Theatre of Darkness: Yamishibai 10
Introduzione e sviluppo
La decima stagione fa tornare a galla alcuni dei nostri disagi, paure, angosce, frustrazioni più profondi e spaventosi che credevamo di aver rimosso dalla nostra coscienza. Purtroppo, si sa, quello che proviamo, sentiamo e/o soprattutto le persone che incontriamo e che entrano nella nostra vita sono più o meno destinate a far parte di noi. A noi il compito, il buon senso, il giudizio, la coscienza, la consapevolezza e il discernimento, la disciplina di imparare a trattarle con rispetto o a farle uscire dalla nostra vita il più presto possibile. Questa decima stagione pone come suo perno quello delle relazioni interpersonali, aspetto più che mai fondamentale e delicato, fragile della nostra società, dove il minimo errore, specie se svolto nell'ambito dell'intimità, può comportare conseguenze assai nefaste.
Grafica e colonna sonora
Il comparto grafico dimostra ancora una volta di essere molto variegato in termine di stile, forme. Permangono gli aspetti fondamentali della rappresentazione scenica, come il ricorso alle sagome e vignette per la rappresentazione dei personaggi, alcuni dei quali sembrano essere stati presi anche da fumetti di produzione americana, per comunicare una sorta di inclusività. A giudicare da un'occhiata ai disegni viene da pensare che gli autori abbiano voluto introdurre l'acquarello e poi ricorrere alla CGI, per conferire alle vicende un senso di maggior profondità, mantenendo ovviamente una sapiente alternanza nel passaggio dal primo al secondo piano e viceversa. Sta di fatto che questa profondità acuisce gli stati mentali dei personaggi e dello spettatore in modo spaventoso, grazie ovviamente all'altro elemento fisso, ovvero l'alternanza di rumori angoscianti e frustranti a silenzi spaventosi, che fanno piombare tutti in uno stato di terrore.
Giudizio finale
Una stagione che risveglia in noi il senso di prudenza, vigilanza e che ci invita ad essere riflessivi riguardo i nostri rapporti personali e interpersonali.
Voto finale: 8
La decima stagione fa tornare a galla alcuni dei nostri disagi, paure, angosce, frustrazioni più profondi e spaventosi che credevamo di aver rimosso dalla nostra coscienza. Purtroppo, si sa, quello che proviamo, sentiamo e/o soprattutto le persone che incontriamo e che entrano nella nostra vita sono più o meno destinate a far parte di noi. A noi il compito, il buon senso, il giudizio, la coscienza, la consapevolezza e il discernimento, la disciplina di imparare a trattarle con rispetto o a farle uscire dalla nostra vita il più presto possibile. Questa decima stagione pone come suo perno quello delle relazioni interpersonali, aspetto più che mai fondamentale e delicato, fragile della nostra società, dove il minimo errore, specie se svolto nell'ambito dell'intimità, può comportare conseguenze assai nefaste.
Grafica e colonna sonora
Il comparto grafico dimostra ancora una volta di essere molto variegato in termine di stile, forme. Permangono gli aspetti fondamentali della rappresentazione scenica, come il ricorso alle sagome e vignette per la rappresentazione dei personaggi, alcuni dei quali sembrano essere stati presi anche da fumetti di produzione americana, per comunicare una sorta di inclusività. A giudicare da un'occhiata ai disegni viene da pensare che gli autori abbiano voluto introdurre l'acquarello e poi ricorrere alla CGI, per conferire alle vicende un senso di maggior profondità, mantenendo ovviamente una sapiente alternanza nel passaggio dal primo al secondo piano e viceversa. Sta di fatto che questa profondità acuisce gli stati mentali dei personaggi e dello spettatore in modo spaventoso, grazie ovviamente all'altro elemento fisso, ovvero l'alternanza di rumori angoscianti e frustranti a silenzi spaventosi, che fanno piombare tutti in uno stato di terrore.
Giudizio finale
Una stagione che risveglia in noi il senso di prudenza, vigilanza e che ci invita ad essere riflessivi riguardo i nostri rapporti personali e interpersonali.
Voto finale: 8