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Rygar

Episodi visti: 12/12 --- Voto 7
La stagione estiva 2014 non ha certo brillato per un esorbitante quantità di titoli memorabili, tuttavia, a ben vedere, qualcosina di carino lo ha sfornato. Tra le varie opere da dodici episodi, spicca una commedia piuttosto carina con protagonista una buffa streghetta un po' alienata e molto kuudere.
"Majimoji Rurumo" è un'opera della stagione estiva 2014 composta da dodici episodi di durata canonica. L'opera deriva dall'omonimo manga del 2007.

Trama: Kōta Shibaki è uno studente liceale in piena tempesta ormonale. Il ragazzo pensa quasi esclusivamente a sollevare gonne e a collezionare quante più rivistine sconce che può da condividere con i suoi amici. Rurumo è una strega di circa 400 anni d'età che viene spedita sulla Terra come punizione per la sua inettitudine, e dovrà ripartire dal grado di apprendista. Il destino di questi due ragazzi s'incrocia nel momento in cui Kōta evoca l'apprendista tramite un libro magico trovato in biblioteca, divenendo il suo contraente. L'aspirante strega, per tornare ad essere tale, dovrà esaudire 666 desideri del ragazzo. Ciascun desiderio dev'essere operato con la magia e lo si ottiene strappando un biglietto magico. Rurumo però non sa che ogni desiderio strappato accorcia la vita del ragazzo...

Grafica: non si può dire che questa sia un'opera "bella", casomai è "simpatica". Le ambientazioni non sono nulla di speciale, ma sono complessivamente carine e accettabili. Le animazioni non sono molto elaborate, ciononostante non peccano di mancanza di fluidità. Character design "bruttino" e piuttosto fedele al manga (i maschi appaiono piuttosto grotteschi).

Sonoro: buono su tutti i fronti. L'opening è molto bella, molto dolce e allegra, perfettamente appropriata alla natura della serie. L'ending è dolcemente dinamica, molto orecchiabile. OST gradevoli, buffe e molto simpatiche. Belli gli effetti sonori. Doppiaggio complessivamente buono.

Personaggi: i vari personaggi di "Majimoji Rurumo" sono tutti molto simpatici e la loro caratterizzazione risulta piuttosto ben fatta. Ciò che si può contestare riguarda la loro importanza nella storia. Alcuni di loro vengono introdotti per poi essere abbandonati, altri fanno una comparsa piuttosto fugace. In genere il fattore introspettivo/psicologico è presente ma non preponderante. Il fattore evolutivo è piuttosto ridotto. L'interazione però raggiunge ottimi livelli.

Sceneggiatura: l'opera è molto semplice e non necessita di particolare attenzione. La gestione temporale risulta lineare e fruibile, intervallata da qualche sporadico flashback. Il ritmo si attesta su livelli medi. Qualche piccola scena d'azione è presente, mentre il fanservice è presente in quantitativo modesto e quasi sempre a fini comici. I dialoghi sono piuttosto simpatici.

Finale: alla fine il finale non è nulla di sconvolgente, è solo un episodio come un altro e la serie si conclude "normalmente" senza troppi clamori. Ciononostante l'ultimo episodio si rivela essere molto dolce e simpatico, con una punta di malinconia.

In sintesi, "Majimoji Rurumo" è, al netto dei difetti, una discreta opera d'intrattenimento che sa divertire e appassionare. Le buffe vicende della streghetta più kuudere che esista sono particolarmente consigliate per gli amanti della commedia/vita quotidiana con un pizzico di magia.


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Thorgrim

Episodi visti: 12/12 --- Voto 6
Che mondo sarebbe senza maghette? Più che il verso ad una nota pubblicità italiana, si tratta di una semplice constatazione di come intere generazioni di ragazze e ragazzi abbiano subito il fascino e l'influsso delle miriadi di fattucchiere Made in Japan uscite nell'arco di almeno 40 anni. La stagione estiva 2014 non poteva farci mancare una degna rappresentante della categoria ed eccomi qui ad analizzare Majimoji Rurumo.

Liberamente tratto dell'opera originale di Wataru Watanabe, Majimoji Rurumo narra delle disavventure di Kota Shibaki, liceale dalla fama di pervertito a tutto tondo nonché membro del Club del paranormale, la cui vita verrà messa in subbuglio dalla comparsa della giovane strega Rurumo, finita sulla Terra come punizione per non aver adempito correttamente ai propri doveri. Fin quando la pena e il relativo ri-addestramento non saranno scontati, Rurumo sarà costretta a rimane a casa di Kota in quanto le sarà impossibile tornare agli inferi da cui proveniva.

Come si evince dalla trama Majimoji Rurumo non è propriamente un prodotto che brilla per originalità della trama e può essere tranquillamente inserito fra quelle serie che puntano tutto sulle caratterizzazioni dei personaggi e sulle gag che li vedranno coinvolti. I protagonisti, soprattutto nei primi episodi, non mancheranno di strapparci più di un sorriso ed in particolar modo Kota sarà protagonista assoluto con i suoi ingegnosi piani per diffondere fra gli amici quante più riviste erotiche è possibile (espediente che coinvolgerà quasi tutti i personaggi secondari fra cui la temibilissima madre, donna dallo sguardo assassino). La co-protagonista Rurumo è invece l'esatto opposto: tranquilla, silenziosa, profondamente timida ed impacciata. La fragilità emozionale di Rurumo andrà dunque a contrapporsi con l'esuberanza tipicamente adolescenziale di Kota il quale, lentamente ma non senza intoppi a volte anche tragici (vedasi episodio n°6), maturerà gradualmente diventanto una persona sempre più matura e coscienziosa. Fin qua tutto bene, se non fosse per il fatto che la crescita del rapporto Kota/Rurumo è l'unica cosa veramente interessante dell'intera serie e che oltre al "compitino svolto" non avremo alcun tipo di sviluppo narrativo degno di nota. Tutti gli altri elementi, in particolar modo i personaggi secondari, verranno messi da parte quasi sempre e li ritroveremo solo in caso di gag da portare a termine o come corollario alle vicende dei due protagonisti. L'unica eccezione è per Inoue, capo della commissione disciplinare, personaggio destinato con molta probabilità a creare in futuro un qualche tipo di legame sentimentale con il protagonista. Oltre a questo però non si va e già a partire da metà serie cominciamo a notare come la mancanza di soluzioni narrative vada a pesare sulla freschezza e sul ritmo delle storie, quasi come se ad un certo punto non si sapesse più che pesci prendere. Non saranno poche le volte in cui, per cercare di strappare qualche sorriso allo spettatore, le gag punteranno tutto sulla "mandrillagine" di Kota, risultando però a lungo andare fastidiose e stereotipate. Fortunatamente la serie si riprende in zona Cesarini, con un finale degno di nota nonché capace di lasciare aperte le porte per una eventuale seconda serie.

Tecnicamente stiamo nella media, le animazioni non brillano per qualità, ma svolgono il loro dovere senza dare particolari fastidi. Il chara è rimasto molto fedele al manga (stile che per molti versi mi ricorda quello di Hiroyuki Takei in Shaman King) e, se non si bada troppo alle caratterizzazioni un po'anonime delle ragazze, può risultare anche piacevole. Il comparto audio è buono, così come il doppiaggio (un plauso va a fatto al doppiatore di Kota e alla sua ugola d'oro - sempre che non l'abbia persa dopo le innumerevoli urla fatte!). Chiosa finale per la opening, una marcetta molto spensierata e facilmente orecchiabile.

Nel complesso Majimoji Rurumo può essere considerata una serie nella media del genere, la cui visione non è trascendentale, ma neanche da buttare. Magari potrà essere un buono svago nei tempi morti grazie alle sue storie leggere e spensierate.