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micheles

Episodi visti: 26/26 --- Voto 9
Da piccolo Chobin era uno dei miei cartoni preferiti. È stato trasmesso durante la prima edizione di Bim Bum Bam, quando Paolo Bonolis era ancora sconosciuto ai più.
La storia è semplice e adatta a un pubblico infantile, i personaggi sono tutti simpatici: l'orso, la farfalla, il coniglietto, la cicogna, la bambina amica di Chobin e il nonno.

Come in tanti altri cartoni dell'epoca il tema fondamentale è quello della madre mancante (mi domando: ma quanto sono fredde queste madri giapponesi?). Fortunatamente non è triste come l'Ape Magà, che pure mi piaceva, è molto più umoristico, sia come storia sia come disegni. Comunque il registro principale è più avventuroso che umoristico. In ogni puntata Chobin deve combattere contro un mostro diverso, a furia di rimbalzi e sfruttando il potere del suo braccialetto Goccia di Stella. Sono simpaticissimi anche il cattivone Brunga con il nasone e le sue spie, mostriciattoli alati con un unico occhio.

Ho sempre apprezzato il tratto di Shotaro Ishinomori, chiaramente ispirato a quello di Tezuka e adattissimo a una serie per l'infanzia. La madre di Chobin poi è bellissima. La sigla di F. Migliacci e M. Goldsand è molto allegra e orecchiabile. Il voto che gli avrei dato all'epoca, quando l'ho visto con occhi da un bambino è 9: mi pare giusto mantenerlo. Incidentalmente, l'ho anche rivisto anche in anni recenti ed è sempre divertente. Consigliato a chi ha bambini o fratellini piccoli.


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Ironic74

Episodi visti: 26/26 --- Voto 7

Era il 1982, l’Italia vinceva finalmente i mondiali di calcio ma a incollarmi alla televisione non erano i gol di Paolo Rossi bensì un buffo personaggio verde e saltellante quasi sempre collerico. Con il tempo noi ragazzi , cresciuti in quegli anni, abbiamo cominciato a mitizzare tutta quella moltitudine di serie giapponesi che avevano invaso le tv nostrane ancora non sottoposte alla tirannide del duopolio Rai-Mediaset ; soprattutto abbiamo capito che una parte del nostro background è indissolubilmente legato proprio a questi eroi giovanili.
Favole moderne, ecco come potrebbero essere definite queste storie e le avventure di Chobin erano proprio una bella fiaba destinata sicuramente ai bambini , con valori talmente universali da potere essere apprezzata anche oggi a più di vent’anni di distanza.

La storia è un perfetto connubio con la fantascienza: Chobin è un alieno che arriva sul nostro pianeta con l’intento di ritrovare la madre. Non atterra in una grande città, ma in una bucolica ambientazione vicino a una foresta dove viene ospitato dalla piccola Rori e da suo nonno. Chobin , pur se di natura extraterrestre, è però pur sempre un bambino lontanissimo da casa e dai suoi affetti e per di più di origine nobile , quindi dalla natura arrogante e alquanto dispotica. I capricci del piccolo alieno lo rendono indisponente e malvisto da tutti gli esseri viventi con cui viene in contatto; gli animali della zona, con cui riesce a comunicare come se fossero umani, non lo sopportano e lui non fa niente per fare amicizia sia con loro sia con i gentili umani che lo ospitano.
Chobin però si rende presto conto che la lotta al nemico Brunga sarà dura e lunga; nonostante il suo potente e tecnologico braccialetto faccia miracoli, egli con le sue sole forze non ce la farà mai e quindi dal singolare egli dovrà imparare a pensare al plurale, aprendosi a quelle creature di cui fino a poco tempo prima neanche conosceva l’esistenza. La vittoria arriverà, ma solo con l’aiuto dei suoi nuovi amici, e insieme a essa la sua crescita personale interiore ed esteriore: da brutto anatroccolo egli alla fine si trasformerà in splendido adulto, completando così la sua esperienza formativa sulla Terra.

L’insegnamento di fondo è semplice, non si può prescindere la maturazione fisica di una persona dai valori morali del rispetto per gli altri e soprattutto per coloro che sono diversi da noi. Valori che non passano mai di moda e anzi oggi, di fronte a una società davvero multietnica, sono forse più attuali di allora.
Dal punto di vista grafico , quest’anime resta nel solco classico dell’animazione di allora; per certi versi l’utilizzo di tutti questi animali antropomorfi, in questo come in molti altri titoli dell’epoca, ricalca un po’ la cinematografia disneyana. La sigla italiana cantata da “Il Mago, la Fata e la Zucca Bacata” è invece una parte viva dei nostri ricordi d’infanzia.

Chobin , insomma, è un titolo che non risente degli anni (in Giappone uscì nel 1974, dalla fervida fantasia di Shotaro Ishinomori , già famoso per Cyborg 009 e Ryu ) grazie al suo messaggio di amicizia, un titolo che non mancherò di mostrare a mio figlio anche per, e non mi vergogno a dirlo, sedermi accanto a lui e tornare bambino.

simona

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simona

Episodi visti: 10/26 --- Voto 6
Il vero motore di questa serie è, senza dubbio, il sentimento che lega madre e figlio. La lunga lontananza che divide l'una dall'altro è un collante eccezionale che unisce i vari episodi a tal punto che il finale, sembra già inevitabile fin dall'inizio, quando sono ben evidenti le caratteristiche essenziali della vicenda, come la sceneggiatura che scopre le carte svelando anche parte del ruolo del talismano.


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demone dell'oscurità

Episodi visti: 26/26 --- Voto 8
Un cartone molto particolare per come è stato concepito.

Riesce ad unire la fantascienza e la realtà in maniera molto semplice ed efficace.

L'anime ricorda molto il modo in cui è stato concepito l'ape Magà, solo che qui la ricerca della madre è intesa solo allo scopo di ritrovarla perchè tenuta prigioniera da una forza demoniaca, nient'altro che questo.

Un anime che vuole insegnare il rispetto degli esseri viventi e delle variegate possibilità che si hanno di proteggerli, a volte senza accorgerci di quanta abbondanza abbiamo di ciò nel nostro mondo, e di cui la barbarie del progresso tende a farci dimenticare l'esistenza.

Per questo quindi un alieno.

Un'entità venuta fuori dal nostro pianeta perchè è capace di vedere con occhi diversi dai nostri, ma non con la diversità in cui disprezziamo e guardiamo anche il protagonista del cartone, ma la diversità dei nostri intenti che non sono sempre corretti, perchè l'uomo è tendente alla tentazione e all'oblio di continuo, perciò non sempre riesce nel rispetto di creature così importanti e utili per i suoi interessi, nonché gli interessi della specie vivente del nostro pianeta che vanno salvaguardati allo stesso modo di come difenderemmo noi stessi.

Ma la disarmante semplicità di questo esserino fuori dal mondo alla fine metterà tutti d'accordo, la lotta per il bene, l'amore di una madre che mai ha dimenticato che rinnoverà in ogni episodio nonché il rispetto delle specie viventi, così indispensabili per la nostra esistenza, un sano modo anche questo anime di raccontare ai bambini che cosa significa davvero la parola rispetto, in tutti i sensi che la si intende.

Zooropa

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Zooropa

Episodi visti: 26/26 --- Voto 7
Simpatica produzione per i più giovani. Gradevole e delicata all'epoca in cui fece la sua apparizione nei primissimi anni '80. Il suo valore al momento è esclusivamente di tipo nostalgico. Ho comunque un piacevolissimo ricordo di questa serie. Simpatici i personaggi che si muovono lungo una trama semplice e godibile. Chobin è un bambino alieno un po' birbante alla ricerca della mamma perduta. Non si risparimerà a lanciarsi contro i nemici inviatigli contro dal perfido Brunga che vuole impossessarsi del suo gioiello. Insomma una cartone sui buoni sentimenti che, nonostante l'età, piacerebbe ancora sicuramente ai piccoli.