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Giona

Episodi visti: 1/1 --- Voto 8
"I racconti della luna pallida d'agosto" (in originale "Ugetsu monogatari") è un film di Kenji Mizoguchi del 1953, che fu presentato per la prima volta in Italia alla Mostra del Cinema di Venezia, ottenendo il Leone d'Argento. Esso è tratto da due racconti dell'autore del XVIII secolo Akinari Ueda.
Il film è ambientato alla fine del XVI secolo, nel periodo degli "Stati Combattenti", in cui il Giappone fu dilaniato da guerre e lotte intestine tra i vari feudatari dell'arcipelago. I protagonisti sono Genjuro e Tobei, vasai e ceramisti molto apprezzati (in particolare il primo) che per sottrarsi alla guerra che minaccia le loro case e la loro officina si trasferiscono dall'altra parte del Lago Biwa (nelle vicinanze di Kyoto), dividendosi al contempo anche dalle mogli e dai figli. Ma la grande ambizione di Tobei è la gloria militare; per questo, con i proventi del suo lavoro si compra un'armatura e una lancia da samurai e volge a suo favore un caso fortuito facendosi passare per un grande condottiero. Nel frattempo Genjuro viene sedotto da una sua ricca cliente, una bellissima giovane unica superstite di un clan sterminato dalla guerra, e ne diviene lo sposo celando il fatto di avere già famiglia. Ma dietro di essa c'è un segreto agghiacciante, che sarà causa di cadute e risalite.
Il soprannaturale ha una parte rilevante nell'economia della storia (che sarebbe comunque riduttivo classificare tra i "racconti di fantasmi"), ma viene introdotto quasi "in sordina", sotto forma di singoli elementi in un contesto apparentemente realistico; ne è esempio la voce del padre defunto della fanciulla nella scena dello sposalizio. La ricostruzione del periodo Sengoku è affascinante, ma d'altra parte all'epoca in cui il film fu girato in certe zone rurali del Giappone non erano intervenuti cambiamenti drastici rispetto al tempo storico dell'ambientazione. Lo spiegamento della vicenda non è esattamente lineare: si salta spesso da un personaggio all'altro e questo può rendere un po' più difficile seguire la storia, soprattutto per chi non è avvezzo ai nomi giapponesi (ma non si tratta sicuramente dell'utenza di questo sito).
In ogni caso, si tratta di un prodotto espressione del periodo di massimo splendore del cinema giapponese, in cui Yasujiro Ozu girava "Viaggio a Tokyo" e Kon Ichikawa "L'arpa birmana", per non parlare dei molti capolavori sfornati da Akira Kurosawa.