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joke95

Episodi visti: 30/30 --- Voto 7
"La spada di King Arthur" è una serie anime di cinquantadue episodi totali suddivisa in due stagioni, prodotta a fine anni '70 dallo studio di animazione Toei Animation, arrivata successivamente in Italia nel 1981; la trama ruota attorno alle fantastiche avventure del Principe Artù e dei suoi valorosi compagni della tavola rotonda, che lo aiuteranno a proteggere il regno di Camelot da eventuali attacchi delle forze oscure, che faranno da protagoniste in questa serie animata, poiché in passato avevano un conto in sospeso con appunto il padre di quest'ultimo e ora sono intente a prendersi quello che è stato lasciato al figlio.

La grafica l'ho trovata molto semplice, con scene d'azioni veramente ben realizzate come gli scontri a cavallo, e le varie guerre tra i vari regni; i personaggi vengono realizzati in maniera molto modesta senza nessun particolare dettaglio, anche se devo dire che, per quanto riguarda le ambientazioni dell'epoca medievale, sono davvero buone e assai dettagliate. Molto bella e azzeccata la sigla italiana, la quale è cantata da Riccardo Zara con il suo gruppo "I Cavalieri del Re", la quale ci fa immergere esattamente in un'ambientazione perfetta per l'epoca medievale da cui è tratta questa serie.

Infine, devo dire che è stata una serie anime niente male, ma che purtroppo presenta molti alti e bassi. Ho trovato assai interessante la prima stagione, la quale è tratta molto bene dalla fiaba, a differenza della seconda stagione la quale è stata realizzata in modo molto fantasioso e anche un po' troppo bambinesco, a mio onesto parere: tutti gli elementi chiave delle prime puntate purtroppo spariscono senza motivo, e quindi si vedrà un netto cambiamento che mi ha fatto storcere un po' il naso. Se la seconda stagione fosse stata diretta in maniera simile alla prima, avrei potuto dare un voto anche molto più alto di questo.
Consiglio la visione solo se vi piacciono le animazioni old school ma con una bella trama di fondo.

Voto finale: 7


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demone dell'oscurità

Episodi visti: 52/30 --- Voto 8
L'epoca arturiana rivive in un anime che sicuramente ha bisogno di poche presentazioni, visto che è famosissimo, per il tema trattato, che fortunatamente si distacca dal tema amoroso, tra principi e principesse che avrebbe edulcorato fino al diabete la storia e non sarebbe stato un bene, quindi si è optato per la genuinità della serie che ci offre scontri spettacolari e sempre all'altezza di ogni episodio, regalandoci così una serie godibile in più punti.

In Italia viene, nel corso degli anni, montato un casino mostruoso per quanto riguarda sigle e doppiatori in quasi due decenni diversi di passaggio dell'opera nelle nostre tv.

C'è da dire che sia nella prima versione, che nella seconda versione non c'è stato un minimo di calo del rendimento artistico, sempre all'altezza e in tema con il significato della serie, a mio modo di vedere, sostanziali differenze non è che ce ne siano molte.

La prima versione, ovvero quella che segue di poco l'uscita dell'anime in Giappone, annovera nel nostro doppiaggio gente del calibro di Luca Ward, che riconoscerete per la sua interpretazione di Russell Crowe nel pluridecorato "il gladiatore", o Anna Marchesini, la donna del trio comico con Solenghi e Lopez che non ha bisogno di presentazioni, nonchè Marco Guadagno e altri grandissimi doppiatori.

La sigla della prima versione in italiano di questa serie fu affidata all'intera famiglia di Riccardo Zara, che tutti conoscete da solista quando canta "L' Uomo Tigre", qui comincerà il suo filone di dischi con l'intera famiglia da lui capeggiata e in onore del cartone di cui compongono la sigla per questo anime si faranno chiamare "I Cavalieri del re", e la sigla è destinata ad entrare nel cuore di milioni di italiani come per le successive che essi comporranno.

Nella seconda versione di doppiaggio italiano assistiamo ad un prodotto mediasettiano, con voci storiche che tutti conosciamo benissimo, come Tony Fuochi e Patrizio Prata, giusto per fare qualche nome di peso, ma sono tantissimi quelli che prendono parte in questa seconda versione tutti all'altezza.

La sigla invece è affidata ad Enzo Draghi, famoso per le sigle di Lupin e per le canzoni di Mirko di "Kiss me licia".

Come vi dicevo, effettivamente c'è poca differenza, che nulla toglie a quest'opera davvero di spessore, dove intrighi, combattimenti e magie varie fanno da padrone in quest'opera che gode nell'edizione italiana addirittura di una "doppia vita", a voi quindi scegliere la più adatta!


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Rimdo

Episodi visti: 52/30 --- Voto 9
<b>[ATTENZIONE! CONTIENE SPOILER]</b>
King Artur è un noto anime uscito nei primi anni '80.
L'intreccio della trama mescola sapientemente elementi storico avventurosi, da romanzo cappa e spada, ad elementi fantasy, degni appunto del ciclo arturiano.
I fan di re Artù apprezzeranno molto l'accuratezza con cui tutti i personaggi sono rappresentati, da Tristano a Lancillotto e così via.
La parte che riguarda gli intrecci sentimentali è stata per scelta pressoché scartata.
I disegni, in considerazione degli anni in cui è stato disegnato, sono molto belli.
Il character design è molto vario e quindi tutti i personaggi sono ben raffigurati e delineati. Da notare in particolare il design delle armature, molto moderno per quegli anni e se vogliamo un po' fantasy, ma mai oltre le righe rispetto a quello che dev'essere il modello di un'armatura medievale. Sapiente l'uso dei colori diversi, sempre molto tenui, ma ben diversi, in modo da caratterizzare ogni guerriero.
Alla fine della prima serie, una volta portata la pace a Camelot, Artù decide di non fermarsi e si mette in viaggio assieme al suo scudiero, indossando abiti borghesi a caccia di ingiustizie e, quando le scopre, indossa un'armatura e, facendosi chiamare "Cavaliere Bianco", riporta la pace.
Un anime consigliato, specie agli amanti dei fantasy attuali, in quanto ne è sicuramente un bel precursore.


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Zenobia

Episodi visti: 52/30 --- Voto 7
L'anime di King Arthur è diviso in due serie:
-Prima serie, episodi 1-30:
Il piccolo principe Artù, figlio di re Uther, viene salvato da Merlino la notte in cui il castello di Camelot venne bruciato dai cavalieri neri inviati dal traditore re Lavik e dalla perfida strega Medessa. Il mago, che da quel momento veglierà su di lui, lo affida ad un umile e leale cavaliere che aveva già servito il buon re Uther.
Col passare degli anni il giovane principe, ignaro del suo passato, cresce forte e valoroso, con solidi principi e un senso alto di giustizia, in un mondo dove regna la divisione tra i vari stati di Wrogles e una fragile concordia tra gli stessi.
L'avidità e la sete di potere e di dominio di sovrani come Lavik viene smorzata da una profezia divina: colui il quale riuscirà a estrarre la spada dalla roccia sarà proclamato re di tutti i re.
E chi sarà il predestinato? E chi potrà mai essere?
Una volta conosciute le sue nobili origini e riappropriatosi di Camelot, Artù combatterà per conquistare la pace e l'unità di tutti i popoli di Wrogles , insieme ai suoi cavalieri, amici e compagni Lancillotto, Tristano, Guerrehet e Parcival, e soprattutto grazie alle potente spada Excalibur e al portentoso Scudo Magico (senza scordarci di Pegaso, il bianco destriero... paragonabile più a un panzer che a un cavallo).
-Seconda serie, episodi 31-52:
Risolte le questioni imperanti date dalla prima serie, il nobile sovrano si accinge a intraprendere una nuova avventura.
Salutata la bella Ginevra con un bacio, e ricambiato con la promessa che lo aspetterà (proprio come vuole la tradizione: una Ginevra fedele e innamorata del suo re...), Artù si mette in cammino perché vuole sgominare una flotta di pirati vichinghi che massacra e uccide poveri cittadini inermi.
Questo suo viaggio lo porterà a divenire una sorta di paladino/giustiziere alla Zorro, ma con la saggezza di un Mitsukuni Mito del nord Europa (non a caso i suoi compagni di viaggio saranno un ragazzino, un ciccione e un cane).

La differenza tra la prima e la seconda serie è molto evidente: se la prima serie, con tutte le sue invenzioni e forzature (sui racconti tradizionali del ciclo bretone e del ciclo arturiano) rimane comunque appassionante e coinvolgente, ciò non si può dire della seconda serie che è alquanto noiosa e grottesca.
Le animazioni, sebbene dimostrino una certa età, sono da considerarsi buone, e lo stesso dicasi del character design che conserva intatto un discreto fascino.
La sigla de “la spada di King Arthur”, cantata dai Cavalieri del re, è uno dei motivi per cui vale la pena di vedere quest'anime, soprattutto andrebbe ascoltata con calma la strofa che dice: “... mago Merlino dall'alto della torre con polverine magiche il re aiuterà...”.
Chissà che polverine magiche usava Merlino...

Fra X

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Fra X

Episodi visti: 30/30 --- Voto 8
L' ultima volta che l'ho vista è stata quando l'ha riproposta Mediaset circa dieci-undici anni fa (solo la prima serie). E mi arrabbiai perché non c'era la sigla dei Cavalieri del re. La seconda onestamente non so se l'ho mai vista.
Comunque si tratta a mio parere di una bella e godibile versione del mito di re Artù che, come già scritto, a livello grafico risente del passare del tempo, ma trovo che i disegni dei personaggi siano tuttora abbastanza validi. Il personaggio della strega mi faceva paura. Magari comunque qualche fortunato la può trovare su qualche rete locale. Da (ri)scoprire.

Desmomelo

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Desmomelo

Episodi visti: 52/30 --- Voto 7
Il mio voto è una media tra la prima serie da 9 e la seconda da 5!
I miei giudizi sono dati calando la serie nel suo periodo storico, visti con gli occhi di oggi è chiaro che i disegni sono a dir poco semplici, gli sfondi a volte inesistenti e le storie fantasiose.
Ma prendiamo un bambino di trenta e passa anni fa che di Re Artù non ha certo letto i libri ma al massimo ha visto solo qualche brandello di vecchio film ed ecco che di fronte a lui si materializzano un Re che non sa di esserlo ma lo diventa con i propri errori e le proprie virtù, un gruppo di cavalieri fedeli, maghi buoni e streghe cattive, i cattivi che vengono sconfitti alla fine e un tono abbastanza serioso da sembrare vero.
Risultato: un anime per i bambini di trent'anni fa che cercavano l'eroe senza macchia e senza paura che nasce dal niente e diventa il paladino della retta via!
La seconda serie la considero invece inguardabile, apprezzabile da chi cerca una serie comica...
P.S.: da evitare i DVD in commercio, orrendamente censurati.

matte

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matte

Episodi visti: 52/30 --- Voto 7
Serie vecchissima, ed a suo modo gloriosa - visto che, quasi tutta la vecchia utenza animè italiana ne ha visto almeno una volta almeno un episodio.
La storia, in breve, è quella raccontata dai più classici Romanzi della Tavola Rotonda, almeno come punto di partenza: dopo poco tempo, difatti, essa diverge - in modo clamoroso per quanto riguarda la famosa seconda (e più criticata) serie Moero Arthur.

In breve, se vi aspettate di trovare i cavalieri della Tavola Rotonda, da Tristano a Parsifal a Lancillotto, li troverete prima o poi tutti... di contro, se sperate un adattamento dei Romanzi arturiani, beh, lasciate perdere. Tutto è adattato e semplificato per il palato nipponico anni '70 - ben poco, cioè, edotto sul romanzo cavalleresco medievale europeo e, al tempo stesso, ben poco propenso a digerire una storia in cui la componente amorosa e sessuale (da una parte) e quella mistico religiosa (dall'altra) avevano una parte preponderante.
Purtroppo, questo tarpa le ali ad un progetto che avrebbe potuto regalare ben altre soddisfazioni, sia all'utenza che ai produttori - ma ciò non ha impedito all'animé di diventare, a suo modo, "storico".
Dal punto di vista realizzativo, regia e montaggio sono discreti, così come le animazioni (siamo sempre negli anni '70, non dimentichiamolo), mentre la sceneggiatura "fanciulleggia" e banalizza un po' troppo (vedi sopra). Ovverosia: se vi aspettate l'animé di Excalibur, lasciate perdere. Per quello, c'è Berserkr (anche se l'animé è molto inferiore al relativo manga).

In linea di massima, una serie che merita un voto intorno al discreto, sia per il suo significato storico (relativamente all'animazione giapponese in Italia), sia per i suoi meriti complessivi... con l'annotazione che, si chiamasse "Principe Gino Pino in viaggio nel Medioevo", probabilmente non cambierebbe un bel niente...

Forse i tempi sono maturi perché un nuovo Artù, più adulto e più cattivo estragga nuovamente Excalibur dalla roccia...

Testu

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Testu

Episodi visti: 24/30 --- Voto 6
Credo che da noi sia più famosa la seconda serie, o almeno è quella che più ho avuto occasione di vedere durante la mia infanzia. Ricordo bene quando Artù col panzone e il moccioso andava in giro, trovavano guai-scompariva-tornava con excalubur e un cavallo bianco e poi al ritorno i suoi amici ignari della sua doppia identità gli davano ripetutamente del vigliacco. Non mi sorprende che fossero due le serie, infatti molte cose non mi erano chiare, soprattutto come Artù fosse in quella situazione, visto che verso la fine ricompaiono gli altri cavalieri. Artù faceva praticamente la parte del Clark Kent, comunque la serie con tutta la mitica colonna sonora dei Cavalieri del Re l'ho trovata veramente noiosa e ripetitiva. Non mi è mai piaciuta granchè.

Zooropa

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Zooropa

Episodi visti: 52/30 --- Voto 6
Serie d'avventura appena sufficiente in termini di originalità (in particolare la seconda parte) e comunque destinata ai piccoli. Nella prima parte la storia di Re Artù è stata reinterpretata in modo mooooolto libero e ci presenta un personaggio eroico, giovane e bello che nella seconda serie si trasforma in una sorta di "Hurricane Polymar" del passato che sparisce all'improvviso nel momento del pericolo e ritorna celato da un'armatura che lo rende irriconoscibile (?) dando tante mazzate ai cattivi e salvando la giornata ai buoni...
Punto di forza dell'edizione italiana era senz'altro la musica curata dai "Cavalieri del Re" che si formarono proprio per le musiche di questo anime.