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Eversor

Volumi letti: 3/16 --- Voto 8
Il 25 agosto 2008 usciva la prima edizione della light novel di "Hidan no Aria", riscuotendo, tra l'altro, un discreto successo, tanto che, il 26 settembre 2009, 13 mesi e un giorno dopo, scendeva in campo anche l'adattamento manga di questa storia. Aggiungendo infine anche la serie TV, realizzata però solamente nel 2011.
Perché fare questa biografia di "Hidan no Aria"? In effetti poteva anche essere evitata, ma, per quanto mi riguarda, ho sempre ritenuto importantissimo considerare la storia di un'opera. Non tanto per curiosità, quanto piuttosto per vedere come essa è nata, perché, si sa, un manga è ben diverso da una light novel e, dunque, "Hidan no Aria" (manga) avrebbe avuto valutazioni differenti a seconda della sua natura originaria.
Il fatto che sia un adattamento di un'opera uscita già in precedenza deve rimanerci bene in testa quando incominceremo le nostre considerazioni.

La storia è semplice, o meglio, così sembra all'inizio. Infatti Kinji è un ragazzo più o meno normale, iscritto in una scuola più o meno normale. Più o meno? Beh, semplicemente si tratta di un liceo specializzato nell'addestramento di Butei, speciali soldati speciali, capaci di risolvere le imprese più difficili, facendo però attenzione a non uccidere nessuno (forse in questo caso mostra un po' troppo buonismo).
Un giorno, mentre si sta avviando in bici verso scuola, Kinji viene assalito da uno strano dispositivo elettronico (armato di mitraglietta) che lo avvisa, in maniera alquanto diretta, che se avesse fermato la bici sarebbe saltato in aria.
Disperato incomincia a pedalare fino allo stremo delle forze, ma, proprio quando tutto sembra perduto, una ragazzina dai capelli rosa camelia salta giù da un palazzo, salvando il povero studente. Aria, questo è il suo nome, mostra un carattere piuttosto vivace e dinamico e, nonostante l'apparente scontrosità rivolta verso Kinji, entrerà subito in sintonia con lui, senza sapere però che, così facendo, lo trascinerà in un mondo ben più caotico e pericoloso.

Per quanto riguarda il disegno del manga, devo dire di averlo trovato piuttosto carino: curato e, in generale, attento ai dettagli. Tuttavia vorrei comunque fare una piccola precisazione, dovuta forse ai miei gusti personali, in quanto non son sicuro di aver apprezzato fino in fondo il tono un po' "fanciullesco" con cui vengono realizzati i vari personaggi. Con questo non voglio dire che siano brutti, anzi. Eppure sono sicuro che, con un design un pochino più serio, tutto il manga avrebbe fatto un effetto ben diverso, forse migliore.
I protagonisti sono molto interessanti e, sebbene Aria H. Kanzaki rifletta un po' lo stereotipo della ragazzina piccola, vivace e anche tsundere, riesce comunque a colpire, mostrando, a volte, un lato molto più profondo e riflessivo (soprattutto verso il suo passato).
Kinji invece è l'opposto: calmo e riflessivo, apparentemente sicuro di sé, anche se un po' svogliato. La sua doppia personalità (se si eccita entra in una strana modalità, capace di renderlo un Butei eccezionalmente dotato), riesce a trasformarlo in un personaggio ancor più intrigante. Il suo passato sembra avvolto nell'ombra e, di fatti, la figura del fratello scomparso sembra aleggiare misteriosa intorno a lui.

Nel complesso, insomma, è una storia bella e interessante che, sebbene a un certo punto metta in scena strani poteri sovrannaturali, riesce comunque a mantenere un tono semplice. I colpi di scena non mancano e anche i combattimenti non sono certo da meno. Pistole, spade e ragazzine moe…un buon mix, capace di divertire e sorprendere.

Voto finale: 8