Wind Breaker
Dopo aver visto entrambe le stagioni (e in attesa di una terza), mi accingo a redarre la mia recensione. Wind Breaker è a mio avviso un buon anime, che sa mixare sapientemente azione e storie profonde, le quali terminano tutte con una bella morale. I messaggi di fondo che ci danno questi falsi teppistelli (che teppisti forse non sono, anzi, tutt'altro), sono sostanzialmente due: accettarsi per quello che si è veramente e fare altrettanto con gli altri, e dare valore alla vera amicizia, perché nessuno si salva da solo, e le difficoltà che la vita ci para davanti, sono più leggere se affrontate in compagnia. Infatti vi dico subito che se invece cercate un anime proprio su teppisti che se la danno di santa ragione a ogni episodio e basta, avete sbagliato titolo. E questa serie, probabilmente, non fa per voi. Wind Breaker prende giusto in prestito l'ambientazione (il classico liceo governato da teppisti e i vari quartieri dominati da bande), per parlarci d'altro, anche se tra un pugno e l'altro. I personaggi sono sufficentemente caratterizzati. La regia è buona, e i disegni molto belli e di mio gusto (finalmente dei ragazzi di 16 anni che sembrano ragazzi, e non degli emo magrissimi, o dei marcantoni iper palestrati). Le animazioni, specie nelle scene di combattimento, sono davvero ottime, anche se in alcuni episodi si nota un certo calo di qualità.
In conclusione, un'ottima serie per chi cerca un anime d'azione un po' atipico. Un 8, secondo me, lo merita tutto.
In conclusione, un'ottima serie per chi cerca un anime d'azione un po' atipico. Un 8, secondo me, lo merita tutto.
L'anime ha dietro anche un concetto interessante, una banda che protegge la città dai delinquenti, e questo, anche se superficiale, funziona. Purtroppo i personaggi non vengono sviluppati granché, soprattutto il protagonista e i protagonisti, invece c'è grande approfondimento sui ragazzi dell'altra gang, gli "Shistoren", che appare negli episodi centrali, che sono i migliori.
Per il resto, l'anime si trascina un po', creando legami semplici ma che comunque funzionano, e una storia leggera che non sembra avere grande peso o particolare direzione. Si capisce, però, che la scuola non è una scuola di duri, ma di persone che fanno i duri per proteggere i più deboli, è molto forte il cameratismo e la collaborazione, questo sì. Per il resto, i ragazzi nella maggior parte non hanno famiglia, e non ci viene presentata, e soprattutto al liceo Furin si fa quello che si vuole e non ci sono insegnanti (dettaglio che rende la vicenda surreale e abbassa il voto).
Per il resto, visto che l'anime si interrompe e fa presagire una ripresa con il botto, guarderò la seconda stagione. Promosso con un buon voto, 7.
Per il resto, l'anime si trascina un po', creando legami semplici ma che comunque funzionano, e una storia leggera che non sembra avere grande peso o particolare direzione. Si capisce, però, che la scuola non è una scuola di duri, ma di persone che fanno i duri per proteggere i più deboli, è molto forte il cameratismo e la collaborazione, questo sì. Per il resto, i ragazzi nella maggior parte non hanno famiglia, e non ci viene presentata, e soprattutto al liceo Furin si fa quello che si vuole e non ci sono insegnanti (dettaglio che rende la vicenda surreale e abbassa il voto).
Per il resto, visto che l'anime si interrompe e fa presagire una ripresa con il botto, guarderò la seconda stagione. Promosso con un buon voto, 7.
Ho aspettato molto prima di concludere questa serie che ha solo tredici episodi, perché se le scelte grafiche, l’aspetto dei protagonisti, il potenziale di botte me lo faceva apparire attraente come prodotto, d’altra parte esistevano molte pecche.
La prima è che il personaggio protagonista non si comporta con naturalezza, è sempre imbarazzato e con i lineamenti alterati da questa sensazione, e non si capisce perché. Poi i personaggi principali sono fortissimi, ma anche loro in alcuni casi sembrano macchiette. Terza cosa, e cosa peggiore, non si comportano come uno si aspetta da ragazzi della loro età, per quanto strani, e ciò perché l’autore vuole dare una patina di prodotto educational che però viene male.
Queste cose rendono decisamente demenziali alcune scene che un autore (Satoru Nii) o uno sceneggiatore più abili avrebbero potuto rendere carismatiche. Mi ricordo che anche i cartoni animati americani che guardavo alla TV negli Anni Ottanta (“Thundercats”, “He-Man”, “Le avventure di Teddy Ruspin”, ecc.) mettevano anche loro dei momenti “pro educational”, ma prima raccontavano la storia nel migliore dei modi, poi sul finale dedicavano quei trenta secondi/un minuto a sviluppare una tematica, portare uno spunto.
Qui la parte “riflessiva” rovina tutto. E poi a volte è troppo zuccherosa, o peggio edulcorata. Capisco che questo è un prodotto per ragazzi, ma ormai non siamo più nell’epoca in cui i genitori chiedevano ai prodotti per i loro “bambini” di essere educativi. E poi si può essere educativi e violenti allo stesso tempo, senza dover abbassare continuamente la tensione con scene “cretine”, facce strane, rossori, imbarazzi ecc.
Vi immaginereste un mito come “Ken il guerriero” con sciocchezze simili? Diventerebbe spazzatura.
Dal punto di vista delle animazioni, della musica e della fotografia ho trovato un lavoro grandioso, che mi impedisce di dare un’insufficienza, ma non mi sento di promuoverlo pienamente. Gli do quindi un sei stiracchiato, e non garantisco che guarderò la seconda serie.
Un motivo per guardarla è il finale di questa prima, che promette tante botte. Poi i personaggi sono stati presentati, come l’ambientazione è stata sviluppata, cosa che permetterà - sempre se la sceneggiatura sia ben fatta - di perdere meno tempo per le sciocchezze pseudo-pensanti e partire in quarta con le situazioni pesanti.
La prima è che il personaggio protagonista non si comporta con naturalezza, è sempre imbarazzato e con i lineamenti alterati da questa sensazione, e non si capisce perché. Poi i personaggi principali sono fortissimi, ma anche loro in alcuni casi sembrano macchiette. Terza cosa, e cosa peggiore, non si comportano come uno si aspetta da ragazzi della loro età, per quanto strani, e ciò perché l’autore vuole dare una patina di prodotto educational che però viene male.
Queste cose rendono decisamente demenziali alcune scene che un autore (Satoru Nii) o uno sceneggiatore più abili avrebbero potuto rendere carismatiche. Mi ricordo che anche i cartoni animati americani che guardavo alla TV negli Anni Ottanta (“Thundercats”, “He-Man”, “Le avventure di Teddy Ruspin”, ecc.) mettevano anche loro dei momenti “pro educational”, ma prima raccontavano la storia nel migliore dei modi, poi sul finale dedicavano quei trenta secondi/un minuto a sviluppare una tematica, portare uno spunto.
Qui la parte “riflessiva” rovina tutto. E poi a volte è troppo zuccherosa, o peggio edulcorata. Capisco che questo è un prodotto per ragazzi, ma ormai non siamo più nell’epoca in cui i genitori chiedevano ai prodotti per i loro “bambini” di essere educativi. E poi si può essere educativi e violenti allo stesso tempo, senza dover abbassare continuamente la tensione con scene “cretine”, facce strane, rossori, imbarazzi ecc.
Vi immaginereste un mito come “Ken il guerriero” con sciocchezze simili? Diventerebbe spazzatura.
Dal punto di vista delle animazioni, della musica e della fotografia ho trovato un lavoro grandioso, che mi impedisce di dare un’insufficienza, ma non mi sento di promuoverlo pienamente. Gli do quindi un sei stiracchiato, e non garantisco che guarderò la seconda serie.
Un motivo per guardarla è il finale di questa prima, che promette tante botte. Poi i personaggi sono stati presentati, come l’ambientazione è stata sviluppata, cosa che permetterà - sempre se la sceneggiatura sia ben fatta - di perdere meno tempo per le sciocchezze pseudo-pensanti e partire in quarta con le situazioni pesanti.