scena inutile, dall'inizio alla fine è veramente coinvolgente. Durante alcune sequenze accompagnate con musica e senza dialoghi, per esempio quella in cui corrono sulla neve, ci sono anche dei momenti in cui il film ti coinvolge, dandoti una visuale in prima persona sul mondo in cui i protagonisti vivono.
Un'altra cosa che mi ha colpito molto è senza dubbio il realismo. Vi chiederete: "Il realismo in un'opera in cui si parla di bambini-lupo?". E' vero, è un po' strana come affermazione, ma come slice of life è fantastico. Da quando vivono in appartamento fino a quando si trasferiscono in montagna ho sempre pensato: "Sì, è vero, probabilmente accadrebbe questo."

Una delle cose più belle del film sono senza dubbio i personaggi. Quella che ho apprezzato di più è la protagonista, Hana. E' incredibile quanto questo personaggio mi abbia colpito. Non ho fatto altro che ripetermi che io non sarei mai stata in grado di andare avanti come lei, che io non riuscirei mai a sorridere in situazioni del genere. E' un personaggio veramente forte, che da sola è riuscita a fare cose incredibili.

<b>Attenzione: la seguente parte contiene spoiler</b>

I due bambini mi hanno sorpresa molto. I loro nomi, "Ame" e "Yuki", li ho trovati azzeccati per loro: da quando entrambi i bambini iniziano a crescere, ho subito pensato che Yuki avrebbe di sicuro scelto di vivere come un lupo, mentre Ame come un umano, non mi sarei mai aspettata il contrario. Perfino i personaggi secondari mi sono piaciuti molto, mi hanno ricordato che anche nei momenti difficili non sei mai completamente solo.

<b>Fine parte contenente spoiler</b>

E' un film incredibile, sia come trama, che come personaggi, che come grafica, ogni cosa! L'ho veramente apprezzato dall'inizio alla fine. E' in grado di far riflettere, sorridere e commuovere.
Secondo me, merita di essere visto, perciò ne consiglio assolutamente la visione.


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Rygar

Episodi visti: 1/1 --- Voto 7
<b>Attenzione: la recensione può contenere spoiler</b>

Mamoru Osoda è, con ogni probabilità, uno dei registi più sopravvalutati degli ultimi anni. L'autore, infatti, non è noto per la mole di film o serie d'animazione che ha prodotto (la sua carriera come animatore è più proficua), men che meno per la profondità delle tematiche affrontate nei suoi lungometraggi (pare invece prediligere un genere particolarmente adatto per "la famiglia", senza osare più di tanto), quanto piuttosto sul fatto che il suo essere così "casalingo" gli abbia permesso di farsi apprezzare da un'ampia fascia di pubblico, conquistando così una discreta fetta di mercato. Con "Wolf Children", Osoda conferma questa sua preferenza, andando a sondare le tematiche famigliari a lui tanto care.
"Wolf Children" è un film della stagione estiva 2012 della durata di 117 minuti. L'opera nasce come prodotto d'animazione, il quale ha dato origine a un manga e una light novel nel medesimo anno.

Trama: Hana è una comune studentessa universitaria. La ragazza, non essendo di estrazione altolocata, vive con frugalità. La sua vita compie un inaspettato cambiamento quando incontra un ragazzo di cui s'innamora. Costui altri non è che un misterioso uomo-lupo, rappresentante del leggendario lupo giapponese, specie ormai estinta. Il legame sentimentale col ragazzo si fa sempre più intenso e Hana diventa madre di due figli. Dopo la nascita del fratello minore, il padre sembrò essere scomparso. La triste ricerca di Hana si conclude col ritrovamento della salma del marito. I due figli, privi della figura paterna e relegati alla triste condizione di mezzosangue (tra l'altro, sono gli unici rappresentanti della loro specie), dovranno affrontare insieme alla madre una serie di difficoltà, la prima riguardante la capacità di sostentamento e di risparmio, la seconda relativa al trovare un posto in cui vivere e la terza vertente sull'istruzione dei figli e sulla loro integrazione nella società.

Grafica: non è il punto forte dell'opera. Le ambientazioni non sono malvagie di per sé (sono varie e gradevoli esteticamente), ma fin troppo spesso mancano di un grado soddisfacente di dettaglio (si nota soprattutto quando scompaiono i volti delle persone da una certa distanza). Le animazioni sono piuttosto semplici e fluide. Il character design è brutto, non solo perché eccessivamente scialbo e minimalista, ma soprattutto perché manca di realismo (si nota una distanza enorme tra gli occhi che rende i volti poco credibili). Animal design nella media.

Sonoro: il comparto sonoro non è malvagio. L'opening è assente, l'ending è un semplice canto. Situazione migliore per le OST, molto dolci e delicate. Effetti sonori appropriati e realistici. Ottimo adattamento italiano.

Personaggi: la semplicità è il fattore vincente dell'opera. I personaggi sono tutti piuttosto ben caratterizzati, sebbene in alcuni di essi siano presenti alcuni stereotipi (ad esempio, il vecchio brontolone dal cuore tenero). Il fattore psicologico non manca, il fattore evolutivo è ben presente in tutti i personaggi. L'interazione è buona.

Sceneggiatura: la gestione temporale dell'opera è molto semplice e lineare, privilegiando la fruibilità. Qualche flashback sul passato dei personaggi è presente. Il ritmo si attesta su livelli medio/lenti. Qualche scena d'azione e violenza è presente, così come è presente la morte, resa piuttosto bene. Il fanservice è assente. I dialoghi sono nella media.

Finale: nulla di particolarmente eclatante. L'opera si conclude con una certa prevedibilità, mostrando la classica inversione caratteriale dei due fratelli. Yuki, la maggiore, farà prevalere il lato umano. Ame, il minore, deciderà di vivere come un lupo. Un finale piuttosto tranquillo per un film tutto sommato piacevole.

In sintesi: "Wolf Children" è al netto dei difetti, un'opera discreta, adatta a tutta la famiglia. Da menzionare il fatto che si tratta del migliore film di Hosoda, il che la dice lunga sulla qualità delle sue opere precedenti. Il prodotto è consigliato a chi ricerca un'opera sostanzialmente tranquilla, che ritrae la vita quotidiana di una famiglia atipica.


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Kida_10

Episodi visti: 1/1 --- Voto 9
Hana, una giovane ragazza universitaria, si innamora di un ragazzo, Ookami Otoko, che segue segretamente le lezioni con lei; una volta che il loro rapporto è iniziato e progredito, il giovane le rivela il suo segreto, confessandole di essere l'ultimo uomo-lupo. Nonostante la sorpresa, Hana decide di proseguire la sua storia con lui e negli anni successivi mettono al mondo due figli, Yuki e Ame.
Poco dopo purtroppo Otoko perde la vita in seguito a un incidente e la giovane madre deve occuparsi da sola dei propri figli, affrontando tutte le difficoltà che la situazione comporta. I due bambini, essendo piccoli e inesperti, non hanno ancora l'autocontrollo necessario per poter andare all'asilo e stare insieme ai loro coetanei: infatti, al minimo cambio d'umore, il lupo che è in loro prende il sopravvento, modificando le loro sembianze. Hana decide allora di andare a vivere in campagna, in un luogo isolato e lontano, dove Yuki e Ame possano essere liberi, una volta cresciuti, di scegliere se vivere da lupi o da esseri umani. Inizialmente le difficoltà saranno molte, ma col tempo gli abitanti delle zone vicine simpatizzeranno per la donna e la aiuteranno a diventare autosufficiente. Una volta cresciuti, i bambini pretenderanno di andare a scuola, e il loro desiderio sarà talmente irrefrenabile da costringere Hana ad assecondarli; qui si susseguiranno altri problemi che la famiglia dovrà affrontare.
Quale sarà alla fine la strada che Yuki e Ame intraprenderanno? Sceglieranno di vivere come lupi o come esseri umani?

"Wolf Children" è sicuramente un'opera che merita appieno di essere vista. La storia, abbastanza originale, è raccontata in modo egregio; solo la parte iniziale può risultare leggermente lenta, ma poco importa, anche perché dopo il ritmo si alzerà arrivando al giusto livello. Il comparto grafico e quello sonoro sono da 10 e lode: sfondi, ambientazioni e colori dettagliatissimi, accompagnati da una sceneggiatura di prim'ordine.
Le tematiche trattate sono essenzialmente il rapporto madre/figli e quello della società nei confronti del "diverso"; si teme ciò che non si conosce. Attraverso la caratteristica dei protagonisti di potersi trasformare in lupi, l'autore vuole probabilmente trattare anche il tema dell'adolescenza, dove il lupo rappresenta l'istinto e l'impulsività della giovane età, mentre la forma umana la calma e la razionalità.

Un film veramente fantastico, in grado di emozionare e di coinvolgere molto lo spettatore, non solo per i pregi sopra elencati, ma anche per la straordinaria caratterizzazione dei personaggi che in brevissimo tempo sapranno conquistarci. Consigliata la visione a tutti.


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Evangelion0189

Episodi visti: 1/1 --- Voto 8
L'acclamato regista de La ragazza che saltava nel tempo e Summer Wars, tale Mamoru Hosoda, è riuscito finalmente a fare breccia nella mia mente e nel mio cuore con la sua ultima fatica cinematografica: mi riferisco a Wolf Children, conosciuto in Italia anche come "Ame e Yuki - i bambini lupo" e distribuito nelle sale nipponiche nel 2012. Se con gli altri due film Hosoda aveva dimostrato di essere abbastanza abile nel narrare storie sentimentali e familiari con protagonisti degli adolescenti, è con questo film dalla trama semplice ed efficace che il regista mostra davvero tutto il suo potenziale: la pellicola ruota infatti attorno a pochi personaggi ben strutturati che lottano con tutte le loro forze per trovare il proprio posto nel mondo. È il momento di parlarne un po'.

Wolf Children parte dal presupposto che la credenza folkloristica degli uomini-lupo sia una realtà, seppure una realtà ormai dimenticata, quasi alla stregua di un'antica leggenda. Nel Giappone odierno, la studentessa umana Hana si innamora dell'ultimo esponente degli "Dei Ululanti", soprannome con il quale venivano indicati gli esemplari di una specie di lupi giapponesi estintasi poco più di cento anni fa. Un amore, quello di Hana, più che corrisposto, tanto che darà vita ai due splendidi bambini del titolo, Yuki e Ame. Tuttavia, gli ostacoli della vita sono sempre dietro l'angolo e per la giovanissima Hana le cose si complicano drasticamente: in un modo o nell'altro dovrà crescere i due piccoli uomini-lupo per conto suo, con tutto ciò che questo comporta, ossia nascondere la loro natura ferale, curarli e accudirli senza l'aiuto di altre mamme e medici, e così via. Per cercare di dare una svolta alla loro vita, Hana decide di trasferirsi con i suoi bambini in campagna, ma coltivare un campo producendo cibo in proprio non è così facile come sembra. Inoltre, col tempo, Hana dovrà fronteggiare la delicata e problematica fase dell'adolescenza dei suoi figli, periodo durante il quale i due "cuccioli di uomo" si avvicineranno inesorabilmente alla fondamentale scelta se prediligere la propria natura umana o quella di lupo...

Ad accompagnarci lungo il viaggio nella crescita interiore ed esteriore dapprima di Hana e poi dei suoi figli è proprio la voce fuori campo di Yuki, che sostiene la narrazione coprendo le ellissi temporali fra un evento e un altro. Il film è sostanzialmente una storia d'amore: all'inizio si tratta del sentimento affettivo di una coppia di innamorati, e in seguito dell'amore di una madre per i figli. Ed è proprio questo ad avermi colpito: a dispetto del titolo, la vera protagonista di Wolf Children è secondo me proprio una mamma, in questo caso la coraggiosa Hana. Se da un lato quindi ci affezioniamo a Yuki e Ame per via dell'ottima articolazione delle loro personalità e dei loro problemi, dall'altro non possiamo fare a meno di ammirare la straordinaria capacità di Hana di rispondere cocciutamente alle mille difficoltà della vita con un sorriso e di commuoverci di fronte al suo essere una mamma umanissima e amorevole. A condire il tutto è un velato messaggio ambientalista (personalmente l'ho apprezzato moltissimo) che ben si unisce al tema tutto umano dell'importanza di trovare uno scopo e di vivere la propria vita come meglio si crede.

Per quanto riguarda il comparto tecnico, il character design netto e ormai quasi privo di ombreggiature a cura di Yoshiyuki Sadamoto (fra le altre cose, celebre designer dei personaggi di Nadia - Il mistero della pietra azzurra e Neon Genesis Evangelion) si immerge bene e con estrema fluidità nei fondali dettagliatissimi coadiuvati dall'uso di una Computer Graphic per nulla invasiva. La delicata colonna sonora di Takagi Masakatsu accompagna con dolcezza e un pizzico di malinconia sia le scene più tristi e drammatiche sia quelle più gioiose e allegre. L'edizione italiana a cura della Dynit, ormai una garanzia in termini di qualità, si distingue per la consueta attenzione ai gusti degli spettatori, proponendo il film sia in DVD che in Blu-ray. Personalmente prediligo l'alta definizione e il Blu-ray di Wolf Children si attesta su eccellenti standard audiovisivi, offrendoci ben due dischi, uno per il film e l'altro per i contenuti extra, un booklet ricco di dettagli sulla produzione e alcune illustrazioni su cartoncino. In conclusione, forse Wolf Children non è il film del secolo, ma certamente si tratta di uno dei lungometraggi più brillanti e meglio riusciti della recente animazione nipponica. E con un otto abbondante, lo consiglio davvero a chiunque.


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daich

Episodi visti: 1/1 --- Voto 9
Hana, giovane studentessa universitaria, si innamora di un uomo lupo. Dalla loro unione nascono Yuki (neve) e Ame (pioggia), due bambini di razza mista. Dopo la morte del padre, Hana è costretta a crescere i figli fra mille difficoltà e stenti, fino ad arrivare a prendere la decisione di trasferirsi in una zona isolata di campagna per proteggere i piccoli dalla diffidenza umana e fargli scoprire il loro lato animalesco.
"Wolf Children" di Mamoru Hosoda è una di quelle cose che ti fanno ancora dire: "Viva l'animazione giapponese!", un prodotto slegato dalle logiche commerciali che strozzano le serie anime degli ultimi anni. Il film è denso di emozioni e sensazioni: una normalità gestuale quotidiana, rappresentata nelle movenze della giovane madre e dei suoi figli. Ma anche una storia d'amore, alienazione e duplicità (ragione e istinto), che scorre fluente per animazioni incantevoli e ritmo narrativo lento e dolcissimo. Un anime da vedere assolutamente, per apprezzare la poesia di una storia agrodolce e indimenticabile.


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Vander

Episodi visti: 1/1 --- Voto 10
Trama: si concentra sulle vicende di Hana (la madre) nelle sue difficoltà di far crescere i suoi figli in un mondo che non è pronto ad affrontarli e a cui loro sono estranei. Nei primi momenti non puoi fare a meno di ridere, quando Yuki (la figlia maggiore) corre per la stanza perché non vuole andare a dormire, ma nel farlo cominciano a spuntarle le orecchie da lupo o i canini più allungati. Altri momenti invece sono fiumi di lacrime, perché se un bambino sta male lo porti dal pediatra, ma un bambino-lupo dove lo porti a far visitare? Ed ecco anche il dramma di una donna madre alle prese (da sola) con problemi che molte volte sono più grandi di lei. Un film che fa ridere quando deve, ma non troppo, riesce a far piangere tanto, ma non troppo, con dei colpi di scena nella trama da mozzare il fiato e un finale assolutamente spettacolare e per niente scontato. Voto: 10.

Animazione: lo sono andato a vedere al cinema, e visto a tutto schermo i disegni risultavano essere assolutamente perfetti; sia le scene di corsa che quelle fatte al computer risultano ben fatte e molto accurate, disegni ottimi e costanti. Voto: 10.

Personaggi: il film non è altro che un grandissimo approfondimento dei personaggi che sono stati presentati, quindi essendo questo aspetto al centro del film (ovviamente) deve essere fatto bene. E riesce a colpire assolutamente bene, dando una psicologia e un minimo di spessore anche ai vari personaggi secondari, in maniera da evitare di farli diventare delle uniche macchiette. Voto: 10.

Originalità: leggendo la trama non mi sembrava molto interessante e invece ci si ricrede dopo poco dell'inizio; non è affatto una storia banale, ma le problematiche sollevate, oltre a quelle di Hana di cui parlavo prima, risultano essere molto attuali. I problemi di bambini che non sanno cosa sono, che si trovano spaventati davanti a un mondo che non li conosce e contro il quale loro dovranno nascondersi; gli uomini lupi sono visti in un'ottica, per quanto mi riguarda, fresca, originale e inaspettata.

Insomma, un film da vedere assolutamente, e non solo per gli appassionati, ma per tutti.


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Spirit Eater

Episodi visti: 1/1 --- Voto 8
Questa è la storia di due fratelli: Ame e Yuki. Yuki, la neve, è un fenomeno atmosferico effimero che nasce candida e soffice e, con lo scorrere del tempo, muta adeguandosi all'ambiente in cui si trova. Ame, la pioggia, è un qualcosa di particolare, un fenomeno che consideriamo più che naturale, ma che è in realtà speciale, è acqua che cade dal cielo. La pioggia ha due volti: quello tenero e timido di una pioggia autunnale o quello violento e impetuoso di un monsone primaverile. Hana è il nome della madre dei due bambini. Hana ovvero fiore: un fiore che sorride sempre al prossimo, un fiore eternamente fresco e profumato.
I nomi, in questo film, non sono assolutamente stati scelti a caso.

"Wolf Children" è, finora, l'apice della carriera artistica di Mamoru Hosoda (autore già noto nel Bel Paese per "Summer Wars" e "La ragazza che saltava nel tempo"). Si tratta di un film di quasi due ore edito in Italia da Dynit e recentemente reso visibile gratuitamente in streaming dal portale VVVVID.
La trama è molto semplice: Hana, una studentessa universitaria, si innamora di un uomo che si rivelerà essere un uomo-lupo. La donna non viene spaventata dalla natura del suo amato e instaura con lui una profonda relazione che porta alla nascita di due bambini. Quando, a causa di un incidente, il padre dei bimbi scompare, sarà Hana a dover educare due piccoli bambini lupo.
L'incipit è relativamente semplice: il film non punta a sbalordire colui che lo visiona con effetti speciali o colpi di scena indimenticabili, concentrandosi sull'aspetto slice of life più semplice e dolce possibile. La regia riesce a reggere ottimamente le scelte narrative trovando, di volta in volta, trucchi registici o inquadrature che rendono la visione molto più appassionante.
Alla interessante sceneggiatura e alla ben curata regia si accompagnano delle gradevoli musiche e animazioni di buon livello. Per quanto riguarda le OST si tratta di tracce piacevoli, ma non indimenticabili né troppo coinvolgenti. Le animazioni sono invece altalenanti, o meglio, le animazioni in 2D sono piacevoli, ma, nella prima parte del racconto, vengono spesso accostate a una CG ben poco azzeccata con il tema naturale del film (io non posso vedere i fiori in CG, è un controsenso!). Gli sfondi e le ambientazioni sono curate nei minimi dettagli.
Il film contiene varie, e spudorate, citazioni al maestro Miyazaki (anche se quasi solo ed esclusivamente a "Il mio vicino Totoro").

Parlando invece dei piccoli difetti del film, il primo elemento che viene in mente è la prima parte del film che, essendo molto veloce, presenta colpi di scena introdotti un po' malamente. Inoltre, nei primi trenta minuti, sono spesso presenti tentativi di creare una situazione poetica non particolarmente riusciti (classiche animazioni con solo la musica in sottofondo senza parlato). A livello di sceneggiatura, superata questa parte che mi ha fatto storcere il naso, si ha un continuo crescendo. Lo svolgimento della storia non è così originale per quanto riguarda la giovane Yuki, mentre per il piccolo Ame le vicende sono molto più interessanti e originali.
Un altro difetto dell'opera è quello di non riuscire a mantenere una organicità costante della narrazione. Il punto di vista si focalizza prima su Hana, poi su Yuki, poi su Ame, per poi condurre al finale. Questa scansione netta e un po' troppo rigida mina il ritmo del film, seppure in modo vago.
Il progetto di Hosoda è senza dubbio molto coraggioso. Pochi registi hanno tentato di confrontarsi con film adatti ad un pubblico internazionale (forse gli unici che veramente sono riusciti nell'intento sono Miyazaki e Kon, e forse Oshii) e quasi nessuno ha proposto un titolo come "Wolf Children".

La visione di questo titolo è, a mio avviso, consigliabile a persone di ogni età e sesso: potete ritrovare messaggi rivolti ai bambini così come ad adulti o anziani. Concludo ricordandovi che il film è disponibile in streaming gratuito. Insomma, che aspettate a vederlo?


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Stephani

Episodi visti: 1/1 --- Voto 8
Questo più che un anime è un vero e proprio lungometraggio animato.
La storia dei due fratellini è qualche cosa che trascende il normale - infatti loro stessi sono per metà umani e per metà lupi -, ma incanala ogni problematica di una vita tipica. Hana viene messa davanti a diversi problemi, dovuti a una società che viene vista il più fedelmente possibile rispetto a quella reale, e così deve tirar fuori il carattere per essere una buona madre. Che ci riesca o meno, è un'opinione che è giusto lasciare a chi lo vuole vedere.
Come punto critico, se vogliamo trovarne uno, ha la lentezza della partenza. Pare non dire molto, o almeno per me è stato così, per una buona mezz'ora. Poi la trama ingrana e prende lo spettatore in una maniera unica, arrivando a far ridere e commuovere a seconda delle situazioni. I personaggi sono ben delineati, hanno un loro carattere e una propria crescita. Consigliato a tutti i romantici e, perché no, anche a chi crede di non esserlo!


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shoujoprofessionista

Episodi visti: 1/1 --- Voto 10
Che dire, il voto parla da solo: "Wolf Children" è un'opera meravigliosa, affascinante, estremamente dolce e delicata. Questo film d'animazione è il film che più mi ha commossa e fatto versare un'infinità di lacrime; non mi stuferei mai di vederlo, e oserei persino dire che è divenuto il mio film d'animazione preferito.

La storia è profonda e intrisa di emozioni in ogni secondo della pellicola, e le colonne sonore sono splendide e aumentano ancor di più l'atmosfera incantevole/drammatica che ci viene sottoposta in modo elegantissimo e accurato, da catturarti completamente.
I disegni, poi, non solo quelli delle persone, sono molto apprezzabili (almeno dal mio punto di vista, visto che ho sentito abbastanza lamentele a riguardo, che non riesco a concepire purtroppo) con lineamenti delicati ed espressioni coinvolgenti, ma da notare ancor di più, in tutto il loro fascino, sono i paesaggi: certi disegni incantevoli nello sfondo della storia che ti conquistano completamente, facendoti immergere del tutto nel mondo di quest'opera, quasi fosse reale. Ripeto con piacere: i disegni dei paesaggi sono magici!

E passando ai personaggi, loro sono il top: la madre protagonista è dolce, sensibile e forte al tempo stesso, e credo che non esista persona al mondo che desidererebbe con tutta l'anima una madre tanto meravigliosa come lei. I bambini, inutile dirlo, sono tenerissimi e si comportano in modo piuttosto realistico. Con le loro particolarità, ovviamente, trattandosi di "esseri speciali". Anche il loro padre fa sciogliere il cuore come il resto della commovente famiglia, ma preferisco non andare oltre nella caratterizzazione per non rovinare la visione a eventuali persone che ancora potrebbero non averlo visto (ahimè, in questo caso, vi consiglio ardentemente di sbrigarvi a vederlo! Difficile rimanere delusi!).

Insomma, alla fine l'unica cosa che mi viene in mente quando penso a questo diamante animato è semplicemente: "Meraviglia, lacrime e grande amore".


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Sebastian87

Episodi visti: 1/1 --- Voto 10
Un piccolo capolavoro dell'animazione giapponese: la semplice storia della vita di Ame e Yuki, i due bambini lupo, e della loro incrollabile madre, alle prese con le incertezze della crescita che ogni bambino, e per conseguenza ogni genitore, si trova ad affrontare.

Mamoru Hosoda ci racconta tredici anni di vita di Hana, una giovane donna di origine modesta, dedita all'impegno e al sorriso come chiavi di volta per reggere le fatiche della vita, che, innamoratasi di un uomo-lupo in grado di cambiare a suo piacimento forma tra l'una e l'altra specie, si ritrova faccia a faccia non soltanto con le difficoltà che ogni madre incontra mettendo al mondo dei figli, ma anche col costante rischio che la città, fredda e cinica, intraveda le orecchie da lupo che inavvertitamente Ame e Yuki lasciano apparire alla prima occasione buona.

Coglie nel segno l'idea di utilizzare una figura come quella del licantropo, tradizionalmente spaventosa, per mostrare il difficile rapporto che il mondo ha rispetto alla diversità. Il film è incredibilmente coinvolgente: per tutte le due ore di durata, ci si riscopre a ridere e piangere insieme ai protagonisti, in un impeto di emotività che perdura anche dopo i titoli di coda.

La storia scorre fluida, anche grazie alle sagge scelte grafiche che integrano tecniche d'animazione tradizionale in 2D con le tecniche digitali in 3D. Il mondo mostratoci da Takaaki Yamashita, direttore della fotografia, è un mondo dettagliato e coerente, ricco di colori e di vita, in cui fanno da padroni la natura incontaminata delle montagne giapponesi e cieli sempre diversi e fortemente allegorici. I nomi di Ame (pioggia) e Yuki (neve), scelti non a caso, celebrano il tempo scandito dall'incedere delle stagioni, che diventeranno una sfida importante per Hana e per i bambini.

Una colonna sonora eccellente, modellata sulle scene così finemente da integrarsi con esse in modo compiuto, accompagna il racconto esaltandone i momenti di climax senza mai distrarre dalla narrazione.

L'educazione è il tema principale della storia: la difficile alternativa tra scegliere la strada migliore per i propri figli e far seguire loro quella che sentono più adatta alla loro crescita. Ma sono molti i valori positivi che questo film riscopre: la tenacia, la solidarietà, la capacità di annullare pregiudizi e barriere. Adatto sia alla mente di un adulto sia all'animo più innocente di un bambino, è un capolavoro che potrebbe senz'altro rappresentare una tappa importante nella corretta crescita di un figlio, al pari delle storie che un tempo ci venivano raccontate prima di prendere sonno. Una fiaba moderna che scalda l'animo di chi si apre ad ascoltarla.

AkiraSakura

Episodi visti: 1/1 --- Voto 9
Hana è una ragazza mite, solare e riservata, che un giorno, all'università, si innamora di un misterioso uomo-lupo. Diventata madre, divide i suoi sforzi tra l'impresa di arrivare alla fine del mese e l'educazione dei suoi figli Ame e Yuki. Per proteggere il segreto dei suoi bambini, che mutano continuamente da cuccioli pelosi a marmocchi con le guance rosee, una volta rimasta sola, Hana decide di trasferirsi con loro in un piccolo villaggio di campagna. Circondati dalla vegetazione lussureggiante, Ame e Yuki dovranno scegliere se diventare uomini o lupi, preparandosi ad affrontare la vita e il destino...

Spesso molti film, dietro a trame complesse e incasinati voli pindarici di regia, nascondono una notevole scarsezza di contenuti e di concetti. "Wolf Children" è l'esatto opposto: con estrema semplicità, poesia e raffinatezza, il capolavoro di Mamoru Hosoda affronta tematiche molteplici, che riguardano la vita, il passaggio all'età adulta, l'ambivalenza della natura umana. Si tratta di un film delizioso e allo stesso tempo drammatico, in cui la metafora del lupo è un modo per raffigurare la necessità degli uomini di affermare la propria identità nel contesto del sociale, senza omologarsi e rimanendo fedeli a sé stessi, ma anche l'ampio spettro degli istinti umani, che si manifestano fin dalla nascita in tutti i bambini e che devono essere controllati dall'educazione.

Hana, nonostante la sua sconvolgente normalità, è comunque una diversa: ama un uomo-lupo asociale e chiuso in sé stesso, temuto dagli uomini comuni che non ne comprendono la grandezza e la sensibilità; dopo una serie di difficoltà tipiche della vita, ella scoprirà da sé la sua vera essenza di madre, nella campagna, lontano dal caos e dalle discriminazioni della standardizzata società giapponese. Per i due cuccioli la società, ovvero il punto d'incontro con il diverso, si rivelerà essere la scuola, oppure la natura stessa, in cui percepiranno la linea di demarcazione che separa la loro identità dagli altri microcosmi, maturando e crescendo grazie all'affetto della mamma che veglia su di loro con totale dedizione. La regia fa percepire allo spettatore un macrocosmo che include tutte le vicende, la natura, che primeggia incontrastata su tutti i personaggi, dando l'impressione che ci sia una madre più grande e impersonale di Hana. Le inquadrature delle montagne, dei prati, dei fiori, gli scorci dei boschi, la luce del sole che passa attraverso le fronde degli alberi, la pioggia... Al di là delle difficoltà implicite della vita umana - e dell'essere uomini, che vuol dire anche essere animali - c'è un'insolita serenità che avvolge il tutto, e che il regista rende benissimo, così come lo scorrere del tempo, che si percepisce come se fosse il flusso leggero di un fiume.

Sono molteplici le sfumature di questa "fiaba" moderna, che con la sua sconcertante semplicità, in sole due ore, raggiunge elevate vette artistiche, sia a livello visivo che di contenuti, con i suoi molteplici livelli di lettura e le sue deliziose atmosfere bucoliche. Il character design di Sadamoto viene sfruttato alla grande dal comparto tecnico del film: le luci, i colori e i suoni si fondono perfettamente con la dolcezza e l'espressività dei volti dei protagonisti.

Una nota di merito va all'edizione in DVD/Blu-ray della Dynit, che ci offre un ottimo doppiaggio, una qualità video eccelsa, molti contenuti extra, un libretto con un'intervista al regista e un cartoncino con degli schizzi a matita di Sadamoto. A tutti gli interessati ovviamente ne consiglio l'acquisto, al fine di supportare l'animazione giapponese in Italia, che con questo film dimostra di saper ancora offrire grandi emozioni e opere di elevata caratura artistica.

Gordy

Episodi visti: 1/1 --- Voto 9
"Wolf Children" è l'ultima fatica di Mamoru Hosoda.
Se "La ragazza che saltava nel tempo" è il film che l'ha fatto conoscere al mondo e "Summer Wars" quello che ci ha confermato la bravura del regista, io credo proprio sia "Wolf Children" a sancirne la consacrazione, perché è sicuramente la sua opera più riuscita.

Hana è una studentessa universitaria di Tokyo come tante altre, che si innamora di un ragazzo conosciuto durante le lezioni. Il ragazzo, particolarmente schivo e riservato, inizialmente la evita, ma poi, pian piano, i due iniziano a frequentarsi. Avranno due figli insieme: la prima, Yuki, e il secondo, di un anno più giovane, Ame.
"Wolf Children" racconta la storia di una famiglia ordinaria, se non fosse, però, per un "piccolo" particolare: Ookami, il padre, è in realtà un uomo-lupo ed è in grado di assumere liberamente le due forme. Purtroppo, però, il suo istinto animale lo condurrà a una fine prematura e quindi Hana dovrà crescere i due ragazzi da sola. Fare la madre è un mestiere difficile, figuriamoci quando si devono allevare due bambini che sono per metà lupi e solo per metà umani e che, soprattutto inizialmente, non sono nemmeno in grado di controllare la propria trasformazione.
La componente sovrannaturale non deve però far pensare che ci troviamo di fronte a un film sui licantropi, perché "Wolf Children" è un film che parla della famiglia e può essere benissimo la nostra storia, solo con qualche inconveniente in più. Questa componente fantastica ha l'unico scopo di enfatizzare le varie problematiche della vita umana.

Yuki e Ame sono due ragazzi completamente diversi: la prima è una ragazza vivace ed espansiva, il secondo è un ragazzo decisamente più chiuso e introverso, che fatica a socializzare con gli altri. Noi li vedremo crescere giorno dopo giorno, sia graficamente sia psicologicamente.
La possibilità per loro di trasformarsi in lupo viene usata con estrema maestria in più occasioni: inizialmente per rimarcare come per un genitore sia difficile crescere e comprendere a fondo i propri bambini, poi per mostrare le difficoltà degli adolescenti nel conoscere sé stessi, e successivamente per sottolineare come per ognuno di noi arrivi il giorno in cui bisogna compiere scelte importanti per il proprio futuro.
"Wolf Children" racconta dell'amore sconfinato di una madre per i suoi figli ed è la sua semplicità a renderlo straordinario, perché ognuno di noi si ritrova in quello che racconta e si commuove guardando quei piccoli ragazzi divenire grandi. La storia non è certo ricca di colpi di scena e il tutto si svolge in maniera piuttosto prevedibile e lineare, ma Hosoda è un maestro nell'offrirci un realismo delle relazioni umane unico, e proprio per questi motivi il film è capace di coinvolgerci ed emozionarci con una dolcezza e delicatezza estreme.

"Wolf Children" è tutto qui: un film ordinario nelle animazioni e nella storia, che racconta senza svolte improvvise, ma straordinario per le emozioni che riesce a trasmettere; ed è per questo che è un capolavoro.


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eracliano

Episodi visti: 1/1 --- Voto 9
È stato direi quasi per caso che mi sono ritrovato al cinema a vedere "Wolf Children", nel senso che, a differenza di molti, fino al giorno prima non avevo nemmeno idea che fosse in programmazione e che genere di film fosse. E invece sono rimasto incuriosito, di passaggio, dalla locandina, che nel raffigurare Hana, la giovane protagonista della vicenda, in piedi con i due piccolini in braccio, rende l'idea di una donna che lotta per il bene dei figli con tutte le sue forze e senza perdersi d'animo. Allo stesso tempo, c'è quella sensazione di tenerezza che trasmettono gli sguardi dei due pargoli.
Sono così arrivato in sala e, devo dire, lo spettacolo è stato estremamente appagante: innestate su una trama basata sulla tematica della crescita e della formazione, scene divertenti, struggenti, riflessive, commoventi si alternano con un ritmo veramente ben concepito, e davvero tocca dire "Tanto di cappello alla regia" in merito a questo. Emblematico che durante la visione abbia provato sia risate sincere e larghi sorrisi sia momenti in cui mi si inumidivano gli occhi.

L'approfondimento caratteriale dei personaggi è ben fatto, e mi è piaciuta tra gli altri in particolare la gestione dell'evoluzione psicologica dei due bimbi-lupo, che tra alti e bassi sono giocoforza chiamati ad affrontare la loro natura e a decidere cosa fare della loro vita. Inoltre, sebbene ovviamente le circostanze della storia fossero di per sé irreali, irreali per nulla mi sono sembrate le scelte e i comportamenti dei personaggi, che risultano spontanei e credibili, laddove spesso si corre il rischio di cadere nell'inspiegabile. E invece Hana è sì una donna forte, ma non è una "super-donna". È una persona che si mette d'impegno e che ha chiaro in sé il proprio obiettivo.

Dal punto di vista tecnico il risultato è molto buono. Magari le musiche non sono state al livello del resto, però non ci si può nemmeno lamentare, indi per cui, sebbene non sia rimasto colpito dalla colonna sonora, non mi sento di penalizzare troppo questo lungometraggio, che anzi mi sento di consigliare a chiunque abbia un animo gentile e/o abbia a cuore le storie che parlano di crescita personale e in generale legate al mondo dell'infanzia e dell'adolescenza, in cerca di un qualcosa di non banale e decisamente di non pesante - perché, nonostante "non sempre" (eufemismo) la situazione della protagonista sia rose e fiori, la visione risulta sempre leggera e piacevole.
Se vogliamo proprio escludere qualcuno dai potenziali spettatori, direi di sconsigliarlo a chi cerchi scene d'azione e storie frenetiche o "estreme".
Che altro dire... vi auguro buona visione!


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Tacchan

Episodi visti: 1/1 --- Voto 10
Questa à stata la mia terza volta con Mamoru Hosoda e, per inciso, la migliore.
Mi sono piaciuti sia "La Ragazza che saltava nel tempo" che "Summer Wars", ma credo che con "Wolf Children" si possa parlare di consacrazione di Hosoda tra i grandi dell'animazione giapponese.

Hana è una studentessa come tante altre e durante le lezioni nota un ragazzo dal comportamento schivo e insolito. Incuriosita inizia a stuzzicarlo e frequentarlo, i due si innamorano, ma l'uomo nasconde un segreto, è un licantropo. La rivelazione non sarà sufficiente a farli allontanare, i due hanno due bimbi, una femminuccia, Yuki, e un maschietto, Ame. La madre sfortunatamente rimarrà da sola e dovrà crescere i due bambini con le sole proprie forze, il problema è che hanno acquisito dal padre il potere di trasformarsi a loro piacimento in lupo. Non potendo contare sull'aiuto degli altri per non svelare il loro segreto, sarà costretta lasciare la città e trasferirsi in montagna, dove i due bambini potranno scegliere se vivere come umani o come lupi.

Nonostante un breve momento drammatico, l'inizio è scoppiettante, estremamente scorrevole, vario e continuamente spezzettato da brevi e geniali sequenze che vi faranno sorridere più volte. Proprio la rapida successione di piccoli frammenti di vita quotidiana rende la visione estremamente piacevole. Tutta la parte che racconta l'infanzia dei due bambini la trovo veramente perfetta, ben raccontata, esaustiva e offerta nel miglior modo che io possa immaginare. Ad un certo punto, quando i ragazzi raggiungono l'adolescenza, il tono inizia a cambiare: vi è spazio per una maggiore introspezione, nascono problemi, il ritmo rallenta e forse la visione si appesantisce un attimo. Ma ci sta, anzi, tale parte è fondamentale per dare spessore al lungometraggio: è proprio l'adolescenza, per un genitore, la parte più critica da gestire, e questa difficoltà è perfettamente raccontata dal film. Hosoda a mio parere se la cava egregiamente, il comportamento dei ragazzi è credibile, il loro maturare è verosimile e naturale. Non vi sono scelte banali o situazioni artificiose, il tutto risulta perfettamente bilanciato e plausibile, anche quando il carattere dei due ragazzi muta in modo non prevedibile e succede l'inaspettato, soprattutto con Ame.

Il character design vi potrebbe risultare familiare, in effetti è di quel Yoshiyuki Sadamoto reso noto da titoli come "Neon Genesis Evangelion". L'animazione, di tipo tradizionale, non disdegna aiuti dalle tecnologie digitali e dalla computer grafica, ma il risultato è sempre piacevole, gli effetti sono poco invasivi, si notano poco e riescono a dare quel tocco in più a una base di suo già molto bella, con fondali spesso meravigliosi. L'aspetto grafico è generalmente molto curato, i visi sono sempre espressivi, seppur non sempre così perfetti. Le musiche risultano piuttosto coinvolgenti e piacevoli, ma è pur vero che ho sentito film con colonne sonore che mi sono rimaste più impresse. "Wolf Children" è un piacere per gli occhi e, sebbene tecnicamente non sempre impeccabile, si dimostra curato ed estremamente bello da vedere. Ma se l'aspetto tecnico è solo buono, dal punto di vista della regia e della sceneggiatura è a mio parere eccezionale.

Prao

Episodi visti: 1/1 --- Voto 9
Hana in giapponese significa "fiore". Hana è anche il nome di una giovane studentessa di Tokyo che si innamora di uno uomo lupo. Hanno due figli insieme: Yuki, la maggiore, è scatenata, vivace e il suo nome significa "neve"; poi c'è Ame, il minore, che è introverso e pauroso e il cui nome significa "pioggia". All'improvviso avviene la tragedia e la famiglia è costretta a trasferirsi in montagna, dove occhi indiscreti non possono scoprire il segreto dei due bambini: quando si agitano, si arrabbiano o emozionano, si trasformano in lupacchiotti. Come si crescono quindi due piccoli bambini-lupo? È difficile, certo, ma forse non più difficile di crescere due bambini qualunque. Tutto qui? Tutto qui. Ah, no, c'è anche un'altra cosa: "Wolf Children" è un capolavoro.

Un passo alla volta, però. "Wolf Children" è, innanzitutto, una metafora o lo è almeno nella misura in cui tenta di spiegare la realtà in termini irreali. Ecco che la storia di una madre e di due figli-lupo diventa la storia di ogni madre e di ogni figlio. Hosoda, il regista, si serve dei tratti bestiali dei bambini per rendere evidente la rappresentazione dei loro istinti e della loro impulsività. La natura dicotomica dei bambini-lupo è invece il riflesso della conflittualità intrinseca nell'adolescenza, della ricerca di identità e della paura di scoprire parti di sé stessi selvagge e incontrollabili. Forse l'uomo è la parte razionale e il lupo quella istintiva (l'uno l'apollinea l'altra la dionisiaca, come vorrebbe Nietzsche). Forse, ma non è ancora abbastanza. In realtà ogni tentativo di spiegare la metafora finisce per sminuirla, non diversamente da come una parafrasi svilisce inevitabilmente una poesia. Chi riuscirebbe infatti a esaurire tutti i significati contenuti nella scena in cui Hana chiede ai figli se vogliono essere uomini o lupi? Chi potrebbe elencare tutte le sfaccettature psicologiche del momento in cui i figli decidono quale identità rendere predominante?

La componente sovrannaturale non è poi mai usata come escamotage narrativo: "Wolf Children" non è un film sui licantropi, ma un film sulla famiglia. Ci si chiede allora le ragioni dietro una scelta così azzardata, il perché raccontare la natura umana attraverso degli uomini-lupo. Lo si capisce perfettamente nella sequenza dello scontro tra i due piccoli protagonisti: un effetto lo dà vedere due ragazzini che litigano, uno completamente diverso osservare due lupi che lottano all'ultimo sangue. Il regista si serve del sovrannaturale come di una potentissima cassa di risonanza, in modo tale che il significato delle immagini che pone su schermo ne risulti amplificato, arricchito e più emotivamente intenso.

È infatti proprio l'emotività l'aspetto più memorabile dell'opera, la capacità di insinuarsi in profondità nell'occhio e nell'animo dello spettatore attraverso scene struggenti dipinte con poche pennellate e con poche parole. Questo perché "Wolf Children" è innanzitutto un film essenziale, a partire dal tratto, dalla scelta di non abusare mai degli effetti speciali o di dettagli inutili, fino ad arrivare alla sceneggiatura: mai una parola di troppo.

Accanto allo straordinario dei piccoli 'wolf children', non resta mai in secondo piano l'apparente normalità di Hana, la giovane madre, la quale, pur priva di qualsiasi dote particolare, ma armata solo di umiltà, determinazione e affetto, riesce comunque a crescere due creature così complesse e impegnative. Ecco il segreto: rendere straordinario l'ordinario. Il film fa però ancora di più, cioè mostrare che lo straordinario c'è sempre stato nell'ordinario. Hosoda cosparge di luce la poesia della vita, perché tutti possano osservarla: i percorsi montuosi, una collina innevata, il romanticismo di camminare vicino senza neppure sfiorarsi, un piatto caldo preparato con cura, i piccoli istanti irripetibili che si vivono nel crescere delle nuove vite, l'impresa di non insegnare loro semplicemente a sopravvivere, ma di renderli in grado di decidere autonomamente come vivere.

L'immedesimazione con i cuccioli non serve infatti a far comprendere i figli, bensì la madre. Non è importante che Yuki e Ame siano bambini-lupo, quanto che Hana sia la madre dei bambini-lupo. Non è importante che loro siano straordinari, ma che la madre sia ordinaria. "Wolf Children" ci chiede quanto ci sia davvero di ordinario nell'ordinario. Cosa c'è di ordinario in una donna qualunque che, senza poteri sovrannaturali o capacità speciali, mossa solo dall'amore materno (che già di per sé ordinario non è), sfida una montagna per riavere suo figlio? Il regista ci mostra dei lupi per farci ricordare degli uomini.

Si potrebbe infine rimproverare a Hosoda un primo atto troppo lento, una parte centrale troppo prolissa e i personaggi di contorno assai poco caratterizzati, ma la verità è che tutto questo non importa. È grazie al regista che questo film esiste. È grazie alla madre ordinaria che i figli possono essere straordinari. La loro. La nostra.


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Vash437

Episodi visti: 1/1 --- Voto 8
Ogni volta che ci si avvicina a un tipo di cinema diverso da quello che si è abituati a vedere, dove azione, effetti speciali e una trama piuttosto veloce sono punti di riferimento, ci si ritrova sempre a parlare in un modo o nell'altro delle opere ghibliane. Questo succede perché persone come Miyazaki o Takahata sono riuscite a creare un genere tutto loro, che, al posto di quei tre elementi citati sopra (per niente esaustivi, ma che rendono il concetto), scelgono di raccontare storie dove il fulcro principale è una sceneggiatura che tende a entrare nel profondo dello spettatore, fino a tirargli fuori quelle emozioni di malinconia e nostalgia che fino a quel momento sembrava impossibile provare per la sola visione di un film.
Questa breve introduzione serve per capire come sia sbagliato l'approccio a film come "Wolf Children" (ultimo tra i tanti) etichettandoli alla buona come "ghibliani", o definendone gli autori come "figli di Miyazaki". Frenando chi a questo punto potrebbe pensare che io voglia sminuirne il valore o non riconoscere l'enorme bagaglio che queste opere si portano dietro, posso iniziare con l'analisi del film in questione.

Per chi ama questo genere di cinema il nome di Mamoru Hosoda non dovrebbe risultare sconosciuto: già autore de "La ragazza che saltava nel tempo" e "Summer Wars", Hosoda riesce a spaziare tra gli elementi narrativi e a fondere una sorta di magia con tutto ciò che circonda i nostri tempi. Sono storie ambientate ai giorni nostri in cui aggiunge quell'irrazionalità che tutti (probabilmente) cerchiamo nella quotidianità. Riesce perfino a sfruttare e a proporre una visione propria della tecnologia, nel secondo film citato, e a intrattenerci sullo schermo in una fantastica avventura che si scinde in due mondi: quello virtuale e quello reale.
In questo suo ultimo film vi sono tutte queste caratteristiche: la storia di Yuki, suo fratello Ame, sua madre Hana e suo padre, riesce a creare un legame molto forte con lo spettatore, che vedrà nascere e crescere i due bambini-lupo, vedendoli affrontare i problemi che si possono immaginare relativi a un segreto da mantenere nei confronti della società. Il tema affrontato cambia di minuto in minuto, dalla spensierata vita universitaria di Hane, in cui conosce l'uomo-lupo, alle vicende di una madre mentre bada da sola a due bambini, affrontando un impegno come la loro educazione, che diviene ancora più difficile dovendo gestire anche la loro natura animalesca, e il loro scontro con la società una volta cresciuti. Qui vi è la chiave di lettura della storia: le scelte e i cambiamenti comportamentali di Yuki e Ame saranno esattamente opposti, e questo influenzerà la vita della famiglia e andrà a creare un contrasto netto, enorme, tra la vitalità presente nei primi anni della loro infanzia, seppur con tutte le difficoltà del caso, e un distacco sempre più evidente all'arrivo della loro adolescenza.
Questo contrasto è probabilmente la forza del film, quella forza che fa diventare una semplice storia qualcosa di più, proprio come ci hanno abituato i maestri ghibliani; qui in particolare mi viene da pensare all'opera di Takahata "Gocce di memoria", che ha gli stessi, se non addirittura più forti, effetti malinconici, senza dimenticarci delle ambientazioni naturali che ricordano ovviamente le opere di Miyazaki. Oltre a questo c'è anche la presenza di un effetto nostalgico quasi "shinkaniano" (riferito a Makoto Shinkai) alla fine del film, dove le frasi di Yuki, voce narrante per tutta la durata dell'opera, ci fanno capire che quei momenti felici della loro crescita non torneranno più.

Per concludere la recensione vorrei chiudere il discorso iniziato più in alto, che spero possa essere condiviso nella visione del film, in cui accennavo allo sbagliato approccio riguardo ai nuovi maestri "emergenti" (per cosi dire, vista l'età di Hosoda); questo perché, nonostante la ovvia influenza delle opere e delle persone che li hanno preceduti (come ho appunto fatto notare), non mi sembra giusto nei confronti di ambedue le parti generalizzare in questo modo. A mio avviso, descrivere un film come questo millantandone la somiglianza con altri, mettendolo quasi un piano sotto ad essi, è uno sbaglio grossolano; piuttosto lo affiancherei a loro descrivendolo come un film "hosodiano", con tutto il rispetto che gli si deve.

Jandre

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Jandre

Episodi visti: 1/1 --- Voto 8
Ultima opera del bravo regista Mamoru Hosoda, questo film si discosta però dai toni dei suoi lavori precedenti come "La ragazza che saltava nel tempo" e "Summer Wars". "Wolf Children" è la storia di due bambini-lupo, Ame (che significa pioggia) e Yuki (che significa neve), figli di un'umana, Hana, e di un uomo-lupo piuttosto misterioso e introverso, ma sensibile. Il film segue la vita quotidiana della famiglia dall'inizio della relazione dei genitori fino a quando Ame ha dieci anni e Yuki dodici; in particolare si sofferma sulle molteplici difficoltà di Hana nel mantenere ed educare i due bambini-lupo (dato che il padre muore poco dopo la loro nascita) e nel tenere nascosta la loro doppia natura, perché spaventerebbe le altre persone. Risalta la difficoltà di vivere con le proprie sole forze, di essere in una situazione completamente fuori del comune; ma, per contro, anche l'amore materno, grazie al quale ogni sforzo è meno faticoso, ogni problema può essere superato in qualche modo. Prosegue seguendo la crescita dei bambini e il loro inserimento nella società, ovvero nella scuola elementare.

Uno dei temi del film è appunto la strada, il percorso di vita, che ognuno sente di dover seguire. Ma si avverte anche forte la domanda "Chi sono io?", o meglio "Cosa sono io?", quando i bambini iniziano a prendere coscienza della loro natura.
"Wolf Children" è un film pieno, denso (lungo quasi due ore), ricco e particolare sotto molti aspetti, a mio parere soddisfacente. Nell'arco dell'intera visione è sentimentale, commovente, triste, divertente, affascinante, avvincente; nell'insieme emozionante.

Come voto ho dato 8, ma ci sta anche il 9. Lo consiglio a chi vuole vedere un film un po' impegnato, dove contano più le emozioni e i sentimenti delle azioni.

GeassOfLelouch

Episodi visti: 1/1 --- Voto 10
"Ookami Kodomo no Ame to Yuki" (conosciuto internazionalmente più come "Wolf Children") è un lungometraggio veramente emotivo e poliedrico. Uscito nel luglio 2012 e presentato in svariati festival internazionali, "Ookami Kodomo no Ame to Yuki" si presenta come una delicata storia che affronta svariate tematiche quali la paura del diverso, il confronto dell'uomo con la sua natura animale, la crescita interiore, il confronto con la società, ma, soprattutto, rappresenta in modo eccelso l'amore materno.

Si intuisce da subito la tematica già dai primi minuti in cui Ame, figlia di Hana, fa da storyteller della vita della madre, studentessa universitaria ordinaria che viene attratta da subito da un ragazzo schivo, originale, ma con buon cuore. Ecco che pian piano Hana cerca di farsi notare da lui, lo aspetta, se ne innamora perdutamente di un amore puro fino a che lui decide di mostrare la sua vera natura di lupo. La ragazza, per nulla intimorita, continua ad amarlo, dando alla luce due splendidi bimbi: Yuki e Ame, per l'appunto. Purtroppo, il suo grande amore non ha mai tradito né nascosto la sua seconda natura di lupo, che lo portava a fare uscite notturne, fino al punto che un brutto giorno... Da quel momento in poi Hana chiede ai suoi bambini di fare una scelta di vita, se essere lupi o umani. La piccolina Ame sembrerebbe prediligere essere una lupacchiotta, vispa e vivace molto più del calmo e pacato fratellino frignone, e così Hana compra una casa in campagna e inizia la loro crescita interiore e fisica.

Questo lungometraggio si presenta molto incisivo dal lato emozionale, con tematiche affrontate nel modo più naturale possibile, mostrando scorci di vita quotidiana che valgono molto più di mille parole. La paura di ciò che è sconosciuto, l'affidarsi, il rispettare e amare completamente e in modo pieno l'altro. Un grande amore in grado di trascendere il tempo e lo spazio. La memoria, la costanza e la devozione ai propri figli, creature amate e anteposte a tutto, nonostante qualche anomalia fisica che la società potrebbe discriminare. Di riflesso, la fuga dalla vita caotica e forsennata di una grande città che non comprende, non apprezza, non ama e non vive. La lenta e sorprendente integrazione in una piccola società rurale, dove ancora si apprezza la genuinità delle piccole cose. La crescita non senza problemi dei figli "diversi", il proteggerli a tutti i costi dagli altri, prima di spingerli a integrarsi, difenderli a tutti i costi, mostrare loro la via, impuntarsi su di essa e infine accettare la loro natura facendo vivere loro la loro vita. Natura che non mente mai, natura con la quale ognuno di noi deve fare i conti, natura che si rifiuta, odia o ama, ma con la quale il confronto diventa inevitabile, presto o tardi.

Direi che Hasoda ha magistralmente fatto un altro centro, dopo il pittoresco "La ragazza che saltava nel tempo" e il fiacco, ma visuale, "Summer wars", con le sue tematiche semplici ma espresse naturalmente sia con i dialoghi sia, soprattutto, per mezzo del medium visivo. La sceneggiatura è integrata candidamente con la parte grafica, dai colori soffusi, lievi, delicati e pacati, come la natura stessa del film: una dolce storia come potrebbe essere la nostra o una delle tante che abbiamo sentito dire, ma raccontata con grande umanità, con maturità e con l'occhio di chi sa ancora dare valore alle piccole cose. Come avrete capito la grafica e le musiche lasciano la via ai temi semplici ma efficaci come un abbraccio senza spiegazioni, uno schiaffo, una corsa disperata sotto la pioggia cercando Ame, un sostegno a una figlia che sente di avere sbagliato, una carezza, il ricevere delle uova, la soddisfazione di cogliere le patate dopo averle coltivate duramente.

Insomma, è un anime-film di un'esperienza di maturazione interiore da vedere!
Uno splendido affresco dell'amore materno incondizionato, che, come sempre dovrebbe essere, sa accettare ogni scelta, ogni mancanza e ogni difetto dei propri figli, ma in forza di ciò li ama sopra ogni cosa. Voto: 10


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Taigarn

Episodi visti: 1/1 --- Voto 10
"Wolf Children " è un film di animazione slice of life che narra le vicende di Hana, una studentessa universitaria la quale, dopo essersi innamorata dell'affascinante uomo-lupo Ookami, dà alla luce due figli anch'essi in grado di trasformarsi in lupo: Yuki la femmina e Ame il maschietto.

A causa della prematura morte del marito, sceglie di trasferirsi in un piccolo villaggio rurale, per crescere i figli lontano dagli occhi indiscreti degli abitanti della grande e rumorosa città, quindi acquista una vecchia casa isolata tutta da riparare. I problemi per Hana sono tuttavia appena iniziati e dovrà far fronte alle necessità quotidiane che le si presenteranno; infatti, non conosce nulla di come si deve comportare nell'allevare i figli di un uomo lupo, non vuole ovviamente che qualcuno scopra il loro segreto, tuttavia non può fare a meno dell'aiuto che gli anziani abitanti del paesino le offriranno, poiché, non avendo un lavoro, dovrà cavarsela risparmiando i soldi che il marito le ha lasciato prima di morire.

Hana trova infine un lavoro come operatore faunistico. Nel frattempo, Yuki e Ame crescono: la prima ha un carattere estroverso ed è ansiosa di scoprire il mondo, il piccolo Ame è invece molto più insicuro e spaventato dal suo aspetto di lupo. Avviene però un cambiamento drastico nel carattere di Ame, che lo porterà ad accettarsi come lupo. I giovani dovranno decidere il cammino che li farà diventare adulti: Yuki fa una promessa alla madre in cambio del permesso di andare come tutti i suoi coetanei a scuola, mentre Ame passerà intere giornate con il proprio sensei nella montagna.

La storia si conclude quando i due raggiungono i dieci e undici anni di età. E' una finestra sulla vita quotidiana di questa insolita famiglia molto semplice e onesta, che unirà momenti tristi e tragici a momenti di candida felicità. Profonda per i temi trattati, ma anche molto curata dal punto di vista grafico e musicale, regala infatti momenti coinvolgenti soprattutto nelle parti in cui si vedranno le corse nella natura dei due giovani lupetti. Sicuramente sono due ore che vale la pena spendere nella visione di questo film che non è affatto secondo rispetto agli altri lavori del maestro Mamoru Hosoda, come "Summer Wars" e "The Girl Who Leapt Through Time".

Buona visione!