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MegaRoby

Episodi visti: 12/12 --- Voto 7,5
Inizialmente pensavo fosse il solito Mecha dove il protagonista è un asso nel combattimento o in qualche modo geniale e invece no, l'ambientazione è interessante e lo stesso si può dire dei personaggi.

Il mondo che ci viene presentato all'inizio dell'opera è una specie di Pangea, diversi secoli nel futuro rispetto ad un antica civiltà. Gli abitanti di questo mondo con il passare degli anni hanno sviluppato un affinità con il quarzo chiamandola magia, con questo metodo fanno qualsiasi cosa compresi i Robot Giganti da combattimento. Tutta la popolazione, ad eccezione di due soli ragazzi, è in grado di interagire almeno in minima parte con il quarzo, uno dei due ragazzi viene chiamato dal suo amico divenuto il reggente del regno e gli chiede di aiutarlo e combattere per lui l'invasione del regno del loro altro amico dell'accademia.

La trama si sviluppa in maniera molto lineare, senza trame secondarie o intrecci di sorta, forse è fin troppo lineare ma non per questo banale, vi sono dei colpi di scena, alcuni ben riusciti e una parte di racconto al passato per poter conoscere meglio i protagonisti e il loro modo di essere. Purtroppo l'opera non è conclusa, il finale è aperto e non si sa come andrà a finire, ci sarebbe bisogno di una seconda stagione.

I personaggi importanti non sono tanti ma hanno una buona caratterizzazione ed un buon design, sono curiosi ed un po' introspettivi con margine sia di crescita che di "decadenza" però ognuno di loro ha delle forti motivazioni per fare quello che fanno, per il loro paese, per gli amici e così via; sebbene si facciano la guerra per un motivo insulso che a mio parere potrebbero sistemare semplicemente con un accordo commerciale, ma sarebbe stato sicuramente più noioso.

Il lato tecnico è buono, animazioni dei combattimenti spettacolari, comparto audio buono; purtroppo nel complesso risulta tutto un po' blando, in alcuni punti ci sono degli evidenti cali.

Nel complesso un opera carina che avrebbe assolutamente bisogno di una seconda stagione per potersi concludere.


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alex di gemini

Episodi visti: 12/12 --- Voto 8
"Break Blade" è un’opera apparentemente scontata, il solito mecha con il solito ragazzo predestinato che dovrà salvare la nazione.
Siamo infatti in un mondo immaginario che ricorda l’antica pangea, un mondo ove il quarzo è la materia prima di quasi tutto e praticamente tutti sono in grado d’interagire con esso, facendolo levitare, attivando macchinari ecc. Solo una persona su un milione è unsorcered ovvero soggetto privo di abilità magiche e, manco a dirlo, vengono discriminati. Rygart Arrow è uno di loro, è figlio di contadini ma ha studiato all’accademia militare, facendo così amicizia con l’erede al trono, con la bella Sygn, scienziata pazza che diverrà moglie dell’erede al trono e con Zess, rampollo di una famiglia di militari di una nazione straniera.
Ora sono passati alcuni anni e la nazione è in pericolo, dato che la nazione di Zess sta guidando la squadra d’invasione e i golem, i robot militari usati in questo mondo, non riescono, per inferiorità numerica, a fermare l’invasione. L’unica speranza è che il misterioso golem vecchio di mille anni possa essere pilotato da Rygarth, dato che gli antichi erano tutti unsorcered.

Così avviene e ora c’è speranza. In "Break Blade" abbiamo una notevole innovazione nel tema dei mecha. Non c’è il protagonista classico talentuoso, al contrario c'è un ragazzo disprezzato che, una volta tanto, diventa l’eroe della situazione. La guerra viene descritta senza retorica, mostrandone tutta la crudeltà e la mancanza di ideali, la facilità con cui si può uccidere se questo serve ad ottenere la soluzione ai propri bisogni. Le miniere di Athenes si stanno esaurendo, per cui che problema c’è ad invadere una piccola nazione ricca di materiali? Spettacolare, a questo riguardo, la figura del generale nemico, padre amoroso adorato dalla giovane e graziosa figlia Leda ma capace di massacrare civili su civili senza alcun rimorso. Ma impressionante altresì è la coralità, dato che tutti i personaggi avranno il loro momento di gloria, la loro descrizione psicologica ben fatta.

Ma forse il tema più interessante è dato dall’indifferenza. Rygart combatte per difendere gli amici, non per la patria di cui non gli importa. Sygn è un vero genio, ma non avrebbe problemi ad abbandonare corona e laboratorio per essere una contadina, moglie dell’uomo che ama. Il re, poi, è sinceramente amico di Rygart, ma non prova interesse per la corona e forse per la sua stessa vita, tanto che è tentato di abdicare pur di evitare la guerra. Davvero originale quindi e trovo che sia difficile non apprezzare i suoi personaggi. La regia è ottima, con i combattimenti forse troppo rapidi, anche nelle scene più complicate, ma ciò non è necessariamente un male.

La grafica è ciò che mi ha impressionato di più, dato che è bella pulita, dai colori caldi, che non sfigura nemmeno oggi, a sei anni di distanza. Molto diversa da quella del manga, al contrario molto sporca. Buone le sigle e la colonna sonora. Naturalmente il manga procede ancora a lungo, ma, decisamente il risultato finale è molto buono per cui consiglio vivamente la visione e assegno un meritato otto.


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Eversor

Episodi visti: 12/12 --- Voto 7,5
Non avendo visto il primo adattamento animato di "Break Blade", mi ritrovo a partire da zero in questa nuova serie che, di fatto, non aggiunge nulla alla precedente opera, se non qualche piccolo dettaglio. Dunque non ci resta che goderci la storia offerta da tale anime; una trama intrigante, che si evolve in 12 episodi. Il genere può essere inquadrato nel macha, con forti propensioni alla guerra. Tuttavia, nonostante si mantenga su binari ben sicuri, allo stesso tempo riesce a formulare un'opera abbastanza originale, intensa e, soprattutto, commuovente.

La storia inizia quando, nel bel mezzo di un arido deserto, compare un giovane ragazzo dai capelli biondi, Rygart. A differenza di tutti gli altri abitanti del pianeta, lui non è in grado di controllare il quarzo, un'abilità sviluppata dagli esseri umani in sostituzione alla totale mancanza di petrolio o fonti energetiche. L'intensità di tale forza dipende tutta dall'abilità dell'utilizzatore, così che, ben presto, si è incominciata a chiamarla magia.
Ebbene, in questo mondo così fiabesco, Rygart è uno dei pochissimi esemplari che non riescono a usare tale forza. Fin da piccolo si è abituato a essere insultato e isolato, anche se, come appare subito chiaro, ciò non gli ha impedito di fare amicizia con l'attuale re e regina di Krishna. Anzi, questa sembra essere una strana relazione dovuta a un passato misterioso e avvolto nelle tenebre. Ma non c'è tempo per perdersi in tali discorsi, poiché è in atto una guerra tra Krishna e Athens, e Rygart è stato chiamato alla capitale proprio per essere utile in qualche modo.
Ma come? Semplice. È stato da poco ritrovato un strano robot proveniente da un epoca passata. Non ha nulla di particolare rispetto a quelli moderni, se non che non può essere mosso con il controllo del quarzo. Strano, ma ancor più strano che Ryagart, a quanto sembra, sia l'unico capace di attivarlo. Ecco la possibilità, anche per un senza-magia, di contribuire alla salvezza di Krishna, ma, ancor di più, alla salvezza di Sigyn, la regina. Poiché questa, seppur sposata con il re Hodr, sembra stranamente affascinata dal protagonista.
Che tra i due ci sia stato qualcosa in passato?

La forza dell'anime sta, a mio avviso, proprio nei personaggi e nella realizzazione di figure a tutto tondo, capaci di crescere, ma anche di degenerare. La scelta di lasciare il passato di Rygart e compagni quasi totalmente oscuro, è fantastica, non solo per il fatto di dare allo spettatore l'impressione di dover ancora scoprire un mondo tutto nuovo, ma anche per il brivido che intercorre tra Rygart e Sigyn ogni volta che i loro sguardi si incrociano. Dal punto di vista della storia, la grande varietà di personaggi, offre un allargamento di orizzonti, non lasciando tutto nelle mani del solito gruppetto privilegiato.
Le figure di secondo piano, così come quelle principali, vengono curate con cura e attenzione. Una costruzione attenta dei sentimenti di ognuno e di un carattere concreto e "reale". Bene il fattore mecha, ma bene anche il fatto che non tutto giri intorno ad esso. La "magia" del pianeta rende la situazione un po' più fantasy che futuristica. La guerra viene descritta con cruda realtà, senza inciampare in vuoti sentimenti idealistici o spiriti patriottici che spuntano da chissà dove. Lo stesso Rygart non combatterà per difendere un paese che l'ha sempre discriminato, bensì le persone a lui care… cosa ben diversa.

Ciò che, invece, poteva essere reso in maniera migliore, era l'impianto audio, senza dubbio, e la dinamicità dei vari combattimenti. Il primo elemento si può constatare fin dall'inizio della serie, in cui la voce dei personaggi non risulta accompagnata da un sottofondo adeguatamente potente. Discreta la colonna sonora, ma, a mio avviso, insufficiente.
Il secondo punto è, forse, un pochino più personale: gli scontri erano veramente interessanti, ma notano una cura eccessiva dei particolari e delle scene a rallentatore. Alle volte è anche bello vedere la frenesia del combattimento e i sentimenti che traspaiono da esso. L'attenzione estrema per i dettagli rallenta lo scontro, e lo priva dell'eccitazione primordiale.
La grafica è buona e i protagonisti mostrano tratti originali e ben studiati.

"Break Blade" è senza dubbio un'opera di tutto rispetto che, però, non è riuscita a esprimere il suo vero potenziale. La magia di alcuni personaggi è più che intrigante, ma la trasformazione sul piano pratico dei vari sentimenti è spesso deludente, o meglio, sbrigativa. Il finale è affascinante e lascia aperti molti varchi per una storia che continua
Il manga, da cui è tratto l'anime, non si ferma certo a metà guerra, ma spero che in futuro sia possibile ammirare anche una seconda stagione. Sono ancora molti i quesiti lasciati in sospeso e, soprattutto, rimane irrisolta la strana relazione tra Sigyn e Rygart. Come mai la fanciulla si è sposata con Hodr, se il suo cuore appartiene chiaramente al giovane biondo e simpatico, privo però di poteri?

Voto finale: 7… e mezzo!


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Rygar

Episodi visti: 12/12 --- Voto 8
L'ottima stagione primaverile 2014 ha saputo deliziare l'utenza con una serie di ottimi prodotti. Tra questi spicca senz'altro Break Blade, una serie robotica atipica in cui i robot guerrieri non sono costruiti con materiali "convenzionali" (come metalli o leghe), bensì con pesanti blocchi di quarzo.

Break Blade (o Broken Blade) è un'opera della stagione primaverile 2014 composta da 12 episodi di durata canonica. L'opera deriva dall'omonimo manga del 2007, il quale ha dato origine a 6 OAV nel 2010.

Trama: Rygart Arrow è l'unico abitante del continente di Cruzon a non avere alcuna capacità magica. In questo continente la magia è una componente innata della vita di tutti i giorni, la cui forza è in grado di manipolare il quarzo (considerato come una risorsa primaria) e poter pilotare una specie di robot camminatori (realizzati in quarzo) chiamati "golem". I regni di Krishna e Athens sono in guerra, e il ritrovamento di un antichissimo robot guerriero realizzato in metallo potrebbe ribaltare le sorti del conflitto. Quel particolare robot, rivestito di una corazza al quarzo d'ordinanza, ha la caratteristica di possedere una duplice lama spezzata sulla sua testa, da qui l'appellativo di Broken Blade. Rygart sembra essere l'unico individuo in grado di pilotare quell'antichissimo robot e ribaltare le sorti del conflitto.

Grafica: quasi perfetta. Le ambientazioni sono fondamentalmente ben fatte, sebbene i campi di battaglia siano quasi sempre brulli e realizzati con una certa approssimazione di dettaglio (colpevole l'acquerello). Le ambientazioni interne invece sono ben realizzate, il grado di dettaglio è maggiore. Il character design è bellissimo, il mecha design, pur nella sua particolarità, è perfettamente riuscito.

Sonoro: dinamico e coinvolgente come deve essere. L'opening è dinamica, talvolta aggressiva. L'ending è musicalmente ottima, a tratti sublime ed evocativa. OST splendidi. Effetti sonori perfetti. Buon doppiaggio.

Personaggi: tutti i personaggi della serie sono ottimamente realizzati. La loro caratterizzazione è pressoché perfetta, con grande attenzione al fattore psicologico/introspettivo e al fattore evolutivo. L'interazione è ottima.

Sceneggiatura: l'opera è realizzata molto bene. La gestione temporale è realizzata ottimamente, privilegiando la chiarezza e la fruibilità. Sono presenti pochi flashback. Il ritmo è così veloce e coinvolgente che spesso ci si domanda se la puntata duri come tutte le altre dal momento che "finisce subito". Le scene d'azione abbondano e sono ottimamente realizzate. Non ci si risparmia sulla violenza e sulla morte. Il fanservice è quasi del tutto inesistente. I dialoghi sono molto belli.

Finale: il finale sarebbe stato veramente ottimo, se non ci fossero stati gli ultimi istanti di fine episodio. Gli ultimi combattimenti erano veramente splendidi. Ottimi i risvolti di trama e ottima la conclusione dell'arco narrativo. Peccato per l'infelice uscita di Rygart negli ultimi istanti dell'episodio, infelici e discutibili.

In sintesi: possibile che in 4 anni non si sia stati capaci di realizzare del materiale per una serie di almeno 24 episodi? Se è vero che la serie TV non aggiunge praticamente nulla ai 6 OAV del 2010, che senso ha avuto l'intera serie? Nonostante queste legittime domande è innegabile valutare l'intera serie come buona, nella speranza che l'autore si senta motivato per accelerare e fornire maggiore materiale per un'eventuale seconda serie. Break Blade è consigliata a tutti gli appassionati del genere robotico tradizionale e atipico e merita molta più attenzione rispetto a quella poca che gli è stata dedicata.


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Vagabond90

Episodi visti: 12/12 --- Voto 6
Break Blade è tratto dall'omonimo manga di Yunosuke Yoshinaga ed è stato trasposto per una prima volta nel 2010 sottoforma di 6 film della durata di circa 50 minuti. Questo rifacimento successivo di 12 episodi, sebbene io non abbia visto l'animazione originale, ho capito che non aggiunge molto, e sicuramente nulla per quanto riguarda gli sviluppi narrativi rispetto al suo antecedente, solo qualche scena e qualche inquadratura in più nei duelli.

Nel continente di Cruzon, (che sembra avere vagamente le sembianze dell'antica Pangea terrestre) i suoi abitanti hanno l'abilità di saper controllare il quarzo con il pensiero. Tutti gli oggetti di questo mondo sono basati sul quarzo, così quelli della vita quotidiana, come i Golem da combattimento. Il protagonista della storia è Rygart Arrow, è quel nato su un milione privo di tali poteri, che tuttavia si rivelerà per una serie di motivi di fondamentale importanza per la difesa del regno di Krishna minacciato da quello di Athens.

La trama di base è semplice e lineare, ci sono due eserciti contrapposti che si sfidano, anche se quello di Athens è nettamente superiore e si ritroverà facilmente, seppure dopo una serie di scontri, alle porte della capitale di Krishna : non è difficile scorgere diverse analogie con quanto si vedeva nell' Iliade con Greci e Troiani contrapposti, gli schemi seguiti all'interno delle battaglie sia nei faccia a faccia che negli assedi sono gli stessi, conditi però in salsa steampunk da grandi macchine robotiche da battaglia : l'anime sembra ambientato in un paese medio orientale o semi desertico, con una relativa architettura essenziale e vernacolare. Ne risulta che gli sviluppi tecnologici della società confrontati con quelli bellici sono obsoleti.
I regni che si sfidano a duello basano la loro capacità militare sulla base della validità dei rispettivi Golem. Alla trame del grande scontro poi si sovrappone la sotto-trama personale di Rygart, denigrato per la sua inabilità, inadatto dapprincipio a vivere secondo le regole della società.

Sinceramente mi aspettavo un po meglio da quest'anime sia dal punto di vista narrativo della vicenda personale di Rygart ed amici, accantonati e ripresi solo di tanto in tanto, per farcene ricordare, che durante gli scontri, veramente avvincenti solo in un paio di episodi. E le animazioni durante i duelli erano un po troppo macchinose, inoltre non ho gradito particolarmente il chara design dei mecha, un po troppo anonimo. Azzeccata la scelta delle musiche sinfoniche durante gli scontri, che però non sempre erano così avvincenti da meritarle.
Purtroppo l'ultimo episodio si conclude senza una chiosa ben precisa, ma non credo ci sia l'intenzione di produrre un sequel. Opera nel complesso discreta e godibile, ma che non brilla particolarmente per la sua qualità.