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Franzelion

Volumi letti: 2/1 --- Voto 7
Ecco qui il mio primo impatto con un manga del tanto osannato Masamune Shirow.
Credevo di andare incontro a un capolavoro, di andare a colpo sicuro; cosa mi ritrovo invece? Un'accozzaglia di termini scientifici e pseudo-scientifici messi insieme a formare una trama e degli eventi altrettanto assurdi e poco credibili. Quindi è uno schifo? No, neanche, per fortuna.
Il fatto è che - e ci ho messo un volume per capirlo - questo manga richiede un approccio particolare per poter essere apprezzato.
Sapendo che era lo stesso autore di Ghost in the shell (di cui ho visto solo il film e non il fumetto) mi aspettavo un lavoro ben meditato, ordinato e "solido"; e per questo ci sono rimasto malissimo dopo aver letto un centinaio di pagine, all'inizio l'avevo solo sfogliato e superficialmente mi sembrava disordinato, mi ero detto "sarà solo un'impressione", invece è proprio così.

Non è solo la terminologia scientifica - che mi chiedo a tal riguardo se sia davvero sensata o del mero fanservice fantascientifico; probabilmente solo un laureato in fisica saprà la risposta -, è anche la sceneggiatura ad essere fin troppo confusionaria: ad esempio un elemento che viene appena accennato in un punto viene ripreso una cinquantina di pagine dopo e viene approfondito come se il lettore fosse già in grado di destreggiarsi con facilità in mezzo a tutta quella tecnologia caotica, facendogli perdere così il nesso causa-conseguenza dei fatti o, nel peggiore dei casi, di chi sia il soggetto dell'azione, chi sta compiendo cosa e per quale motivo; ad esempio all'inizio non si capisce bene chi vuole realmente impedire l'evocazione del naga a nove teste e chi invece promuoverlo. Arrivare a comprendere anche la semplice trama non è affatto semplice, per cui siete avvertiti.

Eppure, in mezzo a tutto 'sto casino, a fine volume mi sentivo stranamente soddisfatto, in qualche modo la lettura si era rivelata essere di mio gradimento, seppur a livello implicito. Dopo aver letto anche il secondo volume questa "impressione" si è dimostrata una realtà: sì, tutto sommato devo ammettere che un suo fascino ce l'ha.
Non bisogna cercare di focalizzarsi troppo a trovare una spiegazione e un collegamento logico a tutto, ma bisogna lasciarsi trasportare dalla folle sceneggiatura impostata da Shirow e da tutti i discorsi strampalati che ne escono, senza farsi troppi problemi. Il genio di Shirow ho capito che consiste proprio in questo, cioè nel saper catturare l'attenzione del lettore pagina dopo pagina, stimolandolo a interpretare a maniera sua tutto ciò che succede.

Attenzione però: oltre tutta questa pazzia di fondo vanno altri meriti a Shirow per aver ideato un'ambientazione così dettagliata e approfondita in due soli volumi (o meglio uno, nell'edizione originale, ma più corposo della media), e all'aver sviluppato dei concetti davvero profondi, originali e intelligenti, che riescono purtroppo ad emergere solo nel finale, ma per ciò che il manga vuole dire è sufficiente.

I disegni sono altrettanto particolari e spesso tanto dettagliati quanto confusi, ma il pregio di quest'autore è che ha un modo di disegnare e di raffigurare la prospettiva tutto suo e decisamente originale - non a caso si dice che non abbia mai letto fumetti prima di iniziare a disegnarli -, anche se il tratto è abbastanza grezzo e "sporco", ma è in buona coerenza con il contesto, quindi non c'è da lamentarsi.

Quindi cos'è, sostanzialmente, <i>Orion</i>? Un'opera di fantascienza? A mio avviso sarebbe più opportuno definirla come "non-sense".
Con questa lettura non sono ancora in grado di capire se quella di Shirow è effettivamente genialità o pura pazzia, non posso saperlo, forse è per questo che si dice che il confine tra questi due attributi sia sottilissimo.

Utente5795

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Utente5795

Volumi letti: 2/1 --- Voto 10
È davvero il caso di dirlo: se pensate di esservi goduti il meglio di Masamune Shirow con <i>Ghost in the Shell</i>, allora non conoscete <i>Orion</i>. Cos'ha di così speciale questa serie, tanto da permettermi di considerarla superiore a quello che fu, ed è considerato tuttora, come il manifesto del cyberpunk nipponico a fumetti? Semplicemente, in soli due volumi (riferendomi all'edizione italiana), Shirow è riuscito ad andare ancora più in là di quanto fatto con <i>GitS</i>, che nonostante l'eccellente risultato soffre un po' per una trama sensibilmente disorganica, mentre qui le consuete elucubrazioni scientifiche e culturali dell'autore, più estreme e complesse che mai, sono felicemente sposate ad un'ottima vicenda e a personaggi sufficientemente caratterizzati, per un risultato stravagante, eccessivo ma anche sorprendentemente equilibrato.

Il tema trattato parte sempre da una base fantascientifica, che però questa volta flirta continuamente con elementi provenienti dalla cultura religiosa ed esoterica orientale, in particolare buddismo e scintoismo. La sintesi di istanze come scienza d'avanguardia ed elevazione mistica, meno divergenti di quanto possa sembrare, è a dir poco inebriante: il lettore viene catapultato in un mondo dove le particelle elementari si chiamano yineroni e yangeroni, dove i rituali mistici si basano sulla meccanica quantistica e dove le equazioni matematiche sono formule magiche.
Come si può supporre, la complessità di <i>Orion</i>, a livello concettuale e di conseguenza anche di sceneggiatura, è tale da renderlo una lettura non facile e che non può essere liquidata in poco tempo - chi ha apprezzato le altre opere di Shirow sa di cosa parlo. È necessario uno sforzo mentale non indifferente per riuscire a collegare tra loro gli avvenimenti e i dialoghi senza rimanere invischiati nell'impressionante barocchismo dei dialoghi, per di più permeati fino al midollo del succitato eclettismo tematico dell'opera, per poter avere una visione di insieme soddisfacente.

Se si riesce a superare l'iniziale smarrimento, l'impressione di confusione ed ermetismo, si nota presto come <i>Orion</i> abbia invece una trama ben definita, in sé molto lineare e saldamente legata agli stilemi della fantascienza apocalittica, ma sempre coinvolgente e senza cadute di tono. Man mano che si prosegue, la narrazione si fa sempre più intensa, fino a sfociare in un climax finale di magniloquente epicità, poi stemperato in una conclusione dai toni idiliaci, che lascia però un margine di incertezza (leggete per capire...).
I personaggi sono tratteggiati in maniera soddisfacente, più solida che in altre opere dell'autore, dove a volte essi rischiano spesso di essere anonimi e senza personalità. Non essendoci pretese di introspezione o approfondimento psicologico, ognuno dei protagonisti ha un carattere ben definito, immediato e facilmente riconoscibile, perfetto per accattivarsi la simpatia del pubblico. Anche i personaggi secondari fanno bella figura, nonostante il poco spazio dedicatogli non sono superflui.

La qualità grafica è nel complesso pregevole, soprattutto per quanto riguarda le avveniristiche ambientazioni, i macchinari e il design maniacalmente particolareggiato delle mostruose creature che fanno capolino qua e là, per poi divenire protagoniste assolute nel finale. Il character design, come consuetudine di Shirow, è meno elaborato e spesso abbastanza schematico, tanto che a volte i personaggi appaiono semplicemente abbozzati, seppur risultino sempre gradevoli. Ottima è anche la suddivisione delle vignette, dinamica quanto basta per stimolare la lettura. Non manca ovviamente una consistente dose di fanservice, riguardante soprattutto la provocante protagonista Seska, in certe occasioni anche abbastanza spinto, ma utilizzato in maniera ponderata e mai ossessiva.

L'edizione italiana, curata dalla Star Comics, è di buon livello, sebbene risalga al '94: proprio a causa di quest'annata non recente, il senso di lettura è occidentale, cosa che forse può infastidire i più intransigenti, in compenso gli albi sono di grande formato, fattore che valorizza notevolmente l'apparato visivo. Le copertine sono molto sottili, anche troppo per i miei gusti, senza sovracoperta, mentre la carta usata per le pagine non lascia desiderare, robusta e bianca al punto giusto.

Che dire quindi di <i>Orion</i>? Oltre ad essere una saga estremamente interessante, sopra le righe ed originale, rappresenta forse il punto più alto, sotto ogni aspetto, raggiunto da un autore amatissimo ed influente come Masamune Shirow, che superando le ingenuità e le lacune di altre suoi lavori è riuscito finalmente a dare alle sue idee una veste solida e convincente, ancor più che nell'altro suo masterpiece <i>Ghost in the Shell</i>... e non sto affatto esagerando.