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micheles

Episodi visti: 21/31 --- Voto 5
Il robotico anni settanta nasce come prodotto per famiglie, pensato per ragazzi di tutte le età e con elementi che possano essere graditi anche a fratelli/sorelle maggiori, zii, genitori e nonni. Per esempio in Mazinga Z abbondano i battibecchi tra Koji e Sayaka, nel Grande Mazinga le scene splatter, in Goldrake le storie d'amore tragiche, tutti elementi non adatti ai bambini di giovane età. Balatak invece opta per una scelta diversa: si rivolge esclusivamente a un pubblico infantile, direi addirittura di età prescolare. Questa scelta lo penalizza pesantemente agli occhi di uno spettatore adulto, e va quindi valutato molto attentamente, paragonandolo ad altri prodotti per la stessa fascia d'età e della stessa epoca. Il problema è che anche paragonandolo ad anime per bambini di giovanissima età come quelli di Tezuka o Ishinomori (Capitan Jet, Chobin il Principe Stellare, ...) Balatak ne esce con le osse rotte: rispetto a questi classici Balatak non è in grado di prendere, di commuovere e neanche più di tanto di divertire, perché l'umorismo slapstik è davvero di bassa lega. Le gag demenziali sono ripetive al massimo e possono far ridere solo i bambini sotto i sei anni: i cattivi sono quanto di più ridicolo si sia mai visto in un robotico. In un robotico serio le scene demenziali fanno ridere, perché sdrammatizzano la tensione (gloria imperitura al Boss Robot!) ma in un robotico del tutto disimpegnato come Balatak stancano presto. Anche perché i nemici sono piuttosto insulsi e non hanno nulla della simpatia dei cattivi della Time Bokan, tanto per fare un esempio della stessa epoca.

La trama è ridotta ai minimi termini: gli extraterrestri Shayzak del pianeta Ypsilon giungono sulla Terra a portare un messaggio di pace del loro presidente, ma il comandante Goldeus disobbedisce agli ordini e comincia una guerra. Rapisce madre e fratello del protagonista Yuji, figlio del professor Kato e per trenta puntate Yuji, insieme ad altri quattro ragazzi cerca di liberarli combattendo con il robot gigante Balatak costruito dal padre. Diciamo la verità, il robottone è orrendo dal punto di vista estetico; i disegni sono estremamente semplificati, la animazioni povere, il doppiaggio sugli standard medio-bassi del periodo. Si salva l'ottima opening e il chara design è simpatico, per quanto molto infantili. Le gag demenziali sono ripetive al massimo e possono far ridere solo i bambini sotto i sei anni: i cattivi sono quanto di più ridicolo si sia mai visto in un robotico, le gag sono demenziali (per esempio il comandante Goldeus esce dal monitor e picchia il suo sottoposto Gael) e ingenue, a base di martellate in testa, ubriacature e gran mangiate.

Cosa si può salvare? Opening e ending, ottime per il genere e per l'epoca, opera di un professionista come Akihiro Komori (Astroganga, Raideen, Jacky e Nuka, Banner, Belle e Sebastien, Bun Bun, eccetera). Salvo anche il doppiaggio italiano, in particolare ricordo la presenza di Vittorio Stagni come voce di Mack: lo si riconosce perché ha la stessa voce del beneamato Rambos in Tekkaman. Balatak ha anche molti elementi originali che lo rendono diverso da un robotico standard. In particolare il robot è comandato a distanza tramite onde telepatiche, non pilotato. Non ha il colpo finale (cosa rara negli anni settanta) che viene sostituita da tre trasformazioni oltre alla forma base: Nera (per muoversi sottoterra), Blu (per muoversi in aria) e Verde (per muoversi in acqua). I cinque piloti (idea tipica delle squadre super sentai, inventata dai Gatchaman nel 1972, passata ai tokusatsu televisivi nel 1975 con Gorenger e trasmessa al robotico nel 1976 con Godam e Combattler) sono i soliti, ma in più hanno anche dei poteri esper, come in Babil Junior. Originale è il fatto che i nemici non vogliano invadere la Terra, sono anzi pacifici, è solo il comandante Goldeus che vuole iniziare una guerra per infantilismo più che per un vero motivo. Qualche battuta fa sorridire, come per esempio la gag di Goldeus che fa la pipì a letto, oppure il modo in cui i cattivi scoprono la base dei buoni: chiedono in giro telefonando a tappeto, comprano un Balatak giocattolo in un negozio e infine vengono guidati da un bambino che canta la canzoncina dell'anime; il tutto fa ridere pensando alle difficoltà che hanno invece incontrato i Vegani alla ricerca della base segreta di Goldrake. Nel complesso però la visione è abbastanza noiosa e confesso che ho saltato una decina di puntate sulle trentuno totali. Evitabile.