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micheles

Volumi letti: 7/12 --- Voto 9
Nel 1982 esce al cinema il celebre film "Il bacio della pantera", con Nastassja Kinski; non c'è dubbio che questo film sia all'origine di "Yami no purple eye" di Chie Shinohara, pubblicato nel 1984. L'idea di partenza è la stessa, essendo la protagonista una ragazza in grado di trasformarsi in una pantera. Il film del 1982 non è altro che un remake di "The cat people" (1942) e sullo stesso tema gli appassionati di fantascienza classica ricorderanno anche l'ottimo romanzo di Jack Williamson, "Il figlio della notte" (1940), che è forse il primo a proporre il tema della licantropia in chiave fantascientifica. Non è quindi l'originalità il punto di forza di "Yami no purple eye", che anzi presenta molti stereotipi tipici dello shojo. Eppure nonostante tutto ciò, "Yami no purple eye" è forse il miglior shojo horror che abbia mai letto. Lontano anni luce dagli shojo-fuffa dei nostri anni (sto pensando agli innumerevoli shojo gotici con vampiri, licantropi e ragazzi bellocci che girano intorno a una protagonista viziata) quest'opera del 1984 fa veramente paura, coinvolge, appassiona, letteralmente tiene incollati alle pagine. Ho letto i 7 volumi disponibili in due giorni e se fosse riuscito a recuperare i 5 mancanti avrei letto anche quelli immediatamente; purtroppo il manga è inedito in Italia e l'unica possibilità per chi non conosce il giapponese è sperare in qualche gruppo di fansub.

Personalmente sono stato attirato dalle copertine, viste sulla scheda di AnimeClick, in stile classico, direi più anni settanta che anni ottanta. Il disegno è a mio avviso perfetto, estremamente semplice eppure estremamente espressivo e perfettamente in grado di convogliare le emozioni richieste dalla storia. Ogni tanto l'autrice ci delizia anche con delle splendide doppie pagine. La storia è estremamente dinamica e ricca d'azione, con il passo velocissimo tipico di quegli anni (chi ha letto Georgie sa quello che intendo); l'amore e il romanticismo certamente non mancano, trattandosi di uno shojo, ma a predominare sono l'azione, le componenti thriller/horror e soprattutto la tragedia. Non ci si fa scrupolo a versare sangue innocente e di morti ingiuste ce ne sono veramente tante, non è certo un manga edulcorato. Specialmente efferata è la crudelissima sensei Sonehara, che vuole sfruttare la protagonista Rinko come cavia per i suoi esperimenti, volti a dimostrare alla comunità scientifica che i mutaforma esistono. Buono il protagonista maschile Shin'ya, nel ruolo dell'amico d'infanzia/innamorato ideale e gioca bene le sue carte anche il suo rivale Odagiri. Ma il vero punto di forza di "Yami no purple eye" è la semplicità: si tratta di una storia semplice, diretta, senza un'analisi psicologia troppo approfondita, con personaggi abbastanza standard e non troppo realistici, insomma l'ideale per un manga d'azione e sentimento a passo veloce. Il voto è 8,5 sulla prima parte dell'opera ma lo arrotondo sulla fiducia a 9 anche se non ho ancora potuto leggere la seconda. Raccomandatissimo agli estimatori dello shojo d'annata con tanta azione e tanta passione.