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killerklown

Volumi letti: 5/0 --- Voto 8
"Il Piccolo Monaco Monky" è un fumetto per pochi. Non è certo un manga che può sperare di attrarre le masse e questo si è visto sia con la sospensione della pubblicazione italiana, sia dal fatto che questa non è mai più stata ripresa. La motivazione è probabilmente legata al fatto che è un manga molto intriso di cultura e simbologia.
Monky riprende il famoso romanzo di Wu Cheng'en "Viaggio a Ovest" ("西遊記"), basato su fatti storici, che racconta della celebre storia di Sun Wukong (齊天大聖; o Son Goku, in giapponese), il re delle scimmie nato dalla pietra. Esattamente come nel romanzo, il monaco Monky viaggia verso ovest e incontra uno dopo l'altro, tutti i rappresentanti degli animali sacri dell'oroscopo cinese e con loro vive varie avventure che porteranno all'evoluzione e al cambiamento interiore di ognuno di essi.
Come dicevo all'inizio, è un manga per pochi, perché solo chi conosce la letteratura cinese (siamo in pieno periodo Ming), può apprezzare il folklore nelle citazioni e nel simbolismo molto forte di questo fumetto; mentre per la maggior parte delle persone, cresciute - giustamente - con la cultura pop giapponese, è soltanto un ricalco di "Dragon Ball". Ovviamente pensarlo è lecito, ma se si fa attenzione, ci si rende conto che tutti i rifacimenti di "Viaggio a Ovest" ("DB" è uno di questi, così come "Saiyuki") sono molto simili tra loro, poiché tutti tendono a prendere almeno i personaggi principali dalla storia (generalmente scimmia, maiale, topo, tigre - non necessariamente in forme animali - e il monaco).
Insomma, consiglio a chiunque voglia immergersi in una conoscenza più ravvicinata (ma soft) della cultura cinese, questa piccola rarità, che purtroppo è stata interrotta troppo presto (al quinto numero). E' un fumetto che potrà aprire la strada verso letture folkloristiche più impegnative e che strapperà più di una volta qualche risata per lo stile demenziale dei protagonisti, caricatura dei personaggi e degli ideali che rappresentano. Tuttavia il tratto è molto grezzo, ma personalmente l'ho saputo apprezzare, nella sua rozzezza. Non sono mai riuscito a sapere molto dell'autore, ma immagino fosse un'opera immatura e/o a basso budget.


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whitestrider

Volumi letti: 4/0 --- Voto 5
Ahimè, sono uno dei (spero) pochi lettori di questo mahnwa, edito dalla Jade alla fine del XX secolo. Non si può dire che sia del tutto da buttare, ma sia la trama, sia i disegni, ed a volte perfino le traduzioni, mi hanno destato più di una perplessità.

Ma andiamo con ordine: innanzitutto questo fumetto si presenta fin dall'inizio come un clone di Dragon Ball, presentando alcuni personaggi clonati direttamente dal manga di Toriyama. L'esempio più eclatante è Monky, una copia molto esplicita di Crilin, mentre il monaco rivale (terza immagine a fianco) assomiglia ad un Tenshinhan con le cicatrici sul volto. Non può mancare nemmeno una copia del Goku adulto versione super sayan (quarta immagine, seconda vignetta), accompagnato da una versione di Olong piuttosto rinnovata (ma pur sempre lui!). Non manca ovviamente il bastone magico che si allunga, demoni e nemici agguerriti, deliziose fanciulle più o meno discinte.

L'atmosfera non manca, e questo fumetto riesce nei primi 4 numeri, seppure faticosamente, a risultare piuttosto intrigante, seppure le qualità artistiche dell'autore non sempre riescano a sottolineare il pathos e la drammaticità dell'azione (a questo proposito bisogna sottolineare come non manchino numerose scenette comiche in super-deformed, il cui scopo è ovviamente rendere la lettura più leggera). Un peccato che il fumetto sia stato interrotto proprio quando la trama cominciava a diventare più interessante, ovvero i 12 guerrieri dell'oroscopo cinese cominciavano ad essere riuniti, e le prime battaglie cruente venivano consumate.

Ovviamente questo fumetto non verrà mai ripescato da nessuna casa editrice, quindi non è possibile nemmeno sapere se in seguito la trama si sia fatta più interessante (cosa improbabile) o se si trattava dell'ennesimo spreco di carta ed inchiostro.
Da recuperare nelle fiere (al prezzo più basso possibile), non fosse altro per verificare con i propri occhi il numero di plagi presenti.