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Kondo

Episodi visti: 12/12 --- Voto 4
Attenzione: la recensione contiene spoiler

A volte incappi in anime così brutti, noiosi, ripetitivi e con cliché portati talmente all’estremo, che a un certo punto ti viene il dubbio che la cosa sia voluta, magari ironica, e che il problema sia tu che non ne cogli il senso.

Non saprei in che altro modo introdurre questa serie.
L’ho tenuta d’occhio leggendo la classifica degli “Anime of the Year Awards 2023” di AnimeCorner. Nella sezione romance si è classificata seconda, davanti a tante altre opere di tutto rispetto che ho molto apprezzato. In pratica, secondo i giudici di questi award, “The Angel Next Door Spoils Me Rotten” è praticamente il romance dell’anno, subito dopo quel capolavoro di “The Dangers in My Heart”. Qui su AnimeClick.it invece il giudizio era mediocre, e questo mi ha incuriosito: chi avrà ragione? Siamo noi ad essere sommelier incontentabili oppure questi di AnimeCorner danno i numeri?
E così, va beh, ‘zuppiamoci’ ‘sti dodici episodi e verifichiamo.

Shiina è la ragazza più bella della scuola, la definiscono tutti “angelo”, mentre Fujimiya è un ragazzo introverso abbastanza invisibile a scuola. Non si conoscono e non hanno mai parlato tra di loro. La premessa è la solita, insomma.
All’inizio della storia Fujimiya vede Shiina triste sotto la pioggia, gentilmente le lascia l’ombrello e ovviamente (classico) il giorno dopo gli viene il raffreddore, così lei, per ricambiare la gentilezza, si prende cura di lui, gli sistema casa e cucina per lui. Penserete che questo è l’inizio di tutta una catena di eventi che... e invece no. Quello che ho scritto è esattamente l’unica cosa che accade in tutta la serie. Per dodici episodi quello che succede è che lei sta piantata a casa sua a cucinare per lui, come se fossero una coppia sposata. Giuro. Credibilissimo proprio.

"Ma scusa, com'è possibile?", chiederete. Fa continuamente avanti e indietro da casa propria a casa di lui? E i loro genitori?
Beh, i genitori non ci sono, perché loro due sono entrambi scolari che vivono da soli (solito cliché, a seguire le romcom giapponesi pare quasi la norma) e lei fa effettivamente spoletta di continuo tra le due case, perché, udite udite, sono vicini di casa... e non nel senso che gli edifici in cui abitano sono vicini, bensì nel senso che vivono proprio nello stesso edificio, allo stesso piano, stesso pianerottolo, l’una accanto all’altro, in due appartamenti adiacenti, hanno persino un muro in comune! A questo punto, mi chiedo come sia possibile che questi due non si fossero mai conosciuti prima d’ora, visto che frequentano la stessa scuola e le porte dei loro due appartamenti sono letteralmente a un metro di distanza l’uno dall’altro, ma va beh, lasciamo perdere.
La cosa che ho trovato veramente surreale è la staticità di questo anime: praticamente, la location in cui è ambientata la serie è per il 95% del tempo (e mi sto tenendo basso) rappresentata dal soggiorno con angolo cottura della casa di Fujimiya, prevalentemente sul divano. Sono praticamente sempre loro due da soli. Lui in genere seduto sul divano, lei o è ai fornelli oppure è sul divano con lui. E stanno fermi lì a parlare, parlare, parlare. Le poche volte in cui la location è diversa (solitamente la scuola) la sequenza dura mediamente sui cinque secondi, giusto il tempo di produrre un piccolo spunto di cui poi tornare a parlare apaticamente sul divano di Fujimiya.

Diranno cose interessanti almeno? No. Nel corso delle puntate infatti i loro dialoghi e gesti, ripetitivi fino allo sfinimento, seguono un pattern ben consolidato, del tipo: “Ti ringrazio per i tuoi manicaretti!”, “Sono io che ringrazio te!”, “No, davvero, sono squisiti, mi rendono felice”, “Sono io felice a cucinarli per te”, “Dormo”, “Grazie, fai così tanto per me!”, “Tu fai di più e non te ne rendi conto!”, “Dormo”, “Ti accarezzo la testa”, “Te la accarezzo io”, “Scusa!”, “No, scusami tu!”, “Dormo”, “Ti ringrazio per i tuoi manicaretti!” (e riparte il loop…)
Ah, perché sì, è vero, dimenticavo di dirvi che dopo qualche episodio sulla solita location del divano all’attività del parlare si aggiunge anche la variante del dormire: lui si addormenta sulle gambe di lei, lei gli accarezza i capelli o pulisce le orecchie; lei si addormenta sul divano, lui le accarezza i capelli o le poggia una coperta; a volte lui si addormenta sulle gambe di lei, poi, quando si sveglia, scopre che nel frattempo si è addormentata lei. Due narcolettici.

In tutto questo loro non stanno insieme, eh! Cioè convivono, lei cucina e sistema la casa ogni giorno per lui come una brava mogliettina, passano il tempo sempre soli soletti, si scambiano vicendevolmente regali, complimenti, gentilezze, carezze, ma non sono una coppia, eh! Non viene mai loro il sospetto di piacere all’altro, eh! A scuola fanno finta di non conoscersi, perché chissà cosa potrebbe succedere se i compagni scoprissero che si frequentano, visto che lei è così popolare. Chissà, forse potrebbe scoppiare una guerra civile a senso loro, non so.

Ma se lei a parole è così popolare, perché nella pratica non ha mai nessuno intorno, né amiche né spasimanti? Il mondo in cui vivono pare un deserto, nelle rarissime volte in cui si vedono fuori di casa non incontrano mai nessuno, al parco, sotto casa, sono sempre loro due da soli, tranne qualche raro caso in cui i due amici di Fujimiya (una coppietta di fidanzatini) lo vanno a trovare, anche lì sempre per pochi secondi, perché poi, mi raccomando, i protagonisti devono tornare a stare da soli impalati come stoccafissi a parlare.

A tratti ho percepito un senso di straniamento guardando questo anime: passa in rassegna tutti i cliché del genere (la puntata della malattia, quella di San Valentino, del White Day, del festival sportivo), ma in modo super-sterile, perché nella pratica non succede davvero mai niente, sono solo spunti per poi tornare di nuovo a parlare sul divano da soli e dire di nuovo le stesse cose, senza fare mai nessun progresso. Al punto che a tratti mi veniva il dubbio: ma non è che si tratta di una parodia? Lo stanno facendo apposta a portare all’estremo i cliché, per ribaltarli e renderli ridicoli? O il protagonista sta dentro un sogno che va in loop? Forse è per questo che è stato premiato come secondo romance migliore dell’intero 2023, perché a un certo punto ci sarà un plot twist, un qualche colpo di scena geniale?
In effetti, alcuni dettagli talvolta andavano ad avvalorare questa tesi.
L’ossessiva ripetitività senza progressi della trama, tanto che pare di stare dentro il film “Ricomincio da capo”.
La ridicolaggine della questione dei capelli di Fujimiya: lui è ritenuto da tutti un ragazzo esteticamente mediocre, ma basta che si tiri su leggermente la frangia e istantaneamente tutti lo vedono bellissimo (in realtà, è identico a prima, ha solo la fronte un po’ scoperta). Con quella pettinatura è visto come talmente diverso rispetto al consueto, che la gente non lo riconosce nemmeno, pensano sia un’altra persona. E, attenzione, questo anime non è mica del genere "demenziale", ma ha toni seri. Una roba talmente assurda da farti pensare che, no, dai, non può essere vera. È uno scherzo, un sogno, su.
Le animazioni che da una certa puntata in avanti degradano in maniera sconcertante (magari è fatto apposta? Ha un significato?).
Fino ad arrivare a quella scena della penultima puntata in cui al solito questi due cucinano, mangiano, si accarezzano, dormono, a un certo punto Fujimiya si sveglia, la vede che dorme e fa: “Mi sembra una scena già vista”. Wow! La rottura della quarta parete! (Ho pensato)

Ma in realtà non è niente di così sofisticato, non c’è nessun plot twist, nessun messaggio recondito, nulla da interpretare. Arrivato alla fine, scopri che è esattamente quello che vedevi: un anime lento, senza idee, in cui non accade nulla, con personaggi principali apatici e dialoghi piattissimi e ripetitivi.

Se dovessi premiarlo a degli award, lo premierei come anime più statico dell’anno. Ma che dico dell’anno, forse della storia.

Sono comunque contento di averlo visto fino alla fine, per il solo fatto di poterne parlare e perché, in fondo, guardandolo con una mia personalissima chiave comico-parodistica (sicuramente non prevista dall'anime), alle volte raramente mi ha fatto anche ridere.
Tutta comicità involontaria, si intende.

Forse sono anch’io un sommelier.


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Catgirl🍙

Episodi visti: 7/12 --- Voto 5,5
"The Angel Next Door Spoils Me Rotten" è un anime tratto da una light novel ("Otonari no Tenshi-sama ni Itsunimanika Dame Ningen ni Sareteita Ken").

La grafica è buona, anche se a volte i movimenti sono meccanici e non riesco a leggere molta espressività nei volti dei personaggi.
La storia è di per sé interessante, tuttavia è noiosa e ripetitiva e manca di originalità. Non si riescono a comprendere i pensieri dei personaggi e la trama non ha particolari colpi di scena che terrebbero lo spettatore sulle spine.
Le sigle non sono male, ma la grafica è sicuramente da migliorare. Molto.
La sceneggiatura ha molti difetti: come già citato, i movimenti sono spesso meccanici e inespressivi.
Il doppiaggio è buono.
Non ha soundtrack particolarmente memorabili o che danno all'anime un'atmosfera propria.
I personaggi sono pochi e poco interessanti, con tratti comuni e ripetitivi.

In conclusione, questo anime non ha nulla di particolare o interessante, per cui non lo consiglio, tuttavia, se si cerca un anime tranquillo e piacevole, può essere apprezzato.
Il mio volto finale, soggettivo e oggettivo, è di 5,5.


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esseci

Episodi visti: 12/12 --- Voto 6,5
"Otonari no Tenshi-sama ni Itsu no Ma ni ka Dame Ningen ni Sareteita Ken?", che si tradurrebbe in "L'incidente in cui l'angelo della porta accanto improvvisamente mi ha reso una persona inutile", meglio noto come "The Angel Next Door Spoils Me Rotten" è una serie anime della stagione invernale 2023 tratta da una serie di light novel scritte da Saekisan. Le light novel hanno anche ricevuto una serializzazione manga iniziata di recente nel 2022.
Non avendo letto le novel e il manga, le mie impressioni si fondano esclusivamente su quanto ho potuto capire dalla visione della serie di dodici episodi dell'anime prodotto da project No. 9 sotto la regia di Li Hua Wang. Keiichirou Ouchi ("Adachi and Shimamura", "The Quintessential Quintuplets") si è occupato della sceneggiatura e Takayuki Noguchi ("Queen’s Blade: Rebellion", "Cinderella Nine") si è occupato dei disegni.
Lato musicale, Moe Hyuuga ("Steins; Gate 0") ha composto le musiche, l’opening intitolata "Gift" (che ha un incipit un po' disco anni '70) è cantata da Masayoshi Ouishi, mentre l'ending "Chiisana Koi no Uta" è performata da Manaka Iwami.
Ogni volta che visiono un anime rom-com con ambientazione scolastica, mi chiedo cosa diavolo si saranno inventati gli autori per introdurre un quid novi rispetto alla sterminata produzione del genere che molto spesso, pur essendo un estimatore, non brilla di recente per originalità.
Francamente, dal punto di vista dell'innovazione, la serie in esame inventa ben poco dal punto di vista dei personaggi e della trama, ma forse qualcosina dal punto di vista dell'ambientazione e dei dialoghi la introduce, anche se potrebbe non essere apprezzata da tutti.
Riassumendo, "The Angel Next Door Spoils Me Rotten" diventerebbe un po' originale non sul "cosa" ma sul "dove/come"...

I personaggi principali sono Mahiru Shiina e Amane Fujimiya, due studenti della stessa scuola superiore.

La prima è una ragazza tra le più popolari della scuola, la migliore per i risultati (vedere messi in fila per voto ottenuto tutti gli studenti della scuola in occasione dei test trimestrali a me darebbe un po' fastidio, ma a quanto pare sulla privacy in Giappone hanno una sensibilità diversa... ma coerente con la loro Weltanschaaung di sistema) e dall'aspetto leggiadro, carino con capelli biondi, ben curati e un bel visino. Da quello che vedremo, sembra essere l'incarnazione della perfezione, seria, responsabile, altruista, gentile e sempre pronta a rispondere con un sorriso a tutto... Ma ci sono anche alcune ombre legate al suo passato...

Amane è un ragazzo che fa dell'understatement il credo cui si ispira, in modo da non essere oggetto di attenzioni da parte di nessuno. Schivo, con l'aria vagamente scostante e antipatica, tende a restare isolato, ma, se disturbato, risponde sempre in modo gentile ma staccato, freddo, come se non fosse interessato ad interagire coi compagni e con le persone in generale. È comunque una persona riflessiva e attenta.
Tale approccio si ravvisa anche e soprattutto nel suo look: semplice con pettinatura non curata, sebbene comunque abbia dei lineamenti carini. Anche lui, anche se in modo meno evidente, ha delle ombre nel suo passato che l'hanno condizionato nel suo percorso di crescita e nel suo atteggiamento.

A latere ci sono altri personaggi: alcuni compaiono come meteore (vedi i genitori di Amane), altri sono comunque presenti e coinvolti nei vari episodi con particolare riguardo alla coppia Itsuki Akasawa e Chitose Shirakawa, che sono anche compagni di classe di Mahiru e Amane (nel primo trimestre solo di Amane, per la precisione).

Ma allora cos'ha di tanto originale la serie? Potrebbe sembrare la solita storia di balbuzie, imbarazzi, dialoghi interrotti, equivoci tipici delle rom-com scolastiche... D'altronde, i personaggi rientrano un po' nel deja vu tipico del genere, dove uno dei due sembra un po' lo "sfigato/isolato" e l'altro quello "vincente/di successo" cui non manca nulla. Sul tema abbiamo un po' di esempi, e tra i tanti mi viene in mente uno che ho apprezzato: "Horimiya".

E le somiglianze con la serie appena citata non si fermano ai personaggi ma anche alla componente introspettiva di Mahiru e Amane che, un po' come Kyoko e Izumi di "Horimiya", nel corso degli episodi ci fa capire come entrambi indossino volontariamente una maschera per sembrare quello che non sono, al solo fine di difendersi dalle interazioni con gli altri ed evitare di soffrire o per farsi accettare dagli altri.

In questa serie, ciascuno dei due personaggi principali ha elaborato un suo modo di essere che sembra l'opposto dell'altro: Amane cerca di stare sulle sue per evitare che gli altri si approfittino della sua gentilezza e altruismo, e cerca di apparire burbero e scostante proprio per allontanare il più possibile chiunque voglia interagire con lui. Chi riesce in qualche modo ad entrare nel suo mondo è Itsuki e la sua ragazza Chitose. È una figura piuttosto già vista nel panorama degli anime/manga. Le cause del suo modo di essere sono attinenti ad atti di bullismo subiti nel suo passato, tanto da essere costretto ad allontanarsi da casa sua e ad andare a vivere in una zona diversa, per frequentare una scuola in cui non possa incontrare i suoi aguzzini.
Il quid novi sta nella cura che l'anime dedica alla rappresentazione del personaggio e alla sua lenta e progressiva evoluzione nel ritornare ad essere il vero sé stesso.
Per Mahiru valgono le stesse considerazioni scritte su Amane, sebbene sotto un punto di vista diametralmente opposto: lei vuole essere l' "angelo", l'essere soprannaturale senza difetti e amato da tutti, gentile, altruista e disponibile... insomma, invidiato da tutti e tutte per la sua popolarità.
Mahiru, al pari di Amane, nasconde anche lei un trauma: i genitori non l'hanno mai accettata ed è stata cresciuta da una governante che ha cercato anche di darle un minimo di affetto mai ricevuto da una madre piuttosto dura e insensibile nei suoi confronti.

Due esatti opposti in apparenza, accomunati dal bisogno di trovare qualcuno che li veda e capisca per quello che realmente sono... e dal luogo di residenza! Entrambi infatti abitano nello stesso edificio in due appartamenti adiacenti.

E in un certo senso è proprio la location a rappresentare l'elemento che caratterizza la serie, in quanto la maggior parte degli episodi è ambientata indoor nell'appartamento di Amane, tanto da far sembrare la serie quasi una sit-com... con tutti i limiti per la dinamicità della storia.

Eh già, anche questa volta un minimo di spoiler... senza esagerare.

La parte seguente contiene spoiler

Amane e Mahiru non si frequentano e parlano fino al giorno in cui il primo trova la seconda seduta in un parco sotto un temporale assorta tristemente nei suoi pensieri, e Amane pensa di ripararla dalla pioggia con il suo ombrello che le lascia cavallerescamente... salvo poi prendersi un bel raffreddore. Mahiru, per sdebitarsi e dopo aver realizzato che abitano in due appartamenti adiacenti nel medesimo edificio, entra nell'appartamento di lui, scoprendo che vive nel disordine totale e si alimenta con cibi pronti dei minimarket. Da qui inizia una storia un po' surreale in cui lei vive in pianta stabile nella casa di lui, per cucinare colazioni e cene, e Amane la lascia fare. Col tempo trascorrono molto tempo insieme, conoscendosi sempre più approfonditamente, e pian piano iniziano a guardarsi con occhi diversi... in particolare Mahiru, sempre circondata di persone che fanno di tutto per compiacerla, si trova a suo agio con Amane, che la tratta in modo gentile e carino ma sempre disinteressato e senza secondi fini, riuscendo ad essere finalmente sé stessa. La persona tanto invidiata in tutta la scuola è una ragazza che ama cucinare, stare in casa lontana dai riflettori e dalle attenzioni più o meno morbose dei ragazzi che le ronzano intorno, tanto diffidente e sfuggente all'esterno e tanto a suo agio con l'ombroso Amane, di cui inizia ad apprezzare sempre più la compagnia, fino a nutrire dell'interesse nei suoi confronti e a diventare sempre più diretta nei suoi dialoghi provocatori con lui, essendo dotata di una capacità dialettica non molto comune.
Amane resiste stoicamente, anche se con l'avanzare della storia si cominciano ad aprire delle crepe sempre più vistose.

"The Angel Next Door Spoils Me Rotten" ha la sua croce e delizia proprio nei dialoghi tra i due, che generalmente si svolgono in casa al riparo da occhi e orecchie indiscreti. Dialoghi molto pacati, controllati e piuttosto manieristici, un po' troppo elaborati per essere pronunciati da due ragazzi delle superiori: una diatriba dialettica in cui si consuma la loro battaglia per vedere chi capitolerà prima, fino al solito finale/non finale...

E se i primi piani, gli sguardi, i sospiri e tutta la comunicazione non verbale lasciano presagire degli sviluppi a breve termine, i due continuano a giocare la loro personale sfida amorosa in un continuo di dialoghi sfiancanti, che alla lunga risultano anche stucchevoli e noiosi al limite della realtà.

E così la trama perde di mordente, privata di un po' di dinamicità, tanto più che si concentra quasi esclusivamente sui due dentro casa, senza che gli altri personaggi possano in qualche modo più di tanto influenzare lo sviluppo della storia. Non ci sono elementi di disturbo alle loro interazioni e il tutto fila solo sui binari della loro quotidianità, anche banale, fatta di manicaretti cucinati da lei e che lui apprezza sempre. E l'atteggiamento di lui, qualificabile come insicuro a causa dei problemi legati al suo passato, alla fine sembra un mero alibi solo per tenere lo spettatore sulle spine fino al termine.

E così, a mio avviso, il buon incipit, sebbene non connotato da particolare originalità, perde man mano di mordente e ritmo, rendendo la serie meno attrattiva, trascinandosi al solito finale irrisolto e introduttivo di una possibile seconda serie, atteso che le novel sono ancora in corso.

Insomma, una serie carina, ma un po' ripetitiva e statica, pertanto non proprio memorabile. Peccato, siamo lontani da un prodotto come "Horimiya", che resta su un altro livello.