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SmartGuy89

Episodi visti: 40/52 --- Voto 7
Tenterò di tenere a freno la nostalgia nello scrivere questa recensione, ma sarà difficile! D'Artagnan è il primo anime che ho mai visto, non il primo cartone ma il primo cartone giapponese di cui abbia un chiaro ricordo, sebbene se ora posso avere un'idea più precisa della sua trama è grazie alle repliche del 2010 su Rai Gulp (non vi dico che giubilo fu per me poterlo rivedere).

Anime doppiato a Milano nell'epoca d'oro della Mediaset, prima dell'abuso del verbo eliminare (sì, perché a titolo di cronaca nei primi anni '90 si usavano!), D'Artagnan e i moschettieri del re nasce già in patria come diretto ad un pubblico di ragazzini: abbiamo quindi una storia molto rimaneggiata rispetto all'originale di Dumas (nel finale viene inserito il personaggio de La maschera di Ferro come fratello di Luigi XIII e non di Luigi XIV e viene eliminata la parte dell'assedio a la Rochelle con la conseguente scomparsa dei riferimenti alle lotte di religione fra cattolici e ugonotti), ma comunque piacevole.
Il cambiamento più simbolico è quello di Armis, che qui è una donna mentre nel libro è sì un uomo dall'aspetto delicato ma ha i baffi ed è un gran don giovanni (che dice di voler diventare abate dei gesuiti)!
Ho amato e trovato simpatico D'Artgan fin da subito, mentre ho sempre odiato Milady e la sua scimmietta-ipnotizzatrice Pepe!
Malgrado il target va detto che i personaggi sono caratterizzati: Milady è cattiva e odiosa, ma ha una backstory ben costruita (per quanto diversa dal libro) mentre Richelieu è un vero e proprio personaggio "grigio": inizialmente vuole togliere influenza alla regina Anna, ma è pronto a schierarsi col re ed i moschettieri contro la minaccia dei rivoltosi di Maschera di Ferro (il nome viene anche usato da un criminale misterioso, falso ladro gentiluomo... storia moolto complessa).

Un cartone "per tutta la famiglia", da recuperare assolutamente se ci riuscite e da vedere sia per ricordare i bei tempi che coi propri bambini!


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npepataecozz

Episodi visti: 52/52 --- Voto 4
Dall'uscita de "I tre moschettieri" di Alexandre Dumas si è assistito a un continuo susseguirsi di riproposizioni, rifacimenti, rivisitazioni ecc ecc. Questo sia in chiave letteraria, sia in quella cinematografica (come non ricordare uno dei grandi "capolavori" dei nostri tempi, "la Maschera di Ferro": assolutamente inguardabile) e non ultimo in chiave animata.
Questa serie, datata 1987 ma arrivata in Italia, se non ricordo male, tra il 1989 e il 1991, è uno dei ricordi della mia infanzia quando la maggior parte della produzione animata giapponese era ancora targata mediaset. Inutile dirlo narra le avventure del giovane D'Artagnan le cui caratteristiche principali erano quelle di portare un ciuffo assolutamente fastidioso per chi combatte di spada (Ti ho beccato fellone! Esci da quel cespuglio) e un cavallo che assomiglia più a un asino che a un possente equino.

Essendo un ricordo della mia infanzia sarebbe un po' ingrato cercare di darne una valutazione con gli occhi di un adulto - anche perché dopo la prima uscita non l'ho più rivisto - per cui cercherò di tornare indietro nel tempo con la mente e ricordare quanto meglio possibile la valutazione che ne ho dato quand'ero ancora piccino.
A quell'epoca "D'Artagnan e i moschettieri del re" è stato senza dubbio uno degli anime che detestavo di più in assoluto. Gran parte del merito, devo ammetterlo, va assegnata all'orribile sigla italiana che già predisponeva lo spettatore a pensieri pieni di malvagità. La storia era quella classica già sentita e risentita tante volte; diretta a un pubblico non proprio adulto, poi, i moschettieri (considerando anche D'Artagnan che moschettiere ancora non era) perdono qualsiasi connotato di virilità assumendo l'aspetto di bamboccioni alla presa con gli intrighi di corte orditi da altri bamboccioni.

Ciuffo a parte, i disegni sono, considerando anche la data di nascita di quest'anime, più che accettabili specie se ci riferiamo ai personaggi femminili della serie; anche la qualità del doppiaggio italiano è di buon livello: dovendo rappresentare dei bamboccioni, poi, il risultato è stato superiore alle aspettative.
In definitiva "D'Artagnan e i Moschettieri del Re" è un anime che ho sempre detestato - con gli occhi dell'infanzia si ama o si odia, non si valuta positivamente o negativamente - forse un po' di più rispetto a quanto meritasse. Ma anche con il senno del poi la valutazione è decisamente negativa.


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Sonoko

Episodi visti: 52/52 --- Voto 10
Quest'anime è l'ennesima versione televisiva del romanzo di Dumas che ho visto e che considero la migliore. Anche se non ho avuto modo di leggere il romanzo, so che ci sono importanti varianti, ma a mio parere si tratta soprattutto di cambiamenti positivi, almeno per quanto riguarda il personaggio di Constance. Un'altra differenza con il romanzo è ancora più sconvolgente, mi riferisco al personaggio di Aramis, che vuole essere un fin troppo evidente richiamo e omaggio a uno splendido anime di tanti anni fa con ambientazione simile e di cui non faccio il titolo per non spoilerare. La storia personale del personaggio non è male, anche se non è poi così originale, ma in fondo da quel poco che so anche l'Aramis dell'anime m'ispira di più dell'originale.
Dell'anime ho anche apprezzato l'inserimento di intermezzi comici, che riguardano soprattutto il protagonista.

Il character design non è all'altezza di quello di Araki (indiscutibilmente il migliore esponente in materia), ma di tutto rispetto.
La caratterizzazione dei personaggi è buona, anche se alcuni sono più approfonditi di altri; il più intrigante è sicuramente la malefica, anche se odiosa, Milady.
La sigla mi piace abbastanza, anche se avrei preferito che l'avesse interpretata Enzo Draghi e non la D'Avena.
Insomma, "D'Artagnan e i Moschettieri del Re" è un bell'anime che spero di rivedere prima o poi.
Voto: 10.


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demone dell'oscurità

Episodi visti: 52/52 --- Voto 10
Un particolare importante di questa serie è sottolineato dalla divisione di due storie all'interno di un'unica trama. La divisione delle due storie permette un'evidente crescita sia del personaggio principale che degli altri protagonisti presenti nella serie, anche se c'è da dire che anziché crescere in protagonisti, essi diventano sempre più gregari, e questo avviene anche negli antagonisti, sempre con meno risorse a disposizione e le cui trame si fanno sempre più prevedibili.
La bellezza della serie invece la riscontriamo attraverso altre strade, che non sempre dipendono dall'esito della serie e delle sue vicende, che comunque sono arcinote per via del romanzo a cui fanno riferimento, attraverso il quale Dumas anche oggi rimane sempre un grande agente ispiratore per chiunque si interessi a questo meraviglioso mondo.

Abbiamo anche degli episodi che dalla serie si discostano completamente, e ci fanno capire meglio i carattere di alcuni personaggi fondamentali nella serie. Viene approfondito il ruolo del sarto Bonasieux, il quale nella seconda parte della serie ha un ruolo importantissimo; viene approfondito il ruolo di Milady, che come tutti gli antagonisti nasconde sempre una parte buona; e infine Aramis, che nasconde un segreto a dir poco incredibile.
In questi tre personaggi troviamo qualcosa che nella celebre opera originaria difficilmente riusciamo a riscontrare.
Nel primo scopriamo che non sempre le apparenze sono quelle che possiamo pensare su una persona. Ognuno di noi nasconde sempre dei segreti, buoni o cattivi che siano, e il più delle volte è sempre difficile raccontare una verità che potrebbe portare parecchi scomodi eventi in seguito.
Nel secondo personaggio scopriamo quanto la povertà possa incidere nel cuore di una giovane, che si sente condannata dalla società dell'epoca, laddove un riparo di giustizia viene visto quasi come un'utopia, dove però degli uomini giusti come D'artagnan sono capaci di fare aprire gli occhi del cuore e riflettere sui propri errori commessi. Da qui vedremo un personaggio in continua evoluzione,: è forse Milady il personaggio che più si evolve durante la serie.

Il terzo personaggio, Aramis, è uno di quelli che di meno si evolve, ma ha un finale di un certo peso su tutta l'opera, dove l'autore ci invita sempre a considerare la rivalsa e non la vendetta per ingiustizie passate, e questo è uno degli aspetti morali più importanti che possiamo evincere da quest'opera. La lealtà, sempre e comunque, ciò che distingue il bene dal male, e allontana ogni tipo di bestialità da un essere pensante come lo è un qualsiasi uomo.
Da ciò si evince che questo cartone è sempre più una storia di uomini, più che d'imprese di eroi.


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Apachai

Episodi visti: 52/52 --- Voto 7
Questo è uno dei miei anime preferiti dell’età adolescenziale; sicuramente da piccolo preferivo questo a “Lady Oscar”.
Quest'anime è una trasposizione animata del romanzo “I tre Moschettieri” di Dumas, ma ovviamente è stato adattato ad un pubblico giovanile. In Italia è uscito intorno al 1987 e narra delle gesta del giovane D’Artagnan che, una volta salutati i nonni, parte dal suo piccolo paese alla volta di Parigi per diventare moschettiere.
Durante il viaggio conosce Jean, un bambino che cerca la sua mamma, e il nostro eroe decide di portarlo con sé per aiutarlo nell’impresa.
Non continuo oltre per evitare spoiler; la storia comunque va avanti tra colpi di scena e intrighi svelati. In quest'anime c’è una netta distinzione tra buoni e cattivi, non vi è una via di mezzo.
Graficamente non è male e i personaggi sono ben caratterizzati.
Buona visione.


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ALUCARD80

Episodi visti: 52/52 --- Voto 8
In quanto inguaribile ed eterno estimatore dell’immortale scrittore-post-rivoluzionario Alexandre Dumas, adoro le sue opere eterne e la capacità con cui riesce a ricamare drammi rocamboleschi e suggestive atmosfere, preparate come fossero palcoscenici atti ad ospitare colpi di scena che sono diventati, nella storia della letteratura, un punto fermo della narrazione mondiale.
D’artagnan e i moschettieri del re è un anime interamente ispirato al romanzo di Dumas, originariamente uscito a puntate giornale “Le Siècle”, e racconta le vicende del giovane guascone D’Artagnan, che nel 1625 si reca a Parigi per mettersi al servizio di re Luigi XIII, portando con sé una lettera di presentazione indirizzata al signore di Tréville, capitano del corpo dei moschettieri.
Nonostante l’anime abbia ormai i suoi anni sul groppone, anche rivedendolo ai giorni nostri non sfigura affatto: forte di fondali che rievocano il tratto completamente manuale, caldo, quasi fumettoso e fiabesco degli anime (se mi passate il termine) in “costume” degli anni 80, dai colori brillanti e appropriati, gode soprattutto di un chara design simpaticissimo, quasi caricaturale dei protagonisti nati dalla fantasia di Dumas, ma quanto mai azzeccato.

Come molto spesso accade non dobbiamo pensare che questa trasposizione animata sia la fedele copia dell’originale romanzo, bensì è, come per molti altri anime che hanno ripreso commedie, drammi o novelle (si prenda come esempio Il Conte di Montecristo o Romeo x Juliet), una storia direttamente ispirata e liberamente interpretata. Il filone narrativo è pressoché lo stesso, con Athos, Porthos e Aramis a completare il famoso quartetto di moschettieri, il Cardinale Richelieu e Milady nei panni dei “cattivi”, più altri personaggi di contorno che non compaiono affatto nel romanzo originale.
Per tutti quelli che come me hanno vissuto l’epopea (o dovrei dire lo sbarco) degli anime, o dovrei dire dei cartoni animati, come li chiamavamo nei mitici anni 80, D’artagnan e i moschettieri del re è stato un caposaldo di cui ho bellissimi ricordi, e che tutt’oggi mi andrebbe di rivedere ancora una volta. Anche la sigla italiana, orecchiabile, cantata da Cristina D’avena, fa parte di questo repertorio “storico” e che non dispiace ascoltare quando capita. Di tutt’altra pasta però era la opening originale, molto più bella e incisiva di quella nostrana, che ovviamente in Italia non è mai giunta (come ben sappiamo questa è divenuta una triste tradizione italiana che temo non riusciremo mai a sovvertire).

Rivolto essenzialmente ad un pubblico giovanissimo, gli sceneggiatori hanno distinto i “buoni” dai “cattivi” in maniera netta rispetto al romanzo, cancellando ogni possibile ombra che potesse far dubitare dell’eroica condotta dei valorosi spadaccini francesi; gli episodi, spesso autoconclusivi eppur con un filo narrativo di sfondo che li unisce, creando un proseguo temporale della vicenda, paiono scorrere via veloci e la visione dell’anime risulta gradevole, interessante anche al giorno d’oggi e a mio parere soprattutto da un occhio esterno che non ha mai conosciuto quest’opera.
Direi che giunti nel 2009 e con quasi ventidue anni sulle spalle, D’artagnan e i moschettieri del re ne esce più che bene, soprattutto dal punto di vista tecnico. Il tempo passa, ma i lavori di qualità rimangono, su questo non ci sono dubbi.
Consigliato ad un pubblico giovane, anche se i più grandicelli non dispiacerà fare un tuffo nel passato.


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roooo83

Episodi visti: 52/52 --- Voto 8
Quanto amo questo cartone!!! Mi ha accompagnato per tutta l'infanzia e mi ha regalato tanti bei momenti! La storia dei tre moschettieri è sempre stata affascinante per me, tanto che durante adolescenza, spinta dalla passione per l'anime ho letto anche il libro! D'Artagnan è un eroe straordinario, una storia che racchiude amore, coraggio e avventura in una chicca di altri tempi quando gli anime avevano tutti quel sapore speciale che forse è quel che manca ai cartoni di oggi...


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Swordman

Episodi visti: 50/52 --- Voto 7
Inspirato, ma con diversi spunti di originalità, alle opere di Dumas, questo anime racconta le gesta del giovane D'Artagnan giunto a Parigi dalla provinciale Guascogna per diventare un moschettiere del re e difendere i più deboli.
Nonostante gli anni l'opera nell'insieme tiene botta con buoni disegni, animazioni che si mantengono su buoni livelli e musiche abbastanza orecchiabili e che ben si adattano a sottolineare i vari momenti della storia.
Da segnalare l'adattamento generale da parte di Monkey Punch.
Per come è impostato l'anime si rivolge a un pubblico giovane: netta la divisione tra “buoni” senza macchia e senza paura e “cattivi” perfidi e infidi (alcuni anche troppo tipo come serpi Milady). Ciò non è necessariamente un difetto ma a spettatori più maturi può far storcere talvolta il naso.
Un peccato invece che a fronte di una narrazione che tiene abbastanza sulla corda, la battaglia decisiva si conclude con un finale un po' deludente o, se vogliamo un po' fiacco (era forse necessario più pathos e/o più azione).
Comunque in definitiva D'Artagnan resta un buon anime che piacerà sicuramente agli amanti delle opere stile anni '80 e che resta superiore a diversi titoli che passano al giorno d'oggi.

torakiki

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torakiki

Episodi visti: 52/52 --- Voto 7
Serie piacevole degli anni 80, con disegni nella media, un non eccessivo riciclo di animazioni e un doppiaggio di livello, leggermente, superiore rispetto agli standard Mediaset del tempo (però qui spezzo una lancia a favore dei nostri doppiatori che hanno sempre fatto un lavoro eccellente, spesso superiore anche a quello originale).
La trama è un collage (abbastanza riuscito direi) di quasi tutti i libri di Dumas padre e figlio sui moschettieri (di alcuni prendono interi cicli narrativi, di altri solo delle idee, come quella di Aramis donna... da "i figli dei moschettieri" se non erro) con qualche licenza per abbassare il target a cui e indirizzato (l'orfanello che sostituisce lo scudiero ubriacone di D'artagnan, il protagonista che parte per Parigi alla ricerca di un elefante per scommessa, il re che scoperto d'avere un gemello non cerca di ucciderlo ma gli propone di regnare assieme, ecc..).

Un discreto passatempo.

irenecaufield

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irenecaufield

Episodi visti: 52/52 --- Voto 10
Ogni volta che mi capita di sentire la sigla mi emoziono, questo cartone ha segnato la mia infanzia, ha un profumo tutto speciale. Avendo letto tutta la saga dei moschettieri di Dumas sono molte le incongruenze, ma appassionava lo stesso, lo guardavo che avevo quattro anni e mi ricordo che ero rimasta colpitissima dalla nascosta sessualità si Aramis. Ricordo l'episodio come fosse ora. Senza dubbio dovrebbero riproporlo, io non esiterei un attimo a seguirlo tutto!

Testu

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Testu

Episodi visti: 51/52 --- Voto 7
Una riuscita e piacevole serie anime sui 4 moschettieri, che ha divertito me e molti altri nella nostra infanzia. Purtroppo crescendo ho notato che dopo i primi episodi ci sono fantasticherie... o per meglio dire libertà narrative eccessive, specie verso due personaggi molto ben caratterizzati, ovvero un moschettiere e maschera di ferro, di cui verso quest'ultimo poteva essere fatto un' ulteriore approfonditmento. Per un anime basato su un romanzo (di cui avevo l'impressione che volesse rispettarne l'ambientazione) ho cominciato a considerare queste incongruenze delle piccole pecche. Resta però un gran bel cartone, di cui una lode va per la sigla italiana molto orecchiabile.

nosferatu_zod.m.a.85

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nosferatu_zod.m.a.85

Episodi visti: 0/52 --- Voto 8
Una delle tante serie che rievoca la mia infanzia... non ricordo moltissimo, ma delle sensazioni ti rimangono impresse ricordo che rispecchia la storia e allo stesso tempo coinvolge per le sue vicende amorose e per gli intrighi di un tempo molto diversi da quelli di oggi. Consigliata anche per il rifacimento veritiero delle ambientazione e dei costumi dell'epoca e per il senso di giustizia che sa infonderti.

Ryu

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Ryu

Episodi visti: 50/52 --- Voto 10
Questa è senz'altro la serie che mi è più cara, la serie per eccellenza della mia infanzia. Ottima serie sia sotto il profilo tecnico, design e musiche (Bellissima la sigla iniziale originale purtroppo censurata nell'edizione mediaset e sostituita con la solita intro by Cristina D'Avena) che per la trama, piuttosto fedele al romanzo di dumas salvo alcune piccole modifiche. Non so esattamente quanti fossero gli ep. anche se sono certo di averli visti tutti, indicativamente dovrebbero una 50na che io ricordi cmq questa serie un 10 pieno se lo merita tutto.