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Otaku moderato

Episodi visti: 26/26 --- Voto 9
Attenzione: la recensione contiene spoiler

“Soukyuu no Fafner”, con la sua potente componente narrativa ed emotiva, può non essere una serie per i puristi dei mecha: ci sono sì scontri molto coinvolgenti, ma possono mutare da un momento all'altro nella metafora dell'esistenza e delle emozioni umane nell'ottica degli umani e dei loro nemici, i Festum, mediante la comprensione e, purtroppo, il dolore.
Con queste premesse Xebec decide di aggiungere un nuovo tassello alla visionaria, potente e metaforica saga di “Soukyuu no Fafner” con il titolo "Exodus", un titolo molto azzeccato, dal momento che potrebbe narrare l'esodo decisivo di questa guerra d'incomprensione, portandola di nuovo sul piccolo schermo con ventisei episodi (divisi in due stagioni da tredici).

Sono passati circa due anni dall'ultima battaglia avvenuta contro il Mir ostile nel film “Heaven and Earth”, e sull'isola di Tatsumiya la calma regna sovrana, mentre nel mondo la guerra fra una ancora più cieca umanità contro i Festum ancora ostili diventa sempre più aspra.
Kazuki e amici continuano la vita di tutti i giorni, complice il fatto che lui e i suoi coetanei, ovvero Maya, Soishi, Kenji, Kanon e Sakura, hanno raggiunto l'età in cui si comincia a guardare al futuro, mentre i ragazzi che fino un paio di anni fa erano soldati, ovvero Akira, Rina, Seri e Hiroto, continuano a vivere la loro giovinezza insieme alla gioventù locale.
Purtroppo la guerra contro i Festum busserà di nuovo alla loro porta, quando un aereo delle Neo-nazioni Unite contenente a bordo civili e piloti con i loro Fafner artificiali sopravvissuti a una battaglia contro dei nuovi esemplari di Festum sorvolerà l'isola, portandosi dietro nuovi esemplari dei nemici, costringendo l'isola a uscire allo scoperto e a dover tornare al combattimento, per poter portare in salvo i civili e i piloti del mondo esterno. I piloti disponibili (tranne Kazuki) si lanciano al combattimento con i loro Fafner, riuscendo a sconfiggerli, ma, così facendo, svelano la loro posizione, rendendo di nuovo l'isola bersaglio di nuovi attacchi.
Oltre ai civili, e ai soldati delle Neo-nazioni Unite, non visti di buon occhio dalla maggior parte del personale di Alvis per via del tentativo di bombardamento avvenuto nel film, vi è la piccola Emery Almond; essa è un esperanto, ovvero un Festum con aspetto umano che ha deciso, insieme a molti suoi simili, di dare fiducia all'umanità; inoltre annuncia l'esistenza di un Mir non ostile, in una città che purtroppo è presa di mira da un nuovo plotone di Festum guidati da un Mir ostile, gli stessi che cominceranno ad attaccare l'isola con pesanti assalti.

Le serie offre quindi due punti di vista: uno dell'isola e della sua strenua resistenza contro i feroci assalti dei Festum, e un altro sul mondo esterno dove imperversano Festum feroci e le forze delle Neo-nazioni Unite, insieme ai volontari che hanno deciso di lasciare l'isola nel tentativo di difendere il Mir pacifico, venendo poi coinvolti in un drammatico esodo in un mondo ostile.
Ancora una volta, la battaglia non mancherà di mostrare la crudeltà della guerra, ma stavolta mostrerà anche quella degli esseri umani stessi.

Come detto sopra, la serie offre due punti di vista: il primo racconta la vita sull'isola e le battaglie per difenderla dai Festum, in cui verranno mostrati in azione tre nuovi modelli di Fafner, chiamati pure Susanoo, Tsukuyumi, e Amaterasu, pilotati da tre nuovi piloti, ovvero Reo Mikado, Mimika Mikagami e Sui Kaburagi; anche loro mostrano una propria identità di carattere che li lega non solo tra loro, ma anche con le generazioni precedenti di piloti, che poco a poco scenderanno in campo a seguito dell'inasprirsi degli scontri.
Il secondo punto di vista vede il crudele mondo al di fuori dell'isola, dove Maya, Akira e Hiroto, e successivamente Kazuki con il suo Mark Sein e Soshi con il Mark Nicht, verranno coinvolti nella crudele guerra fra i Festum e gli altrettanto crudeli soldati delle Neo-nazioni Unite, i quali non si faranno scrupoli a premere il grilletto contro gli stessi umani pur di portare a termine i combattimenti. Inoltre avremo modo di assistere alle movimentate file delle Neo-nazioni Unite, governate dalla spietata "Lady di Ferro" Hester Gallop, oltre a conoscere alcuni dei loro soldati che, purtroppo, dato il modus operandi che eseguiranno senza battere ciglio, li si vedrà come carnefici.

Nel corso della serie non mancheranno, come consuetudine, incredibili colpi di scena nella storia, in particolare negli elementi di misticismo, oltre ad aumentare l'aura di incomprensione sui Festum e sulla tecnologia dell'isola, dal momento che essa permetterà di far sviluppare a molti piloti incredibili poteri speciali che daranno una mano nei combattimenti, a discapito dell'accelerazione del processo di assimilazione e di effetti collaterali a dir poco allucinanti, che verranno in parte risolti, sia con miracoli, ma anche con altissimi prezzi.

Ovviamente, nonostante il ritmo molto più frenetico, la serie tornerà ai livelli di drammaticità pesante vista nella serie, con momenti molto drammatici e per il fatto che molte conoscenze a cui ci si è affezionati nella prima serie e nel film perderanno la vita (e lì il dispiacere è stato enorme), anche se, verso le battute finali, torneranno un paio di vecchie conoscenze (e quelle mi hanno lasciato paralizzato per la sorpresa); non mancheranno inoltre riferimenti visivi e citazioni alla prima serie, al film e perfino all'OAV “Right of Left”. Inoltre, molti rapporti fra i personaggi verranno approfonditi ed evoluti, e uno di essi giungerà al punto massimo; non mancheranno un po’ di momenti comici, per poi raggiungere l'elemento cruciale del finale, che, a mio parere, vuole essere una metafora sulla speranza (una speranza che spero venga esaudita, se non è già avvenuta), seppur per ottenerla si è richiesto il prezzo più alto, che verrà suggerito dal titolo della puntata finale.

Graficamente l'evoluzione visiva si vede, vi è il medesimo stile di disegno dei personaggi, e il distacco degli ambienti esterni e di quelli dell'isola si vedono eccome, vi è un gran uso della CGI, specialmente nel movimento dei Fafner e di molti Festum; abbiamo doppiaggi molto riusciti, mentre le musiche riprendono la prima serie, con orchestre drammatiche e musiche che esprimono la calma e la malinconia. Anche qui la cosa si vede nelle opening (qui due) e nell'ending: le prime potenti e dalle melodie drammatiche, mentre l'ending trasmette un senso di malinconia veramente piacevole ma al tempo stesso commovente.

Se ormai la saga vi ha appassionato, allora anche “Exodus” potrà riuscirci, ma tutto dipende da come volete interpretare il suo alternarsi di ritmi, i suoi contenuti e il suo finale.
Io ho espresso la mia opinione.


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Nae

Episodi visti: 26/26 --- Voto 6,5
E' una recensione molto difficile, perché ho amato profondamente "Soukyuu no Fafner", soprattutto la prima serie ("Dead Aggressor"); ho seguito film, seguiti e affini, e aspettavo "Exodus" con impazienza.
L'unica parola che mi viene è: sfiancante. Purtroppo la magia della prima serie, le nuove aspettative date dal prequel e la grande magia di aver riavuto indietro Soushi, lasciate da tutto ciò che veniva prima, sono svanite nel caos della macchinosità gratuita.

La trama riprende da doveva ci aveva lasciato, quando Soushi viene magicamente restituito in una sorta di scambio culturale con i Festum. La guerra sta prendendo brutte pieghe ora che i Festum hanno imparato la rabbia e il disprezzo, inoltre non c'è da combattere solo i misteriosi mostri dalla mente collettiva dove il singolo non ha diritto di esistere, ma c'è da avere a che fare anche con la malizia umana, la gretta umanità che nei momenti peggiori non sfoggia solo il meglio, ma dà anche il peggio di sé. E così ci si imbarca nell'esodo citato nel titolo, si inciampa in nuovi casini con i Fafner, ancora con il loro drammatico prezzo per i piloti, una nuova serie di ragazzini messi a morire per il bene superiore, ma... non è come prima.
Lo spettatore arriva a questo punto troppo legato a Soushi e Kazuki, il loro differente eppure affine modo di affrontare la vita e la condanna a morte che portano come piloti di Fafner con livelli di Fenrir elevatissimo, l'angoscia di desiderare di vivere con la consapevolezza di avere il tempo contato: tutto troppo intenso per volersi davvero dedicare ai problemi della nuova squadra di piloti. Gli episodi dedicati a questi sono quasi un fastidio, irritanti digressioni dal vero interesse, e, cosa ancor più tragica, gli stessi autori sembrano pensarla così: via via, dopo un inizio dettagliato nella caratterizzazione, sembra che l'attenzione cada anche per loro, riducendo i nuovi ragazzi a macchiette di cui non ci si vuole davvero occupare, dando invece ampio spazio ai deliri tecno-meta-fisici sui Fafner i Mir e la coscienza precotta, reale, ipotetica, ricreabile, traviabile e via dicendo. Per incasinare ancora meglio la cosa, ci sono risorgimenti di massa di gente a caso morta serie addietro, che viene rievocata dalla formalina per provare a dare colpi di scena che di fatto non impressionano; l'unico perno resta la terna magica Soushi-Kazuki-Maya.
Le personalità dei tre ragazzi, ormai giovani adulti, sono ancora intense, ben gestite e profondamente interconnesse, peccato che la dotata pilota cecchino, per quanto ben caratterizzata e con forma strutturale coerente alla trama, viene messa in un angolo come donna paravento, mentre vediamo i due fanciulli struggersi per l'un per l'altro tra un delirio metafisico e l'altro (bambine amanti delle 'shippate' dateci sotto, qui nemmeno ci sono veli narrativi).
Si arriva alla fine con un pesante senso di smarrimento, troppe spiegazioni fantascientifiche della mutua che stancano solo la narrazione e sfiancano profondamente lo spettatore che, nonostante tutto, spera fino all'ultimo episodio che conclude (si spera per sempre) l'odissea di Fafner, in un modo diciamo sensato, ma senza arte né parte, una sorta di happy ending gratuito buttato lì per finire... insomma, una grande delusione.

Il reparto tecnico resta davvero buono, niente da dire sulle musiche, opening ed ending orecchiabili, quest'ultime anche un po' 'spoilerose', visto che progrediscono con l'avanzare degli episodi e danno qualche allusione su come andranno le cose. Disegno pulito, animazioni fluide, i Fafner sono sempre un po' strani, ma teniamoceli, ormai ci abbiamo fatto il callo.

Do 6.5 perché "Soukyuu no Fafner" me lo sono sempre portata nel cuore, ma onestamente è una serie da sufficienza con qualche caduta pesante, soprattutto durante i deliri di follia sui Mir che a un certo punto spuntano come funghi, quando si era passato un casino di tempo a dire quanto raro fosse un Mir cosciente (come il core dell'isola)... peccato.