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Horizont

Episodi visti: 1/1 --- Voto 10
Chi studia animazione conosce l'importanza de "La bella addormentata nel bosco", uscito nel 1959: è il sedicesimo classico Disney e rappresenta un'importante pietra miliare nella storia dell'animazione internazionale. Il film è un adattamento della fiaba di Charles Perrault e racconta la storia di Aurora, una principessa che viene maledetta da una strega a cadere in un sonno eterno al compimento del suo sedicesimo anno. Solo il bacio del vero amore potrà spezzare la maledizione.
Il film è stato un grande successo commerciale e di critica, e ha ricevuto numerosi premi, tra cui due Oscar per la migliore colonna sonora e la migliore canzone originale ("Once Upon a Dream").

"La bella addormentata nel bosco" è stato un film rivoluzionario per l'animazione dell'epoca. Il film ha utilizzato per la prima volta la tecnica della xerografia, che ha permesso di ottenere un'animazione più fluida e realistica.
Il film ha avuto un impatto significativo sull'animazione successiva, e ha contribuito a stabilire degli standard mondiali per i film d'animazione prodotti nei venti anni successivi.

"La bella addormentata nel bosco" è un film che può essere interpretato a diversi livelli. A livello superficiale, il film è una semplice storia d'amore tra una principessa e un principe. Tuttavia, il film ha anche una seconda chiave di lettura più profonda, esso è la metafora della crescita e dello sviluppo psicologico.
Aurora è una principessa innocente e ingenua che viene costretta a dormire per diciannove anni. Questo periodo di sonno è la metafora di un periodo di introspezione e crescita. Durante questo periodo, Aurora impara a conoscere sé stessa e il mondo che la circonda.
Il bacio del vero amore che risveglia Aurora è il simbolo della maturità e della consapevolezza. Il bacio del principe rappresenta l'accettazione di sé e l'ingresso nell'età adulta.

"La bella addormentata nel bosco" è un film classico che ha affascinato generazioni di bambini e adulti. Il film è un'opera d'arte che combina una storia avvincente con immagini e musica indimenticabili. Il film ha anche un significato psicologico profondo, che lo rende un'opera d'arte ancora attuale.

Voto: 10, un film animato vintage importantissimo nel settore dell'animazione negli anni '60 e '70.


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HakMaxSalv92

Episodi visti: 1/1 --- Voto 9,5
Introduzione e analisi delle fiabe originali e/o rimaneggiate

È una storia di non facile interpretazione, anche perché riguardo alla suddetta storia esistono molteplici versioni provenienti da diversi contesti culturali, e quindi presenta diverse sfumature, sviluppi e conclusioni a seconda del contesto in cui essa è ambientata, per non parlare dei personaggi dai quali essa è vissuta; pertanto risulta necessario anche un'analisi di tipo filologico in base anche all'indice di Aarne-Thompson, per comprendere anche l'evoluzione della vicenda nel corso della storia e a seconda delle epoche e contesti culturali. Partendo in ordine cronologico, abbiamo la versione del mito greco di Meleagro, la quale, però, non è molto in linea, poiché ha una conclusione tragica e di conseguenza non poteva essere utilizzata come punto di riferimento o base per una storia in stile Disney, dove di solito è previsto un lieto fine, e anche perché, e forse è un azzardo dirlo, è psicologicamente e culturalmente troppo distante dalla fiaba standard che tutti noi abbiamo ascoltato e/o visto almeno una volta nella vita. Seguono due versioni scandinave, quella raccontata nella "Saga dei Volsunghi" e inerente a Brunilde, la quale già si avvicina di più alla versione attuale, per via del fatto che Odino la punge con una spina, facendola addormentare, per il fatto che lei ha osato sfidare la sua volontà riguardo a un combattimento tra due grandi guerrieri, e perciò viene costretta a perdere ogni battaglia e a sposarsi. Ma Brunilde decide che sposerà solo un uomo che non prova né timore né paura. Tuttavia, Brunilde è ancora troppo distante dalla figura di Rosaspina/Aurora, poiché essa, essendo una guerriera, non così docile come la protagonista della fiaba moderna, è dura, quasi una "rosa nera" come le protagoniste dei romanzi di Emilio Salgari. Segue la versione di Norna-Gestr, dove qui vengono introdotte le tre indovine, corrispondenti norrene delle tre Parche, che poi nella favola "moderna" diventano le tre fate che accudiscono Rosaspina o Aurora. Qui le tre Norne predicono il futuro per il nascituro Gestr. Le prime due sono Urd e Verdandi, rispettivamente il passato e il presente, le quali predicono un grande avvenire per questo. La terza, invece, Skuld, il futuro, essendo tenuta in poca considerazione, e quindi in preda al risentimento, predice un futuro catastrofico, poiché la vita del ragazzo sarebbe durata come la candela, pertanto le tre Norne intimano al re e alla regina di non riaccendere la candela. Successivamente, abbiamo la versione del "Perceforest", un poema anonimo medievale in lingua francese, dove è racchiusa la vicenda di Troilo e Zellandine, dove qui però viene introdotto il tema della violenza e dello stupro, e di conseguenza anche questo non poteva essere incluso nella trasposizione cinematografica della Disney, poiché avrebbe indignato molti genitori, in quanto considerato una sorta di istigazione alla violenza. Violenza presente anche nel "Pentamerone" di Gianbattista Basile, e quindi scartato a priori, perché anche questo sarebbe stato considerato un'istigazione allo stupro, e quindi non poteva essere preso come modello di riferimento per il lungometraggio Disney. Subentra la versione di Charles Perrault, la quale è più elaborata, e introduce ufficialmente l'elemento della fata cattiva che maledice la principessa. Un altro azzardo che mi permetto di fare è che la fata cattiva magari torna sotto le sembianze della regina orchessa, decisa a vendicarsi e a tormentare la nostra principessa risvegliata dopo cento anni di sonno da un principe che la sposa e con il quale concepisce poi i due bambini, Aurora e Sole. Ma il maggiordomo è deciso a impedire che ciò avvenga, e adotta diversi stratagemmi per ingannare la consorte e impedire un massacro orribile. La regina, scoperto l'inganno, ordina ugualmente che la nuora e i due figli vengano gettati in una tinozza piena di rospi, serpenti e bisce, ma, all'arrivo del re, si getta lei stessa per paura di essere scoperta. Infine, abbiamo la versione dei fratelli Wilhelm e Jakob Grimm, affine alla versione di Perrault.

Similitudini e differenze da fiaba a film

Nella fiaba originale, per celebrare il battesimo della tanto sospirata figlioletta, un re e una regina invitano tutte le fate del regno affinché le facciano da madrina, mentre nel film della Disney abbiamo solo tre fate, le quali poi accudiscono la principessa Aurora che poi ribattezzano Rosaspina, in segno di fedeltà alla trama della versione dei Fratelli Grimm. Ognuna delle fate dona qualcosa alla neonata: chi la bellezza, chi la saggezza, chi il talento musicale. Nella fiaba originale sopraggiunge una fata malvagia, che non era stata invitata, e, per vendicarsi dell'onta, infligge alla bambina una maledizione: non appena sarà cresciuta, sarà uccisa da un fuso; nel film invece abbiamo Malefica, una vera e propria regina delle tenebre e del male. Nella fiaba originale una delle fate buone, pur non potendo annullare l'incantesimo, lo mitiga, trasformando la condanna a morte in quella di cento anni di sonno, da cui la principessa potrà essere svegliata solo dal bacio di un principe, mentre nel film, per forza di cose, il periodo di cento anni non viene fatto scorrere, poiché la trama si diramerebbe troppo a lungo. Di conseguenza, mentre nella fiaba originale i rovi crescono intorno alla torre della principessa nel corso dei cento anni, nel film la crescita viene accelerata nella parte finale della pellicola, pur mantenendo la funzione di ostacolo, però messo da Malefica. Nella fiaba originale e nel film tutti gli arcolai vengono fatti bruciare, per impedire che la principessa si punga e muoia al suo sedicesimo compleanno; ma, mentre nella fiaba originale questa si punge con un arcolaio di una vecchia tessitrice, nel film è Malefica a farle pungere il dito con un arcolaio oscuro di sua creazione.

Spiegazione, morale e insegnamenti

Bruno Bettelheim, nella sua opera "Il mondo incantato: uso, importanza e significati psicoanalitici delle fiabe", vede nella trama di questa fiaba un percorso iniziatico, un tentativo di preparare i bambini e le bambine ai cambiamenti che arriveranno.

Nonostante le attenzioni dei genitori e i doni delle madrine, la piccola principessa è fin dalla sua nascita condannata al proprio destino, ossia alla maledizione dell'adolescenza. Questa maledizione, marcata dal sangue che cola, ha una origine ancestrale, simboleggiata dalla estrema vecchiezza di Carabosse, la fata malvagia. Soltanto il principe azzurro potrà risvegliarla dal suo sonno, aprendola all'amore. Il principe non è che una figura accessoria, mentre il racconto espone tutte le fasi della vita di una donna: l'infanzia, l'adolescenza e la giovinezza, rappresentate dalla principessa, l'età adulta e la fecondità rappresentata dalla madre, e la vecchiaia incarnata dalla fata Carabosse. In virtù di ciò dobbiamo quindi prendere in considerazione anche le versioni precedenti della fiaba e possiamo dire che le tre Parche e le tre Norne rappresentano simbolicamente il passato, il presente e il futuro di una donna, e che quindi urge effettuare una comparazione delle diverse versioni della fiaba al fine di ottenere un quadro più completo ed esaustivo in termini di conoscenza, consapevolezza. Possiamo dire che le Norne rappresentano appunto rispettivamente il passato, cioè la giovinezza di una fanciulla, la quale si appresta a vivere nel mondo, poi il presente, cioè la donna adulta che sta a sua volta per diventare moglie e partorire, e infine il futuro, cioè la donna anziana che ormai si limita a filare il filo del destino dei suoi figli e nipoti. A tal proposito occorre fare il paragone con le figure delle Parche, le quali tessono il filo del destino degli uomini e delle donne e nelle quali, paradossalmente, si può riconoscere forse l'archetipo della vecchia principessa, della madre anziana, della regina madre e delle fate e/o delle streghe, le quali predicono appunto il futuro. Quindi, ecco che ritroviamo Brunilde o altre figure affini come Cassandra e/o altre figure femminili del mondo dei miti, leggende, fiabe, che ricorrono sempre nella tradizione e che costituiscono dei e propri capisaldi e punti di riferimento.

Fatte queste premesse, passiamo al film vero e proprio

La trama, come già visto, è nella sua "apparente" semplicità, più complessa di quello che sembra, e affondando le sue radici nella tradizione più antica, necessita quindi assolutamente di un approfondimento. Ciononostante, essa si presenta ora come soave, delicata, tranquilla, armoniosa e serena, specialmente nelle scene di Aurora e le sue fate madrine, ora dura, cruda, spaventosa, inquietante, terrificante nelle scene dov'è Malefica a condurre la scena. Quindi i personaggi, per forza di cose, sono il perno principale attraverso cui la trama si dirama e assume ora connotati positivi di gioia, felicità, spensieratezza, romanticismo, ora connotati di spavento, orrore, terrore, oscurità, malvagità.
La grafica e la musica riflettono perfettamente tutto questo, con disegni e colori altrettanto armoniosi, sereni, tranquilli, ora oscuri e spaventosi e terrificanti, che catturano l'attenzione dello spettatore e lo portano a immergersi in questo dipinto vivo, sincero e spontaneo, frutto di un'immaginazione, di una fantasia e di una creatività che ormai si sono perdute nel corso del tempo, e con sonorità ora lievi e delicate, ora intense e spaventose, a seconda che la figura in primo piano siano o Aurora e le fate madrine, il principe Filippo, suo padre, il re Stefano e la sua consorte e/o Malefica.
Quindi, lo spessore psicologico della trama, dei personaggi e delle ambientazioni è nella sua apparente semplicità piuttosto vasto, perché appunto affonda le sue radici nel tempo. Un capolavoro di enigmi, misteri, rebus, segreti che affondano le proprie radici nella mitologia, nella fiaba e anche probabilmente nella scienza moderna. Un sempreverde destinato non solo alle signorine, ma anche, a dispetto di quello che sembra, signorini. Voto: 9,5


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Haruhi Suzumiya Gold Edition

Episodi visti: 1/1 --- Voto 10
<b>Attenzione: la recensione contiene spoiler"</b>

Sedicesimo classico firmato Walt Disney, "La bella addormentata nel bosco" si basa sulla fiaba "La bella addormentata" di Charles Perrault.

Coi disegni stilizzati del pittore Eyvind Earle, viene narrata la storia di Aurora, figlia tanto attesa dal re Stefano e dalla consorte Leah, che decidono di dare una grande festa aperta a tutti gli abitanti del regno nel giorno del battesimo della piccola (nonché fidanzamento con il principe Filippo, figlio del re Uberto e grande amico di Stefano, i quali desideravano vedere uniti i loro regni). Tra le invitate, vi sono anche le tre buone fate Fauna, che le farà il dono di renderla bellissima, Flora, che le farà il dono del canto, e la fata Serena. Ma nel momento in cui l'ultima fata è prossima a fare il suo dono (probabilmente la felicità), si materializza la sinistra ed elegante strega Malefica, la quale, offesa nello scoprire di essere stata l'unica persona di tutto il regno a non aver ricevuto un invito per la cerimonia, scaglia una maledizione sulla piccola, la quale crescerà sì in grazia e bellezza, ma al compimento del suo sedicesimo compleanno si pungerà con l'ago di un arcolaio e morrà. Serena, che non aveva ancora donato niente alla principessa, ma troppo debole per sconfiggere i poteri di Malefica, tramuta la maledizione di morte che ricade sulla bambina in quello di un sonno eterno simile alla morte, dal quale solo un bacio del vero amore potrà destarla. Re Stefano ordina che tutti gli arcolai del regno vengano bruciati, ma, conscio del fatto che ciò non può bastare a fermare Malefica, affida le cure della sua bambina alle tre buone fate, che la nasconderanno in una casa nel bosco e la cresceranno come fosse loro figlia, senza però ricorrere alla magia per evitare di venire scoperte.
Proprio il giorno del sedicesimo compleanno di Aurora, però, il corvo Diablo, fedele compagno di Malefica, scoprirà l'ubicazione della sua dimora, dando alla strega la possibilità di vincere. Quel giorno è però speciale anche per l'ignara principessa, la quale, recatasi nel bosco per cogliere bacche, incontrerà e si innamorerà del principe Filippo, anch'egli ignaro di avere davanti ai suoi occhi la fidanzata di una vita e scambiandola per una contadinella. Al suo ritorno, le fate le racconteranno tutta la verità sulle sue reali origini e sulla maledizione che grava su di lei, riportandola, col cuore spezzato, al castello.
Ma la magia di Malefica è davvero potente e, ingannandola con un incantesimo, riuscirà a far sì che Aurora si punga con l'ago dell'arcolaio, cadendo nel sonno eterno. Straziate da questo evento, le fate decidono di far cadere addormentati anche tutti gli abitanti del regno. Solo il principe Filippo si salva, il quale, lontano dal regno e alla ricerca della sua innamorata, si imbatte invece in Malefica che lo imprigiona e lo deride, promettendo di liberarlo quando sarà ormai troppo vecchio per coronare il suo sogno d'amore. L'intervento delle buone fate sarà ancora tempestivo e, donando al principe la magica Spada della Verità e lo Scudo della Virtù, consentiranno a Filippo di uccidere Malefica, trasformatasi in drago.
Il principe spezzerà dunque l'incantesimo con un bacio, risvegliando Aurora, e, ora entrambi consapevoli di essere principe e principessa già promessi sposi, potranno coronare il loro sogno d'amore e vivere, come sempre, felici e contenti, vedendo uniti i regni dei loro genitori.

Tra i tanti classici Disney, credo che "La bella addormentata nel bosco" sia tra i più particolari.
Ad esempio, la scelta della protagonista. Aurora appare nel film solo per diciotto minuti, tant'è che Malefica e le fate buone si giocano il vero ruolo di protagoniste. Malefica, la strega malvagia, nasce grazie alle ricerche dell'animatore Marc Davis che, non volendo creare una megera simile alle matrigne di Biancaneve e Cenerentola, trae la sua ispirazione da un dipinto medievale che ritrae una donna elegantemente vestita, e la eleva ad uno dei personaggi malvagi più affascinanti tra i cattivi della Disney (ispirando poi il celebre "Maleficent", che vede come protagonista una particolarissima Malefica interpretata da Angelina Jolie). Anche la canzone cantata da Aurora, "So chi sei" ("Once Upon a Time") è stata poi ripresa da Lana del Rey riscuotendo un certo successo. Solo una scena sa di "già visto", ovvero il sonno di Aurora; del resto era interesse di Disney realizzare una storia con una protagonista intrappolata in un sonno, come Biancaneve.
Opera di lenta realizzazione e curata nei minimi dettagli, come tanti classici Disney, purtroppo "La bella addormentata nel bosco" inizialmente non ebbe successo e non venne mai rieditato nelle sale nel corso della vita di Walt Disney. Fu, piuttosto, il film Disney più costoso fino ad allora e venne accolto dalla critica con pareri contrastanti, che ne fece notare spesso il ritmo lento e i personaggi poco sviluppati. Fortunatamente l'opera ha mantenuto un forte seguito e viene oggi considerato uno dei migliori film d'animazione mai realizzati.

Io personalmente lo consiglio caldamente a tutti. A tratti sinistro, popolato da personaggi davvero particolari e indimenticabili, e con un'ottima colonna sonora, "La bella addormentata nel bosco" si presenta come un classico Disney a tutti gli effetti, ma veramente particolare nel suo genere.