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GianniGreed

Volumi letti: 1/1 --- Voto 5
Project Zeorymer (Hades Project Zeorymer) è un manga in un solo volume scritto e disegnato da un tale Chimi Morio. Ma chi è Chimi Morio?
Sotto questo pseudonimo si nasconde Takaya Yoshiki, mangaka famoso per Guyver. Takaya ha usato questo nome al suo debutto, quando lavorava per riviste erotiche come Lemon People, dove è stata pubblicata la prima volta questa storia.

Project Zeorymer è un manga robotico, ma come componente secondaria ci sono un po’ di scene di sesso, poche in verità e neanche tanto esplicite, ma è anche la funzione e la presenza di tali scene che fanno calare il voto che darò al manga.
La trama è classica: un ragazzo qualunque, bella ragazza, scienziati pazzi, super robot, destino della Terra in pericolo. Abbiamo dimenticato qualcosa? Mi pare che c’è tutto. Bastano per fare un bel manga? Dipende, in questo caso no.

Vero che è un volume unico, e dunque la storia è veloce, e tutto quanto, ma non viene spiegato quasi nulla: i robot, i nemici, le cose importanti non vengono dette.
E poi manca il finale. Ma l’autore non se ne era accorto? Boh, il manga finisce come un volume 1 qualsiasi, ma non c’è niente dopo.
Torniamo alle inutili scene di sesso. Perché inutili? Per via del pretesto usato per mostrarle: il robot, lo Zeorymer, per muoversi ha bisogno del pilota e di un “nucleo” che deve essere abbinato a una persona, in questo caso la ragazza, Miku. Tale nucleo è una sfera meccanica di pochi centimetri di diametro che deve essere inserita nel suo utero, dall’unica “entrata” possibile, e ogni due settimane va anche sostituita. Ovviamente tale operazione non può essere fatta a “secco” ma necessita di adeguata lubrificazione… lasciamo stare, va.

I disegni sono sufficienti, il mangaka era agli inizi, e i volti e i corpi dei personaggi sono disegnati in modo altalenante, alcune volte con proporzioni sbagliate, e qualche errore.
Invece il design dei mecha è molto buono, indubbiamente figlio della sua epoca (1983) ma ancora adesso attuale, e già s’intravedevano le potenzialità in tal senso del buon Takaya Yoshiki.
Lo stesso non si può dire invece degli scontri: confusi, veloci e molto sbrigativi e poco dettagliati.

A dovere di cronaca, parlando del finale, devo scrivere che l’autore, nel 2007, a ventiquattro anni di distanza, ha ripreso in mano la storia e ne ha disegnato un capitolo finale in tre parti, finale comunque molto veloce e grossolano, con un nemico che dire scontato è poco, e nel 2008 ha iniziato un’altra serie chiamata “Hades Project Zeorymer – Omega” ma non so se è un sequel o altro.

Comunque per quanto il finale ora esiste, non è contenuto nel volume qui recensito. Per tutti questi motivi, non posso dare più di 5 al manga in esame.
La lettura è consigliata solo ai fan di Guyver e del mangaka, per vederne lo stile agli inizi, altri motivi per leggerlo non ce ne sono.