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GialluGamer97

Volumi letti: 3/3 --- Voto 7,5
L’ho trovato carino e discretamente interessante. Si tratta, in fondo, di una classica storia fantasy piuttosto semplice, con eroi che intraprendono un viaggio per sconfiggere il male. Il problema principale sta però nella narrazione, che avrebbe potuto essere più curata e meno confusionaria; inoltre la traduzione italiana non aiuta, risultando piuttosto debole.

I disegni di Urushihara, pur apparendo questa volta un po’ più acerbi del solito, restano come sempre molto affascinanti, soprattutto nel modo in cui raffigura i corpi femminili e i loro capezzoli. A differenza di Vampire Master ed Eidoron Shadow, fortunatamente questa volta la storia ha una struttura completa, con un inizio e una fine, cosa inevitabile trattandosi dell’adattamento di un OAV da 45 minuti.

Il finale è piacevole, seppur abbastanza prevedibile, ma include un colpo di scena che ho apprezzato, che riguarda proprio il cattivo Varohl e le sue motivazioni. La resurrezione di Messhu, invece, forse si poteva evitare: per quanto carina ed era prevedibile sarebbe successo, la sua morte sarebbe stata più significativa. Nel complesso, resta comunque un’opera più che discreta.


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Robocop XIII

Volumi letti: 3/3 --- Voto 6
Un paio d'anni dopo Legend of Lemnear, un OAV fantasy del 1989, due personalità chiave nella produzione dello stesso, Yoshimoto Kinji e Urushihara Satoshi, decidono di rimettersi in gioco con un manga omonimo, l'uno scrivendo e l'altro disegnando.

Fortunatamente, in confronto all'opera animata, in questo manga si denota un tentativo a migliorare le cose con un background e una caratterizzazione più credibile (non due flashback buttati a caso), anche se ci voleva poco a fare un "più" in confronto al piattume dell'OAV. Certi personaggi rimangono uguali, altri mantengono certe caratteristiche ma ne ottengono altre (Buan) e altri personaggi sono totalmente nuovi. Ma la vena fantasy è forte e riesce a trascinarsi dietro uno dei peggiori difetti del suo genere: i personaggi stereotipati. A chiudere il tutto una storia priva di colpi di scena e permeata da un'aura da shonen che lo rende una lettura dimenticabile e per niente originale. In generale, si respira un'aria più leggera rispetto al suo predecessore animato.

Sei pagine. Solamente sei pagine per piazzare poppe a vagonate nero su bianco. Se nell'OAV il talento di Urushihara nel disegnare fanciulle succinte è ghettizzato in dieci minuti di animazione, nel manga invece le "sise" saranno una costante, al punto che quando cominciano a venire meno il lettore si irrequieta, chiedendosi quando faranno capolino da qualche vignetta. Non importa se è perché le protagoniste decidono di fare un bagno nel torrente, se i loro vestiti vengono strappati dal cattivone di turno o corrosi dalla bava di un demone o ancora se finiscono in polvere per il risveglio di un potere sopito, le "sise" sono sempre dietro l'angolo. Urushihara Satoshi è noto per il suo modo di disegnare le ragazze, ma dopo un po' - come direbbe un bolognese - bona lè, ci sono più cambi di vestiti che in The Incredible Hulk. Reggipoppe? Non rilevati, e sì che sarebbe anche facile produrli, dal momento che tutte le ragazze che popolano le pagine di Lemnear hanno i seni della stessa grandezza. Ma tralasciamo: i corpi femminili sono ok e il tratto piacevole, ma il resto? Lemnear ha le carte per un salto di qualità: un disegnatore esperto e con un talento nel dare forza espressiva ai volti e ai corpi non trascurabile, ma lo stile è altalenante (spesso tendente al basso) e gli sfondi spesso tralasciati o inesistenti. Stilisticamente il manga si fa precursore di opere successive come Elfen Lied, nella sua contrapposizione e compresenza di nudità e soft gore.

Al terzo volume, il commento che mi sento di fare è "embè"? Opera scialba che non consiglio ma neanche insufficiente se si guarda la durata e i disegni.