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JokerRoses

Episodi visti: 12/12 --- Voto 5
"La corda d'oro: Blue Sky" è sicuramente stata una delle delusioni più grandi tra gli anime che ho visionato quest'anno e a cui mi sento di non dare 4 per via del mio rapporto con la prima serie. Sapevo e so tuttora che il genere reverse harem, come anche altri generi, punta per arrotondare sulla musica per questione di marketing, ma almeno solitamente, sebbene ci siano sempre un po' di problemi a livelli di svolgimento, gli anime come "Uta no Prince Sama" scorrono veloci. Non è questo il caso.
Per coloro che non ne fossero a conoscenza questo anime non solo viene definito il terzo di una saga che sicuramente meritava di più, ma ha avuto anche un piccolo manga, tutt'ora in corso. La mia esperienza era nata con l'illusione di vedere di nuovo le caratteristiche che avevano fatto la differenza nella prima serie e che nella seconda erano venute un poco a mancare, ma dire che qui i direttori del progetto avevano bevuto il giorno prima di mettere in scena un tale obbrobrio è dire poco.

<b>Attenzione: questo paragrafo può contenere spoiler</b>

Kanade è una di quelle protagoniste fantoccio come ce ne sono in tutti i reverse harem, sebbene in questo caso manchi completamente di raziocinio (come nel caso degli appuntamenti con uno dei rivali) e il suo aspetto non sia da meno - perché infatti, altra nota dolente di questo aborto, è il pessimo character design, come dimostrano anche i colori scelti per le capigliature dei protagonisti, che già altri hanno sottolineato nelle loro recensioni. Attorno a lei, violinista che ancora deve sviluppare il suo carattere musicale, girano diversi componenti maschili, appartenenti a quattro scuole e bande diverse, di cui una non solo è frequentata dalla protagonista forzatamente su richiesta dell'amico d'infanzia, ma rappresenta anche uno dei pochi legami con la prima e la seconda serie. I protagonisti sono poco sviluppati, cosa che mi ha molto sorpreso, visto che in generale se c'è una cosa che non manca mai nei reverse harem è un minimo di "dietro le quinte" sui diversi personaggi: gli unici infatti di cui sapremo vagamente di più saranno, oltre ai due fratelli (in lotta tra loro per motivi futili), l'antagonista (che è l'unico personaggio per cui ho provato empatia e che probabilmente mi porta a dare 5), leggermente esagerato nel suo carattere e vagamente folle, il teppistello dolce che suona la tromba, rovinato come personaggio da una cicatrice terribile sulla faccia, e i due biondini della serie, ovvero il bonaccio della situazione che bonaccio non è, con il violino elettrico e le rose incorporate, e il pianista che anche lui nelle sue stranezze mi è vagamente piaciuto, ossessionato dall'obiettivo di trovare l'amore che serve alla sua musica. Gli altri sono per così dire abbandonati a sé stessi e alle loro frasi e gesti stereotipati. Voglio far notare inoltre che un personaggio in particolare sembra stato modificato leggermente d'aspetto, di carattere e strumento, e reinserito in questa serie (ovvero il secondo violino elettrico, che in realtà per colore di capelli è riconducibile al flautista della prima serie). E se nei precedenti capitoli la magia aveva costituito una componente essenziale per la riuscita delle vicende dei protagonisti e aveva dato anche un tono di originalità, qui viene completamente ridicolizzata e limitata alla comparsa di una fatina solo in due episodi, ma senza un effettivo significato; se nella prima serie la fatina aveva donato delle capacità musicali alla protagonista da far invidia anche al primo violino del teatro dell'Opera, qui non fa altro che creare suggestioni visive negli ascoltatori che si ritrovano ora in un prato, ora in un cielo, ora nell'ombra (altro che suggestioni, secondo me per compensare la ridicolaggine dei musicisti hanno distribuito stupefacenti al pubblico - si noti tra l'altro l'uso degli stessi fotogrammi per il suddetto tra un episodio e l'altro). Da annoverare anche una gara tra bande scolastiche che gara non è, visto l'esito delle performance musicali e riscontri psicologici privi di alcun tipo di logica (si veda il caso dell'episodio della banda femminile in cui sinceramente non ho visto altro che il cattivo gusto) o ancora la mancanza di una vita scolastica (tra l'altro il modo in cui si porta avanti l'entrata del fratello minore del capo banda e di Kanade stessa all'interno dell'ensemble è vergognoso).

<b>Fine parte contenente spoiler</b>

La serie è stata, ricapitolando, ricca di flop e cliché, nulla in confronto alla prima serie, che aveva regalato agli spettatori un certo interesse per la musica classica che qui invece, oltre ad essere stata storpiata nella sigla, è stata monotona in tutti gli episodi (l'unica componente musicale carina infatti è l'ending, che cambia in ogni episodio, e lo stacco tra una performance e l'altra), o in confronto ad altri titoli del suo genere.
Sconsiglio la visione non solo a coloro che amano il genere, ma anche a coloro che sono affezionati alla prima serie, di cui tra l'altro compariranno due personaggi (vi lascio almeno questo appiglio).


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Arashi84

Episodi visti: 12/12 --- Voto 4
I fratelli maggiori, si sa, possono essere parecchio egoisti. Crescono con te, giocano con te, si prendono cura di te… ma un bel giorno decidono che devono andare per la loro strada, e fuggono via lontano, lasciandoti indietro. Ritsu Kisaragi segue esattamente questo copione, richiamando a sé dopo qualche anno, il fratellino Kyoya e Kanade, l'amichetta d'infanzia con cui erano soliti suonare. I due si trovano praticamente costretti ad iscriversi allo stesso istituto dell'occhialuto fratellone allo scopo di entrare a far parte del di lui ensemble che parteciperà ad un'importante competizione musicale. Kyoya, che ha un po' di cervello e rispetto per se stesso, inizialmente va contro la decisione arbitraria del fratello, mentre Kanade, che ha la personalità di un cencio, si mostra più propensa ad accettare la situazione. Tra mirabolanti sfide, minacce di distruzione, insulti gratuiti, drammi familiari e concerti in cui il pubblico vive momenti di estasi e allucinazioni collettive, Kanade crescerà come persona e come musicista, fino a sbocciare (o almeno, così dicono).

"La Corda d'Oro: Blue Sky" è una delle cose più ridicole, demenziali e per niente divertenti che la mente umana possa aver concepito in secoli di reverse-harem. Come ogni reverse che si rispetti, troviamo la classica protagonista demente alle prese con tanti bei ragazzotti dalle personalità fortemente stereotipate; fin qui nulla di strano, il copione è sempre quello. I ragazzi son belli e le loro chiome dagli accecanti e fulgidi colori catturano subito l'attenzione dello spettatore che, prima di riuscire ad imparare i nomi, li identificherà con il colore dei capelli: "A me piace quello con i capelli azzurro cielo", "A me piace quello biondo paglierino", "A me piace il blu notte", "A me il verde prato" e via dicendo. La cosa migliore di questi ometti però, è appunto la colorazione dei loro capelli, il resto è un baratro che conduce al peggior girone infernale. Sono davvero tanti, impossibile descriverli uno per uno, ma almeno su quelli che mi sono rimasti più impressi, due paroline davo spenderle! Abbiamo l'amico d'infanzia, l'unico che davvero sembra tenere sinceramente a Kanade e uno dei pochi apparentemente privo di problemi psichici (è solo un po' permaloso, ma suvvia…). Peccato che però sin dalla prima puntata assuma il ruolo di Re della Friendzone, tanto da far invidia a Sir Jorah Mormont. Poi abbiamo lo stalker psicopatico dal bel faccino, quello che deve scoprire cosa sia l'amore e pensa bene di costringere la prima che passa (Kanade) a fargli da fidanzata. Poi c'è il duro fuori e morbido dentro, che in faccia ha un'enorme cicatrice procuratagli da un orso mentre si allenava tra le montagne ma che in realtà salva i gattini dalla strada. Lui è così duro e puro che non indossa correttamente la giacca dell'uniforme, la tiene appoggiata sulle spalle perché infilarsi le maniche è troppo sbatti e non fa figo! Poi c'è il biondo truzzo abbronzato che dispensa sorrisi e lancia rose ma che insulta Kanade senza motivo… magari è solo tsundere. Poi c'è il mio preferito, il rosicone, uno che si dà tante arie di superiorità ma che in realtà odia a morte Kanade per fatti successi 7 anni prima, quando erano ancora dei bimbetti. Il corollario di fighi dalla personalità disturbata è molto ampio, ma è bello scoprirli puntata per puntata. Nonostante il rapporto malato che questi tizi instaurano inizialmente con Kanade, alla fine cadono tutti vittima dell'anonima ragazza, non si sa perché e per come diventano praticamente dei lacchè pronti a sacrificare tutto pur di aiutarla a far sbocciare il suo talento. Sulla caratterizzazione di lei è anche inutile soffermarsi; se nei primi due episodi sembrava in grado di mettere due parole in fila con un nesso logico, velocemente inizia la caduta libera verso la demenza e la passività totale. Memorabile la scena in cui lo stalker psicopatico le chiede di ripetere frasi come "Io sono la tua ragazza" e lei lo fa senza battere ciglio. Ovviamente è buona, cara, si preoccupa per tutti, riesce a superare le sue debolezze grazie alla grande determinazione del suo animo, e come ogni eroina, ha la capacità di crearsi un harem senza neanche rendersene conto. D'altronde, cadere dal pero è ciò che riesce meglio a questo tipo di protagoniste.

Se il più grande difetto della serie riguarda proprio la caratterizzazione dei protagonisti, da meno non sono le situazioni in cui essi sono invischiati. La storia è semplicemente atta a mostrare il talento di Kanade che, aiutata dai bei fusti, fiorisce di volta in volta durante la competizione musicale. Però, quello che ancora mi chiedo è: ma Kanade, ha davvero tutto questo talento? Si mostra sin dall'inizio come una musicista mediocre, così poco responsabile verso i suoi compagni da pensare quasi che sia ingiusto vincere gettando nell'oblio i suoi avversari, tutti le dicono che non riesce a suonare con passione, che la sua musica manca di questo e quello… all'improvviso però, al momento dell'esibizione, ecco avvenire il miracolo. Kanade pensa (che parolona) di dovercela mettere tutta e via alle allucinazioni collettive del pubblico: gente che svolazza, paesaggi che fluttuano, cieli azzurri, papere volanti (ah no, quello è Kamigami), trasporto emotivo… et voilà, la vittoria alla sua squadra. No davvero, non si capisce perché questi vincano anche se i loro avversari fanno esibizioni perfette mentre loro sbagliano sempre qualcosa. Senza contare poi che più che una sfida musicale, sembra una vera guerra; i personaggi non fanno altro che parlare di "Campo di battaglia", "Conquistare il Giappone", "Distruggere gli avversari", "Annichilire Kanade"… Cielo, ma dove sono la sportività e il sano amore per la competizione? Ad aggravare il tutto ci si mettono anche padri da servizi sociali, manager demoniaci, traumi infantili di bassa lega, rapimenti, disturbi ossessivi, psicosi varie e quanto di peggio sia possibile immaginare. Terribilmente irritante è il comportamento degli sconfitti, che dopo aver dichiarato guerra e augurato morte e distruzione, diventano i migliori amici del gruppetto rivale e arrivano a fare i salti mortali pur di sostenerli e accompagnarli alla vittoria. Ok il rispetto per chi si è dimostrato più bravo di te, ma questi sembra più che diventino i fanatici seguaci di una divinità che tutto trascende.

Il comparto tecnico non risolleva minimamente la situazione: graficamente si parte abbastanza bene, con un bel chara e animazioni discrete, ma nel corso degli episodi i ragazzi diventano sgorbi e le animazioni li rendono mobili quanto dei burattini da ventriloquo. Sul finale sembra che si torni a livelli decenti ma è solo un'illusione. Come sempre, buono il doppiaggio, anche se vedere certi nomi su personaggi tanto orribili, fa solo venire tristezza. Carina l'opening (cantata appunto dai doppiatori), abbastanza insulsa l'ending.

Non ho visto la serie principale da cui questo spin off è tratto, ma "La Corda d'Oro: Blue Sky" è uno dei reverse più antipatici che abbia mai visto, mi spiace dato che i fan della serie precedente la definiscono molto buona, non oso immaginare il loro rammarico. Passi la protagonista indecente ma se nemmeno i ragazzi sono fatti come il Cielo comanda, allora non so cos'altro salvare da questa storia. I personaggi sono antipatici e non fanno manco ridere, roba che i protagonisti di "Diabolik Lovers" a confronto vincono il premio simpatia e quelli di "Kamigami no Asobi" il premio per l'intelligenza. In sostanza, sconsigliato in toto, non c'è niente di buono da prendere, meglio farsi quattro risate con le divinità imbecilli di "Kamigami no Asobi", quelli almeno sono cretini, consapevoli e felici di esserlo.


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alisa

Episodi visti: 12/12 --- Voto 4
Inutile è l'unico aggettivo che può descrivere questo anime.

Inutile la protagonista, totalmente priva di personalità, abbindolata dal classico 'figaccione' di turno, con il quale instaura dialoghi profondi e forbiti tanto quanto un segnale di divieto di sosta. Inoltre, la scelta nel doppiaggio di una vocina smorta (veramente insopportabile) incide ulteriormente sull'assenza di carattere di Kanade, rendendola indigesta al genere umano femminile con un minimo di dignità.

Inutili i protagonisti, tredici complementi d'arredo esposti ad uso e consumo di scenette talmente stereotipate da risultare ridicole, vedi i consueti sguardi torvi modello tsundere, dichiarazioni d'amore basate sul nulla (della serie "Vuoi da bere? Si, anch'io ti amo") e la canonica gita in piscina per esibire i pettorali da macho-man (questa volta con piacevoli eccezioni).

Inutile la sceneggiatura, che cerca di creare tensione e colpi di scena architettando un concorso dal finale prevedibile, ignorato persino dagli abitanti in loco (metà della sala concerti è praticamente deserta). A movimentare poi la trama (inesistente) gente che spunta magicamente come i funghi dei risotti liofilizzati Knorr, tra i quali i mitici personaggi dell'inimitabile prima serie, oramai adulti. Confesso che mi ha procurato un enorme piacere vedere Tsukimori, Hinata & Co., ma la loro comparsa ha scaturito subito un logico quesito: "Non era meglio completare la "Corda d'Oro" principale (seguendo la dignitosa conclusione del diciassettesimo volume del manga) piuttosto che addentrarsi nello spin-off "Blue Sky" (il cui manga è stato interrotto al primo volume)?"

Si poteva rilanciare il merchandising legato agli otome game in qualsiasi altro modo, evitando così al mondo siparietti tragicomici, dove la musica passa letteralmente in secondo piano, schernita da allucinazioni collettive, tra tormente di neve, fasci luminosi e volte celesti paradisiache.
Il sorgere di un'emozione nell'ascolto di una melodia è individuale, non può essere ricondotto a un fenomeno di massa.