logo AnimeClick.it


Tutte 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10


 2
Godaime Hokage

Volumi letti: 31/31 --- Voto 9,5
ATTENZIONE: presenza di spoiler

Hanagaki Takemichi è il prototipo del giovane fallito, intrappolato in una vita deprimente e deludente, da cui non ha via di fuga. Vessato sul lavoro (commesso in un videonoleggio), solo, senza amici, passa le giornate a chiedere scusa per la più piccola inezia. Vive così, col capo chino del perdente cronico, troppo perdente anche solo per pensare di prendere in mano la propria vita e darle una svolta in meglio. Una sera vede al tg che la sua fidanzatina delle medie, Tachibana Hinata, ed il fratello di lei, Naoto, sono morti in un incidente causato da una gang di delinquenti, la Tokyo Manji Gang (Toman). Takemichi da quel momento non riesce a smettere di pensare ad Hinata, di cui non ricorda bene il viso. Di quel periodo ricorda solo che una volta finite le medie si era trasferito mollando lei ed i suoi amici più cari, per poi intraprendere la parabola discendente che lo ha condotto all'insoddisfazione presente. Ma ecco che, qualche giorno dopo questo evento, tutto cambia: mentre aspetta il treno, si ritrova di punto in bianco in mezzo ai binari, spinto da qualcuno nascosto nell'ombra. Nell'istante il cui sopraggiunge il treno e la sua vita ha fine, l'ultimo pensiero di Takemichi va proprio a Hinata. Vorrebbe vederla ancora una volta.
Ed ecco che si ritrova indietro di 12 anni, quando frequentava le scuole medie ed era fidanzato con lei. All'inizio pensa di star rivivendo la propria vita, come un un lungo flashback, prima dell'ultimo respiro, ma non è così. E' davvero tornato nel passato. Da qui prende piede tutta la vicenda narrativa, che vedrà Takemichi spostarsi avanti e indietro lungo la linea temporale, con l'aiuto di Naoto, che è l'innesco che gli consente di effettuare i salti temporali.
Ciò che preme a Takemichi inizialmente è salvare Hinata dalla morte che avverrà dodici anni dopo. Per farlo, deve riuscire ad entrare nella Toman ed impedire che prenda una brutta deriva. E questo significa cambiare anche il corso degli eventi della propria vita. Takemichi infatti inizia a mutare atteggiamento verso il mondo, conosce nuove persone che diventano amici per la pelle e che devono a loro volta essere salvati dal destino crudele che li attende nel futuro. Sul suo cammino si frappongono degli ostacoli via via più difficili da superare. Ogni volta che sembra essere riuscito nell'intento di salvare Hinata o i compagni della Toman, ecco che succede qualcosa che gli prospetta uno scenario sempre peggiore. Ma Takemichi, che è un "eroe piagnucolone" ed i pugni è bravo solo ad incassarli, mostra qui la sua vera forza: è uno che non si arrende facilmente ed è capace di infondere negli altri la motivazione.
E' questo ciò che più apprezzo di lui: riesce a mutare la sua debolezza nella propria forza. E' generoso, mette gli altri sempre al primo posto, anche quando rischia la pelle in prima persona. Per questo fa breccia nel cuore dei compagni della Toman, li conquista e ne diventa il paladino.
Per quanto riguarda gli altri personaggi, mi piace che Wakui Ken riesca a farne emergere le singole personalità, non relegandoli a pedine sullo sfondo, ma portandoli a loro volta ad essere dei protagonisti:
Mikey, il capo della Toman, è il perno attorno a cui ruota tutta la vicenda; porta sulle proprie spalle un peso incommensurabile, ma non lo mostra agli altri. Cerca di salvare gli amici, finendo per perdere se stesso, arrivando ad uccidere, in una delle linee temporali, tutti gli amici e chiedendo a Takemichi di finirlo, oppure finendo per uccidere proprio l'amico al quale aveva chiesto disperatamente aiuto. E' un personaggio che cela dentro di sé una grande tragicità, una maledizione che contagia e condanna chi gli sta vicino.
Draken, il vice comandante della Toman, è un ragazzo che è dovuto crescere in fretta; abbandonato dalla propria madre e tirato su dalle prostitute e dal gestore di un love hotel, mostra una maturità del tutto precoce, oltre che una fedeltà assoluta per Mikey e gli amici più cari. E' molto riservato e non si riesce a capire che gli passi per la testa, neanche in fatto di ragazze.
Tra gli altri membi della Toman mi sento di spendere due parole per Baji e Chifuyu: il primo è il comandante della prima divisione. Amico d'infanzia di Mikey, dà la vita per la Toman, nel tentativo di salvare Mikey dalle grinfie dell'antagonista principale della storia, Kisaki Tetta. Facile alla rissa, è di fatto il fondatore della Toman: il suo sogno era quello di creare una gang in cui i membri potessero aiutarsi l'un l'altro, dando persino la vita per gli amici, se necessario. Un ideale che, dopo la sua morte, Takemichi cerca di portare avanti.
Chifuyu è il vice comandante della prima divisione: idolatra Baji e diventa il partner di Takemichi, aiutandolo nel tentativo di salvare quante più persone possibili e di fermare definitivamente Kisaki. Chifuyu diventa il braccio destro di Takemichi e gli consente di raggiungere i livelli più elevati della Toman, nominandolo nuovo comandante della prima divisione, dopo la morte di Baji.
Kisaki, il nemico, è un grande bastardo: manipolatore, bugiardo, infido. Cerca di portare Mikey verso il lato oscuro (si scopre poi che è stato lo steso Mikey a fargli questa richiesta). Odia Takemichi perché ha conquistato il cuore di Hinata, di cui è innamorato e da cui viene rifiutato: per questo motivo la fa uccidere in ogni futuro in cui può mettere becco.
Veniamo infine a Hinata: è per lei che Takemichi torna indietro più e più volte, nel tentativo di salvarla. Il suo amore per Takemichi, oltre che fungere da stimolo per il ragazzo, rendendolo di volta in volta migliore, è l'evento scatenante del disastro che la riguarda. Eppure, nonostante la linea temporale cambi più e più volte, questo amore resta lì, saldo e imperituro.
Ho trovato questa storia avvincente, drammatica per molti versi, ma anche divertente. Più di una volta mi ha strappato una risata, come anche un pianto per la perdita di un personaggio a me caro.
L'unico appunto che mi sento di fare è sul finale ed è questo il motivo per cui non do un 10. Ritengo che rispetto a tutto il resto della storia i capitoli finali siano stati un po' sbrigativi. Avrei preferito una maggiore articolazione degli eventi per renderli più chiari e delle spiegazioni più esaustive. E da ultimo, non posso che fare a meno di chiedermi:
1) ma poi nell'ultima linea temporale che lavoro fanno Takemichi e Hinata? Viene raccontato il futuro di tutti ma non il loro (a parte l'evento clou dell'ultimo capitolo del manga);
2) ma Draken e Emma (la sorella di Mikey) sono riusciti a mettersi insieme? Non ci viene detto.
Ed io queste cose avrei voluto saperle, visto che da un lato ci viene sempre presentata la vita lavorativa di Takemichi ogni volta che torna nel futuro, dall'altro nel passato Emma e Draken non erano riusciti e dichiararsi prima degli infausti eventi che li riguardano.
Per quanto concerne lo stile, mi piace molto lo stile di Wakui; più volte mi sono soffermata su dei particolari, come un tatuaggio o l'intensità di uno sguardo, o ancora le scene di combattimento, che danno molto bene il senso del movimento.
Che altro dire? Ah si: TOMAN!


 2
Ilmiticogunter

Volumi letti: 22/31 --- Voto 7,5
Tokyo Revengers, opera di Ken Wakui. Takemichi Hanagaki, un ragazzo ventiseienne insoddisfatto e impaurito dalla vita stessa, scopre che la sua amica di infanzia Hinata Tachibana, oltre ad essere stata la sua prima ed unica fidanzata ai tempi delle medie, è stata uccisa. Il colpevole si pensa sia la gang di Tokyo più famosa e temibile di tutti i tempi, ossia la Tokyo Manji Gang. Takemichi ha qualche vago ricordo riguardo al periodo delle medie, quando faceva parte di questa banda di criminali ma che dopo il diploma ha deciso di abbandonare per intraprendere una vita inappagante. Finito il turno di lavoro si reca in stazione dove ad un certo punto viene spinto sui binari e un treno in corsa lo travolge. Un istante prima dell’impatto, Takemichi si ritrova 12 anni nel passato, quando Hinata è ancora viva. Da questo momento in poi la vita del nostro protagonista incomincia ad avere uno scopo, ossia quella di proteggere la sua amata a qualunque costo. Da questo momento in poi si avrà un alternarsi tra presente e passato attraverso appunto viaggi nel tempo che vengono innescati con una stretta di mano al fratello di Hinata, Naoto Tachibana. Quest’ultima è la prima persona a cui Takemichi rivela il suo potere e che successivamente nel presente diventerà un poliziotto sotto suo consiglio durante il primo balzo temporale. Assieme al protagonista formeranno un duo con l’unico scopo di salvare Hinata e risolvere il mistero che sta dietro la sua morte.
Lo stile di disegno è pulitissimo, con pochi tratti essenziali ma che risultano molto efficaci. Lo sfondo è sempre curato anche se non nei minimi dettagli e la qualità non cala col passare dei capitoli. Le scene dinamiche sono anch’esse molto pulite e capibili oltre che immersibili. Inoltre, si ha la presenza di tavole ad alto impatto emotivo che qualche lacrima te la fa strappare utilizzando molto spesso finestre intere. Unica nota dolente è lo stile e fisionomia dei personaggi dove alcuni non sembrano nemmeno delle medie ma delle superiori o adulti veri e propri.
Il problema di Tokyo Revengers, come in molti shonen, è che ha troppi personaggi e quando se ne hanno molti c’è il rischio che qualcuno abbia una scarsa caratterizzazione e profondità. Per fortuna si risente solo per pochi personaggi anche se sono apparentemente importanti e quindi non va ad inficiare del tutto l’opera. Le vicende tra i protagonisti sono ben orchestrate in “saghe” che ci permettono di conoscere sempre un qualcosa in più di loro e di come riescono a fare a cazzotti con i loro traumi del passato. La loro caratterizzazione non è profondissima, a tratti anche banale per via dei classici ideali da shonen come l’amicizia, il non arrendersi mai, sul provare e riprovare fino ad ottenere un qualcosa che ci soddisfi. Cose già viste insomma ma intavolate in modo egregio, che non stufa ed è questo il punto forte. Il ritmo non stanca, è rapido per via della presenza di poche finestre di dialogo e quelle poche presenti sono efficaci.
Tokyo Revengers è un ottimo prodotto shonen che ti fa emozionare e tifare per i protagonisti, specialmente per Takemichi (anche se alle volte lo vorresti pestare perché piange in continuazione). Oltre ai soliti temi citati, il più importante è la forza di cambiare noi stessi e di conseguenza gli altri. Avere e sfruttare una seconda chance che la vita ti propone per trasformarci ed uscire da un periodo apatico, grigio e insapore. Un’occasione di riprendersi una rivincita insomma. Infatti mi è piaciuto proprio per questo, per la forza che ti trasmette e la voglia di rimettersi in gioco. Attendo con ansia un buon finale.