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LetDragoon87

Volumi letti: 2/3 --- Voto 8
Il manga di Street Fighter, devo dire che mi è piaciuto molto, anche se purtroppo è di solamente due numeri, però interamente a colori, disegni e stile che si sposano alla perfezione con questo magnifico mondo di Street Fighter, uno dei picchiaduro più conosciuti e giocati al mondo.

Il manga è ispirato al famoso torneo tra i guerrieri di strada più forti al mondo, chi vince alla fine avrà l'onore di incontrare e affrontare il sinistro capo dell'isola di Shad, isola in cui si svolge il torneo indotto da M. Bison (che sia maledetto lui per tutti i grattacapi che mi da tutte le volte che l'affronto). Partecipano a questo torneo, tutti i maggiori personaggi dell'amata serie, nessuno escluso, possiamo trovare tra i più famosi: Ken, Ryu, la bellissima Chun-Li, Zangief, Sagat, Guile, E. Honda tra quelli che ricordo. Divertentissima una scena in cui c'è Chun-Li contro Honda, assolutamente da vedere.

Il manga è pieno come ci si può aspettare di combattimenti, per cui i diversi personaggi elencati e tutti gli altri che appaiono combattono per diverse ragioni, chi per vendetta, chi per soldi, chi per fama e chi come Ryu per il semplice gusto di combattere e migliorarsi sempre più. Masaomi Kanzaki devo dire che riesce perfettamente a trasportare il lettore nel fantastico mondo del gioco Capcom, con disegni, situazioni e combattimenti simili alle controparti del videogioco; le vicende narrate sanno un po' di già visto, ma credo sia difficile poter fare di meglio con un gioco la cui trama, è secondaria. Ha fatto un ottimo lavoro senza dubbio!

Consigliato a tutti i fan del picchiaduro Capcom senza esclusioni, ma anche a chi ama gli shonen puri come questo. I disegni sono in perfetto stile anni '90 e sanno farsi valere ancora oggi. E ricordandosi che il tutto è a colori, maneggevole a si trova a ottimi prezzi. Da avere!


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Swordman

Volumi letti: 2/3 --- Voto 8
Se si parla di Street Fighter si parla della storia. La storia è quella dei videogiochi. Nella sua seconda incarnazione incollò letteralmente al cabinato da sala milioni di giocatori in tutto il mondo, tra cui anche il sottoscritto sin da giovanissimo, a menar giù botte, virtuali, ma pur sempre da orbi.
Da lì si sprecarono altri capitoli della saga, varianti sul tema, power-up, sequel, prequel (la saga alpha), leggende metropolitane (come sull'hadouken rossa che compariva ogni tanto), anime e anche film di Hollywood, fino ai giorni nostri con un quarto capitolo di gran livello uscito per le console di ultima generazione.

Alla lista ovviamente non potevano ovviamente sottrarsi i manga. Questa versione realizzata dal maestro Masaomi Kanzaki è probabilmente quella più aderente alla storyline classica.
L'azione si svolge in Asia sull'isola artificiale di Shad dove viene organizzato un torneo di lotta aperto a ogni lottatore e a ogni stile di combattimento dietro il quale però si muovono loschi interessi criminali tutti governati dal deus ex machina, M. Bison. Arrivano così a Shad molti combattenti per la gloria, per i soldi o per altre motivazioni... C'è Guile ex-marine in cerca di vendetta; Chun-Li bella detective dell'Interpol che indaga sulla scomparsa del padre; e c'è Ryu, karateka sempre affamato e all'apparenza un po' tonto, alla ricerca del vero significato della forza...

Un incipit non molto originale verrebbe da dire, ma questa è un inevitabile eredità dovuta alla provenienza del titolo dai picchiaduro a incontri, per cui non importa in realtà come si inizia (perché alla fine la cosa non cambia poi molto...) ma come il tutto viene portato a termine.
Kanzaki è bravo a sviluppare compiutamente la vicenda in uno spazio relativamente breve (poco più di duecento pagine) senza focalizzarsi unicamente sui combattimenti e regalandoci anche qualche momento più leggero. E infatti a ogni personaggio sarà riservato un suo spazio: incontreremo non solo i personaggi principali ma anche Ken l'amico e rivale di Ryu; l'indiano (dell'India...) allungabile Dhalsim; il patriottico wrestler russo (quando ancora esisteva l'unione Sovietica) dal dente avvelenato con i capitalisti Zangief; Blanka; il maestro di sumo Honda (che si infatuerà di Chun-Li) e i potenti boss del gioco Balrog, Vega e Sagat.
La coralità è sicuramente un altro punto che questo manga, Street Fighter, segna a suo favore. Del resto il sottotitolo che accompagnava il videogioco in sala era “The World Fighters”, e il bello del gioco nasceva dall'incontro-scontro di lottatori da ogni parte del mondo e in stage tutti diversi, “il mondo è bello perché è vario” insomma. E così anche l'epopea di Ryu (che sempre va in cerca di nuove sfide...) non avrebbe significato senza l'incontro con gli altri personaggi.

Street Fighter II è stato uno dei primi manga in assoluto che ho comprato, onde per cui assume per me un significato un po' speciale. All'epoca mi sembrava un gran volume anche dal non indifferente costo pari a ben 8.000 delle vecchie lire. Valutandolo ora con occhi più critici e esperti l'edizione a colori continua a non dispiacermi (anche se ho appreso che essendo derivata dall'edizione americana è stata colorata a posteriori), decisamente più fastidiosi sono i boxini a fondo della pagina con le info sui personaggi: oltre a essere ripetitive rovinano un po' l'impatto visivo con le tavole.
In conclusione, un'opera dal sapore un po' vintage che mi sento di consigliare a coloro che apprezzano di più titoli degli anni '90 rispetto agli attuali o che magari, sulla scia del IV capitolo uscito di recente, vogliono scoprire le origini di questa grande saga.


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Kouga

Volumi letti: 2/3 --- Voto 8
Uno dei miei primissimi manga, acquistato in edicola subito dopo aver comprato la consueta copia settimanale di Topolino. In quegli anni ero solito dopo scuola, fermarmi con gli amici e i compagni di classe in salagiochi, per sfidoni a suon di 500£ all'omonimo picchiaduro da cui il manga è tratto, ed una volta visto il logo in copertina non ho potuto resistere e senza nemmeno sfogliarlo, investii la paghetta subito per appropriarmene e leggerlo. Rimasi affascinato dallo splendido design e dalla storia in esso narrata e bramai di volerne leggere ancora ed ancora, affezionandomi ai suoi protagonisti.

Quali sono i difetti dell'opera?
Senz'ombra di dubbio fa storcere il naso lo stravolgimento dei nomi di alcuni personaggi (forse in funzione delle scelte d'adattamento occidentali del titolo), e il colore al computer delle originali tavole in bianco e nero che spesso lascia parecchio a desiderare facendo rimpiangere alcuni comics. L'edizione Star Comics non fa quindi gridare al miracolo, ma se siete fan di Street Fighter, non potete assolutamente perderlo, viceversa buttatevi su altre serie di combattimento, c'è molto di meglio in giro!


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Kotaro

Volumi letti: 2/3 --- Voto 8
Street Fighter 2 è un videogioco popolarissimo, che ha generato nel corso degli anni parecchie trasposizioni, sia in forma animata sia in forma cartacea.
Tra i tanti fumetti ispirati al gioco, devo dire che la versione firmata da Masaomi Kanzaki è una delle migliori, oltre che una delle più fortunate.

Sia chiaro, la storia non brilla per originalità, dato che comunque tratta di personaggi già noti. Le vicende di base rimangono quelle del videogioco, ma il fumetto presenta qualche lieve differenza con quanto mostrato digitalmente, ad esempio nella narrazione del passato di Guile, nella composizione dell'esercito di Bison o nella storia del maestro di Ryu e Ken (che in questa versione viene ucciso da Bison e non da Gouki, ma va detto che, all'epoca dell'uscita di questa riduzione, Gouki non era ancora comparso e la sua storia non era stata ancora delineata).
Nonostante si sia accantonata la dimensione del viaggio, e l'azione si sia concentrata in un unico posto, il torneo di arti marziali dell'isola di Shad, il lettore non ha alcun dubbio: questo fumetto E' Street Fighter 2.
Sono lontane mille miglia da qui - e per fortuna! - le eccessive modifiche alla storia originale apportate da altri fumetti, che presentano astruse parentele, personaggi inventati di sana pianta, ambientazioni post-nucleari alla Hokuto no Ken, scene macabre e grottesche, bizzarri allineamenti del cast, tecniche di combattimento inventate rispetto a quanto visto nel gioco e così via.
Le modifiche alla storia originale che questo adattamento ci pone sono poche e ben sfruttate, tanto da rendersi plausibili e in taluni casi persino tanto gradevoli da venir poi sfruttate in successive produzioni o negli episodi successivi della serie (vedi l'aspetto fisico di Gouken o l'espediente narrativo del lavaggio del cervello).
Per il resto, quello che Street Fighter 2 aveva nel videogioco, viene perfettamente riportato qui. Tutti i personaggi sono presenti e, malgrado la brevità della storia, riescono tutti ad avere il loro giusto spazio nel pieno rispetto delle loro personalità e dei loro trascorsi.
I rimandi alle altre produzioni tratte dal videogioco e ad altre analoghe (vedi l'anime di Virtua Fighter) sono tantissimi, e molto graditi. Il fumetto, infatti, è riuscito a ricreare alla perfezione l'atmosfera da film d'arti marziali degli anni '80 a cui il gioco si ispirava, presentandoci una storia di tornei, teppisti, spaccio illegale di droga, soprusi, maestri di arti marziali, dojo e metropoli in decadenza. Oltre a questo, l'ambientazione di fine anni '80/inizio anni '90 è magistralmente ricostruita, e fa un certo effetto sentire Guile e Zangief affrontarsi in nome della Guerra Fredda (elemento presente nel videogame ma quasi mai approfondito negli adattamenti).
Dal momento che l'ambientazione e il contesto storico erano il punto di forza del videogioco, vederli trasposti dà una marcia in più al fumetto di Masaomi Kanzaki.
Inoltre, a differenza di molte altre trasposizioni, i personaggi non sono buttati là, ma tutti hanno il loro perché, e non si pestano così tanto per farlo, ma ognuno ha una propria, validissima, sottotrama.
Ciò che si imparava, giocando a Street Fighter 2, era il rispetto per ogni diversità, poiché il proprio avversario, da qualsiasi paese provenga o qualsiasi arte marziale pratichi, è ugualmente degno di essere rispettato.
Questa concezione viene perfettamente espressa anche dalle pagine del fumetto, che così assume un significato pedagogico e non soltanto di intrattenimento. Scopo del protagonista Ryu è infatti quello di scoprire il vero significato della lotta, che non sta certo nell'aumento della propria forza o nell'uccisione dell'avversario (cosa che invece credono Bison e i suoi), ma nel confronto leale con avversari di tipologie differenti ma tutti ugualmente degni di essere affrontati e di essere considerati degli amici al di fuori della lotta. Non è un caso, infatti, se i personaggi, nel fumetto, stringono amicizie e si stimano vicendevolmente anche all'interno del fumetto, mostrando dei lati del loro carattere che esulano dalle sole mazzate, vedi ad esempio un Honda compagnone (e un po' maniaco), un Balrog che si ravvede dimostrandosi leale o un Zangief che si preoccupa delle condizioni di salute di Guile e si rammarica del decadimento dei lottatori, che ormai combattono solo per il vile denaro e non per crescere fisicamente e spiritualmente.

I disegni di Masaomi Kanzaki sono garbatissimi, semplici e schietti, in puro stile anni '90, ma estremamente gradevoli e capaci di rappresentare un turbinio di personaggi dalle più svariate fisicità (oltre che una Chun Li veramente sensuale e ben dipinta).
La storia appare così davvero molto gradevole, mai troppo affrettata e sempre emozionante. Anche la rappresentazione grafica di personaggi e colpi è fedelissima a quanto mostrato nel videogioco (e anzi, fa pure piacere vedere qualche elemento di diversità rispetto ai loro classici costumi, tipo l'armatura di Bison, il gilet di Chun Li, la t-shirt di Ryu, il pellicciotto di Zangief o le canottiere di Sagat e Blanka).

Venendo alle note dolenti, purtroppo, è da segnalare che l'edizione italiana non è delle migliori. Essenzialmente, è la riproposizione della versione americana, che vede l'ovvio cambiamento del nome di alcuni personaggi già attuato nel videogame, il ribaltamento delle tavole, la censura di qualche scena, la colorazione delle tavole che originariamente erano tutte in bianco e nero (con un effetto in stile Topolino degli anni '80, che non è malvagio ma sa un po' di artificioso) e l'eliminazione del terzo volume originale.
A vederlo con gli occhi di oggi, abituati ad edizioni estremamente più pregevoli, Street Fighter 2 appare orripilante, ma è una storia che merita di esser letta, in ricordo di quegli anni '90, dei manga di arti marziali come Dragon Ball e Hokuto no Ken che oggi non fanno quasi più e di quel videogame che tanto ci fece sognare all'epoca.