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kirk

Episodi visti: 1/1 --- Voto 5
Anche se sembra l’omaggio al genere dei super robot in realtà quest’opera si ispira ai live action conosciuti in Giappone come “tokusatsu”: una parola usata dalla fine degli anni ‘50 per abbreviare le parole “tokusho satsuei” ovvero effetti speciali.
Questo genere di solito è collegato a persone che recitano in costume e ha un'origine nobile: alle rappresentazioni kabuki o bunraku (il teatro dei burattini) o ancora si possono ispirare anche al kamishibai.
Potrei fare il nome di decine di eroi di questo genere ma mi limito Ultraman (per l’importanza che ha avuto in Giappone) e Megaloman (probabilmente il più conosciuto in Italia).
Essendo ispirato ai tokusatsu in Gridman non potevano mancare i kaiju, mostri giganteschi; il primo che appare in fondo non ricorda Godzilla? Godzilla è considerato il primo kaiju perché è nato nel 1954 dalla mente di Ishiro Honda e Eiji Tsuburaya della Toho.
Ora sappiamo da dove viene Gridman… ma com’è come prodotto?

Semplice. Troppo semplice. I tokusatsu in Occidente sono visti come opere per bambini, ma nella loro semplicità e ripetitività piacciono anche agli adulti altrimenti non ci sarebbero così tanti eroi: ne ho già ricordati due ma ci sono i vari Kamen Rider, Spectremen, i-zenborg, il mio preferito Ultralion ecc. Insomma per funzionare la formula si è ampliata ed è andata in cerca di un pubblico più composito. Gridman nelle sue due ore mi è sembrato più un prodotto essenziale, un po’ di trama che può piacere agli adolescenti, con storie d’amore e tanti combattimenti con eroi robotici colorati da piacere ai bambini: non vi è venuto in mente vedendolo il mondo del sottogenere super sentai?
Quando i Power Ranger fanno apparire a fine puntata un mucchio di robot giganti per combattere il cattivo di turno in forma gigante.

"Gridman Universe", in buona fine, è questo!
Solo che dura quasi due ore e diventa stancante e un po’ ripetitivo.
In buona fine il prodotto si ispira ad un genere ancora fiorente ma punta ad un target di spettatori infantile o che vuole ricordare gli anni verdi.
Voto? Cinque.


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lunarstill

Episodi visti: 1/1 --- Voto 9
Se avete presente il più classico dei classici cross-over speciali dei Power Rangers divisi in due puntate, dove i protagonisti presenti vengono aiutati (o devono aiutare) quelli della stagione precedente, ebbene: eccovi già il canovaccio di questo film, pompato dalla solita foga Trigger sì, ma nella declinazione che il regista Akira Amemiya aveva stabilito cinque anni fa agli inizi.

"Gridman Universe" è pertanto, e anzitutto, seguito diretto di "SSSS.Gridman", riesce a sistemare quel paio di questioni abbozzate o lasciate in sospeso nell'anime originale (autoconclusivo), buttandoci però nel mischione quanto di buono realizzato nell'anime parallelo "SSSS.Dynazenon", il cui cast però funge principalmente da supporto, proprio come accade in molti cross-over di qualsiasi tokusatsu.

Funziona? Sì, non sempre tutto fila liscio, sia chiaro, però la forza travolgente di un messaggio banale, ma mai scontato, unito a personaggi a cui ci si è affezionati nel tempo e, soprattutto, a comparto e maestria tecnici di prim'ordine (continuo a ritenere questa serie l'unico esempio riuscito di connubio tra animazione 2D e CG; ce ne sono altri ottimi, ma come ci sono riusciti qui è su un altro livello) rendono il tutto una vera gioia.

In fondo, sta qui tutto il senso della magia Trigger: due ore spensierate che però lasciano qualcosa, oltre all'entusiasmo di tornare bambini, la consapevolezza di ciò che è davvero importante.
Il solito minestrone rigirato e riproposto? Superficialmente, è l'ennesimo anime in cui dei robottoni combattono contro i mostri, ma se la base del canovaccio va avanti da oltre 50 anni e questi matti riescono ancora a coinvolgere partendo da basi decennali, aggiungendoci ogni volta nuovi strati e spunti, evidentemente significa che c'è ancora parecchio da raccontare. E "Gridman Universe" colpisce il bersaglio.

Menzione d'onore alle solite musiche di Shiro Sagisu e a Kai Ikarashi, del quale continuo ad attendere l'inevitabile esordio alla regia.