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VeganWarrior

Volumi letti: 2/2 --- Voto 8
“Ibitsu”. La trama si basa su una leggenda metropolitana giapponese, secondo cui una ragazza (di solito dall'aspetto di gotic lolita) chiederà al malcapitato se egli ha una sorella, indipendentemente dalla sua risposta, per quest'ultimo comincerà la maledizione. La storia inizia nella maniera sopra citata. Kazuki, questo il nome del protagonista, una sera, andando a gettare l'immondizia, non potrà non notare questa ragazza con i vestiti lerci, con un ombrello sgangherato e con un'espressione raccapricciante che gli chiederà "hai una sorellina?". Dopo la risposta del giovane, l'incubo avrà inizio.

Principalmente l'opera è un horror con tratti splatter, la tematica sarà raccontare in tutta la spietatezza e crudeltà questa leggenda metropolitana, da cui sarà impossibile scappare. I personaggi non sono affatto memorabili, tranne la nostra gotic lolita, di cui verrà approfondita la storia e psiche traumatizzata. Scelta quasi obbligata dalla brevità dell'opera.

I disegni sono discreti e trasmetteranno in maniera egregia la sensazione di disperazione e disagio che i nostri malcapitati vivranno, anche se non eccelleranno mai in maniera particolare.

In conclusione, probabilmente è una lettura che consiglierei a qualsiasi appassionato del genere horror. Lo sconforto e la frustrazione dei poveri malcapitati è palpabile, la storia andrà avanti lineare, seppur con qualche flashback. Nonostante l'ottimo lavoro dell'autore l'opera non avrà mai alcun momento di rilievo anche se non è assolutamente da considerare negativa, anzi, davvero pregevole.


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sarti02

Volumi letti: 2/2 --- Voto 8,5
Spinto dall'immagine di riferimento dell'opera e dalle buone recensioni, ho deciso di provare a leggere Ibitsu, storia horror breve (solo due volumi) ma decisamente interessante.
La storia racconta di come una ragazza sporca, smagrita, vestita da gotic-lolita e seduta in mezzo all'immondizia, rivolga la fatidica domanda a chi va a buttare la spazzatura, ovvero "hai una sorellina?", e da qui poi parte l'incubo, visto che la persona cui viene rivolta la domanda accadranno avvenimenti sempre più strani e inizierà ad essere "stalkerato" dalla misteriosa ragazza.

Gli eventi che seguiranno aiutano il lettore a capire chi sia veramente e cosa abbia fatto la gotic lolita, e a queste disavventure prenderanno parte, loro malgrado, anche i famigliari (ovviamente anche una vera sorella) e amici della sfortunata vittima.
Il tutto scorre via molto velocemente, con colpi di scena magari non particolarmente originali ma efficaci a far procedere la trama e a creare la giusta dose di atmosfera, paura e suspense. Atmosfera che viene resa bene anche dalla tipologia di disegno, che lascia sempre un che di inquietante, oscuro e sporco, lasciando ben intendere i guai che si troveranno ad affrontare i vari personaggi.

Menzione d'onore la merita secondo me la gotic lolita, che, nonostante una figura abbastanza classica, riesce a non farti mai staccare gli occhi da quello che sta facendo, trasmettendo inquietudine ogni volta che appare, o manifesta la sua presenza.
Pienamente promosso.


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Hatake Rufy

Volumi letti: 2/2 --- Voto 7
Le leggende metropolitane sono sempre quelle che fanno più paura perché, anche se è una storia raccontata per farti paura, dà comunque la sensazione che potresti finirci dentro quando meno te lo aspetti, a differenza di una storia comune, ad esempio di un film, dove sai che è frutto dell'immaginazione.
Ibitsu si basa sulla leggenda di una gotic-lolita che cerca un fratello maggiore in un modo al quanto strano, ovvero la ragazza passa il tempo tra i rifiuti e quando un ragazzo passa da lì per caso, lei chiede se ha una sorella minore; indipendentemente dalla risposta lei farà di tutto per diventare la sua "sorella ideale".
Come trama va più che bene perché le leggende metropolitane sono quelle che attirano sempre e Ibitsu, nei suoi due volumi, riesce a trasmetterti quello che di cupo e "malato" (letteralmente parlando) c'è nella storia, reso possibile anche dai disegni che rispecchiano lo stile horror.
I disegni mi sono piaciuti abbastanza, le scene cupe sono sostanzialmente ingigantite alla presenza della lolita che pian piano diventano sempre più cupe e certe volte anche da brividi, a seconda della scena riportata.
In conclusione Ibitsu è un opera che, soggettivamente parlando, è riuscita nel creare una storiella horror da una leggenda metropolitana trasmettendo curiosità e per chi è facilmente impressionabile anche un po di brivido e a mio parere merita.


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_Protector_

Volumi letti: 2/2 --- Voto 8
È spesso difficile trovare una storia avvincente per il genere horror, visto che solitamente si ripetono i soliti cliché e le solite storie viste e riviste.
Non è il caso di "Ibitsu" che, seppure in soli due volumi, riesce a raccontare qualcosa di nuovo, affondando le sue radici in un'inquietante leggenda metropolitana. Il ridotto numero di volumi potrebbe fare pensare ad una storia affrettata, invece una lunghezza maggiore avrebbe solo allungato il brodo, visto che c'è tutto il necessario. "Ibitsu" racconta di una strana ragazza seduta in mezzo alla spazzatura e vestita da lolita che pone un quesito a una persona: hai bisogno di una sorellina? Nel momento stesso in cui il malcapitato risponderà alla domanda, sarà condannato a vivere un incubo.
I disegni sono raccapriccianti e, una volta immedesimatisi nella storia, trasmettono tensione, orrore e paura di vivere le stesse esperienze. Il che va di pari passo con la storia piena di suspense. Il personaggio principale non è affatto la vittima, ma è il cattivo di turno: la strana lolita, una ragazza tumefatta, psicopatica e violenta. Ma dietro a questa pazzia ci devono per forza essere dei traumi che ne hanno causato la comparsa... questo aspetto verrà approfondito nel secondo volume e sarà veramente avvincente scoprire cosa si nasconde dietro alla misteriosa stalker serial killer. Questo manga è in grado di far vivere la storia al lettore e quindi di appassionarlo e farglielo leggere tutto d'un fiato.
Una parentesi a parte va aperta per le due storie extra, poste al termine di entrambi i volumi, della durata di un capitolo ciascuno. Sono due brevi storie (ovviamente horror auto-conclusive. La prima racconta di una prova di coraggio da fare in un edificio infestato dove gli innamorati possono scrivere i propri nomi per restare assieme per sempre. Molto macabra.
La seconda invece racconta la storia di un mangaka in erba che cerca la sua prima serializzazione e che sembra averla finalmente trovata grazie ad una ragazza editor che lo contatta. Questa mini storia è sicuramente meno inquietante perché fino alla fine del capitolo extra apparirà come una "normale" storia editrice otaku. Entrambe le storielle saranno però godibili, anche se ovviamente non al pari della storia principale.
Concludendo consiglio la lettura di questi due volumetti a chiunque sia amante del genere, perché a mio parere non deluderà.


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Zenzero

Volumi letti: 2/2 --- Voto 5
Mi sono avvicinato a questo manga con grandi aspettative viste le recensioni qua presenti e la media voto superiore all'8, ma sinceramente dopo una buona premessa il tutto va a parare nel nulla!
Il fatto che fosse lungo soli due volumi pensavo rendesse l'opera intensa, veloce e con un finale drastico. Quest'ultimo, anche se non è stato di mio gradimento, c'è stato, ma la narrazione non risulta affatto veloce ed intensa. Mi spiego meglio: nel capitolo singolo la storia procede veloce con delle belle scene, ma nel complesso seppur collegati tra loro dalla storia principale, i capitoli sembrano raccontare storie indipendenti tra loro.
Finito il primo volume il voto era un bel 7 pieno, ma purtroppo la parte conclusiva ha fatto precipitare la mia valutazione. La spiegazione che si vuol dare dietro questa legenda metropolitana, le sue motivazioni e tutto il resto sembrano essere una grande bolla di sapone.
I disegni sono bellissimi a mio avviso, mentre sulle ambientazioni diciamo che si poteva fare decisamente di più, ma di certo non è un problema rilevante.

Magari conoscendo la vera legenda metropolitana avrei potuto apprezzare maggiormente Ibitsu, così non è stato.


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Ouma shu

Volumi letti: 2/2 --- Voto 8
Hai una sorellina...?

Spinto dalle recensioni positive, mi sono addentrato nella lettura di Ibitsu. Non posso ritenermi pienamente soddisfatto ma è sicuramente un buon manga; ora andrò nel dettaglio.

Storia
Un classico degli Horror. Parte in modo piuttosto normale, con un gesto che chiunque compirebbe nella quotidianità; al nostro malcapitato protagonista, però, qualcosa è andato storto.
Un ragazzo che vive da solo esce di sera a buttare la spazzatura, tra il pattume scorge una strana e inquietante figura, una gothic-lolita con un ombrello sgangherato e uno sguardo traumatizzante. Il ragazzo tenta di essere indifferente a questo strano personaggio, ma non appena inevitabilmente si avvicina a lei, questa gli chiede "Hai una sorellina?"… E' con la risposta a questa domanda che inizieranno i guai, il povero ragazzo vedrà la propria vita (oltre che quella dei propri amici e parenti) rovinata da una sconosciuta. Riuscirà poi a scoprire che gli eventi a lui accaduti sono proprio quelli di una leggenda metropolitana, inizialmente il ragazzo sarà scettico a riguardo, ma poi, amaramente, dovrà farsene una ragione. I fatti si susseguiranno in modo veloce, mai noioso e molto dinamico.

Disegni
I disegni sono una nota particolare di questo manga, se non fossero così atipici e adatti alla storia il livello del manga risulterebbe decisamente inferiore, quindi tanto di cappello alla mangaka. Ma veniamo al dunque: la figura della gothic-lolita è stata realizzata perfettamente, inquietante, macabra e tenebrosa e che, a mio avviso, si contrappone alla dolcezza della povera sorellina (vera) del protagonista. Nel rappresentare le scene con la serial-killer il tratto si fa più intenso, nelle (rare) scene in cui questa non compare tutto diventa più leggero. Insomma, il disegno incarna un vero horror e risulta adattissimo a questo tipo di storia.

Considerazioni
Premetto che ho trovato la storia di fondo abbastanza "ordinaria", ma essendo un horror svolge bene il suo ruolo: inquieta il lettore e lo trascina fino al termine della storia appassionandolo. Mi aspettavo qualcosa di più dalla trama ma i disegni e l'atmosfera creata dall'autore riescono a compensare la mancanza di una storia del tutto originale. Il mio voto è un 7 12 e in questo caso preferisco arrotondare per eccesso.


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Hachi194

Volumi letti: 2/2 --- Voto 8
La leggenda narra che intorno a mezzanotte, seduta in mezzo ai sacchi della spazzatura si possa incontrare una giovane ragazza, con indosso abiti da lolita sporchi e logori, che chiede a tutti "Ce l'hai una sorellina?". Guai a risponderle, perchè potrebbe significare fare entrare l'inferno nella propria vita.
Inizia così questo breve manga, composto da due soli volumi ma più che sufficienti per immergervi in un'atmosfera che definire terrificante è eufemistico, in un crescendo di tensione, follia e spargimenti di sangue. Sono solo due volumetti eppure sembra che duri molto di più, ma questo non è un difetto, anzi è il segnale che la trama ci sta avvolgendo come la crescente pazzia dei protagonisti. Nonostante la storia non sia altro che una successione di tutti i cliché di un tipico horror, dall'ospedale psichiatrico abbandonato al non essere creduti dalle forze dell'ordine, dalla compassione per la folle protagonista alla comprensione della verità, il risultato è ottimo. L'autrice riesce ad incuterci paura sia con la sceneggiatura, chiudendo spesso i capitoli proprio al clou di una scena, sia con il disegno, alternando un tratto pulito e nitido ad uno più sporco e sbavato a seconda di quello che ci sta raccontando. Particolare attenzione ha poi posto nel tratteggiare la figura della Lolita serial killer, chiaramente ispirata alla figura dell'Onryo, tipico spirito spaventoso e malefico delle leggende giapponesi, dai lunghi capelli neri sciolti che coprono buona parte del volto. Esso è colmo di rabbia e rancore che sfoga sterminando chiunque incroci il suo cammino, per un furioso e cieco desiderio di vendetta. La mangaka si è soffermata particolarmente sui dettagli, lavorando molto sul suo sguardo allucinato o sul suo sorriso ambiguo e tagliente, offrendoci un personaggio verso cui provare empatia e che può entrare di diritto in un'ipotetica classifica delle figure femminili più terrificanti negli horror. Consigliabile agli amanti del genere o a chi ci si voglia avvicinare.


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Mr Lybra

Volumi letti: 14/2 --- Voto 8
Indeciso su che manga puntare, mi sono ritrovato in questo Ibitsu, un puro horror. Devo dire che Haruto Ryou ha creato qualcosa di abbastanza scontato, per un film, ma assolutamente originale, per un fumetto. La sequenza delle immagini vuole assomigliare sempre di più ad una pellicola, ed alcune vignette ricordano senz'altro i momenti di suspance che viviamo con i classici horror. La storia parte subito, dal primo volumetto siamo già immersi nel pieno della trama. "Una lolita non può far del male", è il primo pensiero che ci salta in testa, ma quando questa si rivelerà completamente pazza, vedremo scene thriller di ogni tipo, anche splatter. Buona la grafica e ben studiata la disposizione della trama, capitolo per capitolo, che finiscono sempre in un punto cruciale. Personalmente mi è piaciuto il fatto che non ci siano fasi di stallo, la storia scivola via in maniera rapida e piacevole. Voto: 8!


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VerderameAlih

Volumi letti: 2/2 --- Voto 9
"Ibitsu" è un seinen manga di Haruka Ryou improntato prevalentemente sul genere horror, colmo di scene sanguinose nonché di momenti assai inquietanti, che vi colpiranno senza alcun dubbio.
Vi piacciono le leggende metropolitane? Se la vostra risposta è sì, allora fermatevi a riflettere un attimo: vi piacerebbero ancora, le leggende metropolitane, se quella che appare come una comune notte iniziaste a viverne una? Quando le leggende prendono forma, divengono incubi.
Uscirete per buttare la spazzatura e, improvvisamente, emergerà tra i sacchetti dell'immondizia la figura di una giovane gothic-lolita dai lunghi capelli, il vestito sporco e avente un singolare sorriso impresso sul volto: lei vi farà una semplice domanda e voi dovrete rispondere, ma fate attenzione perché ogni risposta avrà la sua conseguenza.
Vi chiederà se avete una sorella. Quale sarà la vostra risposta?

Questo manga è riuscito perfettamente nel proprio intento iniziale: provoca un grande senso d'inquietudine, diversi brividi nel corso della lettura ed è in grado di appassionare il lettore pagina dopo pagina facendo sì che s'immedesimi nelle drammatiche e orribili vicende vissute dal protagonista.
Il punto di forza di questo manga risiede proprio nel fatto che chi legge riesce a vivere questa storia direttamente in prima persona, ma con tutte le conseguenze che ne derivano come le sensazioni di profonda oppressione che suscitano alcune tavole particolarmente inquietanti, grazie ai primi piani che ritraggono l'antagonista con il suo tipico sorriso sia diabolico sia folle e al contempo enigmatico.
La rapidità con cui si sviluppa l'intera storia è un altro elemento che mi ha fatto apprezzare questo manga: le scene si susseguono rapidamente, sono colme d'azione, e la vicenda scorre davanti ai nostri occhi dipanandosi in un'unica direzione, quella dell'incubo vissuto dal protagonista che sembra non avere mai fine.
L'introspezione psicologica che riguarda i vari personaggi non è profonda, ma in una storia dell'orrore è assai raro trovare sia protagonisti sia personaggi secondari che vengano analizzati. Questo accade perché non è per niente necessario, non è una condizione che deve crearsi in modo forzato, quando si tratta di questo genere.
È vero che generalmente risulta alquanto improbabile imbattersi in personaggi che sono esaminati caratterialmente e intimamente, eppure "Ibitsu" mantiene un'ottima caratterizzazione sia del protagonista che della serial-killer per l'intera durata del manga, finché non si conclude.

Lo stile di disegno è molto particolare, adatto al genere, alla tipologia di storia, ma soprattutto alla gothic-lolita che è disegnata in modo impeccabile. Grazie a questo tipo di disegno emerge la facciata più disgustosa del genere horror sia nelle scene sanguinose e particolarmente truculente, che nel volto e nel corpo della giovane serial-killer.
Riuscire a ritrarre l'antagonista principale in un modo tanto abominevole è sicuramente la carta vincente di questo manga: il disegno esalta quella parte del genere horror che di rado riesce a emergere completamente.

Nel complesso consiglio "Ibitsu" agli appassionati del genere horror, perché grazie a questo manga potrebbero trovare una storia che possa coinvolgerli dalle scene iniziali fino alle ultime battute pronunciate dalla gotihic-lolita, che vi sorriderà in modo enigmatico e terribile.


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__HellGirl__

Volumi letti: 2/2 --- Voto 8
Il genere horror è sicuramente uno dei più difficili da realizzare, soprattutto in versione cartacea, e da amante della categoria mi ritrovo spesso a bocca asciutta dopo la lettura dei manga di questo tipo ma ciò non è avvenuto per Ibitsu.
Ma prima di procedere nell'esporre la trama vorrei fare una premessa importante: votare 8 per una serie che presenta due albi è veramente cosa rara, penso, per chiunque.

Le leggende metropolitane sono sempre un bersaglio facile per gli autori del genere horror, ma qua ci ritroviamo difronte a qualcosa di nuovo e, beh, anche "fresco" ma di certo non presenta "freschezza" il personaggio protagonista delle dicerie, e presto capirete il perché.
Il protagonista della storia è un ragazzo qualunque, ma nel portare fuori i rifiuti si accorge che, fra i sacconi neri e sudici, vi sta avvolta dalla penombra una ragazza vestita lolicon. Quest'ultima non sembra dispiacersi di essere circondata dall'immondizia, anzi, sembra gradire e non accenna a spostarsi, così lui la ignora e deposita il tutto, ma lei gli pone una domanda: "Hai una sorella?". Lui risponderà senza pensarci due volte, seppur non spiegandosi il motivo, ma da quel giorno il protagonista sarà vittima di numerosi "imprevisti".

Ibitsu presenta una notevole dose di suspance, e riesce a trasmettere un disgusto che poche serie sono riuscite a darmi, ma sia chiaro che è in senso positivo. Mi ha spesso suscitato irrequietezza, ed è un fattore che gradisco molto negli horror.
Non vi è molta caratterizzazione dei personaggi, ma qui sarebbe stato assolutamente inutile: le scene d'impatto avrebbero perso la propria efficacia, divenendo prevedibili. Ogni passo che compie il protagonista ne consegue un nuovo enigma e porta il lettore a domandarsi una serie di cose che alimenteranno la sua adrenalina durante tutta la lettura.
In questi due albi l'autrice è riuscita a donare al personaggio della donna lolicon un fascino spettrale che va al di là dei semplici serial killer, infatti possiede qualcosa di spettrale, di misterioso, maledetto, e di inquietante allo stesso tempo.
Il disegno è ciò che mi ha colpita più di tutto: è veramente curato, orrido, raccapricciante e bello da vedere, e riesce a trasmettere in poche vignette un senso di timore verso l'ignoto, pertanto lo considero efficace e appropriato.
La storia si sviluppa con rapidità, ma non per questo perde valore, anzi, stupisce fino alla fine pertanto lo consiglio a tutti gli amanti del genere.