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GuardianTomberry

Volumi letti: 2/2 --- Voto 3
Tutti lo conoscono, almeno di nome, per via della riproduzione cinematografica hollywoodiana, ma "The Ring" forse non tutti sanno che nasce come romanzo horror (リング Ringu) nel 1991 dallo scrittore giapponese Koji Suzuki. Divenuto cult cinematografico quasi più per la vena trash che horror e thriller, ha avuto nel tempo una miriade di adattamenti compreso quello a fumetti in una serie di più volumi.

In questa recensione parliamo dell'adattamento della storia principale, ad opera di Hiroshi Takahashi già sceneggiatore del film (trama) e Misao Inagaki al disegno sviluppata nel 1999 in due volumi successivamente editi in Italia da parte di Planet Manga, sulla scia del film.

La storia raccontata narra di una leggenda che circola nelle scuole giapponesi secondo cui esiste un video, registrato su videocassetta, in cui una ragazza, dopo una serie di immagini inquietati e apparentemente sconnesse, annuncia la morte del malcapitato spettatore a sette giorni dalla visione della suddetta pellicola. La vicenda prende forma con la morte improvvisa di un gruppo di quattro ragazzini che, durante una vacanza, visionano tale cassetta (precisamente sette giorni prima). Una giornalista, incuriosita dalla vicenda e soprattutto dalle voci riguardanti tale maledizione, inizierà ad indagare su questo terribile fatto. Tutto si svolge nei pressi del territorio giapponese, tra ambienti casalinghi e di villeggiatura.

L'edizione Planet Manga è scadente a fronte del prezzo, elevato, di 7,00 euro a volume seppur lanciato al tempo dell'uscita in un pack scontato di 13,00 € contenente entrambi i volumi. Carta non di prima qualità, ruvida, porosa. Sovraccoperta presente, ma anch'essa non pare di prima qualità. Pare abbastanza chiaro l'intento di guadagnare massimo profitto in concomitanza con l'uscita del film (i si suol dire "Big Money").

Detto in sintesi e senza giri di parole, Ring in formato manga è un fumetto teoricamente horror che non fa per nulla paura. Il tratto del disegnatore non è preciso (anche se pulito), ma la cosa più importante è che secondo me non è affatto adatto a raccontare una storia simile (seppur come tratto si avvicina un poco a quello di Atsushi Kaneko, maestro nel presentare situazioni folli) o comunque non con questo modo di rappresentare i sentimenti di terrore che secondo la mia visione in questo modo perdono enormemente di forza ed impatto (alcune scene son disegnate bene, ma non rendono, sono quasi poco credibili per come è stato strutturato il tutto). La storia così narrata pare bambinesca, senza mai un reale sentore di angoscia, neppure nelle fasi teoricamente di grande impatto che non cito per non spoilerare nulla. Non faccio un paragone con i film o romanzo perché non li ho visti/non l'ho letto e credo che darò, da questo punto di vista, una possibilità solo all'opera originale, probabilmente molto più valida di tutto il resto. In definitiva, un lavoro molto mediocre a mio avviso, evitabilissimo soprattutto a fronte del prezzo alto.