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Nae

Volumi letti: 15/15 --- Voto 8
Parecchio tempo fa vidi la trasposizione animata, che finiva con una necessaria seconda serie che mi pare non ci sia stata (correggetemi se sbaglio), allora a distanza di tot tempo cercai il manga e scoprii che di fatto la serie banalizzava molto l'analisi e la portata della trama. Proprio per la scelta vasta di storia a monte e comunque con spiegazione entro la fine di ogni punto oscuro, cosa che merita - spesso capitano i finali che lasciano tutto al caso - avrei dato un 9 all'epoca della mia lettura, di recente non vado oltre l'8 anche se così gli faccio un torto, è più di di otto perché non è il senza fine "Conan", è un qualcosa che ha un capo e una coda, solo la versione animata sembrava cadere nell'effetto ispettore bambino punto e basta.

Venendo alla storia: seguiamo Ayumu, un giovane genio che vive nell'ombra del fratello maggiore, un MIA della polizia, un genio ed un talentuoso musicista scomparso in circostante non chiare. Ayumo vive con la cognata, questo è un punto lasciato senza spiegazioni, ma perché giapponese, ossia la legge nel paese del Sol Levante vede tramutato il coniuge in parente di prima linea post matrimonio, di fatto è come se fosse la "sorella" non solo la cognata. La quale è a sua volta una poliziotta e vive il suo quotidiano in un difficile confronto con un adolescente introverso che le pone spesso il confronto con il marito smarrito, oltre che il triste concetto del "la sua intelligenza è un limite tra noi, perché non gli sono pari".
Il quotidiano di Ayumo è speso a sentirsi inferiore al fratello, al punto che ha smesso di suonare il pianoforte per non subire paragoni, viene scosso da una pesante indagine a scuola seguita proprio dalla cognata; grazie al suo genio ed alle sue capacità deduttive però il ragazzo riuscirà a dimostrare colpevoli ed innocenti finendo nel brutto giro dei "Blade Children", ossia una sorta di associazione di ragazzini o giovani adulti (sui diciotto anni ma in Giappone la maggiore età è a venti) tutti dotati di grande intelletto o capacità fisiche e tutti decisi a fare giochi di ingegno dove come posta del gioco c'è la vita. Ayumo viene adocchiato dai Children per le sue capacità deduttive e viene intrigato a prendere parte ai malsani giochetti per via del fratello scomparso, visto che i Blade insinuano di avere informazioni. In tutto questo apparentemente per via casuale viene avvicinato da Hiyono, compagna di scuola reporter amante degli intrighi, che si scoprirà tuttavia essere una supporter niente male per il pessimista Ayumo, un vero e proprio pilastro per il ragazzo, il cui confronto con la solare ottimista lo porteranno spesso in discussione.

Il bello di questo manga è l'analisi psicologica dei personaggi, associati anche all'evento di crescita che è il percorso di Ayumo nel capire chi era davvero il fratello e come mai gli ha lasciato i casini dei Blade children da gestire ed affrontare. Fratello con cui fin dal primo volumetto Ayumo si confronterà, prima nelle voci del detto e non detto dei Blade, poi nei racconti e negli indizi e successivamente con il fratello in carne ed ossia, in un crescendo di confronto volto a dimostrare non solo un infantile "io sono migliore di te" ma un più maturo "io sono me stesso e non ho bisogno del confronto con te".
Nella progressione di eventi, quando si affrontano anche temi pesanti come l'identità di un soggetto clonato, e il dramma dell'invecchiamento abnorme (dannata telomerasi) e della condanna patologia dei cloni, il manga tocca anche picchi davvero intensi narrativamente parlando, e il tutto sempre dagli occhi del disfattista Ayumo che si riscopre combattivo e deciso a non piegarsi al suo destino nemmeno se questo è immodificabile. Lo si vede raggiungere la consapevolezza di voler lottare ogni minuto della sua vita.
Il finale non solo spiega tutto, ma spezza il cuore purtroppo, non da lo zuccherino e l'ending è una fine, non l'happy ending che si vorrebbe, e la cosa proprio intrigante è che è meraviglioso proprio per questo. Il concetto dell'ineluttabile uccide più dei giochi di morte dei Blade Children e seguire Ayumo in tutto il suo percorso di crescita è qualcosa di agrodolce, perché permeato di forte tristezza oltre che di crescente consapevolezza.
In generale si da spazio a tutti i personaggi, anche se è il confronto con Ayumo e in seconda linea di questo con il fratello a dare il punto di osservazione, una scelta narrativa che non da fastidio, tutt'altro.
Piacevole e direi malinconico il rapporto di amore/odio con Hiyono e la bellissima analisi sull'inganno che le persone sanno indurre nelle altre, anche per proteggerle a volte, il concetto di tradimento di fiducia e rispetto, il delicato e complicato legame di amici, e non solo, la valutazione di un logico a confronto con le emozioni, il bello delle conquiste che si ottengono anche grazie agli altri.

Il profilo tecnico è molto buono, da una fan Square Enix quale sono dico che ricorda "Kingdom Hearts" nei tratti dei volti; non dico che ci sia Sora in Ayumo, ma qualcosa che dà il sentore di già visto si. In generale i personaggi sono ben realizzati, anche se lo stacco adolescente adulto non è reso sempre benissimo, i fondali sono graziosi ed anche se l'ombreggiatura a volte ha degli ambigui peggioramenti e la scelta di inquadrature è un pochino ripetitiva rimane comunque un lavoro buono da inizio alla fine senza eccessivi cali.
Consiglio il manga molto più dell'anime che è stato ritoccato ed affettato per sembrare altro in effetti, semplificato dai concetti che vuole esprimere e soprattutto manchevole di un'analisi così intensa sui personaggi.