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micheles

Episodi visti: 12/12 --- Voto 6,5
"Dai Shogun" è l'ennesimo titolo di azione e oppai, sulla strada tracciata anni fa da "Ikkitousen" e "Inferno e Paradiso". Rispetto ai suoi predecessori è più leggero, ci sono meno torture e drammaticità, e più comicità e 'tamarraggine'. Questo gli va a credito, soprattutto nella prima parte. Nella seconda invece la serie vira di più verso l'azione e i combattimenti, e a mio avviso diventa meno godibile. Anche al suo meglio, comunque, si tratta di una serie in cui l'ecchi e l'azione vincono sull'umorismo: chi preferisce il contrario farebbe meglio a indirizzare la sua attenzione su "Daimidaler", la vera rivelazione della stagione per i generi parodia/ecchi/demenziale.

"Dai Shogun" soffre il limite di quasi tutte le serie a prevalenza ecchi: non lo sono abbastanza. Visto lo spettacolare chara design che si ritrova, sarebbe uscito meglio come soft porno (alla "Queen’s Blade") se non proprio come hentai. Invece la troppa trama e la troppa azione distraggono dalle grazie delle protagoniste, rendendolo un prodotto né carne né pesce. È un peccato, perché è una serie con qualche caratteristica positiva che la mette un gradino sopra le altre mille serie ecchi consimili. In particolare si tratta quasi di un non-harem (delle tre ragazze che girano intorno al protagonista ne conta una sola) e il protagonista è un fustacchione pieno di energia, invece di essere la solita pappamolla. Inoltre c'è un buon numero di personaggi maschili, quasi tutti di grande prestanza fisica, probabilmente all'insegna della parità dei sessi nel fanservice, anche se senza dubbio questa è una serie rivolta maggiormente a un pubblico maschile. Nella prima parte c'è qualche accenno di risvolto sentimentale, inaspettato in una serie di questo tipo e benvenuto; come interessante è il rapporto che viene a crearsi tra Chiharu, la ragazza volpe, e Hyakusuke, l'amico fraterno del protagonista, Keichiro. La protagonista femminile principale è Kiriko, la ninja di Iga super-maggiorata. Il suo chara design è da 10 e lode, peccato però per la sua personalità, che cambia da ninja badass a dolcissima sacerdotessa da salvare nel giro di poche puntate, senza alcun motivo apparente. Non potevano accordarsi su una caratterizzazione e tenere quella? Visto che questa non è una serie in cui ci si può permettere di spendere tempo sull'evoluzione dei personaggi.

L'aspetto più interessante di "Dai Shogun" alla fine è quello tecnico: la serie adotta infatti una scelta molto coraggiosa, ovvero quella di privilegiare i disegni (chara design, mecha design, sfondi, abbigliamento dei protagonisti, dettagli di arredamento) sulle animazioni, che sono ridotte ai minimi termini. Per dare l'impressione del movimento le tavole ricorrono ad artifici da anni sessanta, quando le animazioni erano molto più povere di adesso. Si tratta di una scelta che ho molto apprezzato: ben vengano i disegni dettagliatissimi e coloratissimi, anche se il prezzo da pagare è una riduzione sostanziale delle animazioni. In pratica in "Dai Shogun" le uniche parti animate decentemente sono i combattimenti mecha, che comunque durano poco. La qualità dei disegni è tale da compensare ampiamente la scarsità delle animazioni, quindi non vedo nessun problema.

I personaggi sono semplici, ma non antipatici e adatti a una serie di questo tipo, anzi direi migliori della media, che è molto bassa. La serie si fa seguire e non è mai pesante, la consiglio come visione disimpegnata durante le vacanze. Molto fastidioso è il non-finale, che lascia tutto aperto per una seconda stagione. Il mio voto è un 6 più un punto speciale di bonus per la grafica.


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Rygar

Episodi visti: 12/12 --- Voto 8
Le serie tamarre possono suscitare un grande fascino, se ben realizzate, se elementi che rendono la serie "tamarra" sono ben presenti e ben inseriti nel contesto, e perché no, se sanno far ridere nonostante l'eventuale presenza di crudeltà. L'ottima stagione primaverile 2014 ha presentato un certo Dai Shogun. Un prodotto atipico su più aspetti, capace comunque di destare interesse e di coinvolgere l'utenza con le sue trovate (spesso geniali) e la sua stravaganza.

Fuuun Isshin Dai Shogun è un'opera della stagione primaverile 2014 composta da 12 episodi di durata canonica. L'opera nasce come anime.

Trama: tutto si svolge in un Giappone alternativo dove la grande rivoluzione del "Periodo Meiji" del 1868 non è mai avvenuta, di conseguenza il Giappone è isolato dal resto del mondo. Il progresso ha avuto strani sviluppi. Strani robot giganti chiamati "Onigami" difendono il suolo natio contro le navi straniere utilizzando gigantesche armi bianche oppure sparando dei raggi energetici potentissimi. In uno scenario di grande caos politico in cui la famosa Shinsengumi intende combattere la corruzione governativa dilagante, nella città di Nagasaki si narrano le storie di Keiichirō Tokugawa, ragazzo orfano allevato da un'arzilla nonnetta che lavora presso un bagno pubblico gestito da quest'ultima. Keiichirō adora menare le mani (ma detesta gli omicidi) ed è sempre pronto a combattere per trovare avversari sempre più forti, tuttavia non riesce ad avere alcuna relazione col gentil sesso, da una parte afferma di "non esserne interessato", dall'altra parte pare egli soffrire di una bizzarra maledizione. Di fatto, la sua verginità nasconde un grande significato e va preservata ad ogni costo. Un giorno Nagasaki viene insanguinata da una serie di efferati omicidi poiché si suppone che alcuni spietati killer siano alla ricerca di un potentissimo Onigami chiamato Susanoo. Sarà proprio Keiichirō, in quanto erede dei Tokugawa a pilotare il leggendario Susanoo e a portare la "Grande Rivoluzione" in una terra macchiata dalle guerre e dalla corruzione.

Grafica: il giudizio è fondamentalmente spaccato in due. Le ambientazioni sono molto belle, molto curate, ottimo grado di dettaglio. Le animazioni invece… non esistono! O per meglio dire: i personaggi sono animati pochissimo, si muovono a malapena le labbra o gli occhi. Per il resto sono inchiodati negli sfondi (o si muovono come se fossero dei burattini su uno schermo). Strana scelta anche per le animazioni degli effetti speciali (es: esplosioni, fiammate, ecc.) le quali utilizzano immagini reali, il che potrebbe stonare con la natura da cartone animato. Il character design è bellissimo. Il mecha design è molto bello e perfettamente appropriato al contesto (tra l'altro i mecha sono animati pure bene).

Sonoro: non si può certo affermare che il comparto sonoro sia malvagio, anzi. L'opening è molto bella e dinamica, leggermente tamarra. L'ending è più dolce e romantica, splendido brano. OST aggressivi, graffianti, ottimi per le scene d'azione. Ottimi effetti sonori. Splendido doppiaggio.

Personaggi: più tamarri ed estremizzati di così non si può. Una caratterizzazione estremizzata un po' per tutti i personaggi, tant'è che spesso appaiono "prigionieri del loro ruolo", ma poco importa, per la tipologia di serie vanno più che bene. Il fattore introspettivo/psicologico è presente ma in natura minima, mentre è più incisivo il fattore evolutivo. Ottima interazione.

Sceneggiatura: l'opera punta tutto sulla tamarraggine e sull'esagerazione. La gestione temporale è diretta, praticamene priva di flashback e senza salti temporali. Il ritmo è piuttosto veloce. Le scene d'azione sono presenti in grande abbondanza, così come lo è la violenza e la morte. Lo stesso fanservice è ben presente nelle varie puntate, enfatizzando la grande bellezza delle procaci fanciulle. I dialoghi sono ottimi.

Finale: un grande punto interrogativo. Si potrebbe affermare che un primo arco narrativo si sia concluso, ma che dire del resto? Troppi interrogativi sono irrisolti, di completo c'è ben poco e non sono trapelate notizie riguardo ad un'eventuale seconda serie.

In sintesi: Dai Shogun è senz'alcun dubbio un bel prodotto. Esagerato, particolare, estremizzato, pacchiano, esuberante, sovrabbondante e molto divertente. Appassiona e sa intrattenere nonostante l'infelice scelta di non animare i personaggi. Quest'opera è consigliata agli amanti delle serie estreme e tamarre, che non si scandalizzano dalla violenza e dal fanservice, e che comunque vogliono farsi qualche sana risata.