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GianniGreed

Volumi letti: 2/2 --- Voto 8
"Nakabo Rintaro" è un manga in due volumi, scritto e disegnato da Tetsuo Hara, l'uomo dietro ai disegni di quel manga immortale che è "Hokuto no Ken".

La storia inizia ad un summit mondiale non ben specificato, qualcosa tipo G20 o cose simili. Il primo ministro giapponese viene rimproverato per bene dai presidenti degli altri paesi, tipo John Climton (non è un errore, si chiama così, Climton), presidente degli USA per la disastrosa situazione economica del Giappone, che sta trascinando giù anche l'economia degli altri stati: politici corrotti e mafiosi usano le banche del paese come salvadanai personali, e la situazione si è fatta insostenibile. Per questo, impongono la creazione di una speciale unità investigativa per indagare su tutti i casi di appropriazione indebita.

Qui entra in scena Kenshiro. No, scusate, volevo dire Nakabo Rintaro, il protagonista del manga, agente di suddetta unità, ben al di sopra di quasi tutte le leggi, che non ha paura di nulla e di nessuno. E' pronto a riscuotere tutti i debiti dai politici corrotti e dai mafiosi usando tutti i mezzi a sua disposizione, spesso non molto convenzionali.
Ovviamente, a loro non sta per niente per bene, e faranno tutto quello che è in loro potere per fermarlo.

Il manga è abbastanza interessante per quella che è la trama, ma, lo dico subito, di una pesantezza esasperante. Non perché sia brutto, eh. Non so, magari sono io, ma ci ho messo due ore a volume. Ogni capitolo è pieno di dialoghi, e questi dialoghi sono farciti di paroloni, termini bancari, leggi vere e fittizie…
Ciò comunque non è un difetto e devo dire che, anche se lenta, la lettura del manga è stata piacevole.

A differenza di quello che uno può aspettarsi vedendo il faccione di Kenshiro in copertina (è Rintaro lo so, ma comunque), in questo manga non ci sono le mazzate ignoranti di "Hokuto no Ken".
Rintaro ha pure il fisico, e ogni tanto qualche bel cazzottone sul grugno lo rifila pure lui, ma solo in casi estremi, e quasi sempre per ottenere l'attenzione del suo malcapitato interlocutore.
Infatti la cosa più bella del manga, è secondo me, vedere Rintaro, che tutto sottomesso chiede ai mafiosi cose come "allora, questi quattro miliardi di yen che avete chiesto in prestito, siete pronti a ridarceli?", e quando quelli ovviamente gli rispondono a pernacchie e gesti dell'ombrello, vedere qualcosa che scatta nella testa di Rintaro, che si accende il suo sigaro e inizia a tirare pugni a destra e a manca. L'ho trovato molto divertente.

I disegni sono sempre quelli molto carichi di Hara, pieni di linee scure, che in qualche modo appesantiscono la pagina, ma che donano sempre forte carica emotiva a tutti i volti dei vari personaggi. Oltre a Nakabo che ha la faccia di Kenshiro, non mancano altri volti noti, come ad esempio quello dell'attore Nicolas Cage o di altri attori giapponesi, le cui fattezze sono usate da Hara per dare volto ai suoi protagonisti.

Comunque, "Nakabo Rintaro" è un thriller finanziario. C'è poca azione ma la sua storia è interessante, e tutto sommato piacevole da leggere.
Per onestà è da segnalare il fatto che il manga non deve essere andato benissimo in patria, e la cosa si sente soprattutto nel finale che è abbastanza affrettato. Non è un brutto finale, ma si vede che lo scorrere degli eventi è stato un po' forzato (inoltre si vede che era stato previsto almeno un terzo volume, ma poi con la chiusura e per il fatto che non c'era abbastanza materiale per stamparlo tutti i capitoli usciti sono stati inclusi nel volume due che è venuto fuori di trecento pagine).

Non so se davvero sia una sorta di specchio della realtà giapponese, ma da italiano, la storia è quanto mai verosimile a quello che succede nel nostro paese. Considerazioni personali a parte, consiglio la lettura del manga ai fan di Hara e dei suoi sempre splendidi disegni. Per la storia invece, il discorso è diverso. Come già detto, si tratta di un manga non semplice da leggere, se però non siete spaventati da un manga più verboso del solito questo "Nakabo Rintaro" è sicuramente consigliato.