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TWINKLE

Volumi letti: 4/4 --- Voto 6
Sarà stato il "Detective" nel titolo ad aver attirato il sottoscritto, cresciuto a pane, Tenete Colombo e racconti di Agatha Christie, o anche il prezzo popolare, il basso numero di volumi, il sorriso solare e sempre contagioso della protagonista "Shōjosa" di turno, sulla cover, lo so che lo fanno apposta. E così alla fine mi ritrovo seppellito da manga cretini.
È possibile mescolare lo Shōjo adolescenziale, sbrilluccicoso e zuccheroso, con le detective stories? Ovviamente no, follia pura. E se aggiungessi un elemento magico? Se ne può discutere.

Lili è una studentessa con una innata capacità di prevedere il futuro, e questo la rende abbastanza nota in classe. Nulla di particolarmente eccitante se non fosse che, grazie ad un magico anello, riesce persino a risolvere casi di omicidio sotto mentite spoglie. Con tale oggetto Lili evoca gli spiriti astrali, dodici in totale ognuno rappresentante di un segno zodiacale, con le fattezze di teneri esserini in versione super deformed. Lili deve prima conoscere la data di nascita della vittima, per poi evocare lo spirito zodiacale corrispondente che darà alla protagonista un indizio un po' vago sotto forma di predizione e tramite esso risolvere così il caso.
Idea carina, gli spiritelli hanno ognuno un diverso carattere o una fissa particolare e questo non mancherà di divertire le giovani lettrici alle quali Natsumi Ando tenta di rivolgersi con questa componente majokko. Il problema sorge nelle ideazioni dei casi da risolvere, Ando chiaramente non è Gosho Aoyama e i casi di omicidio risultano abbastanza banali (e anche alquanto fantasiosi, ma questo non è mai stato un problema neppure per “Detective Conan”).

La serie è sorretta da un'esile trama: il ritrovamento della madre scomparsa di Lili, e ovviamente dall'immancabile storiella sentimentale tra la protagonista e il moro compagno di classe Hiromi; il tutto viene rappresentato con un tratto semplice ma funzionale, non originalissimo ma neppure invadente, di chiara scuola "Nakayoshi", rivista dalla quale proviene la mangaka. Immancabili anche qui come da tradizione Shōjo i "quarti di pagina", trafiletti laterali dove l'autrice racconta tutte le cretinate che le passano per la testa, a ciò si aggiungono pure diversi spazi di tipo "oroscopo" per conoscere meglio i segni zodiacali. 

Play Press Publishing ha pubblicato “Zodiac Detective” due volte, la seconda sulla collana "manga classics" in una scabrosa edizione con il volume 4 più grande dei primi due, a loro volta se messi di fianco risultano essere più alti del 3. Insomma un disastro, forse l'ultimo della casa editrice (siamo nel 2008). Mi auguro alle fiere circoli la prima edizione.

Arduo aggiungere altro su “Zodiac Detective”, un manga con evidenti difetti di sceneggiatura (ben poco viene svelato sulle origini dello Star Ring) ma essendo rivolto ad un pubblico giovane gli piazzo una sufficienza avendolo trovato a tratti carino e scorrevole, mi sarebbe piaciuto leggere l'opera più famosa di questa autrice, "Kitchen no Ohime-sama", di ben 10 volumi e premio Kodansha Manga Award, per constatare se c'è stata questa evoluzione nel suo modo di fare manga, ma alla fine è andata così.

Lel

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Lel

Volumi letti: 4/4 --- Voto 6
Carino, niente di più e niente di meno.
“Zodiac Detective” è un tipico shojo che vorrebbe mescolarsi col genere poliziesco/investigativo, ma che a causa della sua natura puramente, appunto, shojo, non riesce appieno nel suo intento.
Lo stile di disegno è quello classico: occhioni grandi, corpi magri, retini a go go (io adoro i retini, ma il troppo stroppia), nulla che non abbia già visto mille volte.

Il fulcro di questo manga sono tuttavia i personaggi dello zodiaco.
Ogni segno è rappresentato da un personaggio in versione chibi, che aiuta la protagonista a risolvere i casi di omicidio che le si presentano davanti.
Questa è sì un cosa carina e anche un poco originale, ma toglie molto pathos alle scene che dovrebbero mettere ansia, o comunque impressionare il lettore.
Certo, a mio dire non lo smonta del tutto, ma questa è semplicemente un opinione personale.
Diciamo solo che si è tentato di mescolare due genere abbastanza incompatibili, che hanno reso comunque questo manga qualcosa di godibile anche se puramente passeggero.

Un parola sull'edizione italiana la devo spendere.
Copertine incollate male rispetto alle pagine, volumi che variano in altezza ad ogni uscita, pagine che ripetono scene già avvenute e che in un primo momento mi hanno parecchio confusa… orribile! Ma questo non abbassa il voto, perché la colpa non è certo di chi ha disegnato il manga.


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Lucy

Volumi letti: 4/4 --- Voto 6
Abbastanza carino come shojo, oltre che all'amore in questo manga è presente anche il genere poliziesco che fa risultare la storia un pochino più movimentata.
Tuttavia gli omicidi e i casi da risolvere non sono adatti a questo tipo di disegno: infatti le scene che dovrebbero essere almeno un po' splatter non fanno alcun effetto, e la protagonista riesce a risolvere tutti i casi che le si presentano grazie a dei sub-bambini rimpiccioliti che mescolano la bravura dell'intelletto alla chiromanzia che di fatto non c'entra proprio nulla e che sfonda il vero significato di arrivare a risolvere una soluzione con la mente e basta.
Se volete cambiare un po' il genere solito dello shojo questo va bene ma se ne cercate uno sul poliziesco non prendetelo perché smonta il vero significato del giallo.


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Doll_in_the_Hell

Volumi letti: 4/4 --- Voto 4
"Zodiac Detective" è una miniserie composta da 4 numeri della mangaka Natsumi Ando; edita dalla Play Press (poi ci si chiede il perché sia fallita?) ne 2001 al costo di 4,50€ al volume. Ne vennero vendute così poche copie che tutti i volumetti rimasti invenduti furono ritirati, ne fu modificata la copertina per essere inseriti nella collana "Manga Cult" (stessa sorte toccò a Preater e a Ura Peach Girl) e vennero rivenduti a 4,00€.
Comunque anche con la copertina nuova, il formato è pessimo, e sulla nuova copertina c'è la data di uscita che non corrisponde con le novità del mese dentro i volumetti che erano quelle della prima edizione. Solo PlayPress poteva fare una cosa del genere.

Tornando al manga, Zodiac Detective è uno shoujo un po' diverso dagli altri, è sì una storia d'amore ma con in mezzo un ammasso di ingredienti buttati così qua e là: misteri certe volte di origine soprannaturale da svelare, qualche abbozzo di slice of life che parla dell'infanzia dei due protagonisti, e alcune scene che sfiorano la demenzialità.
La trama è questa: Lili è un'adolescente che possiede un magico anello, lo Star Ring (lasciatoglielo dalla madre misteriosamente scomparsa), con cui può chiedere l'aiuto di uno dei 12 segni zodiacali per risolvere i misteri in cui man mano si imbatte. Al suo fianco il brillante (e laureato, anche se è un coetaneo di Lili, di ritorno da un lungo soggiorno all'estero) Oikawa, che la protegge nelle sue missioni e che prova un sentimento per lei. Particolarità dell'amico di Lili è la sua allergia alle donne, che si svelerà alla fine da cosa scaturisce e come guarirla. L'eroina Lili si imbatte in più casi diversi durante i 4 tankbon, anche se tutti abbastanza semplici da risolvere, al parte l'ultimo che le renderà dura la vita e che sarà anche un po' pericoloso, con una storia a tratti drammatica dietro. Comunque fra personaggi inutili (come il padre di Lili, che in teoria è un commissario di polizia, ma in pratica si fa fregare sempre dalla figlia anche le risoluzioni dei casi più semplici) e personaggi misteriosi (chi sarà mai la dona rivale di Lili che fa sporadiche comparse nei momenti più inopportuni?), il mistero circa la scomparsa della madre, e la comparsa dei patetici segni zodiacali al bisogno della giovane detective questo manga può considerarsi una inutile storiella fra l'assurdo e l'incoerente (incredibile quanto anche davanti alla morte delle persone coinvolte nei casi da risolvere tutto sia messo in modo molto leggero e trastullato), e se io l'avessi saputo non ci avrei buttato via manco un soldo.

Il tratto dell'autrice è quello tipico degli shoujo per ragazzine, un po' SD, occhi grandi e capigliature impossibili (alla Kawamura insomma), corpi magri e sinuosi, e un look abbastanza tralasciato.
Scialba invece l'evoluzione degli eventi, tutte storie slegate tra loro, unite dal fatto che ci sono sempre gli stessi protagonisti, ma si potrebbero (volendo) anche saltare i capitoli, tanto non si perderebbero notevoli informazioni.
I personaggi sono più o meno tutti noiosi, inutili, caratterizzati giusto quanto basta per farci un'idea, e soprattutto abbastanza stereotipati al resto dei personaggi di manga per bambine.

Non ci ho trovato quasi nulla di positivo in quest'opera, certo è gradevole se si hanno momenti di svago da perdere, e soprattutto per chi apprezza i manga investigativi (un Detective Conan un po' insipido e con gli spiritelli magici che fanno le predizioni) uniti all'amore e all'umorismo, ma comunque dubito che un pubblico che vada oltre i 15 anni possa trovarlo interessante. Se lo beccate a qualche fiera dategli un'occhiata se amate il genere, ma non consiglio proprio di buttarci via i soldi, perché ci sono tante altre opere invece per cui vale davvero la pena spenderli.