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Hatake Rufy

Episodi visti: 24/24 --- Voto 6,5
"Witchblade" è un anime prodotto nel 2006 dallo studio Gonzo, che ha realizzato una storia diversa dall'originale fumetto statunitense.

Witchblade è un'antica arma che in apparenza assomiglia a un bracciale da polso, ma una volta attivato ha la capacità di trasformare l'ospite in una vera e propria arma da combattimento; a scegliere l'ospite è l'arma stessa e nessun uomo può averla, neanche se la desidera, e quindi solo le donne possono usufruire del suo potere, che però può portare loro a due conclusioni: la gloria o la disperazione.
In un futuro non definito si verifica una catastrofe a Tokyo, gran parte della città finisce in macerie e molte persone perdono la vita. Masane Amaha è una giovane donna che si risveglia tra le macerie, avendo in braccio sua figlia Rihoko, senza avere alcun ricordo prima dell'incidente. La trama principale quindi vede protagonista questa madre che si ritrova al polso il bracciale Witchblade, che farà gola a due società che vogliono a tutti i costi il suo potere tra le mani; Masane finirà per prendere una decisione importante come madre.

L'anime è inizialmente interessante e fin da subito conquista nella visione, ma presenta una schematica degli episodi molto ripetitiva. Questo significa che gli episodi si concentrano molto sullo stile di vita dei personaggi e forniscono poco spettacolo in un anime che da titolo promette molta azione; questo particolare conduce a uno sviluppo di trama lento e quindi pesante, ma, vedendo il bicchiere mezzo pieno e non mezzo vuoto, abbiamo la possibilità di conoscere molto a fondo i protagonisti e così immergerci meglio in questa storia. Con un po' di pazienza si arriva verso le battute finali, dove l'azione incomincia a crescere e le scene emozionanti diventano il piatto principale, facendosi così perdonare per le precedenti puntate di basso tono; il finale di questa storia è davvero molto coerente con i fatti e quindi è da ritenere soddisfacente.

Infine, il comparto tecnico: i disegni non sono per niente male e i colori usati regalano una buona grafica, che però vacilla di poco per via delle animazioni che si potevano migliorare; anche il comparto sonoro è nel complesso sufficiente, offrendoci una buona colonna sonora e buone musiche di sottofondo che caratterizzano il momento. Bella la prima opening e le due ending, molto meno invece la seconda opening che nello stile non c'entra assolutamente niente con quest'opera.

Concludo qui la recensione di un'anime che in media è sufficiente, consigliandone quindi la visione con un po' di pazienza.


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Nyx

Episodi visti: 24/24 --- Voto 9
L'anime "Witchblade" deriva da un noto fumetto americano col quale tuttavia condivide le idee di base solo a grandi linee: lo potremmo a tutti gli effetti considerare un'eccellente interpretazione a sé stante, una sorta di tributo a questo titolo, dal quale prende spunto per narrare una storia tutta sua.
Anche il fumetto originale (nato nel '95 e tuttora in corso al momento della stesura di questa recensione) ha subito nel tempo innumerevoli mutazioni, narrative e grafiche, dovute all'avvicendarsi di molteplici autori e di diversi protagonisti; curioso scoprire che tra le varie "detentrici" del "witchblade" figuri anche il nome di una certa "Lara Croft".

Cos'è il "witchblade"? Esteticamente si presenta come una gemma incastonata in una sorta di bracciale, ma si tratta di un oggetto "dannato" o qualcosa di simile; è lui a scegliere la sua detentrice (rigorosamente donna) e le conferisce poteri inimmaginabili a patto di una convivenza assolutamente forzata che, presto o tardi, vedrà inesorabilmente consumare il fisico di chi lo ospita, ma che non potrà in alcun modo disfarsene fino a che avrà vita. Una specie di maledizione, a ben vedere. Nell'anime ci troviamo a fare i conti con delle potenti società che cercheranno di sfruttare e di replicare questo tipo di potere per creare delle perfette macchine da guerra.
Se tutto si concludesse unicamente in questi termini avremmo avuto a che fare con un anime potenzialmente interessante, ma sicuramente privo di profondità; fortunatamente non è il nostro caso. L'involontaria detentrice del witchblade risponde al nome di Amaha Masane, una prosperosa ragazza dal carattere semplice e solare, una ragazza madre con una bambina da proteggere a tutti i costi. Il primo approccio con la protagonista potrebbe non essere dei migliori, sotto diversi aspetti; tanto per cominciare il carattere, come già anticipato poc'anzi, la può far sembrare nient'altro che una stupidotta poco sviluppata (non certo di seno, intendo), ma durante il prosieguo della storia non ci sarà difficile entrare in sintonia con questa ragazza e cominciare a considerarla dolce e "indifesa", determinata solo nel proteggere sua figlia; interessante a tal proposito il cambiamento caratteriale che il witchblade esercita su di lei, trasformandola in un essere che vuole spingersi oltre i propri limiti e che brama lo scontro e la battaglia in modo quasi morboso.
L'aspetto della protagonista, nonché di quasi tutte le antagoniste presenti, è quello di donne dalle sensualissime forme, che le loro "armature" non mancheranno di mettere in netto risalto. Da grande estimatore di bellezza femminile questo dettaglio mi aveva portato sulla "cattiva" strada, facendomi pensare che si trattasse di un anime decisamente più frivolo, ma è stato largamente in grado di dimostrarmi quella che definirei "forma e sostanza". In alcuni passaggi narrativi "Witchblade" è arrivato a commuovermi profondamente, e non sono "di lacrima facile".

Tecnicamente potrebbe lasciare un pochino spiazzati, graficamente abbiamo un tratto tutt'altro che sgradevole ma al quale bisogna fare l'occhio: sembra essere decisamente più datato rispetto all'anno effettivo di produzione (2006) per immagini, colori e animazioni, non certo su altissimi livelli e non solo se paragonati alle opere più recenti. Le musiche sono piuttosto ricercate per quanto riguarda opening ed ending, mentre all'interno dell'opera stessa passano decisamente in secondo piano, ad eccezione del brano (semplice ma efficace) che accompagnerà quasi ogni scontro.

"Witchblade" è un anime che mi ha felicemente sorpreso, regalandomi ottimi momenti d'azione, una trama piuttosto solida e articolata, fasi commoventi e riflessive, diversi personaggi che non sarà facile dimenticare e ai quali ci si affeziona, la protagonista su tutti.
Non vi ho trovato particolari cali narrativi, eventuali difetti andrebbero cercati un po' come il proverbiale "pelo nell'uovo". Il finale è degno di una serie bella come questa, anche se personalmente mi sarei aspettato qualcosa di diverso, qualcosa di più epico, di chiaro ed esplicito riguardo alcuni "dettagli" che, pur non trattandosi di un finale aperto, resteranno avvolti nel mistero.


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ALUCARD80

Episodi visti: 24/24 --- Voto 7
Idea originale creata nel 1995 dagli americani Marc Silvestri e Michael Turner, parla del personaggio principale chiamato Sara Pezzini, poi rielaborato dall’attivo e poliedrico Studio Gonzo che l’ha rinominato Amaha Masane.
Witchblade è la storia di una donna molto giovane che dopo un cataclisma misterioso che ha sconvolto l’intera area del Kanto in Giappone, si risveglia priva di memoria, con una bimba di nome Rihoko al suo fianco, e dei documenti che provano fra le due la parentela di madre e figlia.
Un evento catastrofico dalle cause sconosciute ha colpito la zona di Tokyo, ma nessuno, apparentemente, sa cosa sia successo. Sono morte migliaia di persone, un’esplosione terribile ha deformato il paesaggio gettando la metropoli nell’oceano, ma col passare dei mesi la gente si è in qualche modo ripresa. Fino a qui, un plot post distruttivo adoperato volentieri.
Tuttavia, qualcosa di misterioso e inquietante accompagna da ora Amaha Masane; al risveglio, si è trovata allacciato al polso destro una sorta di elaborato bracciale metallico, che contiene come un grosso rubino incastonato, pulsante di una strana, vivida energia scarlatta. È questo il Witchblade, la lama stregata, capace di scegliere il proprio possessore volontariamente, un’entità senziente e che nasconde un tetro segreto.

Questa è una dimostrazione bella e buona di potenziale talento da parte dello Studio Gonzo nell’adattare classici o storie già esistenti, ma i risultati non sono stati dei migliori. Sebbene il soggetto originale non mi fosse mai piaciuto, la versione anime di Witchblade mi ha sorpreso non poco, nonostante non condivida diverse scelte sia tecniche che narrative.
Innanzi tutto sono i protagonisti a “fare” la storia, in una Tokyo allo sbando, alla mercè di criminali e mostri che scorrazzano nel buio della notte. È un’atmosfera cupa, ma non troppo, che rende perfettamente l’idea di panico controllato in cui è finita la grande città, e di come le multinazionali responsabili di tale disastro cerchino di gestire una situazione di partenza critica. E fin qui, tutto filerebbe.
I personaggi che attorniano Masane e Riko sono classici comprimari già rivisti in tante altre più o meno brevi saghe animate: il vecchio “ecchi” dal cuore tenero, la barista di mezza età finta burbera, la timida ragazza veggente (beh, forse questa è fuori dagli schemi), il grosso e nerboruto uomo di colore spesso silenzioso ma dall’animo gentile, non che il classico fotografo che intreccerà le sue vicende con le indagini poliziesche e le spaventose scoperte che lo condurranno alla rivelazione del Witchblade.
Questo prodotto dà l’idea di essere un ottimo lavoro solo per metà, poiché alcuni elementi, a mio parere, potevano essere evitati o comunque ridotti.
Innanzi tutto c’è uno sviscerato, inutile e quasi ridicolo fan service. Va bene che la protagonista sia prosperosa, anzi strabordante e più che sensuale, ma fare di ogni Neogene una maggiorata mi è parso una sciocchezza indirizzata a creare una sorta di harem di bellezze esagerate, talvolta anche mal disegnate. Ho apprezzato molto di più la scarna vicenda romantica intrecciata al racconto che queste bassezze. Siamo lontani anni luce dal gainax-bounce.
Proprio il tratto grafico è la seconda denuncia che sporgo agli autori: episodi artisticamente mirabili alternati ad altri di livello davvero mediocre. Questo accade in tutte le serie da 24 episodi, c’è un budget a cui attenersi, ma le differenze in alcuni casi sono davvero impietose.
Ultimo ma non meno importante è il metodo alquanto discutibile con cui è stata narrata la vicenda: dopo alcuni momenti chiave i protagonisti che avrebbero dovuto essere colpiti psicologicamente da taluni eventi, si sono invece mostrati refrattari, quasi insensibili. La scomparsa di un personaggio specifico, o un evento che avrebbe potuto scuotere il loro animo, a volte non ha riscontrato l’effetto che ci si sarebbe aspettato. Altre volte, invece, e soprattutto nel finale, questo è stato rispettato, ma non basta certamente a recuperare le “falle”.
Potrei tendenzialmente sostenere che l’anime si salva sia per le belle sequenze d’azione e combattimento, sia per una seconda parte, circa dall’episodio dieci, davvero interessante e palpitante, peccato però che nell’ultima puntata il tutto si chiuda un po’ frettolosamente e con parecchi buchi narrativi.
Bella anche la colonna sonora, molto meno la opening e la ending.
In definitiva, un ottimo adattamento, introspettivo quanto basta e anche divertente, ma con troppe lacune e un’altalena continua fra qualità tecnica e trama, cosa deprimente e inusuale soprattutto se si considera che si tratta di una produzione Gonzo. Col senno di poi si poteva ottenere molto di più.

naomi-chan

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naomi-chan

Episodi visti: 24/24 --- Voto 9
Attenzione: la recensione contiene spoiler

Vedendo le immagini della trasformazione e leggendo di cosa era capace la protagonista mi sarei aspettata uno splatter alla hellsign ultimate, ma mi sbagliavo.
L'azione c'è (anche se per avere dei combattimenti lunghi e alla Terminator bisognerà aspettare le ultime tre puntate), ma i sentimenti son quelli che contano.
Il motivo che spinge la protagonista a usare un potere che la potrebbe uccidere è quello di assicurare una vita felice a sua figlia, e proteggerla ad ogni costo.
Anche i cattivi non sono cattivi per volontà loro, ma è il triste destino che han segnato sin dalla nascita a spingerli a divenir tali.
Trama solida, finale commovente, ma che lascia comunque soddisfatti: non è stato tutto inutile.
Come diceva un ragazzo che dava le pizze a New York: "<i>grandi poteri, grandi responsabilità!</i>".
L'unica cosa sono i disegni. Alcune neogene e la protagonista sembrano delle mucche XD! Un chara design standard, insomma.

Davvero consigliato a chi apprezza ancora la famiglia.

Princess Neko

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Princess Neko

Episodi visti: 26/24 --- Voto 8
Ottimo anime dal punto di vista stilistico. Storia ben strutturata e solida, personaggi ben caratterizzati... In definitiva questa serie a me è piaciuta molto e l'ho trovata piacevole. Anche la scelta di svilupparla in 26 episodi, nè troppi nè pochi, non appesantisce nè comprime troppo il tutto. Ovviamente non c'entra molto con la storia originale, ma resta un anime guardabilissimo, con finale sensato e apprezzabile...
Non sono sicura di voler vedere un eventuale seguito, visto che ho trovato questa serie gradibilissima così com'è.
Probailmente un appassionato del Witchblade originale, con la superSara troverebbe molte cose discordanti (già detto che non riprende assolutamente la storia in maniera fedele, anzi!) però ne consiglio a tutti la visione.
Ovviamente anche quel filo di romanticismo che ci hanno infilato non guasta affatto! ;)

twisted

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twisted

Episodi visti: 24/24 --- Voto 8
E' un anime davvero ben realizzato per quanto riguarda la trama, che è davvero variegata ma raramente dispersiva. La storia si incentra sul rapporto tra madre e figlia, entrambe molto particolari (la bambina è straordinariamente adulta, la madre invece è quasi più infantile della bambina, ma nasconde un segreto pericoloso per l'intera società), costoro contornate da una serie di personaggi nemmeno troppo standard e stereotipati: Takayama (direttore dell'armeria), varie neogene (donne/armi devastanti) e i coinquilini della pensione, che faranno la loro bella presenza nello sviluppo della storia. Non fatevi ingannare dal (finto) fanservice, è una storia seria che colpisce davvero.
I disegni e l'audio sono nella norma, il finale non è esattamente scontato, come detto altrove, bensì è qualcosa che si immagina sin da metà opera, ma fa sì che lo spettatore si avvicini ancor di più alla storia. I primi episodi sono piuttosto noiosi, ma dal decimo in poi la storia cambia decisamente in meglio. Da vedere se volete una storia diversa, che riguardi il rapporto genitore-figlio.

Darcia

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Darcia

Episodi visti: 24/24 --- Voto 6
Il Witchblade è un manufatto (simile ad un bracciale) dalle origini sconosciute, capace di donare al suo possessore una forza e dei poteri sovrumani. Esso sceglie il suo possessore (che per qualche strana ragione può essere solo di sesso femminile) in base a dei fattori di compatibilità genetica e, una volta equipaggiato, non è più possibile toglierlo, a meno che il possessore non muoia.
Delle compagnie produttrici d'armi cercano disperatamente di appropriarsi della tecnologia del manufatto originale e, contemporaneamente, di crearne un clone, facendo esperimenti su persone decedute o destinate a morire.
Nel frattempo il Witchblade originale entra casualmente in contatto con una giovane ragazza madre che risulta essere pienamente compatibile con esso. Da lì in avanti, per lei la vita non sarà più la stessa...

Un cartone di fantascienza dalla trama non particolarmente originale, che si lascia guardare soprattutto per i disegni molto curati, le buone animazioni (e per le forme 'molto' generose dei personaggi femminili, specie la protagonista), ma che finisce ben presto per diventare estremamente scontato e prevedibile, compreso il banalissimo finale.
Peccato, perché con qualche colpo di scena in più, qualche intrigo sentimentale, una decina di altre puntate ed un finale meno scontato, Witchblade sarebbe potuto essere un gran bel cartone.