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bob71

Episodi visti: 1/1 --- Voto 9
Lo straniamento è una delle componenti del Kaufman's touch, il tocco di Charlie Kaufman, scrittore e regista di Anomalisa, film di animazione co-diretto con Duke Johnson. Bisogna premettere che il background di Kaufman non è da animatore, si tratta di uno sceneggiatore così caratterizzante e radicale che in genere quando si parla di Essere John Malkovich (1999), Il ladro di orchidee (2002), regia di Spike Jonze, Confessioni di una mente pericolosa, regia di George Clooney (2002), Se mi lasci ti cancello (Eternal Sunshine of the Spotless Mind), regia di Michel Gondry (2004), tutte opere famose tratte dalle sue storie, più che film dei rispettivi registi sono stati considerati film di Charlie Kaufman. Questi aveva già indossato i panni del regista con Synecdoche, New York, (2008), ma non era stato un grande successo, era un film trompe l'oeil, stratificato su svariati livelli di lettura come erano state le sue sceneggiature fino a quel momento, era anche stato presentato al festival di Cannes, ma non era andato granché bene commercialmente. Così l'autore newyorkese è sparito fino a quando ha cercato di mettere insieme un progetto di film sui social network (purtroppo interrotto perché sarebbe stato interessane vedere cosa ne veniva fuori!), dopo di che ha scritto una pièce, per la precisione un soundplay, cioè uno spettacolo teatrale basato soprattutto sul suono, in pratica gli attori mettevano in scena una pièce radiofonica con delle musiche di accompagnamento. Da questa pièce è stato tratto Anomalisa, film di animazione molto particolare perché utilizza una tecnica vintage e poco praticata o quanto meno praticata solo come una scelta molto personale, autoriale, come nel caso di Tim Burton, o dei film della britannica Aardman di Wallace & Gromit, stiamo infatti parlando della stop motion o animazione a passo uno.

Con Anomalisa finiamo in un universo parallelo (come quasi sempre succede nelle storie di Kaufman), siamo in un mondo di marionette, pupazzi che hanno le stesse nevrosi, gli stessi dolori, le stesse idiosincrasie degli esseri umani. La caratteristica fondamentale di questo film è lo straniamento che produce, nel senso brechtiano del termine, viene sottolineata l'eccezione tecnologica della stop motion e ciononostante si produce un'empatia emotiva fortissima, niente ci sembra più umano di questi pupazzi. Il protagonista si chiama Micheal Stone (doppiato da David Tewlis), è un propugnatore del verbo capitalista, operatore motivazionale, esperto di marketing e bestsellerista con il libro "Come posso aiutarti ad aiutarli?", il quale si reca a Cincinnati per una conferenza. Subito ci rendiamo conto che le sue azioni sono quelle tipiche di un qualsiasi rappresentante di commercio che va in trasferta in un'altra città: l'aereo, il check out all'aereoporto, il taxi, il check in in albergo, l'ordinazione del servizio in camera. Siamo in un universo monotono, piatto, lo stesso protagonista dichiara che tutto è noia, la sua solitudine è fortissima, e oltretutto pare che egli soffra della particolarissima sindrome psichiatrica di Leopoldo Fregoli (famoso imitatore e trasformista), a causa della quale crederebbe di essere perseguitato da una singola persona che di volta in volta si incarna nelle sembianze di chiunque gli stia intorno. I pupazzi abitanti nel mondo di Michael infatti, salvo piccole variazioni, sono stati tutti creati sulla base di un'unica fisionomia: in pratica uomini, donne, bambini, tutti hanno la stessa faccia. Una volta in albergo, c'è una telefonata a casa con la moglie e il figlio che lui gestisce con difficoltà, dopo di che non resiste e telefona a una vecchia fiamma che sta in città e che lui ha abbandonato, presumibilmente qualche anno prima. I due si rivedono al bar dell'albergo ma l'appuntamento è un totale fallimento: lui vorrebbe un incontro di una sera ma lei non ci sta e vorrebbe ancora elaborare quella separazione. Michael ha un momento di stallo fino a quando, in questo mondo in cui tutti hanno la stessa faccia e la stessa voce (quella dell'attore Tom Noonan), Michael non sente una voce diversa, la va a cercare e, bussando a tutte le porte del suo piano d'albergo, la trova: è Lisa, l'anomalia, Anomalisa. A questo punto c'è finalmente la possibilità di un corto circuito emotivo in una vita di astenia e ripiegamento sul passato, di noia e di malandare quotidiano che è la vita dell'uomo occidentale così come Kaufman la racconta. Michael ha avuto la capacità di sentire una voce diversa ma dipende poi se avrà la capacità di meritarsela questa voce. Lisa (doppiata da Jennifer Jason Leigh) è un'anomalia nel vero senso della parola: non è una pin up, non è una persona sicura di sé, ma è "vera" ed è l'unica in questo mondo così piatto e monotono che riesce a "vivere" il momento. C'è una commovente sequenza in cui lei canta a cappella "Girls just wanna have fun" di Cindy Lauper e l'uomo ne è conquistato e in quell'istante si apre la possibilità di una vita diversa. Bisognerà poi capire se la possibilità si tradurrà in una realtà concreta e un'apertura vera.

Se Lisa è un'anomalia nel mondo di Michael, Anomalisa è altrettanto un'anomalia come film contemporaneo rispetto all'animazione a cui siamo abituati. Il film è stato realizzato per massima parte grazie al crowdfounding, è stata indetta una sottoscrizione dal 2011, ha raggiunto tutti i record internazionali di successo per questo genere di piattaforme, si tratta sostanzialmente di finanziamenti dal basso, seimila persone hanno sovvenzionato il film diventandone di fatto produttori. Un film del genere è anche entrato nella cinquina dei candidati all'oscar, ma ha poche probabilità contro Inside Out, anche perché questo è un oggetto molto strano per quell'ambiente. Rispetto al conformismo di fondo questa visione produce uno sfasamento che ha anche una valenza politica nella sua critica fortissima a quello stile di vita e a quello sguardo sul mondo che Michael Stone rappresenta. Molti sono usciti rattristati da questo racconto di un mondo così grigio, così disperante, ma non sempre abbiamo bisogno di essere rassicurati e ogni tanto ci possiamo abbandonare alla tristezza, a questa forma di narrazione così toccante, così fortemente umanista nonostante tutto, a questi pupazzi che ci dicono che molto spesso le vite che viviamo sono il prodotto di una organizzazione creata da un demiurgo che sta lontanissimo dai nostri cuori e dalle nostre anime. Se ascoltiamo una voce così dissonante varrebbe la pena di provare a seguirla, non è detto che sia un canto delle sirene ma potrebbe essere davvero una melodia illuminante.