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ALUCARD80

Episodi visti: 12/12 --- Voto 8
“-Non mi serve a niente venire lassù per vedere il tramonto!
-Non lo puoi sapere fin quando non scali il muro. Certo se non provi, non c’è niente da vedere.”

Sinossi? Non proprio. Più che altro, importante preludio all’anime di cui andiamo a discutere, racchiuso nel suddetto scambio presente nei primissimi episodi: un crescendo gentile ma importante, un veicolo di motivazione tanto pacato quanto insistente… questo è «Barakamon».
Forte di un comparto sonoro / d’ambiente d’alto livello (opening notevole, ending eccezionale firmata Noisy Cell, gli stessi di «Death Parade»), animazioni discrete e una fluidità di narrazione davvero invidiabile, questo slice of life da dodici episodi piuttosto atipico – nato da un’idea decisamente originale – ci racconta le vicende di Seishu Handa, giovane calligrafo arrogante e suscettibile, che in seguito a un’aggressione nei confronti di anziano critico del settore reo d’aver stroncato le sue opere - etichettandole come “troppo conformiste”, banali ed anonime - come punizione sarà spedito (dal padre) su un’isola del sud del Giappone, molto lontano, lontanissimo, in modo da poter riacquistare serenità e riflettere sui propri eccessi, recuperare l’equilibrio interiore non che trovare il modo di migliorare la propria arte.
Messa in questo modo, sembrerebbe un incipit piuttosto vivace, ma nel contempo drammatico e decisamente serio, eppure non è (solamente) così: «Barakamon» si rivela sin da subito allegro, a tratti comico, irriverente, senza dubbio spensierato. È proprio “spensieratezza” la parola chiave, non che finalità della trama, un dipanarsi d’eventi agrodolci e scoppiettanti che trascineranno Handa fra le vicissitudini dei curiosi, singolari e simpaticissimi abitanti dell’isola di Goto.

«Barakamon», dicevamo. Ma cosa significa?
Letteralmente, “persona vivace”; ma non si riferisce certo allo spento, introverso e silenzioso Handa, bensì ad una bambina di nome Naru che il giovane maestro calligrafo incontrerà sull’isola, con cui trascorrerà praticamente ogni giornata e di cui si prenderà inevitabilmente, buffamente, dolcemente cura – e viceversa (sì, esatto, anche viceversa, perché ciò che i bambini possono insegnare agli adulti è qualcosa di così prezioso e unico, che raramente viene valorizzato come andrebbe fatto).
Naru, bimba estremamente allegra, casinista come tanti altri suoi coetanei, un uragano in cerca di sorprese, insetti rari e colorati, pronta a tuffarsi dalla scogliera più alta senza paura alcuna, afferrare un pesce a mani nude o zupparsi le mani nell’inchiostro del suo nuovo amico, facendolo uscire dai gangheri. In poche parole, una bimbetta iperattiva e dalla voce squillante, la base della “cura” di cui Handa ha bisogno, e che nel contempo non sa di necessitare… simpatico, sì, eppure delicatissimo, grazie ad una sottotrama di dolcezza davvero unica.
Dai disegni puliti e dal tratto lineare, tuttavia confuso e poco preciso là dove c’è “bisogno di caos” (così da richiamare perfettamente l’improvvisata ispirazione della scrittura su carta del nostro giovane sensei), la trama traccia con inchiostro simpatico – sì, è il caso di dirlo, e no, non scomparirà mai – una storia che s’appoggia su una solida base di comicità semplice e schietta, ma che imbastisce su essa una struttura matura, dai pensieri per lo più positivi e che ci permetterà di esplorare attraverso il filtro del protagonista il piccolo paesello sull’isola di Goto, dov’egli andrà a dimorare, sia per fermarsi e riflettere, sia per raccogliere le idee su cosa vorrà fare in futuro, ma soprattutto, chi vorrebbe davvero essere/diventare.
Cogito ergo sum, potremmo riassumere, ma cosa sum, esattamente? Lo si scoprirà di episodio in episodio, in un tenue crescendo, semplice e liberatorio.

L’umorismo adottato, come sopracitato, è fantastico: fa subito presa sullo spettatore. Semplice, a volte leggermente banale e diretto, va subito al punto e strappa più di una genuina risata, permeando l’intera storia a ondate di varia intensità, anche se, nonostante non lo si percepisca sin dall’inizio (e questo da un lato non è un bene), il reale filone conduttore che unisce ogni elemento è invece molto serio, ed inequivocabilmente introspettivo. La capacità degli autori di passare repentinamente da situazioni grottescamente comiche (ed infantili, poiché la componente bambinesca è marcata e splendida!), a momenti di matura riflessione è notevole; tuttavia, capita che queste gag possano risultare ripetitive soprattutto nella prima metà dell’anime, facendo perdere di tensione e spessore determinati frangenti che avrebbero potuto essere valorizzati in modo differente, senza (fortunatamente) intaccare eccessivamente la qualità dell’opera.
Presto, la struttura narrativa si incanala verso una direzione ben precisa, sfruttando un ritmo piacevole, cadenzato ed espressamente estivo, fra notti stellate, cicale stridenti, pesce arrosto attorno ad un falò, festival affascinanti e immancabili fuochi d’artificio. Lo slice of life matura crescendo di episodio in episodio, proponendosi allo spettatore come un dolce pendio in lenta e salita, verso nuove esperienze quotidiane nella calda estate isolana in cui Handa è stato catapultato, e, al tempo stesso, piacevolmente “esiliato”.
IsolaNo di fatto e isolaTo da problemi, estraniato dal caos cittadino e lontano dai soffocanti ritmi della vita lavorativa comincia a focalizzarsi su tali esperienze, circondato dal gruppetto di bambini, ragazzini e adolescenti che gli stravolgono casa, vita e pensieri, amalgamandosi e stringendo amicizia con lui, giorno dopo giorno, senza nemmeno che Handa se ne renda conto. Amici, merce rara e preziosa, e potremmo anche dire unica, quando si rivelano veri.
Si crea così un legame che mai, il protagonista, avrebbe immaginato di poter sperimentare. Dolente o nolente, il sensei si troverà ad affrontare situazioni nuove, difficoltà mai affrontate che potrà risolvere soprattutto con le proprie forze, talvolta aiutato e supportato dai suoi nuovi amici e dall’altruismo degli abitanti del villaggio - che ben presto lo cominceranno a trattare come vero e proprio ospite d’onore dell’isola. Con tali premesse e scenari, l’anime si avvia così verso una conclusione toccante, attraverso il più classico dei festival estivi, con gli occhi e i cuori al cielo, mentre le stelle vengono oscurate dagli hana-bi (fuochi d’artificio), in una scena profondissima e nel contempo rilassante, apripista ad un intenso epilogo, inaspettatamente commovente: amici, ricordi familiari e difficoltà relazionali, genitori e crescita interiore… gli ingredienti ci sono tutti.

«Barakamon» è una piccola lezione di vita, narrataci forse con troppa leggerezza, ma il messaggio ci arriva eccome. Il giovane ed irruento protagonista impara via via nuove lezioni di vita, talvolta traendole da situazioni assurde, paradossali e anche ilari, ma anche ansiogene e decisamente stressanti, scoprendo che sono proprio le difficoltà quotidiane a forgiare la sicurezza interiore che metterà le radici nella sua testa - nel modo più deciso e genuino.
Così, fra un litigio con Naru, una lezione di calligrafia impartita a due giovani liceali e alle prese con situazioni sempre più stravaganti legate al sindaco locale, Handa scoprirà che la ricerca della felicità non è un vagabondare affannato mentre ci si osserva intorno ossessionati dal successo, dai soldi, dalla vittoria o dal prestigio, tutt’altro: per quanto la gente che ci circonda (e riteniamo importante) riversi su di noi le proprie aspettative e i propri desideri, non possiamo impiegare costantemente le nostre forze per accontentare e soddisfare tali richieste, altrimenti non potremo mai dedicarci a noi stessi. Suona egoistico, ma è tremendamente sano ed è l’unica chiave per cominciare a cercare la felicità, che passa senza dubbio dalle porte della serenità: chi ci ama davvero saprà comprendere che la nostra felicità viene prima di ogni risultato, e che un fallimento o un successo, nel corso della nostra esistenza, non possono definirci né condizionarci in assoluto; sono semplicemente lezioni da cui trarre gli insegnamenti più preziosi.

Sì, può bruciare.
Sì, può far male.
Ma non come la paura ci fa credere.

Ciò che intraprendiamo dovremmo farlo prima di tutto per appagare noi stessi e se questo viene apprezzato da chi ci sta accanto, tanto meglio: è sicuramente più sano cercare di migliorarsi per far contenti (anche) noi stessi, che cercare la costante approvazione di chi reputiamo importante come specchio delle nostre soddisfazioni.
«Barakamon» possiede un finale toccante, dolcissimo, velato di malinconia, con un colpo di scena che chiude il cerchio dell’amicizia la cui traccia è cominciata il giorno stesso in cui Handa è giunto sull’isola: l’ispirazione per le sue opere finali arriva grazie ad esperienze vissute, all’immaginazione e all’applicazione del talento innato.
La gente dell’isola lo avrà davvero cambiato? E come?

Si può tranquillamente asserire che la vera bellezza di questa serie risiede nella morale, semplice quanto importante: fin quando cercheremo di essere ciò che gli altri vogliono, invece di essere chi desideriamo davvero, non troveremo mai la vera serenità.
L’estate di Seishu Handa si può così definire quindi un vero e proprio viaggio di formazione, più verso la maturità intellettuale e spirituale che semplicemente professionale, ed egli stesso, alla fine, comprenderà molto bene e molto a fondo cosa gli preme e cosa è davvero importante, sopra ogni cosa, sopra ogni effetto materiale.
Catartico, semplice, genuino: uno di quegli spaccati di vita piacevoli e di puro intrattenimento.
Dove finisce un viaggio, ne comincia un altro. Dove termina un’esperienza, ne inizia un’altra.
Non è questa, la vita?


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Energia

Episodi visti: 12/12 --- Voto 3
Non ho avuto la sensazione che i temi trattati fossero ben fatti, tenendo soprattutto il conto che ognuno di loro era di per sé importante. Mi sembravano troppo superficiali e incompleti. Per ognuno di essi veniva dedicato qualche minuto che a parer mio non era abbastanza per poter esaurire a fondo un determinato tema.

L'humour spesso era troppo ridicolo per via dei personaggi isterici, che poi spesso urlavano come pazzi e ciò mi infastidiva parecchio. A un certo punto le scene "umoristiche" diventavano addirittura ripetitive (ad es. fate conto di quante volte c'erano scene in cui i vari personaggi erano disgustati dagli insetti perdendo di conseguenza la testa, cominciando ad urlare e a muovere le braccia e le gambe senza uno scopo preciso).

Tra una varietà di personaggi presenti nell'anime, solo il protagonista in un certo senso matura, ma solo per quanto riguarda il suo approccio verso la calligrafia. Per uno che ha ventitré anni è decisamente troppo infantile, tant'è che dedicava molto del suo tempo con persone molto più piccole rispetto alla sua età. Capisco che una persona possa giocare con loro per un paio di volte, giusto per ridere un po', però ad un certo punto basta. "Chi va con lo zoppo, impara a zoppicare"...

Ho apprezzato il clima del paesino, la gente cordiale che crea un'atmosfera che ti fa sentire di stare a casa e la presentazione di cosa sia la calligrafia per i giapponesi, ma nulla di più.


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Nekokuro

Episodi visti: 12/12 --- Voto 9,5
"Barakamon" è uno di quegli anime con una trama semplice, capace di approfondire alcuni aspetti che tutti noi, almeno una volta nella vita, abbiamo sperimentato. Sto parlando della mancanza di fiducia in se stessi.
Infatti, il protagonista (Seishu Handa) è un calligrafo che, vedendo rifiutato un suo lavoro, perde totalmente fiducia in quello che fa e che è. Per questo motivo (obbligato dal padre) si trasferisce su un'isola il cui stile di vita è esattamente agli antipodi di quello di città. Nonostante le prime difficoltà di adattamento a quel nuovo ambiente, Handa durante il suo soggiorno matura su molti punti di vista e impara ad apprezzare tutto quello che lo circonda. Il suo mutamento psicologico trovo che sia reso in una maniera tanto delicata quanto evidente. Infatti nel corso degli episodi vi è sempre un qualche elemento che denota la sua crescita (molto spesso aiutata dagli abitanti dell'isola). Tutti i suoi cambiamenti sembrano accompagnati dai paesaggi suggestivi e ricchi di spunti riflessivi dell'isola che il protagonista impara ad ammirare in silenzio meditando tra sè e sè. Infatti, noto che tutti gli elementi naturali del posto creino perfettamente quelle occasioni di riflessione che si ambisce a trovare almeno una volta nella vita.
Oltre ai paesaggi, penso che anche i disegni dei personaggi dell'isola siano creati per dare un'idea di spensieratezza (mi riferisco in particolare alla piccola Naru). Per quanto riguarda il carattere dei personaggi, ognuno di essi presenta una particolare caratteristica che li distingue e forse è proprio per questo che i siparietti comici risultano alquanto divertenti (per esempio la combinazione tra Naru e Handa risulta sempre molto comica e coinvolgente). Per concludere ho trovato "Barakamon" una serie decisamente gradevole, tanto da guardare tutti gli episodi di seguito. La consiglio vivamente ad un pubblico che cerca temi un po' più seri e non i soliti temi visti e rivisti. Ho adorato alla follia questa serie, per cui il mio voto non può che essere un 9,5 meritatissimo!

Utente70577

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Utente70577

Episodi visti: 12/12 --- Voto 8,5
Nel corso dei secoli la calligrafia è stata in diverse parti del mondo, seppur chiamata in modi diversi, una vera e propria arte fondamentale nel riportare e quindi scambiare informazioni. Anche se caduta quasi in disuso, tanto da non risultare raro incontrar qualcuno che non sappia cosa faccia un calligrafo, ho sempre trovato quest'arte affascinante per molti motivi, pertanto non potevo farmi sfuggire un anime che avesse come argomento principale la calligrafia.
"Barakamon", anime del 2014 e adattamento dell'omonimo manga, è stato, per me, una visione fuori dal comune che è riuscita a distinguersi dai molti altri prodotti di genere slice of life.
Tormenti a causa di una mancanza di fiducia in sé stessi, l'importanza della natura, la vera origine della scrittura intesa come una forma d'espressione del carattere umano e, quindi, l'uscita dai soliti schemi conformistici e il percorso per giungere a questa uscita: tali sono i temi che "Barakamon" tratta in modo eccellente.
Un'opera che non scorderò e che, nel non scordarla, consiglio a chiunque, specie a coloro che ignorano molto o tutto sul mondo della calligrafia, poiché dopo la visione di quest'anime potrebbero appassionarsene in modo travolgente, sognando di ridere beati sporchi d'inchiostro come il nostro protagonista.


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Emy89

Episodi visti: 12/12 --- Voto 9,5
Attenzione! La recensione conterrà dei piccoli Spoiler.

Parto dicendo che questa serie l'ho adorata dalla prima all'ultima scena.
Handa Sensei all'interno dell'isola ha avuto un percorso evolutivo molto profondo, non solo ha imparato che avere degli amici che ti sostengono e che si preoccupano per te è una parte vitale della vita di ognuno, ma ha imparato anche cosa significa divertirsi, alle volte anche pericolosamente, alle volte anche esagerando.
Ho trovato questa serie molto matura sotto certi aspetti, Handa parte da un carattere introverso e antisociale, si trova ad affrontare mille "rotture", partendo da Naru, una bambina che sembra affezionarsi subito al Sensei, e che lo aiuta ad affrontare piano piano il suo carattere introverso, arrivando allo scaldabagno rotto. Insieme a tutti gli altri ragazzi e bambini, che piano piano entrano nella sua vita, Handa riesce non solo a maturare ma anche a mettere da parte la parte di sè troppo concentrata sul lavoro, che gli causa anche una, chiamiamola, "malattia da stress", aiutandolo così a distendersi e a trovare quella pace interiore che probabilmente gli mancava.

Trovo che questo anime abbia tante sfaccettature, quella che colpisce di più ovviamente è quella comica. Ho adorato tutte le scene, non c'è stato un momento in cui io mi sia annoiata nel guardarlo. Le vicissitudini che affronta il protagonista, appena entrato in quel mondo, da un mondo completamente diverso che è quello di città, sono esilaranti quanto profonde. Riescono a trasmetterti a mio parere la felicità che prova il protagonista nel fare sempre qualcosa di nuovo, qualcosa che lui non ha mai avuto modo di provare, ed è una cosa che affascina.

Un'altra cosa che ho apprezzato molto dell'anime è il disegno. Sono del parere che questi siano i disegni migliori, non troppo quadrati ma neanche troppo tondi, rispecchiano molto di più la realtà, ed è una cosa che mi piace parecchio. Senza parlare dei disegni dei panorami dell'isola, molto ben curati, e se guardi attentamente, sembra che tu sia lì con lui a goderti quel meraviglioso panorama, o a guardare le stelle.

La fine mi ha lasciata un po' perplessa, ho amato la scena con i genitori, il fatto che ce li abbiano mostrati dà un po' più di senso al tutto. Non so veramente cosa dire perchè ce li hanno fatti gustare veramente poco, a parte che amo e amerò per sempre la madre di Handa.
Ma, ritornando alla fine della serie, dico che mi ha lasciata un po' perplessa perchè mi aspettavo più emozioni. Non so come definire la mia sensazione, ma quando ho visto la chiamata con i ragazzi dell'isola, mi sono commossa a tal punto che speravo per il finale di averle se non le stesse almeno in parte. Ma purtroppo non è andata così, magari avrei preferito vedere un abbraccio da parte di Handa per Naru, a testimoniare il fatto che le mancava veramente tanto la bambina, ma non è arrivato. É arrivato però il lavoro finito di Handa, con tutti i nomi dei ragazzi, con quello di Naru al centro. Qualcosa di veramente dolce, che però allo stesso tempo non mi ha dato la stessa soddisfazione della chiamata mentre lui era a Tokyo e dove si vedeva chiaramente che gli mancavano tutti.

Concludo dicendo che questo anime è sicuramente da vedere. Penso sia fatto per chi come me si vuole emozionare ma allo stesso tempo vuole ridere a crepapelle a quasi ogni scena.
Voto finale: 9.5 (per via del finale amarognolo!)


 1
fedelic

Episodi visti: 12/12 --- Voto 8
"Barakamon": serie anime di 12 episodi di durata canonica.

Storia: durante questa serie vedremo come il nostro protagonista calligrafo, dove aver avuto problemi ad una esibizione di calligrafia con il direttore della mostra, si ritiri su un isola (sotto l'obbligo di suo padre) per poter maturare il suo stile di scrittura e come persona. Questi saranno i temi principali della serie dove assisteremo soprattutto alla crescita personale di Handa, persona introversa, infantile, orgogliosa e goffa, nello stare a contatto con i bambine e le persone del villaggio in cui si trasferisce e che lo accolgono molto calorosamente sin dal primo incontro e questo alla lunga lo influenzerà molto. La maturazione di un suo stile calligrafico non è il tema principale degli episodi, infatti si intravede in specifiche parti dove Handa è preso dall'ispirazione che è sempre dovuta al paesaggio o a valori come affetto, amicizia e divertimento che il protagonista non è mai stato in grado di provare, a causa della sua vita passata tra concorsi di calligrafia sin da piccolo. Nella varie "avventure" del nostro protagonista (insieme ai bambini), non mancheranno situazioni divertenti dettate dalla goffaggine di Handa e dalla sua incapacità di adattamento al nuovo stile di vita, ma è in queste situazioni che si avvicinerà di più ai personaggi secondari che lo supportano e in cui avrà i suoi momenti di ispirazione.

Disegni: ho apprezzato molto i disegni sia dei personaggi che dei paesaggi, a mio parere fatti molto bene, e da elogiare in particolare sono quelli dei paesaggi dell'isola, da cui trasuda in ognuno di essi tranquillità e pace come se ti ritrovassi lì sul posto. Dai disegni si riesce a comprendere come è tranquilla e pacifica la vita in un villaggio dove tutti si conoscono e si danno mano in caso di necessità, facendola apprezzare e anelare (considerando com'è frenetica la vita di città).

Personaggi: sono caratterizzati molto bene e assistiamo a un netto contrasto tra gli anziani del villaggio, che conducono uno stile di vita tranquillo, contrapposto a quello dei bambini e dei ragazzi, più energico e frizzante, evitando così di rendere la serie noiosa e facendola invece apprezzare; inoltre se ci mettiamo la personalità infantile di Handa assistiamo a scene esilaranti, non riuscendo a capire chi è l'adulto e chi il bambino (sta a voi scoprirlo).

Musiche: opening e ending orecchiabili, con preferenza per la ending che ha un tono nostalgico, ma che non rimangono in testa troppo a lungo; ci tengo a dire che ho apprezzato le animazioni della ending, lo stile con cui sono state fatte me l'hanno fatta preferire soprattutto per il gioco di luci.

Se volete vedere una serie che vi faccia rilassare, sorridere e far sperimentare valori nuovi allora "Barakamon" (che vuol dire persona piena di energia) fa per voi.

Buona visione!


 1
Benihime

Episodi visti: 12/12 --- Voto 8
Non mi aspettavo minimamente che un anime di questo genere potesse prendermi così tanto.
La trama è molto semplice: Handa, calligrafo professionista di 23 anni, è famoso nell'ambiente per la sua rigida osservazione e fedeltà ai fondamentali della calligrafia, che rendono le sue opere fredde e distaccate. Quando un importante critico gli fa presente la sua mancanza di personalità in occasione di una mostra, Handa adirato lo colpisce. Il padre, anch'egli calligrafo, lo costringe ad andare a vivere su un'isola per riflettere in solitudine su quanto fatto. Handa si trova quindi ad affrontare tante piccole difficoltà, dalla mancanza del telefono in casa, al riscaldamento a legna, alla totale assenza di mezzi di trasporto pubblico. Si dovrà inotre confrontare con gli abitanti dell'isola, anziani che parlano dialetti incomprensibili ma sopprattutto bambini appassionati di giochi all'aperto e insetti.
La serie non fa che raccontare le giornate di Handa sull'isola, mostrando le difficoltà di un ragazzo di città lontano dal suo ambiente usuale, ma con esse le gioie di un ambiente genuino e la bellezza di divertirsi con le piccole cose, le giornate al mare, i giochi nei boschi, le fiere di paese, le tradizioni.
Due cose mi hanno colpito di questa serie.
La prima è la sua capacità di divertirmi. Raramente io rido guardando una serie animata, tutt'alpiù sorrido, anche di fronte a serie di carattere marcatamente comico o parodistico. E' la prima volta che mi capita di ridere così vedendo un'anime.
La seconda è la tenerezza e il clima famigliare che si respira. Più passavano le puntate, più mi affezionavo, come se fossi io quella spedita sull'isola. Il pensiero che Handa possa tornare a Tokyo non mi rattristava perchè dispiaciuta che lui non potesse più vedere Naru e gli altri, ma perchè mi sentivo come se io stessa avessi lasciato qualcosa lì.
Non saprei dire cosa mi tenesse attaccata allo schermo, forse volevo continuare a respirare l'atmosfera spensierata e divertente, fatto sta che ho divorato gli episodi in pochissimo tempo.
Anime leggero, divertente e spensierato.


 2
giovmuga

Episodi visti: 12/12 --- Voto 7
L'anime mi è piaciuto, sottolineando il carattere di "slice of life" sicuramente si apprezza la commedia reale e semplice.
La storia ha come filo conduttore le vicende del protagonista e il suo rapporto con la sua passione che sviluppa in fondo come fà un vero artista. Intorno a cui ruotano i comprimari che senza bisogno di fan service o di romanticismo forzato, aiutano sviluppare una trama lineare senza sbalzi al cuore, la maniera semplice di raccontare questa storia è la forza di questo anime che lo rende ahimè poco dinamico.
Sicuramente c'è quella sensazione di "vorrei ma non posso", qualche piccolo colpo di scena in più non sarebbe stato male o forse lo avrebbe banalizzato rendendolo qualcosa di diverso, eppure non ho mai avuto il desiderio d'interromperlo.
Essendo uno slice and life vengono presi in pieni tutti i punti che richiede il genere, la parte comica regge bene senza essere forzata.
I personaggi, a parte il protagonista e la sua spalla non hanno una vera e propria caratterizzazione anche se in realtà sono tutti comprimari, appaiono sempre ma hanno solo un piccolo ruolo marginale di riempimento, in realtà forse e proprio questo che manca alla storia. Il lato tecnico è fatto bene, funzionale (per il lato commedy), la colorazioni e le animazioni sono nella norma, i paesaggi forse sono poco valorizzati quando in realtà potrebbe essere un punto di forza di questo anime.
In conclusione, và visto perché sicuramente è sopra la media della massificazione di questo prodotto e non tradisce l'aspettativa…


 2
Mustang94

Episodi visti: 12/12 --- Voto 7
"Semplicemente"...Consigliato!!

Lasciate che Handa-sensei intinga il suo pennello nell'inchiostro nero e, come solo lui sa fare, dia libero sfogo alla sua arte rappresentando un turbinio di emozioni sulla tela del vostro cuore.

Nella stagione estiva 2014 lo studio di animazione Kinema Citrus porta sulle reti televisive nipponiche una serie che riesce a trasmettere spensieratezza e frenesia allo stesso tempo, che lascia una risata e contemporaneamente un briciolo di amarezza, Barakamon.
La storia presentata agli occhi dello spettatore ruota attorno la figura di Seishu Handa, 23enne calligrafo che, nell'ambito di una mostra in cui sono valutate molte opere tra cui proprio la sua, dopo aver ricevuto una tagliente critica dal direttore della stessa, colpisce d'istinto quest'ultimo sotto gli sguardi attoniti dei presenti.Conseguentemente all'increscioso episodio di cui si è inevitabilmente reso protagonista, Handa si trasferisce, su suggerimento del padre, sull'isola di Goto. Un'isola dove il maestro è alla ricerca di una crescita stilistica personale, di una maturazione di sé stesso e della sua arte. Un'isola lontana dalle luci e dal trambusto della metropoli dove il maestro dovrà fare i conti con personaggi dai caratteri più svariati, dalle abitudini inusuali e che, tra vicende pazze ed estremamente comiche, renderanno il suo soggiorno indimenticabile.

Sicuramente questa produzione non spicca per una regia particolarmente ispirata, ma tutto sommato essa si comporta discretamente. Così come il reparto tecnico, complessivamente buono, ma a mio parere non eccelso. Il chara design è un punto forte della serie se si guarda a personaggi come le piccole Naru e Hina, adorabili, o al protagonista, ottimamente realizzato. Meno apprezzabile quello invece di Miwa e Tamako, sicuramente non allo stesso livello dei sopracitati. Disegni e animazioni sono promossi, anche se a tratti sembrano calare di qualità: dettagli non sempre curati nei minimi particolari, contorni che posso apparire non ben delineati o smussati( indipendentemente dalle scene prettamente comiche, dove questo effetto è voluto). Alcuni fondali sono affascinanti, altri risultano un pò raffazzonati. Ciò però potrebbe comunque far parte di una scelta grafica e stilistica degli "addetti ai lavori" in quanto ciò ben si presta alla dinamicità della narrazione. Per cui il parere può cambiare a seconda del fruitore finale. In questi casi è solito rispolverarsi un diplomatico "de gustibus".
Azzeccate le OST, bellissime opening ed ending, non solo per il sonoro ma anche dal punto di vista del montaggio.
Veniamo al doppiaggio. Anche qui nulla da recriminare, la voce della piccola Naru a primo impatto può suscitare qualche dubbio, ma poi si conquista in pieno gli applausi.

I punti forti di questa serie sono due. Uno risponde al nome della piccola Naru, bambina di soli sette anni che a volte sembra la più matura del gruppo, suscita forte ironia e immancabile tenerezza, accompagnata da una caratterizzazione che ne esalta la figura di personaggio chiave.
E' particolare notare come la piccola abbia intorno alla vita, a mo' di cintura, una corda che ricorda quella delle navi, simile a quella che sostiene le ancore dei pescherecci. Forse perché questa rappresenta, figurativamente, l'ancora di salvezza per Handa, piombato nel buio dopo lo scandalo da egli stesso creato, e che gli infonde coraggio e ispirazione.
L'altro punto forte di questo anime è il fattore semplicità. Semplice infatti è la trama, ma nell'accezione migliore del termine. Questa semplicità riesce a far immergere lo spettatore nella quotidianità dei protagonisti( una quotidianità per nulla noiosa e patetica ma anzi a tratti dai ritmi elevati) a cui presto si abituerà, a fargli vivere in prima persona tutte le sensazioni che solo un'estate tipica di un Giappone nella sua veste più affascinante , che l'animazione ci ha aiutato negli anni a conoscere, può offrire. Una semplicità che sembra stringere delicatamente lo spettatore in un tenero e caldo abbraccio.

Questa serie non mancherà di strappare in chi la guarda un sorriso. La comicità è solida, sicuramente non innovativa, però anche qui non si possono muovere critiche particolari.

In definitiva la serie merita indubbiamente una visione, e sarà sicuramente amata da chi apprezza gli slice of life ma anche da chi vuole "semplicemente" farsi trasportare e farsi due risate.

VOTO 7


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npepataecozz

Episodi visti: 12/12 --- Voto 9
Avevo questo titolo fermo nella mia "lista anime" da circa un annetto: le buone recensioni che leggevo mi invogliavano a guardarlo, il suo incipit mi invogliava a scartarlo. Diciamoci la verità: in apparenza la storia di un "calligrafo" non attira molto; e dopo essermi sorbito le storie riguardanti mille e più stramberie giapponesi questa pensavo che forse avrei fatto meglio ad evitarmela. Prima di scartare l'anime dalla mia lista ho deciso però di dargli almeno una possibilità. Mi sono detto: "se il primo episodio non mi piace lo scarto senza pensarci due volte". Risultato: non solo Barakamon è rimasto al suo posto, ma la sua visione è risultata talmente gradevole che in due giorni era già bello che finito.
Cominciamo dalla trama. Il maestro Handa è un calligrafo di successo le cui opere, però, sono molto accademiche ma con poca personalità. Rimproverato ad una mostra da un famoso gallerista, Handa perde la testa e gli tira un bel pugno; per punizione il padre decide di spedirlo per un pò su una piccola isola dove, lontano dalla confusione di Tokyo, il maestro avrebbe potuto dedicarsi esclusivamente alla creazione delle sue opere e non pensare a nient'altro. Vivere su quest'isola si rivelerà essere più complicato del previsto: oltre alla consueta assenza delle moderne tecnologie, Handa sarà soggetto alle molestie quotidiane degli abitanti dell'isola, tra cui la piccolissima e dolcissima Naru.
Lo dico subito così ci togliamo il pensiero: Barakamon è un anime bellissimo. Mai come questa volta il mio vocabolario non possiede abbastanza aggettivi per descriverlo: divertente, coinvolgente, profondo, allegro, malinconico, semplice, demenziale e tanto altro ancora.
In sostanza si tratta di uno slice of life del tipo "scappo dalla città" con una trama non troppo complicata ma piena di poesia e corredata da un bagaglio comico davvero irresistibile.
I personaggi, maestro a parte forse, sono costituiti da gente comune a cui ognuno di noi offrirebbe senz'altro la propria amicizia se potesse e a cui ci si abituerebbe davvero facilmente nonostante le loro tante stramberie. La piccola Naru,in particolare, è un personaggio davvero irresistibile: e ve lo dice uno che non ama troppo gli anime con bambini piccoli.
Il comparto grafico non è dei più innovativi ma nel complesso regge bene; ottima la colonna sonora con un opening ed un ending theme decisamente orecchiabili.
In Barakamon non troverete un messaggio innovativo o una morale rivoluzionaria; a dominare la scena è la semplicità: vi ritroverete a ridere a causa di un insetto che vola via e a provare affetto per l'ingenuità di una bambina. E poi c'è lui, il maestro Handa, austero e fragile, impulsivo e goffo allo stesso tempo: son sicuro che vi mancherà dopo aver concluso la visione dei dodici episodi.
In definitiva lo consiglio a tutti e non posso fare a meno di dare a questo Barakamon una valutazione altissima. E meno male che non volevo vederlo...


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Alex Kijin

Episodi visti: 12/12 --- Voto 9
La vita è fatta di attimi. Si combatte ogni singola difficolta per viveve appieno quei singoli istanti che rimangono impressi nella nostra memoria. Barakamon cerca di trasmettere proprio questo. Ogni evento della vita può essere riassunto in quel singolo fotogramma e lo stesso può essere riassunto o parafrasato con una parola o una frase.

Seishu Honda, protagonista della storia, è un noto calligrafo che dopo un uno scandalo è costretto a lasciare la propria casa per andare a "schiarirsi le idee" su una piccola isola, abitata da pochi. Le difficoltà saranno tante e l'integrazione nel paesino sembrerà quasi impossibile ma vivendo attimi di pura felicità e sfide , il nostro protagonista scoprirà il senso del suo viaggio e anche della sua arte. Il tutto però non è affatto narrato in chiave drammatica, anzi la comicità e le risate sono intrecciate alla drammaticità della vita. Complice di questo saranno Naru, la peste del villaggio (appunto Barakamon) e altri.

Personalmente ho amato quest'anime fino all'ultimo minuto e sono davvero entusiasta di averlo scoperto "per caso". Chi vuole rilassarsi e godersi un po di sana "vita quotidiana" in chiave ironico/drammatica, questa è l'opera giusta.


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Fabre

Episodi visti: 12/12 --- Voto 8
Barakamon secondo me, l'anime in sè, vuole rappresentare la semplicità delle cose, l'importanza del relazionarsi con le persone, la genuinità della vita quotodiana, che è meglio tenersi stretta. Carattersitica secondo me fondamentale di questo anime è la caratterizzazione dei personaggi, il protagonista ha veramente una personalità originale, si può anche dire che l'anime ha dei disegni molto curati che mi sono piaciuti abbastanza, non tralasciamo il lato comico,che è alla base di quest'anime, il quale presenta scene molto godibili e divertenti, con un lavoro buono anche nell'apparato tecnico. L'unica pecca di quest'anime (se si può deginire pecca) è lo svolgersi delle vicende che non si conclude in vero e proprio finale, infatti le vicende non assumono un'evoluzione negli ultimi episodi. Ma che dire, l'anime e veramente godibile poichè essendo abbastanza leggero da vedere, Barakamon (ripeto) vuol far capire che le persone che anche se sei in un isola sperduta del giappone, senza elettricità e automobili, puoi sempre cambiare e migliorare, grazie alle relazioni con le altre persone.


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Helki

Episodi visti: 12/12 --- Voto 8
"Barakamon" è una serie anime di dodici episodi conclusa tratta dall'omonimo manga.
Trama: Seishū Handa è di professione un calligrafo, nell'ultima esposizione alla quale ha partecipato viene criticato da un importante estimatore per essere banale, Seishū reagisce alla critica con un pugno in quanto in disaccordo. In seguito a questo incidente Seishū verrà spedito a lavorare e ad abitare su un'isola dove l'atmosfera è completamente diversa dalla città e grazie alle persone e l'ambiente cercherà di ritrovare l'ispirazione e la passione per la calligrafia.

"Barakamon" è uno slice of life davvero interessante, dai personaggi principali (un protagonista scontroso e una bambina sempre in mezzo assai comica e adorabile), ai luoghi e le abitudini di un paesino di isolani, ad una professione che soprattutto per noi occidentali è poco conosciuta.
Quest'opera da una buona panoramica su quelle che possono essere le situazioni e emozioni che può provocare una professione artistica, dove anche se ci sono certi standard non si avrà mai la certezza che il proprio lavoro sia un'opera d'arte senza il giudizio delle altre persone.
Il villaggio da l'idea di una grande famiglia, con le persone che si aiutano l'un l'altra, l'interesse per un nuovo arrivato e il poco "rispetto" per gli spazi personali

Consigliato sia come slice of life (uno dei migliori sui lavori artistici) sia come commedia, Seishū e Naru fanno un'accoppiata davvero splendida. Solo dodici episodi per una buonissima serie, concedetele un po' del vostro tempo.

Voto personale: 8
Voto oggettivo (per quanto possibile) nel genere: 8


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Kida_10

Episodi visti: 12/12 --- Voto 7
"Barakamon" è una serie della stagione estiva 2014, composta da dodici episodi, tratta dall'omonimo manga di Satsuki Yoshino.

Seishu Handa è un calligrafo che mette tutto il suo impegno e la sua passione nell'arte della scrittura. La storia inizia quando un giorno, durante una mostra, l'opera da lui presentata viene pesantemente criticata da un esperto del settore; colto da un attacco di rabbia improvvisa il protagonista perde il lume della ragione e finisce per prendere a pugni il povero critico.
Per calmarsi e ritrovare l'ispirazione, Seishu viene obbligato dal padre a trasferirsi temporaneamente su un'isola priva di tecnologia, dove potrà dedicarsi completamente alla calligrafia.
Il protagonista si ritrova quindi a dover convivere con uno stile ben diverso da quello cui era abituato, abbandonado tutti i comfort che solo una grande città puo' offrire; a questo si aggiunge un villaggio stracolmo di abitanti invasivi, stravaganti e fin troppo energici che gli movimenteranno la vita.

Una trama semplice e lineare per una divertente commedia, ricca di gag esilaranti e momenti di allegria, ambientata sulla costa di una semplice isoletta.
Ma "Barakamon" in realtà non è solo questo. Durante questi dodici episodi la serie mostra un personaggio che attraverso una vita serena e a delle persone calorose ed accoglienti, riesce a maturare in maniera incredibile, sia artisticamente che come persona. Seishu è sempre stato un ragazzo solo, che per via del suo talento e del suo bell'aspetto è sempre risultato arrogante e antipatico agli occhi della gente; queste sono le motivazioni che lo hanno inconsciamente spinto a chiudersi in sè stesso e a troncare il più possibile i rapporti umani, concentrandosi solo sulla calligrafia, unica sua fonte di soddisfazione.
Durante la sua permanenza però il Sensei ha la possibilità di confrontarsi con persone totalmente diverse dai classici abitanti di città, persone che seppur in molte occasioni fastidiose, lo apprezzano come essere umano e non come artista, e che riescono in questo modo a trasmettergli calore e fargli comprendere cosa è veramente importante. La maturazione del protagonista è graduale e si nota episodio dopo episodio, ma soprattutto nella parte finale, dove Seishu riesce ad accettare i suoi sentimenti.
Particolare merito va dato a Naru, una bambina di sette anni ossessionata dal protagonista, e probabilmente uno dei personaggi più dolci e divertenti degli ultimi tempi.

Graficamente "Barakamon" presenta un ottimo character design e delle ambientazioni belle e rilassanti. Il comparto sonoro è nella media, ottime le sigle di chiusura e apertura.
I momenti di comicità si alternano perfettamente a quelli più riflessivi ed intensi, merito ovviamente di un'ottima regia.
I personaggi sono molti, divertenti ed ottimamente caratterizzati; anche se il centro assoluto dell'opera è Seisha, avranno tutti un ruolo fondamentale ai fini della sua crescita, e grazie alla loro stramba personalità riusciranno a coinvolgere lo spettatore e a farsi apprezzare sin dalla prima puntata.

"Barakamon" si è rivelata essere un'opera inaspettatamente interessante, nonostante l'idea di base non mi avesse minimamente attratto. Veloce, divertente e riflessiva allo stesso tempo. Consigliata la visione.


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DarkScorp

Episodi visti: 12/12 --- Voto 8
Il mio approccio a questo anime è stato veramente particolare. Dopo aver guardato "Amagi Brilliant Park" mi sono deciso che durante questa settimana mi sarei concentrato su titoli più particolari rispetto ai soliti che guardo e, quasi in modo scontato, mi sono ritrovato col guardare questa bellissima serie TV che mi ha emozionato moltissimo.

"Barakamon" racconta la storia di Seishu Handa, un calligrafo abbastanza bravo che, durante una sua esposizione, viene attaccato da un critico il quale afferma che le sue opere sono prive di originalità e rispecchiano un tratto povero di contenuti. Il ragazzo, molto orgoglioso e arrogante, finisce col tirare un pugno al vecchio finendo per scatenare le ire del padre che lo spedisce in un paesino su un'isola remota.
Il ragazzo faticando abbastanza nell'adeguarsi alla vita di campagna, vivrà esperienze incredibili insieme ad una bambina di nome Naru, vivace e sempre allegra, che lo porteranno ad una nuova visione della sua professione.

Sebbene la storia porti solo dodici episodi, il contenuto che trasmette è piuttosto significante. Impegno, passione e divertimento sono le parole chiave che accompagnano la crescita mentale del protagonista. Sono queste "chiavi" che gli permettono di farsi apprezzare dalla gente del villaggio e dalla truppa di ragazzi che si trascina appresso nelle sue imprese. Il personaggio di Handa è veramente ben costruito: impacciato e pieno di difetti quanto sicuro di se e propositivo. Un carattere particolare ma piacevole. Sebbene sia ben elaborata, la figura che più mi ha appassionato è stata quella della piccola Naru. Una ragazzina che non si affligge mai, sempre disponibile e molto tenera. Ebbene si molto tenera. E non parlo di tenerezza che sfocia nei brillantini, ne tenerezza in quanto pena, ma una tenerezza che può avere una bambina piccola in cerca di attenzioni e con un carattere allegro (e con il ciuffetto sbarazzino).

La parte grafica è veramente piacevole all'occhio. I disegni sono molto puliti con tratti abbastanza decisi, mentre gli sfondi sono molto liberi e poco calcati in modo da renderli più spettacolari e meno importanti rispetto alla scena. I colori sono molto vivaci e le varie scene sono sempre condite da scelte ben accurate.
La parte audio mi ha piacevolmente sorpreso. L'opening e l'ending sono molto belle e trasmettono molto. Le musiche di sottofondo sono presenti molto raramente e lasciano molto spazio alle riflessioni del protagonista.

Questo anime è sicuramente una perla di semplicità che sfocia attraverso la tenerezza dei suoi personaggi. Sebbene tratti argomenti abbastanza delicati, lo fa in modo tale da renderli leggeri e garantire una visione molto leggera che ti obbliga a seguire tutte le puntate senza prendere fiato.


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Mizuri

Episodi visti: 12/12 --- Voto 9
"Barakamon" è un anime che mi era sfuggito mentre cercavo titoli validi da vedere la scorsa estate (2014), forse perché si presenta in modo talmente semplice e modesto che non attira l'attenzione di un occhio distratto come il mio.

Trama: Seishu Handa è un ragazzo di ventitré anni che fin da piccolo è stato spinto dai suoi genitori a dedicarsi all'attività del padre: la calligrafia. Durante un'esposizione, un famoso critico d'arte giudica le sue opere troppo tradizionaliste, senza anima; inutile dire che Seishu la prende molto male... troppo male, tanto da colpire fisicamente e verbalmente l'anziano critico. A causa di ciò il padre lo spedisce su un'isola lontana a riflettere su se stesso e maturare sia come persona che come calligrafo.

La trama potrebbe non sembrare particolarmente entusiasmante, soprattutto per noi occidentali che sappiamo poco o niente sulla calligrafia orientale, e probabilmente la storia sarebbe stata di una noia mortale, se non fosse che l'autore è riuscito a creare tutta una serie di personaggi uno più fuori di testa dell'altro, ma tutti credibili e molto, molto simpatici.
Fin dalla prima puntata ci si trova davanti a gag che personalmente ho trovato spassosissime: situazioni che vedono il povero Seishu, cittadino fino al midollo, spiazzato di fronte alle situazioni che la vita di campagna gli para davanti. Come se non bastasse, a complicargli la vita si aggiunge anche la turbolenza di una bambina molto vivace, Naru, e dei suoi amici.
Ma è proprio grazie alla schiettezza e purezza d'animo di Naru che Seishu inizia a percepire dentro di sé il cambiamento.

Seishu era il classico ragazzo che non ha mai dovuto pensare a nient'altro che alla calligrafia, protetto da tutto e da tutti da una madre apprensiva, un padre severo e un commerciante d'arte come (unico) amico, che prima di essere tale lo vedeva come "una miniera d'oro". In virtù di tali premesse, il giovane calligrafo non ha mai potuto maturare come essere umano, e ciò gli conferisce un'infantilità che viene fuori nei modi più buffi e teneri durante la narrazione delle sue (dis)avventure sull'isola.

Personalmente, i personaggi che ho gradito di più sono: Seishu, Naru e Tama, sebbene non ve ne sia nessuno che abbia detestato, forse la madre di Seishu verso la fine.
In Seishu ho trovato un po' di me stessa, in quanto sua coetanea e studentessa in una grande città; le insicurezze e le ansie del Sensei (come viene chiamato dagli abitanti del villaggio) le ho sentite molto mie, e anche la sua immaturità, a dirla tutta.
Naru è una bambina di sette anni molto vivace che vive col nonno. E' estremamente spontanea e genuina, per questo motivo riesce sempre, con metodi semplici ma efficaci, a tirar fuori Seishu dall'oscurità che lui stesso si crea a causa delle sue paure.
Tama è una ragazza delle medie il cui sogno è diventare mangaka, ma non vuole che si sappia in giro, altrimenti nel villaggio si inizierebbe a mormorare che è una fujoshi, ossia un'appassionata di storie che trattano di amore fra uomini. E' uno dei personaggi più divertenti che abbia mai visto, perché per quanto voglia negare a sé stessa di non amare quelle "storie immorali", ogni qual volta vede Seishu assieme ad altri giovani uomini non riesce a fare a meno di far volare la fantasia in luoghi inesplorati, davvero spassosissima.

Promosso anche il comparto sonoro, in particolare la ending, che associata a delle animazioni acquerello sui colori del tramonto è veramente toccante, come un caldo abbraccio.

Ordunque, giudizio finale: Barakamon è un anime estremamente leggero, non nel senso spregiativo del termine, ma nel senso che ti alleggerisce il cuore in momenti pieni di ansia, perché fa ridere di gusto e ti fa dimenticare dei motivi che ti stavano affliggendo, per poi riprendere i doveri con più serenità.

Come voto avrei dato un 8, perché ho notato un paio di situazioni forzate e un po' di scontatezza qua e là, ma i pregi sono così tanto preponderanti che alla fine ho concluso che un punto in più se lo merita proprio.
Purtroppo l'anime non ha una fine, sebbene concluda un arco narrativo, ed è un peccato che il manga sia inedito in Italia, ma se ne acquisteranno i diritti entrerà senz'altro a far parte della mia collezione.


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Rygar

Episodi visti: 25/12 --- Voto 9
La stagione estiva 2014 è stata testimone di una piccola, grande meraviglia. Questa meraviglia narra le vicende di un calligrafo pazzoide e di un'isola piena di altri pazzoidi scalmanati. Parlare di questa serie, conosciuta come Barakamon, significa di parlare di uno dei migliori prodotti di una stagione non malvagia, ma nemmeno abbondante di titoli degni di nota.

"Barakamon" è un'opera della stagione estiva 2014 composta da dodici episodi di durata canonica più tredici corti speciali. L'opera trae origine dall'omonimo manga del 2009, il quale ha ispirato un manga spin-off nel 2013.

Trama: Seishū Handa è una giovane promessa del mondo della calligrafia artistica. Il ragazzo sembra avere un discreto talento nell'arte della scrittura degli ideogrammi, tuttavia, a causa del suo carattere irascibile e arrogante, prende a pugni un critico d'arte che sostiene la mancanza d'ispirazione e l'origine chiaramente "scolastica" delle sue opere. Il ragazzo viene spedito nelle Isole Gotō (una località priva delle tecnologie di uso comune, in cui l'agricoltura e la pesca la fanno da padrone) ed è costretto a vivere con dei "rozzi bifolchi" e dei bambini a dir poco pestiferi. I cancelli dell'inferno si sono spalancati per il povero calligrafo. Riuscirà ad apprendere dai propri errori e a migliorare il proprio stile, così come il proprio carattere?

Grafica: il comparto grafico avrebbe meritato maggior cura, soprattutto per ciò che concerne le ambientazioni, sì variegate, ma realizzante in maniera quasi dozzinale, con un grado di dettaglio un po' troppo approssimativo per la caratura dell'opera. Discorso migliore per ciò che concerne le animazioni, semplici e fluide. Ottimo character design, abbellito rispetto al manga.

Sonoro: ottimo. L'opening è grintosa e nel contempo orecchiabile e molto gradevole. Ending molto coinvolgente e dalla sonorità splendida. OST ottime e perfettamente appropriate al contesto. Effetti sonori molto buffi e realistici. Gran bel doppiaggio.

Personaggi: perfetti per la serie. Una caratterizzazione brillante, "tremenda", vivace, convincente, con un buon fattore evolutivo e discreti accenni introspettivi. L'interazione è semplicemente esplosiva.

Sceneggiatura: l'opera è realizzata molto bene, con una gestione temporale semplice, lineare, fruibile e dalla grande efficacia. Qualche flashback è presente e non intacca il ritmo della serie, piuttosto brioso. Non mancano delle strampalate scene d'azione e violenza, ma senza sforare nell'inappropriato o nel grottesco. Il fanservice è ai minimi termini. I dialoghi sono geniali.

Finale: veramente ottimo. Un gran finale completo e compiuto, che pur non brillando in spettacolarità riesce a coniugare delle ottime scenette comiche con tematiche più serie. Tanto di cappello.

In sintesi, "Barakamon" è un ottimo prodotto che avrebbe potuto ottenere l'eccellenza se la qualità grafica fosse stata all'altezza. L'opera è brillante, sagace, tremendamente divertente e dal fattore umano innegabile. Chiunque può guardarla e apprezzarla senza problemi.


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DaikiSalazar

Episodi visti: 12/12 --- Voto 8
"Barakamon" è sicuramente la serie estiva del 2014 che mi ha sorpreso di più! Uno slice of life che come facciata presenta una storia incentrata sulla calligrafia, ma che dentro di se' nasconde un vero e proprio percorso di crescita del personaggio principale, Handa.

Trama: Handa è un giovane calligrafo di talento, la cui vita cambierà quando, dopo aver reagito ad una critica prendendo a pugni un critico, verrà spedito dal padre in quest'isola sperduta e lontanissima dall'ambiente caotico e moderno di Tokyio. La vita sull'isola sarà il percorso di crescita del protagonista, che dovrà affrontare prima di tutto se stesso e i suoi limiti per arrivare a migliorare nella calligrafia, ma anche nel suo modo di affrontare la vita. Un viaggio in una quotidianità completamente nuova per Handa, tra bambini iperattivi, vicini di casa che entrano senza bussare e adolescenti alle prese con i loro problemi e sogni. In questo nuovo ambiente vedremo come il protagonista vi troverà fonte di ispirazione, ma anche una nuova gioia di vivere e di aprirsi al mondo che lo circonda.
Ho apprezzato molto il fatto che questa trama non abbia avuto bisogno di grossi colpi di scena, o di essere particolarmente complessa, per essere convincente e appassionante.

Personaggi: Handa, e ci aggiungo anche Naru, sono i protagonisti assoluti delle vicende di Barakamon, il protagonista verrà preso per mano da questa bambina nella scoperta di una vita più ricca e divertente. Handa stesso è stato caratterizzato benissimo sopratutto nella sua interiorità fragile, mentre Naru è perfetta così com'è: incarna tutta la gioia dell'essere bambini e del vivere con entusiasmo ogni giornata. Gli altri personaggi magari spiccano meno, ma è l'intero gruppo ad essere il catalizzatore della crescita del protagonista e di conseguenza sono assolutamente indispensabili.

Grafica: "Barakamon" è un anime ben realizzato, il character design è bello e i colori sono belli e vivaci, rendendo al meglio l'ambiente naturale dell'isola e la sua bellezza.

Concludendo, assegno un bel voto a questa serie che con semplicità è riuscita a trasmettermi tanto e mi ha fatto apprezzare la sua visione per tutti gli episodi senza annoiare.


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selene90

Episodi visti: 12/12 --- Voto 9
Una commedia per tutti, dai tratti semplici e precisi. Barakamon è la storia di un uomo, un calligrafo, che crede che la sua arte sia perfetta, per via del (poco) impegno che impiega. Quando un famoso critico gli fa notare la rigidità e l'infantilità dei suoi tratti, Handa, il giovane e affascinante protagonista, risponde con disprezzo, prendendo la critica come affronto, arrivando addirittura a colpire l'anziano signore.
Barakamon è la storia di un viaggio, sia fisico che spirituale. E' la storia di come Handa si allontana dalla grande città, che simboleggia in qualche modo lo stress della sua vita, per andare a stabilirsi in un villaggio sperduto, dove non ci sono macchine nè grandi edifici, ma solo la pura e semplice vita tranquilla e silenziosa della campagna. Silenziosa neanche troppo, visto che presto dovrà fare i conti con i pochi, ma vivaci, abitanti, tra cui una bambina pestifera e giocosa che lo prenderà subito in simpatia.
Ma dicevamo... questa è la storia di un viaggio. Handa infatti non prende semplicemente un treno per trasferirsi momentaneamente in un luogo tranquillo, in cui fare tesoro delle sue capacità. Lui va verso una nuova vita, il che può sembrare, gira e rigira, banale, ma non lo è. L'autore ha voluto mostrarci il protagonista come un uomo arrogante e presuntuoso, che crede il vecchio critico in torto e sè stesso nella ragione. E che, pian piano, matura fino a diventare un nuovo personaggio. Vista l'andatura della storia, non ci aspettiamo di veder diventare il giovane calligrafo un ragazzo dolce, generoso e di talento. Semplicemente egli fa tesoro non della sua arroganza e della sua altezzosità, quanto più della semplicità, che gli viene ricordata costantemente dai piccoli gesti quotidiani delle persone (semplici) che lo circondano.
Anche il finale, che date le premesse potrebbe risultare troppo banale, ci sorprende. Se fosse un film americano non basato su una storia vera, ci aspetteremmo di vedere il protagonista partecipare a un nuovo concorso di calligrafia e vincere il primo premio... Ma è una storia più originale di quanto si creda, visti i primi episodi, e il protagonista è un uomo che impara delle lezioni di vita anche a costo di batoste e sconfitte.
Detto questo, oltre a una trama intrigante e che non rischia mai di cadere in banalità o forzature, c'è da considerare che è una commedia divertente e spassosa, con vari siparietti comici (grazie alla figura della pestifera bambina e dei suoi amichetti) che non stancano mai.
Anche il chara dei personaggi è molto buono, il tratto di disegno ottimo.
Insomma, una commedia per tutte le età che non può stancare. 9 assicurato.


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Eversor

Episodi visti: 12/12 --- Voto 8
Semplice, bello, divertente. Tre parole per descrivere sinteticamente "Barakamon", una commedia uscita nella stagione estiva 2014, capace di impressionare proprio per la sua limpida naturalezza. Non ci sono situazioni impossibili e nemmeno chissà che avventura, ma, come potrete vedere, la vita di tutti i giorni in comunissimo villaggio di campagna. Quello che lo rende speciale sono i protagonisti e, soprattutto, la bellezza e l'incredibile espressività con cui vengono raccontate le relazione tra i vari personaggi della storia.
Molto spesso le commedie-slice of life vengono in qualche modo bistrattate per la loro apparente monotonia e semplicità di contenuti; forse quest'opera sarà in grado di riportare in auge un genere che, a mio avviso, ha ancora molto da offrire.

Tutto incomincia a Tokyo, nella sala di un importante mostra di calligrafia, in cui un vecchio signore, nonché rettore della mostra stessa, sta letteralmente distruggendo le ambizioni del giovane Seishu Handa, un maestro di calligrafia di soli 23 che, nonostante tutto, aveva ottenuto un notevole successo.
L'anziano signore espone il proprio parere su l'opera del nostro povero protagonista che, preso da un attacco di rabbia decide di colpire al viso l'uomo di fronte a lui con un violento pugno. L'importante vecchietto finisce steso a terra e Seishu si ritrova inevitabilmente addosso gli sguardi di tutta la sala, stupiti e offesi per quell'atteggiamento oltraggioso nei confronti di una personalità rilevante come il rettore della mostra.
La fuga è inevitabile e, spinto vivamente dal padre, Seishu si trasferisce in una sperduta isoletta del Giappone, con l'intento di pentirsi dei propri "peccati" e, allo stesso tempo, concentrarsi in santa pace nella realizzazione delle sue prossime opere. Un'impresa che, come potrà ben presto constatare, risulterà incredibilmente ardua.
Non solo la vita in campagna sembra troppo difficile per un ragazzo abituato alla tecnologia della capitale, ma avrà anche la sfortuna di incontrare Naru, una bambinetta pestifera che si affezionerà a Seishu a tal punto di andare a trovarlo tutti i giorni, non dandogli così neanche il tempo di rilassarsi un momento. Insomma, scrivere sembra praticamente impossibile, visto anche la presenza piuttosto fastidiosa di due giovani studentesse delle medie: Miwa e Tamako, e la visita periodica del figlio del sindaco, il liceale Hiroshi.
Le giornate passeranno veloci, ma Seishu si renderà ben presto conto che la sua calligrafia mostra un errore enorme: è priva di personalità. Sarà forse questo nuovo mondo a permettergli di caricare il suo stile di una nuova e dirompente espressività?

Come già detto, la storia di fondo è piuttosto semplice ed è inutile sottolineare la mancanza di sviluppi inaspettati o chissà che colpi di scena. Tuttavia è forse proprio questa linearità a farci gustare ancora di più quest'opera, in quanto ci permette di appassionarci ai vari protagonisti senza altre preoccupazioni se non quelle di divertirci.
Ogni episodio racconta una vicenda di Seishu nel villaggio di campagna e, per certi versi, si potrebbe dire "auto-conclusiva", anche se non verrà mai a mancare quella sottile linea che riporterà inevitabilmente il nostro eroe a fare i conti con i suoi doveri nella capitale.
Per quanto riguarda i personaggi, devo ammettere di averli trovati molto interessanti, non solo perché mostrano caratteri privi per nulla stereotipati , ma anche per la loro incredibile profondità. Non sono semplici disegni, bensì vere e proprie persone (ovviamente nel limite del possibile), dotate di sentimenti, passioni. Naru è un bambino vero… mi sono sempre sorpreso quando negli anime/manga, ma anche nei film, i bambini tiravano fuori certi paroloni da poeta o filosofo. Bene, in questo caso non ci saranno, anzi, Naru e compagni si comporteranno proprio come le persone si atteggiano in quell'età: giocano, si divertono e, soprattutto, si attaccano alle persone care come sanguisughe. Le frasi toccanti ci sono, certo, ma nascono in modo naturale, semplice, da bambino…stupiscono per la velocità con cui riescono a raggiungere il cuore, non tanto per le espressioni in esse contenute.
Altra questione importante è la capacità con cui si è stati in grado di distinguere le varie fasce di età: Naru è una bambina dell'elementari e come tale si comporta, Miwa e Tama vanno alle medie e, dunque, si può riscontrare un certo sviluppo caratteriale che, successivamente, continuerà con Hiroshi, studente liceale. I vari protagonisti non sono affatto omogenizzati, ma, anzi, riescono ad autoesaltarsi in base alle possibilità offerte dalla propria età.
Lo ammetto, mi aspettavo che, almeno in una puntata, comparisse il tema dell'amore…che ne so? Magari Miwa si invaghiva di Seishu o chissà che altro. Eppure le mie previsioni sono state smentite e, con il senno di poi, sono felice che non sia stato tirato in ballo il problema di cotte adolescenziali o altri problemi di cuore. A conti fatti avrebbe rovinato l'apparente leggerezza dell'anime e, in certo senso, mutato i toni in esso contenuti.

Concentrandosi ora sulla grafica, bisogna specificare che essa cerca di mantenere alto l'andamento che la storia stessa sembra assumere: quieto, ma allo stesso tempo allegro. Non ci sono colori accesi, preferendo invece tonalità più opache, quasi acquarellate che, per certi versi, sembrano richiamare la densità dell'inchiostro sulla carta. Con questo non voglio dire che non sia curato abbastanza, anzi, l'opera sul piano tecnico avrà soltanto qualche lieve sbavatura, semplicemente la tecnica utilizzata si distacca da quella delle moderne commedie, in cui si preferiscono colori vivaci a tinte unite.
Bene la musica e ottimo anche il doppiaggio. Su quest'ultimo punto devo dire di aver trovato molto interessante la voce di Naru, quasi strana per certi versi, perché si sembra essere molto distante dalle vocine accese e squillanti che, solitamente, vengono attribuite ai personaggi più piccolini.

In conclusione non posso che elogiare nuovamente questa serie, consigliandola a tutti. "Barakamon" è una commedia che riesce a conquistare in sole 12 puntate, non solo attraverso una storia bella e appassionante, ma anche, e soprattutto, per mezzo delle numerosissime gag: veramente divertenti.
Il finale è molto bello e, per certi versi, sembra concludere il climax di tensione (anche se non troppa), culminante proprio nel penultimo episodio, in cui Seishu dovrà fare i conti con ciò che ha lasciato a Tokyo.
Insomma, da tutti i punti di vista è un'opera che merita veramente perché riesce a colpire e stupire con le poche armi a sua disposizione e, nonostante tutto, lo spettatore non può che innamorarsene.

Voto finale: 8…più!

LaMelina

Episodi visti: 12/12 --- Voto 9
La vita è come la scia d'inchiostro lasciata da un pennello. Alcune volte sei tu in prima persona a tracciare con mano ferma il percorso da seguire. Altre volte è qualcun altro a disegnare per te la strada sulla quale camminare. Fino al suo trasferimento nelle isole Gotō, Handa Seishū, un ventitreenne genio della calligrafia, non aveva fatto altro che intingere i piedi nel calamaio di suo padre e zampettare freneticamente qua e là, senza comprendere fino in fondo l'importanza della sua arte. Il tutto si rifletteva in uno stile calligrafico scolastico ed impersonale. Quando un illustre critico lo pone di fronte alla realtà dei fatti, dà in escandescenze e mena il povero anziano creando malcontento nell'opinione pubblica. Di rimando viene espulso dalla civiltà, spedito su quest'arcipelago nell'estremo sud del Giappone in mezzo a pescatori e contadini, con la caldaia a manovella e mocciosi che entrano e escono da casa sua eletta quasi a "covo malavitoso", senza dargli un po' di serenità per dedicarsi al perfezionamento della scrittura. Sballottato in lungo e in largo, fra mare e montagna, insetti, pesci e felini, festival e ricorrenze, in questo putiferio immerso nella natura e imbevuto di tradizioni, Handa scopre forse per la prima volta il calore umano, la meraviglia, il sapore del preparato in casa, il preoccuparsi per i familiari... E tanti altri sentimenti che arricchiscono piano piano il suo pennello, finché questo non inizia ad esprimersi in uno stile tutto nuovo. Stavolta a disegnargli davanti ai piedi è una bambina di 7 anni dall'accento spiccatamente meridionale, Kotoishi Naru, che sorridente e curiosa, sbatte il pennello a destra e a manca macchiando tutta la tela del malcapitato Handa. E voltandosi verso il nuovo arrivato con aria di sfida, come se volesse dirgli che ha capito il senso dell'esistere prima di lui, si diverte a scombussolarne la tranquillità assieme ai suoi amici e compaesani, trascinando il sensei in una spirale imprevedibile di irregolarità. Bambino fra i bambini, Handa insegue la sua infanzia negata, imparando dalle piccole cose lo splendore dello stare al mondo. Discontinuo e innovativo, creativo e sperimentale, in continua evoluzione: il nuovo stile calligrafico di Handa riflette la sua crescita, che è un po' la crescita di tutti, in questo ciclo di esperienze e fallimenti che è la vita umana, la quale va presa col sorriso, proprio come fa Naru.

La calligrafia è una vera arte per i paesi dell'Estremo Oriente che utilizzano come sistema di scrittura gli ideogrammi. La sua essenza non risiede nel significato letterale del carattere ma nell'emozione trasmessa attraverso la pittura di esso. Porre lo shodō (書道, la via della scrittura) al centro di una storia qual è Barakamon, manga di Yoshino Satsuki animato dallo studio Kinema Citrus, se da un lato può essere un riferimento immediato per un giapponese che ha nella sua quotidianità gli ideogrammi, per un occidentale diventa complesso riuscire ad assorbire il concetto di calligrafia in tutti i suoi livelli di strutturazione. In realtà, dubito che anche la generazione di oggi del Sol Levante sia capace di comprenderne fino in fondo la portata, poiché diventa sempre più esiguo il numero di giovani che si interessa all'arte, e così come è successo per il teatro kabuki, per la cerimonia del tè, per l'ikebana, per la ceramica, col tempo alcune branche in cui il Giappone eccelle sono diventate appannaggio di pochi. D'altre parte, l'arte calligrafica richiede anni e anni di preparazione, ore di esercitazioni, sessioni di studi filologici, e una grande conoscenza del sostrato culturale dal quale si vuole attingere. Iniziare fin dalla tenera età alla via della scrittura significa sottrarre il bambino a tanti piaceri dell'infanzia, che se hai la fortuna come Handa di vivere da adulto, allora puoi ancora ampliare il tuo bagaglio, ma per quelli che quest'esperienze non potranno più farle, sarà dura riuscire a trovare una strada con la quale riaccendere il proprio estro creativo.

Tuttavia, Barakamon non si ferma solo a parlare di questo. L'idea paterna di spedire Handa nelle isole Gotō, nella prefettura di Nagasaki nell'estremo sud del Kyūshū, dove il tempo sembra aver cristallizzato gli abitanti durante il periodo feudale, è come fargli fare un bagno nelle tradizioni e in quello spirito genuino che caratterizzava il Giappone di qualche secolo fa. Accompagnando al loro stile di vita da pescatori e contadini la scoperta della modernità, gli isolani dell'arcipelago Gotō conservano l'umiltà che ad un vinto come Handa serve imparare. Per disseppellire il proprio io da quell'accozzaglia di carte, pennelli, macchie d'inchiostro, stampi, mescolati alla presunzione di aver già raggiunto dei traguardi con uno stile pulito ma altresì scolastico, Handa prende per mano quella dispettosa bambina bionda dal dialetto marcato, appassionata di insetti, curiosa, innamorata della vita, e da lei acquisisce la conoscenza che mancava alla sua scrittura. E così sarà anche per lo spettatore. Naru ha uno dei sorrisi più belli della storia dell'animazione ed è la dimostrazione lampante di quanto un bambino ha da insegnare ad un adulto. La spensieratezza che possiede l'aiuta ad affrontare il presente con leggerezza, scherzosamente, prendendo il negativo come fa con gli scarafaggi e mostrando la preda al mondo con gli occhi di chi ce l'ha fatta. Ad un topo di laboratorio come Handa, che ha passato l'intera esistenza rinchiuso a scrivere, concentrandosi su come migliorare il proprio tocco, senza nemmeno accorgersene, in maniera del tutto naturale, proprio come solo ai bambini riesce, Naru mostra la natura e i suoi figli, la freschezza delle sere d'estate, la meraviglia dei fuochi d'artificio, il sapore della famiglia, la purezza di un pianto, il dolore di una ferita, il divertimento dietro la fatica, il calore di un bagno a casa propria, la gioia della conquista di un nuovo tesoro, l'importanza dei legami e delle gerarchie, la lezione al di là della storia, l'affetto dietro un'attesa, l'autenticità dell'esistenza umana in ogni sua forma.

Il rapporto unilaterale sensei-gakusei viene invertito, in un'eco che risuona de "Il cuore delle cose" di Natsume Sōseki. In Barakamon è Handa ad imparare da Naru, è il maestro ad abbassarsi verso la piccola studentessa per guardarla negli occhi, prendere le sue mani e lasciarsi guidare. Handa prova ad insegnarle l'unica cosa che sa fare, seguire la via della scrittura, ma è Naru a penetrare negli angoli del suo cuore, facendolo riecheggiare di suoni che originano un effetto domino sul suo vissuto, concatenando eventi, emozioni, scelte, fino a donargli quello che cercava e che su quell'isola sperduta non immaginava di trovare. Il senso del vivere lì si abbatte prepotente sul futuro del sensei, smuovendo il desiderio di non abbandonare quel posto che lo ha accolto come un neonato, lo ha cullato, nutrito, educato, amato, facendolo sentire a casa. La dimensione di familiarità che si crea fra i personaggi e fra lo spettatore e quest'ultimi è infatti un'altra meraviglia di Barakamon. Nella sua misura di slice of life, fa scoprire la vita giorno per giorno, emergendo come una serie che intrattiene con situazioni normali, pur se affrontate da personaggi piuttosto eccentrici. Oltre Handa e Naru, che con i loro siparietti potrebbero reggere da soli l'anime sulle spalle, c'è un contorno di comprimari degno di una commedia goldoniana.

Molto curato dal punto di vista tecnico, Barakamon ha un chara design che valorizza in pieno la bellezza dei soggetti e un deformed design che velocizza la comicità. In particolare, i bambini sono la cosa più pucciosa che esista! Il punto forte dell'anime è l'ambientazione nelle isole Gotō, che appaiono agli occhi di uno straniero come la rappresentazione genuina del Giappone di un po' di tempo fa, quella nazione che ancora non era stata intaccata nei sentimenti dalla guerra e che tanto affascinava i paesi esteri. Ottima la prova al doppiaggio della giovanissima Hara Suzuko, che riesce a rendere bene la parlata dialettale di Naru, sicuramente difficile per una ragazzina di 9 anni nata nella prefettura di Kanagawa. Altrettanto valido è stato il lavoro con Handa di Ono Daisuke, ritrovatosi a collaborare assieme ad una partner alle prime armi, con la quale, come emerge da alcuni photoset, sembra aver instaurato un rapporto quasi "paterno". In generale, doppiaggio più che buono, ma sotto questo punto di vista il made in Japan si smentisce raramente. Anche l'OST è gradevole e i testi delle canzoni d'apertura e chiusura sono l'immagine specchiata della serie. Alcuni versi dell'opening theme cantata dalla rock band Super Beaver, infatti, potrebbero riassumere il significato della storia: "Mi domando: cosa significa "essere se stessi"? Il tempo potrà pure passare, ma non riuscirà mai a cancellare ciò che è veramente importante. Quindi la strada da percorrere è una vita in continuo cambiamento." Attraverso l'immedesimazione nel protagonista, lo spettatore riesce ad imparare in maniera divertente, senza troppo impegno, tante piccole lezioni, che spesso nel viavai del tempo della vita di città si dimenticano. Soprattutto la semplicità, che i giovani d'oggi decantano di possedere, ma che a conti fatti nascondono sotto pesanti strati di trucco e dietro aggeggi tecnologici. Solo quelli che hanno un cuore disilluso potrebbero non riuscire ad apprezzare gli insegnamenti di Barakamon. Come una mamma quando accarezza quel birbante di suo figlio in lacrime dopo essere caduto, questa tela sapientemente dipinta a più mani coccola la "persona molta vivace" (ばらかもん, barakamon vuol dire proprio questo in dialetto) che eravamo un tempo, la quale, nonostante la ferita gli pizzichi ancora, non ha paura di svegliarsi, vivere e amare.


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MattyPiranha

Episodi visti: 12/12 --- Voto 7
Ecco qua uno dei tanti anime che meritano della stagione estiva del 2014, ovvero Barakamon, formato da 12 episodi di durata canonica. La qualità più vistosa di questo anime è sicuramente la comicità dirompente che circonderà tutte le vicende presenti nell'opera, ma ciò che mi ha fatto piacere vedere è che questo umorismo è "pulito", nel senso che non vediamo alcun tipo di riferimento al genere ecchi con gran parte delle gag che si basano su questo (come si può vedere ad esempio su "Mangaka-san to Assistent-san") ma il tutto è direttamente collegato alla quotidianità delle giornate del nostro protagonista. Ma per capire meglio tutto ciò occorre spiegare brevemente la trama.

Il protagonista è Handa, un artista specializzato nell'arte calligrafica (un tipo di arte molto diffuso in oriente che collega la scrittura con l'originalità artistica) che da un po' di tempo soffre di una crisi artistica ad causa di una gara finita male. Allora il nostro protagonista decide di trasferirsi e andarsene per un po' via dalla caotica capitale per spostarsi in una cittadina situata in una piccola isola. Esso spera di aver trovato un bel posto dove poter ritrovare l'ispirazione artistica, ma ben presto si accorgerà che gli abitanti di questo villaggio sono una più pazzo dell'altro e la vita con questi personaggi sarà tutt'altro che silenziosa.

Analizzando i personaggi principali troviamo Handa che è il protagonista assoluto: un ragazzo che pensa solamente a migliorare la sua dote artistica cercando di trovare uno stile tutto suo, ma che molto spesso cade in preda all'istintualità e questo gli metterà non pochi problemi durante la storia. Altro personaggio di spessore è Naru, una bambina che ne combinerà di cotte e di crude al povero Handa che non riuscirà a realizzare delle prove per via di questa bambina troppo invadente. Questo carattere non ce l'ha solo questa bambina, ma anche Tamako e Miwa, due ragazze che frequentano il liceo ma che hanno un carattere infantile come quello della bambina e poi ci sono tutti gli altri abitanti della cittadina che daranno la loro parte per rendere quest'opera un bel prodotto comico.

Questa storia è un po' come il sistema solare: abbiamo Handa al centro e intorno a lui ruotano tutti i personaggi secondari esercitando la loro influenza su di esso e anche Handa si farà sentire all'interno della città, perché anche se non sembra tutti gli abitanti nutriranno un qualche tipo di affetto verso questo nuovo arrivato dalla grande città e sia i bambini sia gli anziani si dimostreranno molto rispettosi e gentili verso la sua passione e verso ciò per cui è portato (basti vedere che tutti i personaggi lo chiamano sensei). Ogni puntata sarà piena di gag ma tutto ciò non sconvolge la trama perché piano piano il nostro protagonista riuscirà a trovare l'ispirazione per una nuova opera calligrafica per un nuovo concorso di grande influenza che è alle porte.

Il disegno e le animazioni non hanno pecche e tutti scorrerà perfettamente come il pennello unto di inchiostro di Handa. Inoltre l'opening e l'ending saranno una nota a favore dato che la opening nonostante sia cantata con delle parole che si susseguono molto velocemente sarà decisamente orecchiabile e la ending sarà più calma ma altrettanto bella.

Il finale è abbastanza banale e o si può prevedere abbastanza facilmente, ma ciò non toglie che sarà bello nonostante la sua semplicità e sicuramente lascerà gran parte degli spettatori soddisfatti.

Per concludere, ritengo che Barakamon sia una serie che vada seguita sopratutto perché possiede un tipo di comicità che ora come ora è difficile da trovare e che possiede una caratterizzazione dei personaggi davvero originale e sicuramente ben riuscita.


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irishman

Episodi visti: 12/12 --- Voto 8
Questo Barakamon si è rivelato inaspettatamente e decisamente l'anime più riuscito dell'intera programmazione estiva, che ha proposto, purtroppo, varie serie sottotono, quando addirittura deludenti.
Dico inaspettatamente perchè il fulcro di questo anime è incentrato sulla calligrafia, aspetto che da noi ha una rilevanza pressochè vicina allo zero, ma che invece, evidentemente, presso i nostri amici del Sol Levante, è vista come una vera e propria forma d'arte, tanto da generare un vero e proprio "movimento", con tanto di mostre, critici, e manager a supporto.
E il fatto che Barakamon abbia riscosso così tanti commenti positivi, riscontrabili nella scheda dei singoli episodi qui su Animeclick, la dice lunga sul fatto che se un prodotto è fatto con cura e passione, anche l'argomento potenzialmente con meno appeal, riesce a catturare l'attenzione del pubblico.
Chiudendo questo incipit e passando alla disamina dell'anime, possiamo concentrarci subito sull'aspetto grafico. Pur non raggiungendo le vette di Glasslip, altro anime della stagione che ha come cavallo di battaglia proprio il comparto grafico, Barakamon si presenta discretamente, con buoni fondali che non fanno rimanere a bocca aperta, ma che sono comunque funzionali allo svolgimento dell'anime, che, vista anche la categoria a cui appartiene, non sente la mancanza di un comparto grafico particolarmente migliore.
Decisamente più significativo il chara design, che è davvero gradevole, ben caratterizzato (considerando anche la moltitudine dei personaggi che si muovono nelle dodici puntate, tra protagonisti e comprimari) e decisamente azzeccato con i vari profili psicologici dei personaggi e l'atmosfera della storia. In particolare saranno proprio i bambini dell'isola, a catturare il benvolere degli spettatori, con una caratterizzazione fisica davvero spassosa e coerente con i loro comportamenti.
Sottolineato l'ottimo lavoro dei grafici sui protagonisti, un eccellente lavoro è stato svolto anche sul tratteggio dei loro caratteri. Su tutti, sicuramente spiccano il sensei, il protagonista, e Naru, la dolcissima (ma pestifera, a volte) orfanella, vero e proprio punto di riferimento della banda di ragazzini che scorrazzano sull'isola. Se in generale tutti i personaggi di Barakamon godono di un'ottima caratterizzazione, un lavoro egregio è stato speso sui due protagonisti. Raramente, infatti, vediamo una coppia così ben assortita, equilibrata, e divertente come quella composta dal sensei e da Naru. Terribilmente lunatico, inizialmente del tutto spaesato e diffidente nei confronti dell'isola, vista nei primi giorni di permanenza come un ambiente ostile, e in totale balìa del suo genio creativo, il sensei trova infatti il suo equilibrio, che lo porterà anche a trovare l'ispirazione creativa che andava cercando, grazie alla presenza di Naru. Quest'ultima, con la sua spensieratezza e spontaneità nel mostrare il suo (a volte devastante) affetto per il sensei, lo porterà a comprendere quali sono le cose veramente importanti nella vita, che nella pressante attività da artista cittadino aveva dimenticato.
La trama di per sè non è niente di particolare, si tratta quasi di un pretesto per mostrarci la vita del sensei Handa che si trasferisce sull'isola, ma questo che sembra essere un plot ben poco interessante, finisce per rivelarsi divertentissimo grazie ad una serie di gags, nella stragrande maggioranza, letteralmente memorabili (la scena della caccia agli insetti dell'ottavo episodio mi ha fatto scoppiare dal ridere). E anche quando l'attenzione dello spettatore viene chiamata su argomenti più seri, e su riflessioni più profonde, Barakamon colpisce sempre nel segno, emozionando nel modo giusto, e senza mai cadere nel melenso.
Per chiudere la recensione va ricordata anche l'OST che presenta delle musiche di accompagnamento spesso scanzonate quando le gags la fanno da padrone e sempre, comunque ben assortite con le scene sullo schermo. Un po' anonima, per me la sigla iniziale, migliore quella finale.
Tirando le somme, un anime ben fatto, straripante di amore per i propri personaggi, che mi ha fatto scoprire un aspetto della cultura giapponese che ignoravo (la calligrafia come forma d'arte) e che mi ha spinto, alla fine del dodicesimo ed ultimo episodio, a cercare su google map dove fosse l'aereoporto di Fukue, punto di arrivo del sensei da Tokyo. Quando un anime ti spinge ad un piccolo, ma significativo gesto come questo, è evidente che gli autori hanno fatto un ottimo lavoro.


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Arashi84

Episodi visti: 12/12 --- Voto 9
Il talento può essere un pesante fardello, il successo precoce può essere un'arma a doppio taglio. Lo sa bene Seishu Handa, giovane e talentuoso calligrafo dal temperamento piuttosto "passionale". Dopo aver assestato un pugno in faccia al maestro da cui aveva ricevuto delle critiche poco positive, Handa viene "esiliato" su un'isola del sud per riflettere sulle sue azioni e sul suo lavoro in un ambiente lontano dal caos cittadino. Quello che però doveva essere un pacifico villaggio, santuario di meditazione e fonte del ritrovamento della pace interiore, si rivela essere in realtà un luogo caotico e rumoroso, apparentemente fonte di distrazione e disagio. Ma se questo luogo così diverso da come lo si era immaginato, e queste persone, così inaspettatamente invadenti e amorevoli fossero in realtà gli artefici del cambiamento auspicato e della ritrovata ispirazione?

"Barakamon" racconta la storia di un giovane uomo alle prese con se stesso, i propri limiti e le proprie ambizioni. Quando il mondo in cui viviamo sembra buttarci fuori a calci, l'unica soluzione possibile pare essere la fuga; vuoi per nostra decisione, vuoi perché ci è stato imposto da altri, l'allontanamento da quella quotidianità che è diventata fonte di stress e malessere si trasforma nell'occasione per ampliare i propri orizzonti e sperimentare su se stessi qualcosa di nuovo, percependo le cose da una prospettiva differente dal solito. Handa, che è un "signorino" di buona famiglia, nato e cresciuto in città, non riesce ad apprezzare immediatamente la prospettiva della sua nuova vita "campagnola", né tantomeno riesce a concepire l'invadenza dei paesani, in particolare quella della piccola Naru, che fin da subito entra prepotentemente nella vita di Handa. Ma forse, l'agente del cambiamento di Handa è proprio quella piccola, dolce e rumorosa creatura, colei che conduce il giovane uomo alla nuova prospettiva di cui dicevamo prima. Credo che "Barakamon" non voglia essere semplicemente la celebrazione della vita di campagna e dei sani valori paesani fagocitati e dimenticati dalle metropoli, o meglio, può essere anche questo ma fondamentalmente credo che l'incontro di Handa e Naru, l'incontro tra il calligrafo cittadino e quell'isola, significhino qualcosa di più e più profondo. In questo luogo, assieme a vecchi e giovani paesani, Handa scopre e riscopre tante piccole cose: la gioia, la necessità del costante impegno, l'altruismo, l'entusiasmo, il senso di sfida, la voglia di cooperare e tanti altri sentimenti che forse possono emergere solo nel posto giusto al momento giusto, solo quando ne abbiamo realmente bisogno per crescere e migliorarci, come persone e come professionisti.

Deliziosa nella sua semplicità, la serie riflette i suoi segni distintivi in un comparto tecnico semplice ma vivace, accompagnato da sigle molto ispirate e un doppiaggio ben condotto nonché "tenerissimo" grazie alle voci dei tanti bimbi, Naru e Hina in primis, e un Handa interpretato magistralmente da Daisuke Ono, che dopo tanto tempo torna su un personaggio particolarmente espressivo e divertente.
"Barakamon" è una storia semplice, allegra e genuina, uno slice of life fatto di piccole sorprese quotidiane e di gesti inconsapevoli ma preziosi, ricco di personaggi rumorosi ma dal cuore gentile. Se c'è una cosa che mi piace in questo genere di anime, è seguire i protagonisti nel loro percorso quotidiano, negli errori e nelle vittorie, nei momenti di sconforto e in quelli felici; non si può non fare il tifo per Handa, non si può non sostenere la piccola Naru e tutti i suoi amici nei maldestri tentativi di aiutare il loro amato sensei, ed è questo che rende una serie dall'incipit così semplice, tanto gradevole e speciale. La tenerezza, l'affetto e i sentimenti che trasudano da ogni puntata non sono artificiosi né costruiti, sono sinceri e genuini come quelli di un bambino, poiché lo stesso Handa, che a poco a poco scopre questo nuovo mondo interiore e non, sembra abbia gli occhi illuminati da una luce ingenua e infantile, ma proprio per questa sua stessa natura, libera da ogni costrizione e da ogni pudore del mondo adulto.
Quando sembra che la prospettiva da cui guardiamo noi stessi e il mondo non faccia altro che affossarci, allora è giunto il momento di vedere le cose da un punto di vista diverso, accogliendo l'idea che un grande cambiamento e il ritrovamento del proprio essere possono arrivare anche tramite le piccole cose, o meglio ancora, da persone inaspettate, specie se piccole ma dal cuore grande, puro e sincero.