Shangri-La Frontier
Ho iniziato a vedere quest'anime in quanto mi è stato consigliato da un paio di amici, non sapevo esattamente cosa aspettarmi, perché l'avevo solo sentito nominare, ma non avevo mai visto niente... E a dire il vero capisco il perché, non è assolutamente nelle mie corde.
Non mi piacciono gli anime in cui il protagonista vince e basta, anche se uno potrebbe dire: "Ma in realtà non vince sempre, col lupone ha perso". È vero, ma quella non dà la sensazione di una sconfitta, il protagonista non perde per un suo errore, ma semplicemente perché si trova davanti un nemico impossibile da battere, e nonostante questo gli tiene testa per tantissimo tempo prima di venir sconfitto...
Direi che diciotto episodi sono abbastanza, e ci sono arrivato incredibilmente a fatica, quindi basta così.
Se cercate un anime che sia puro intrattenimento, allora ignorate questa recensione e guardatelo, perché molto probabilmente vi piacerà, ma se invece cercate una bella storia o dei personaggi interessanti, beh, allora è l'anime sbagliato.
Una cosa sul sistema delle abilità (che ormai è diventato molto comune in questo tipo di serie): personalmente, lo trovo noioso, mi dà più un senso di "lista della spesa" piuttosto che di "progressione del personaggio", e non ha nemmeno senso tenere a mente le abilità.
Ultimissimo commento: da videogiocatore posso dire che, se esistesse un gioco del genere (non nel senso di un gioco basato su questo anime, ma un gioco che funzioni come quello in cui gioca il protagonista), probabilmente non uscirei più di casa per dieci anni.
Non mi piacciono gli anime in cui il protagonista vince e basta, anche se uno potrebbe dire: "Ma in realtà non vince sempre, col lupone ha perso". È vero, ma quella non dà la sensazione di una sconfitta, il protagonista non perde per un suo errore, ma semplicemente perché si trova davanti un nemico impossibile da battere, e nonostante questo gli tiene testa per tantissimo tempo prima di venir sconfitto...
Direi che diciotto episodi sono abbastanza, e ci sono arrivato incredibilmente a fatica, quindi basta così.
Se cercate un anime che sia puro intrattenimento, allora ignorate questa recensione e guardatelo, perché molto probabilmente vi piacerà, ma se invece cercate una bella storia o dei personaggi interessanti, beh, allora è l'anime sbagliato.
Una cosa sul sistema delle abilità (che ormai è diventato molto comune in questo tipo di serie): personalmente, lo trovo noioso, mi dà più un senso di "lista della spesa" piuttosto che di "progressione del personaggio", e non ha nemmeno senso tenere a mente le abilità.
Ultimissimo commento: da videogiocatore posso dire che, se esistesse un gioco del genere (non nel senso di un gioco basato su questo anime, ma un gioco che funzioni come quello in cui gioca il protagonista), probabilmente non uscirei più di casa per dieci anni.
Rakuro Hizutome è un giovane appassionato di giochi, in realtà quello che a lui interessa sono i giochi “brutti”, giochi pieni di bug, difficili da portare a termine e schifati dai più. Un giorno decide di provare il gioco del momento, il multiplayer più amato e seguito al mondo: si tratta di “Shangri-La Frontier”, che dà il titolo alla serie.
La serie è abbastanza interessante, e ci troviamo di fronte a un mondo con mostri, samurai robot e tanto altro, e pur essendomi divertito a vederlo, col senno del poi ammetto che non ho visto nulla di eccezionale: ho visto combattimenti molto più belli in “One Piece” o “Fairy Tail”, e inoltre ci sono momenti in cui gli sceneggiatori mettono delle pause “parlate” un po’ troppo lunghe per i miei gusti. Per rendere tutto noioso e allargare la trama, a volte i protagonisti giocano ad altri giochi, un po’ per rompere, un po’ per schiarirsi le idee. Sul finale sono aperte due saghe in contemporanea: lo scenario unico di Tarnith l’abissale e il campionato mondiale di Galaxy Heroes, entrambe saghe sufficientemente interessanti da portarmi ad iniziare la seconda serie, quando arriverà.
Le animazioni sono buone, anche se ammetto che non conoscevo la C2C, di cui in precedenza non ho visto niente; conoscevo invece lo sceneggiatore Kazuyuki Fudayasu soprattutto per il buon lavoro fatto con “Le bizzarre avventure di JoJo”, la versione anime delle serie manga di Hirohiko Araki, ma ha un curriculum pieno zeppo di sceneggiature dei più svariati generi di anime. Altro nome conosciuto è il regista Toshiyuki Koboka, il quale non avrà il curriculum dello sceneggiatore, ma si è fatto le ossa lavorando (sia pure con altri ruoli) ad opere leggendarie come i robotici “Ideon” e “Punta al Top! Gunbuster”; menziono ancora la direttrice generale delle animazioni Ayumi Kurashima, in quanto è stata character design del bellissimo “Megalo box 2: Nomad”.
Se le animazioni sono buone, anche il comparto sonoro è fatto egregiamente, e anche qui devo ammettere che non conoscevo lo studio Monaca, in attività da più di vent’anni.
Dopo un’attenta ponderazione, sono giunto alla conclusione che il voto più giusto sia 7 ½: è fatto bene, ma ha anche delle cadute in cui uno si annoia.
La serie è abbastanza interessante, e ci troviamo di fronte a un mondo con mostri, samurai robot e tanto altro, e pur essendomi divertito a vederlo, col senno del poi ammetto che non ho visto nulla di eccezionale: ho visto combattimenti molto più belli in “One Piece” o “Fairy Tail”, e inoltre ci sono momenti in cui gli sceneggiatori mettono delle pause “parlate” un po’ troppo lunghe per i miei gusti. Per rendere tutto noioso e allargare la trama, a volte i protagonisti giocano ad altri giochi, un po’ per rompere, un po’ per schiarirsi le idee. Sul finale sono aperte due saghe in contemporanea: lo scenario unico di Tarnith l’abissale e il campionato mondiale di Galaxy Heroes, entrambe saghe sufficientemente interessanti da portarmi ad iniziare la seconda serie, quando arriverà.
Le animazioni sono buone, anche se ammetto che non conoscevo la C2C, di cui in precedenza non ho visto niente; conoscevo invece lo sceneggiatore Kazuyuki Fudayasu soprattutto per il buon lavoro fatto con “Le bizzarre avventure di JoJo”, la versione anime delle serie manga di Hirohiko Araki, ma ha un curriculum pieno zeppo di sceneggiature dei più svariati generi di anime. Altro nome conosciuto è il regista Toshiyuki Koboka, il quale non avrà il curriculum dello sceneggiatore, ma si è fatto le ossa lavorando (sia pure con altri ruoli) ad opere leggendarie come i robotici “Ideon” e “Punta al Top! Gunbuster”; menziono ancora la direttrice generale delle animazioni Ayumi Kurashima, in quanto è stata character design del bellissimo “Megalo box 2: Nomad”.
Se le animazioni sono buone, anche il comparto sonoro è fatto egregiamente, e anche qui devo ammettere che non conoscevo lo studio Monaca, in attività da più di vent’anni.
Dopo un’attenta ponderazione, sono giunto alla conclusione che il voto più giusto sia 7 ½: è fatto bene, ma ha anche delle cadute in cui uno si annoia.
"Shangri-La Frontier" è un anime dai forti valori nascosti sotto la superficie.
All'apparenza tratta di un giocatore qualsiasi, appassionato di videogiochi "brutti", al quale capita per le mani un videogioco bello, anzi il più bello del momento. Si tratta di Shangri-La Frontier, un MMORPG (multigiocatore online di ruolo) col quale ogni giorno si sintonizzano milioni di persone, ognuna con il proprio personaggio, ma tutte all'interno dello stesso mondo virtuale.
Qui SunRaku, il protagonista, si ritroverà ad affrontare molteplici situazioni scomode, tentando di livellare e scoprire il mondo nel quale è stato catapultato: tra nemici e amici, dovrà sgomitare per trovare il suo posto tra i milioni di giocatori che ogni giorno 'loggano' in Shan-Fro (come viene abbreviato).
Ma quest'anime non è stato solo questo per me.
"Shangri-La Frontier", e più nello specifico il suo protagonista SunRaku, è stato ciò che mi ha permesso di riprendere a videogiocare divertendomi. Che si trattasse di un souls-like o appunto di un mmorpg, quest'anime mi ha fatto riscoprire quel sentimento che avevo così abbondantemente da piccolo, ma che con gli anni avevo finito inesorabilmente col perdere. L'emozione di sconfiggere un boss del gioco studiando ogni sua mossa, la sorpresa nello scoprire degli scenari unici all'interno del gioco che nessuno aveva mai scoperto ancora, la dedizione nel collezionare item e oggetti all'interno del gioco... tutto questo l'avevo perso per strada e me l'ha fatto riscoprire lui, SunRaku, un personaggio che mette passione, dedizione e determinazione in tutto quello che fa. Quindi, lascio il mio voto e dico semplicemente grazie molte, di cuore.
All'apparenza tratta di un giocatore qualsiasi, appassionato di videogiochi "brutti", al quale capita per le mani un videogioco bello, anzi il più bello del momento. Si tratta di Shangri-La Frontier, un MMORPG (multigiocatore online di ruolo) col quale ogni giorno si sintonizzano milioni di persone, ognuna con il proprio personaggio, ma tutte all'interno dello stesso mondo virtuale.
Qui SunRaku, il protagonista, si ritroverà ad affrontare molteplici situazioni scomode, tentando di livellare e scoprire il mondo nel quale è stato catapultato: tra nemici e amici, dovrà sgomitare per trovare il suo posto tra i milioni di giocatori che ogni giorno 'loggano' in Shan-Fro (come viene abbreviato).
Ma quest'anime non è stato solo questo per me.
"Shangri-La Frontier", e più nello specifico il suo protagonista SunRaku, è stato ciò che mi ha permesso di riprendere a videogiocare divertendomi. Che si trattasse di un souls-like o appunto di un mmorpg, quest'anime mi ha fatto riscoprire quel sentimento che avevo così abbondantemente da piccolo, ma che con gli anni avevo finito inesorabilmente col perdere. L'emozione di sconfiggere un boss del gioco studiando ogni sua mossa, la sorpresa nello scoprire degli scenari unici all'interno del gioco che nessuno aveva mai scoperto ancora, la dedizione nel collezionare item e oggetti all'interno del gioco... tutto questo l'avevo perso per strada e me l'ha fatto riscoprire lui, SunRaku, un personaggio che mette passione, dedizione e determinazione in tutto quello che fa. Quindi, lascio il mio voto e dico semplicemente grazie molte, di cuore.