logo AnimeClick.it


Tutte 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10


 4
micheles

Episodi visti: 13/13 --- Voto 8
Come tutti ho visto la mia dose di maghette dai capelli rosa nell'infanzia, ma non sono mai stato particolarmente attratto dal genere e non posso certo dichiararmi competente in materia. Negli ultimi anni, per motivi di completezza, ho cercato di colmare questa lacuna, tuttavia è abbastanza difficile trovare mahou shoujo pensati per un pubblico maschile e adulto. Okusama è uno di questi. Quando ho sentito della sua esistenza su AnimeClick ho pensato di dargli un'occhiata. L'idea sulla carta era interessante (una mahou shoujo di 26 anni e sposata) ma ho preso la decisione di vederlo soltanto dopo aver visto la bocciatura di chi si lamentava che non fosse una commedia ecchi, come pure le apparenze parrebbero indicare.

È meglio mettere le cose in chiaro: chiunque pensasse di trovare in Okusama un ecchi dozzinale prenderebbe una sonora delusione: mascherato sotto la patina superficiale di un ecchi, che però sparisce quasi subito, si nasconde un anime sentimentale di vecchia scuola. Non ci sono perversioni ma buoni sentimenti, spirito di sacrificio per gli altri e una buona dose di pianti, il tutto nella classica tradizione giapponese, quella che va scomparendo negli anime più recenti. La componente ecchi ha la funzione di sdrammatizzare un anime che altrimenti potrebbe apparire troppo serioso. Il chara design volutamente simile a quello di molti hentai, le inquadrature inguinali, le porno-trasformazioni, anche i gelati mangiati dalle nostre eroine e che lasciano intendere ben altro, sono strizzatine d'occhio al pubblico adulto, unico destinatario di questo anime e le approvo tanto più quanto disapprovo le scene troppo allusive che si trovano in molti mahou shoujo contemporanei destinati ufficialmente all'infanzia. Le scene ecchi di Okusama sono a scopo ironico molto più che erotico: del resto sono del tutto giustificate visto il tema portante dell'opera, che è quello del rifiuto dell'età adulta che passa attraverso la metafora del rifiuto del sesso.

La protagonista, Agnes, è una mahou shoujo che non vuole ammettere di essere cresciuta e vuole continuare a vivere come una maghetta. Questo però è chiaramente impossibile e visivamente il concetto è reso efficacemente disegnandola con un corpo da maggiorata e un'abbigliamento corrispondente: non c'è dubbio che Agnes sia adulta e sviluppata, non una bambina. Sebbene anni prima abbia trovato l'amore e si sia sposata, Agnes si è sempre rifiutata qualunque intimità perché il primo bacio significherebbe la perdita dei poteri magici. Chiaramente il suo rifiuto ha messo in crisi il matrimonio con Tamotsu: tanto più che lei si è sempre rifiutata di rivelarsi come mahou shojou e di spiegargli le sue ragioni; non sorprende quindi che il marito se la sia presa molto a male, che viva separato dalla moglie e che si sia ridotto anche ad avere una sordida relazione extraconiugale - sviluppo ben giustificato dal target seinen dell'anime. In questo contesto vengono a situarsi gli altri due personaggi principali: il giovane Tatsumi, appena trasferitosi in casa di Agnes, che gli affitta una stanza, e la ragazza magica Cruje, mandata dal consiglio del Regno della Magia per prendere il posto di Agnes, ormai troppo vecchia per il posto che occupa. Cruje è un personaggio speculare ad Agnes: così come Agnes si sente più giovane di quanto realmente non sia, Cruje si sente più adulta: ha 12-13 anni, ma vede i suoi coetanei come bambini, si sente grande, conosce già i primi turbamenti amorosi e si innamora di Tatsumi, che però la ignora. Sfrutta allora i suoi poteri per crescere - come tutte le maghette degli anni settanta e ottanta - e farsi notare da Tatsumi; in un certo modo ci riesce, ma non dico di più per lasciarvi vedere da soli come si risolveranno i triangoli sentimentali incrociati tra Cruje, Agnes, Tatsumi e Tamotsu. Aggiungo solo che Tatsumi si trova a lavorare per Tamotsu, il marito di Agnes, persona molto percettiva e che ama ancora la moglie e non è esente da gelosia.

In mezzo a tutto questo scorrono le vite di altri personaggi, mahou shojou ormai adulte, uomini di vari generi e professioni, i bambini compagni di classe di Cruje. È che chiaro che Okusama si rivolge esclusivamente a un pubblico adulto: di più a un pubblico che ha abbandonato da un pezzo l'adolescenza, tanto che io lo sconsiglierei agli adolescenti o a chi è uscito dall'adolescenza da poco. La parte miliore dell'anime, a mio avviso, è quella centrale, imperniata sui triangoli sentimentali, che è gestita piuttosto bene; nella parte finale invece l'anime si trasforma in un mahou shoujo nudo e puro, con le eroine che devono salvare il mondo grazie ai buoni sentimenti, i soliti di queste produzioni: l'amicizia, l'amore e la fiducia verso il prossimo e per la propria città. Tutto regolare e mi parrebbe scorretto criticare un mahou shoujo per essere tale: del resto si rivolge a persone che sono cresciute con quel genere e lo vogliono così com'è; tuttavia mi pare che il rispetto della classicità abbia fatto perdere delle potenzialità che c'erano. Ho trovato 13 puntate un po' poche, c'erano dei personaggi interessanti tra i compagni di ufficio di Tatsumi e le amiche di Agnes che non sono stati sfruttati completamente. Lo stesso si può dire per il personaggio della nonna, dotato di altissimo potenziale comico, ma non sfruttato a sufficienza, proprio per l'esiguo numero di episodi.

Sono ottimi sia il chara design che le scelte cromatiche, che si risolvono in un tripudia di rosa confetto e di cuoricini, sequendo l'iconografia classica del genere. Naturalmente non bisogna dimenticare che in Giappone i film a luci rosse si chiamano "pink eiga" e che il rosa è il colore dell'amore, non solo dell'infanzia. Si poteva probabilmente fare di più: raddoppiare il numero di puntate, aumentare la parte umoristica e ecchi, che finisce un po' troppo presto, dare più spazio a Tamotsu, il marito di Agnes, che è il mio personaggio preferito; Tatsumi è il solito ragazzo buono di tutti gli anime, non antipatico ma comunque stereotipato, e avrei preferito che la sua storia sentimentale finisse in altro modo. È comunque un anime che mi ha intrattenuto piacevolmente, specialmente nella parte centrale, sicuramente molto più interessante dei moderni harem scolastici, così concitati e pieni di scenate, tsundere e personaggi strampalati. Al contrario Okusama è un anime lento, di vecchia scuola, che spende puntate a parlare di antiche tradizioni giapponesi e di celebri insegnanti dell'era Meiji e che dà adito a qualche riflessione interessante. Per questo lo premio e arrotondo il mio 7,5 per eccesso. Osando di più avrebbe potuto essere un 8 pieno.


 1
GianniGreed

Episodi visti: 13/13 --- Voto 5
"Okusama wa Mahou Shoujo" è una serie anime di tredici episodi un po' atipica. Lo è già dal titolo, traducibile come "Mia moglie è una maghetta". Un titolo che si rifà alla nota serie tv "Bewitched" trasmesso in Italia con il nome "Vita da Strega", perché il sottotitolo dell'anime è "Bewitched Agnes". Il titolo si è rivelato però ingannevole. Mi aspettavo una commedia romantica con un pizzico di ecchi, ma la serie ha una storia troppo seriosa, che scade un po' nel banale e risulta un po' tediosa. Ma andiamo con ordine.

L'anime è ambientato in una piccola e tranquilla ma non specificata cittadina giapponese che sembra un po' fuori dal tempo. In questa città si trasferisce Tatsumi, un giovane ragazzo che, terminata la scuola, trova lavoro in una piccola casa editrice. Arrivato al suo nuovo appartamento viene accolto dalla bella ma sbadata manager, Ureshiko. La ragazza oltre a essere la manager dell'appartamento, è anche la "manager" dell'intera città. Ureshiko è in realtà Agnes, una maga proveniente dal magico mondo di Realm. Ma Ureshiko è un po' troppo grande per questo ruolo, del resto quando si trasforma il costume le sta stretto. Perciò, da Realm arriva Sayaka, una giovane maga che dovrà diventare la nuova manager.

La serie ha degli spunti inizialmente interessanti, ma quasi tutti si perdono strada facendo e poco o niente viene spiegato. Il punto principale della vicenda è che è ambientata in un mondo dove le ragazze che crescono non possono più essere "maghette". La protagonista ha ormai ventisei anni e deve cedere il ruolo di maga protettrice della città ad una maga più giovane, ma Ureshiko è rimasta giovane d'animo e non vuole lasciare il suo compito. Negli anime siamo abituati a ragazze magiche che sono poco più che quattordicenni. Invece in questa serie si vede cosa succede ad una ragazza che cresce e quali sono i problemi che di conseguenza si trova a dover affrontare. Ad esempio, la protagonista Ureshiko è una bella casalinga sexy, ma è anche una maga che però non può baciare nessuno perchè con un bacio perde il suo potere magico per sempre. Perciò se vuole rimanere una maga non può innamorarsi, se invece vuole vivere come una ragazza normale deve rinunciare ai poteri. Questo è un tema interessante, e anche se non molto originale, è comunque poco sfruttato.
Con questo però è evidente già il primo difetto della serie, perché come dicevo all'inizio, il titolo dell'anime è ingannevole. Ureshiko non è la moglie di nessuno, o meglio, è stata sposata ma proprio perché non può baciare nessuno, nemmeno suo marito, lui l'ha lasciata (per una bella tipa con gli occhiali, mica scemo). Questi sono problemi da adulti: se a tuo marito non permetti di baciarti e di conseguenza nemmeno fare il resto, mantenendo ostinatamente dei segreti come quello di essere una maghetta, non puoi pretendere che ti rimanga accanto come se nulla fosse.
Oltre al fatto di essere o meno la moglie di qualcuno, parliamo del fattore "magia". Ureshiko/Agnes è la guardiana della città, e dovrebbe proteggerla da qualcosa… ma cosa? Da nulla. Infatti, niente arriva a minacciare la pacifica vita degli abitanti del piccolo paese, a parte altri maghe, intenzionate a sottrarre con la forza l'anello magico che simboleggia la carica di manager custodito da Ureshiko, che lei stessa rifiuta di cedere nonostante abbia svolto il suo compito. Perciò, tutti i problemi nascono dal desiderio egoistico di Ureshiko. E anche qui ci sarebbero critiche da muovere. Non è che la serie offra dei combattimenti tra le maghe, proprio no. Ci si limita a mostrarle che volano su scope volanti, a lanciare qualche fulmine o piccole sfere di fuoco, e poi amiche come prima.
Poi, i personaggi. A parte Ureshiko, che è bella ma è insopportabile caratterialmente, la serie è infarcita di personaggi completamente inutili, uno su tutti: Tatsumi. Lui si innamora di Ureshiko e Ureshiko di lui perché è la serie che lo prevede, ma non c'è un vero motivo. Tutto il loro amore è gestito malissimo. Non ci sono scene romantiche, non ci sono rossori, non ci sono equivoci, non ci sono appuntamenti, nulla di nulla. Ma alla fine si innamorano, e il motivo è perché la serie deve avere il classico lieto fine. E Sayaka? Poverina, all'inizio sembrava potesse essere uno dei tre vertici del classico triangolo amoroso visto che sembra innamorarsi (anche lei senza motivo) di Tatsumi, ma poi viene messa sempre più da parte dagli sceneggiatori, salvo tornare in auge per il finale.

Parlando del lato tecnico, la serie è abbastanza ben fatta. I disegni sono molto belli, e tutti i personaggi sono ben resi, in particolare le ragazze, a partire da Ureshiko. Le animazioni sono nella media, senza infamia e senza lode, anche perché l'anime risulta essere parecchio statico. Il doppiaggio è buono, specialmente l'interpretazione della bravissima Kikuko Inoue nel ruolo di Ureshiko, ma anche la doppiatrice di Sayaka svolge un ottimo lavoro. La colonna sonora, sigla finale a parte che è cantata proprio da Kikuko Inoue, non è degna di nota.

Insomma, credo si sia capito, la serie mi ha deluso. Mi aspettavo tutt'altro. Alla fine, non posso dire che non mi sia piaciuta, è stata abbastanza gradevole da guardare, ma non è quello che volevo vedere. Nonostante tutto però, la serie aveva delle potenzialità, come i problemi di coppia tra Ureshiko e suo marito, che però non vengono molto approfonditi. La storia vira troppo bruscamente dall'inizio dove parte come una commedia romantica e divertente per arrivare ad un finale troppo melodrammatico con lacrime e possibile distruzione di tutto quanto.
E' una serie che si prende troppo sul serio, e nonostante duri solo tredici episodi sembra che siano il doppio. Un occasione sprecata.


 2
Auron1589

Episodi visti: 13/13 --- Voto 8
Sono ormai tantissimi oggi gli anime incentrati sulle figure di maghette e streghette con tematiche che spaziano dall'amicizia all'amore, dal conflitto eterno fra bene e male, dall'uso corretto della magia a che invece la usa solo per i suoi scopi e così via, ma sono pochissimi quelli che riescono a miscelare tutte queste differenti tematiche dando vita a una trama godibile e scorrevole.
E' questo il caso di "Okusama wa Mahou Shoujo" che, sebbene a prima vista potrà sembrare uno dei tanti anime incentrati sulla magia e sulle ragazze magiche, con lo scorrere degli episodi farà venire a galla gradualmente la profondità della trama rendendosi una serie piacevole fino all'ultimo episodio, ma andiamo con ordine.
La storia ha inizio in una cittadina chiamata Wonderland (paese delle meraviglie) dove vive una ragazza di nome Usheiko. A una prima occhiata essa sembrerebbe una comune liceale che vive con la nonna e che gestisce una pensione familiare, ma fin da subito si scopre che le cose non stanno così. Usheiko infatti non solo è la protagonista della storia, ma è anche una ragazza magica.

Fin qui tutto normale, direte voi, e la cosa sembrerebbe scontata se non fosse per un dettaglio rilevante sul quale si basa l'intera vicenda: Usheiko è sposata!
Si vede fin da subito però che la sua relazione matrimoniale sta attraversando problemi, visto che il marito non vive con lei; a complicare ciò c'è anche il fatto che alla pensione arriva un ragazzo liceale che sembra in qualche modo in sintonia con Usheiko.
Considerando solo questi elementi ci sono già i presupposti per un intreccio amoroso che sarebbe di per sé una tematica sufficiente per 13 episodi.
Se così fosse, però, a che scopo inserire la magia e le ragazze magiche in una serie che sembra solamente di tipo sentimentale? La risposta non si fa attendere, infatti già nel primo episodio ci viene subito presentata un'altra ragazza magica, anzi una ragazzina, visto che frequenta le elementari. Anche questa bambina avrà infatti un ruolo fondamentale nello svolgimento della trama e dello sviluppo della storia sentimentale narrata nella vicenda. Costei infatti si dimostrerà subito essere in conflitto con Usheiko sia nella sua vita privata sia in quella di ragazza magica.

Nel secondo caso ciò è dovuto al fatto che Usheiko oltre a possedere poteri magici è anche la custode di Wonderland (la città dove vive N.B.) e avrebbe dovuto passare la carica già da tempo a una nuova ragazza magica designata da un consiglio di maghi per tale compito. La sua riluttanza a lasciare la carica è dovuta alla paura di vedere la città cambiare o addirittura scomparire nel caso di cambio del custode. Sembra infatti che tale custode abbia la capacità di rimodellare la realtà a suo piacimento e che abbia quindi in mano il destino di tutti gli abitanti di Wonderland.

Tutto questo incipit darà il via a una catena di eventi che si depana per tutto il corso dei 13 episodi senza lasciare un momento di fiato allo spettatore fino alla fine.
Può sembrare difficile sviluppare così tanti eventi in così poco tempo, ma questa serie ci riesce pienamente grazie anche alla totale mancanza di fanservice, di cui non si sente per niente la mancanza.
In conclusione, quindi, mi sento in dovere di consigliare questa serie non solo agli amanti della magia e di tutti i suoi sviluppi nel mondo degli anime, ma anche a tutti coloro che sono alla ricerca di qualcosa di carino su cui valga la pena di passare una serata.
Un unico appunto a quest'anime è che come molti del suo genere tende a essere un po' troppo buonista, ma considerando le tematiche e i contenuti non posso considerarlo un difetto.