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Illidan

Volumi letti: 4/36 --- Voto 9
E' sempre piacevole ritrovarsi fra le mani quei bei manga vecchio stampo, dove lavoro duro, determinazione, onore e altri sentimenti nobili sono i valori sui quali si basa la morale dei protagonisti, e di conseguenza si fonda la vicenda. E il bello è che Nobunaga no Chef è solo del 2011. Già prevedo una lunga e dorata carriera per Takuro Kajikawa e Mitsuru Nishimura, i creatori di questo manga, soprattutto per quest'ultimo, già autore di "Hell's Kitchen". Si vede lontano un miglio che di conoscenze culinarie ce ne sono a bizzeffe: di quale dei due autori siano, questo non saprei dirlo, né sarei capace di giudicare quanto siano corrette, ma le spiegazioni gastronomiche sono così dettagliate ed esaurienti da farmi dubitare che siano solo uno specchietto per le allodole.

Nobunaga no Chef narra la storia di Ken, un esperto cuoco (la parola "chef" la trovo un po' fuori contesto, quindi non la utilizzerò) che si sveglia un giorno per ritrovarsi, misteriosamente, nel tardo Periodo Muromachi, privo di tutte le sue memorie e accompagnato solo da un compagno che perirà nelle prime vignette. E' già questo, il sangue che viene sparso sin dall'inizio della storia, a darci un'idea della violenza e delle turbolenze che animavano questa era del Giappone, passata alla storia come Epoca Sengoku, o Periodo degli "Stati in guerra". Queste sono informazioni che si possono rimediare con un semplice clic, quindi non mi soffermerò su questo; parlerò, invece, di come il contesto influenzi la trama del manga.
Ben presto, la fama delle doti culinarie di Ken, il protagonista proveniente dal futuro, giunge all'orecchio di Oda Nobunaga, il primo riunificatore del Giappone, e da quel punto in poi scoppia l'apoteosi per chiunque abbia dimestichezza con la storia del Sol Levante: Ken, per le sue capacità (e anche un poco credibile fattore C, purtroppo va sottolineato), diventa una pedina fondamentale sulla scacchiera dell'ambizioso Nobunaga, e avrà l'occasione di venire a contatto con i personaggi che più hanno influenzato le sorti del Giappone Azuchi-Momoyama, fra i quali anche i celeberrimi Toyotomi Hideyoshi e Ieyasu Tokugawa. Qui l'autore ha colto l'occasione per dare ai suoi personaggi quella che potremmo definire una "immagine-epoca": detto in parole semplici, alcuni personaggi, più che seguire i loro tradizionali ritratti storici, si trasformano in dipinti della situazione socio-politica del Giappone di allora. Nello specifico, Oda Nobunaga è bello, valoroso, spietato e senza scrupoli, e costituisce un'immagine crudele della figura del daimyo assetato di conquiste che, nel Periodo Sengoku, era la regola; Ashikaga Yoshiaki, invece, è ritratto come un individuo viscido, subdolo e spaurito, e rende perfettamente l'idea della decadenza in cui versava lo shogunato Ashikaga. Curioso è invece il ritratto che gli autori fanno di Toyotomi Hideyoshi, descritto come un ometto piccolo e insignificante, servo di Nobunaga, quando nella realtà il suo nome è spesso accostato, per importanza, a figure come Shotoku Taishi, Minamoto no Yoshitsune, o l'Imperatore Meiji, solo per citare alcuni esempi. Da una parte sono rimasto un po' sorpreso, ma dall'altra sono contento che gli autori abbiano deciso di mostrare un minimo d'originalità. La lista si potrebbe protrarre all'infinito, ma preferisco darci un taglio e passare al paragrafo successivo per discutere nel dettaglio del protagonista della storia.

Penso che la sinossi dia l'idea ingannevole che Ken, all'interno della vicenda, abbia un ruolo terribilmente anacronistico: in realtà, il nostro cuoco finisce per adattarsi perfettamente alla mentalità e ai valori dell'epoca. All'interno del manga ciò non è menzionato esplicitamente, ma Ken subisce uno sviluppo tale da renderlo quasi un samurai che, al posto della spada, brandisce un coltello da cucina. Pochi, all'interno del manga, si rivelano degni rappresentanti del Bushido quanto lo è Ken con le sue virtù di lealtà, onore e misericordia. Davvero un uomo notevole, sia per le sue capacità intellettive che per le sue conoscenze, e il primo a rendersene conto sarà proprio Nobunaga. All'interno del manga ci sarà per lui anche una di quelle belle storie d'amore vecchio stile, cosa chiedere di più? La caratterizzazione e lo sviluppo non avrebbero potuto essere migliori. L'impressione che Ken, con il suo viaggio attraverso le ere, abbia contribuito a modificare la storia pare, al quarto volume, ormai abbastanza infondata: gli eventi storici si susseguono senza alcuna differenza dalle vicende realmente accadute, e d'altro canto Ken è solo un uomo, quale influenza così distruttiva può avere sugli eventi storici? Questo traspare chiaramente, e d'altronde, il XVI secolo fu anche soprannominato "il Secolo Cristiano" del Giappone: qualunque innovazione avesse potuto apportare Ken al sistema culinario giapponese sarebbe andata mescolandosi con le novità introdotte dai missionari portoghesi. Perfino la Tempura, famoso piatto tipico, fu introdotta nell'arcipelago proprio da questi ultimi.

Sono contento di vedere che l'equazione "Storia non originale o doppio autore = disegni pessimi", che ho riscontrato in tanti manga, per una volta non si applichi. Le ambientazioni e il character design sono veramente rimarchevoli, e devo affermare che, com'è giusto che sia per una storia fondata sulla cucina, le rappresentazioni delle stravaganti pietanze preparate da Ken sono assolutamente all'altezza. Ciò che mi ha lasciato... non posso dire deluso, ma di certo un po' in disappunto, è invece il design dei personaggi femminili: o piuttosto anonimo, oppure troppo canonizzato (quante ne abbiamo viste, noi vecchi veterani, di quelle belle dame col kimono).

C'è qualcosa che mi lascia perplesso, ma non è un demerito del manga: perché è stato categorizzato come una "Commedia", anziché come un "Drammatico"? Ci sono delle scene che possono strappare un sorriso e delle espressioni comicamente storpiate, questo è certo, ma molto più dominanti sono i momenti di tensione e di violenza. Commedie, per me, sono le opere come quelle di Yuki Yoshihara, o scemenze della linea "Gintama"/"Hetalia Axis Powers", non roba che si attiene al canone Seinen di sangue e morte come fa Nobunaga no Chef. Spero solo che questo non preannunci un finale "trolloso".

Credo di aver speso tutte le parole che avevo, e se continuassi reitererei solamente le mie lodi. Nobunaga no Chef non è un'opera da 10, ma ci si avvicina parecchio; è ben costruito, splendidamente disegnato e "palatalmente" coinvolgente. E' un altro di quei manga per i quali, ne sono convinto, prima o poi verrà presa in considerazione la pubblicazione in Italia. Non mi credete? Solo il tempo potrà smentirmi; nel frattempo, non posso che consigliarvi quest'opera, tanto più se siete appassionati di Seinen. Aspettate, e vedrete.


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dawnraptor

Volumi letti: 3/36 --- Voto 7
Che dire di questo manga? Non è terminato nemmeno in lingua originale e in inglese se ne trova solo la metà. Giocoforza, il giudizio che ne posso dare non può essere che frammentario.

La storia narra di Ken, un odierno chef di cucina francese, che viaggia indietro nel tempo fino all'epoca Sengoku, perdendo quasi completamente la memoria. Per ora non si sa né come né perché, ma l'abilità culinaria gli è rimasta e, notato da un ambizioso militare, è costretto ad entrare nel suo seguito mentre questi cerca di conquistare il Giappone. Le incredibili doti di Ken, che gli consentono di adattare tutte le sue conoscenze ad un mondo completamente diverso da quello da cui proviene, vengono messe al servizio del signorotto e lo aiutano ad ottenere i suoi scopi.

Possiamo partire dicendo che i disegni hanno incontrato completamente il mio gusto. Trovo che, con quella patina di antico che hanno, ben si prestino a raccontare una storia di 400 e rotti anni fa. Persone, costumi, oggetti, cibi, sfondi: tutto è disegnato con dovizia di particolari, ma senza diventare oppressivo.

Dove incontro qualche perplessità è laddove viene attribuita così grande importanza al cibo all'interno di una strategia politica. Militarmente, posso capire che vettovaglie migliori, più varie e meglio conservate possano fare la differenza fra due eserciti, ma che personaggi di una certa importanza, comunque abituati ad un certo tipo di pensiero e al comando, possano essere sviati o convinti a decisioni per mezzo di una pietanza o di un'altra incontra in certe occasioni un po' di resistenza alla mia credulità.
Eppure, leggendo questo manga, parrebbe quasi che, più che militarmente, le battaglie vengano vinte, invariabilmente, dagli eccellenti pasti preparati da Ken per i potenti, spesso con mezzi di fortuna e in circostanze avverse. Ai vari cibi vengono attribuiti valori profondi che vanno al di là dell'ovvio: a seconda delle occasioni e dei destinatari delle vivande, acquistano importanza i nomi degli alimenti, le loro combinazioni, le nozioni ad essi comunemente associate, e così via.

Si avverte, proseguendo nella lettura, una certa irrequietudine di fondo per come procedono le cose. Mi spiego: il manga è infarcito di personaggi realmente esistiti, si fa continuo riferimento ad eventi reali, che vengono inframmezzati da scene di preparazioni culinarie e presentazioni di piatti prelibati. E si intuisce che, in un modo o nell'altro, Ken potrebbe aver contribuito a cambiare il corso della storia. O la storia è già avvenuta così per via del viaggio nel tempo di Ken? (Ma sarà davvero avvenuto, questo viaggio, o alla fine scopriremo che si tratta di un sogno, magari in coma?)
Certo è che il nostro cuoco moderno trapiantato nell'antichità comincia a porsi un po' di domande su quale possa essere il suo ruolo nella storia. Chiunque se le porrebbe.
Certo il lettore se le pone, e se ne pone anche altre. Perché e come Ken è tornato indietro nel tempo? Perché non rammenta quasi nulla della sua vita passata, a parte qualche sprazzo occasionale, ma ricorda benissimo le vicende del periodo storico in cui si trova, nonché tutte le nozioni e le abilità che gli occorrono per il suo mestiere?

Tutte queste domande generano durante la lettura una sottile vena di imbarazzo, almeno finché non si comincia a pensare alla vicenda come ad un normale racconto shounen. In fondo, Ken, a modo suo, combatte. Le sfide si fanno sempre più ardue, spesso mettendo in gioco la sua stessa vita. Non si batterà con la spada, non ucciderà nessuno, almeno fin dove sono arrivata io, ma ci troviamo comunque in mezzo ad una guerra e le battaglie, anche se combattute in cucina, non sono meno importanti di quelle con le armi. Questa è, almeno, la tesi che ci presenta questo manga.

Purtroppo, come già detto, la mia lettura si ferma al primo capitolo del quarto volume, quando ne sono stati pubblicati già sei, e l'opera è ancora incompiuta.

Se dovessi dire che sono particolarmente interessata al lato storico di questo manga direi una bugia. In realtà, così come già accaduto per l'anime Bakumatsu Kikansetsu Irohanihoheto, l'affastellarsi continuo di nomi di luoghi, persone e battaglie genera in me ben presto una crisi di rigetto. Sono troppo ignorante in materia per poter apprezzare la commistione di realtà con la fantasia. Trovo però che, nonostante sia un concetto a volte un po' troppo forzato all'interno del manga, l'idea della guerra combattuta (anche) a suon di tempura e altre prelibatezze assortite abbia un suo originale merito, efficacemente descritta da disegni molto gradevoli, realistici e validi.

Il solo fatto che la mia lettura sia così incompleta mi costringe, prudenzialmente, a non salire troppo col voto. Peccato.