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CippyWolf

Volumi letti: 1/1 --- Voto 8
“Dissolving Classroom” è un volume unico, disegnato e ideato dal ben noto Junji Ito, edito in Italia da Star Comics.

Il volume sarà così suddiviso, il principale capitolo che ci esporrà il fenomeno che dà il nome al volume stesso, e per concludere due storie brevi a cui è stato dedicato un breve capitolo ciascuna.
La storia principale ci presenterà l’inserimento in classe di un nuovo studente, tale Yuma Azawa, che diventerà ben presto famoso, per l’intero edificio scolastico, per le sue continue scuse e suppliche rivolte per ogni nonnulla. Il protagonista della storia, sarà sempre accompagnato dalla “cara” sorella, Chizumi che fin da subito, apparirà con un aspetto tra il caricaturale e l’abbietto. La storia ricalcherà, con un’ambientazione dalle tinte horror e specialmente con un modo operandi, che spiegherà l’evoluzione e i vari spostamento del fantomatico duo, e ben presto i fatti verranno spiegati, acquisendo una nota sempre più satirica e aberrante.

Attenzione: questa parte contiene spoiler

Continuando a parlare della storia, ma su un piano meno letterale e più metaforico, personalmente ho percepito un continuo rimando alle apparenze, alle buone maniere, così insite nella popolazione giapponese, di riverenza, accettazione e sottomissione, che porta a far “marcire” l’altro.
Entrando nel dettaglio, con le continue scuse, il perdonare il prossimo, almeno a parole, con i continui complimenti e dolci frasi d’affetto, non si fa altro che celare all’altro il male, senza che possano realmente affrontare loro stessi. Questo continuo contenimento del proprio ego, senza poterlo far affacciare alla società, e così magari limare dallo scontro con l’altro, ci renderebbero melma, densi e agglomerabili in un’unica palude informe, con dei pensieri propri, ma pur sempre una gelatina informe con ben poco potere, se non magari plagiare il prossimo, con i medesimi comportamenti e situazioni, che traviano e galvanizzano le prossime generazioni nel nascondersi dentro se stessi, fino alla personale annientamento e annichilimento, oppure a diventare ancora più perversi e sregolati, tanto tutto verrà sempre perdonato dalla società e dal prossimo.

Almeno, questo è il messaggio che mi è parso d’intravedere, perché non ci sarà una spiegazione univoca, nonostante una finale paginetta di postfazione, abbastanza chiarificatrice, ma nella storia in sé, i fatti narrati ci presentano il mero vagabondare della coppia di fratelli, che nel bene, ma specialmente nel male, si troveranno sempre ad avere a che fare con il fenomeno paranormale dello scioglimento della gente.

Quello che ho trovato particolarmente interessanti, sono stati proprio i personaggi, più precisamente il protagonista, con quel fare quasi d’incoscienza, schiavo di certi manierismi, cosciente o meno di una figura malevola, innamorato quasi inconsapevolmente e il contrasto con la sorella Chizumi, punto di vista che invece fa risultare lampante, ai suoi occhi ormai perversi, drogata e assuefatta da tale melma, dove invece ci presenta l’innamoramento per un’essere candido, e la spudorata consapevolezza della verità riguardo a tutto quello che sta avvenendo, senza però soffrirne particolarmente.
Quello che però si denota fin da subito, è che tali personaggi, non avranno una loro psicologia, non ci verrà mai presentata una benché minima rilevanza introspettiva, o riflessione, di quanto gli sta succedendo, come se non gli stesse realmente accadendo nulla, rimanendo meri strumenti per portare in scena tali situazioni.

Con tale metodologia, si subisce in maniera abbastanza passiva lo scorrere della storia, senza interessarsene particolarmente, della fine dei nostri protagonisti, quindi saranno dei meri fautori di un racconto, che se preso alla leggera, potrà essere inteso come un semplice racconto horror, altrimenti come una sadica accusa alla società circostante, ma sempre meri pupazzi schiavi della storia rimarranno, quindi poco coinvolgenti e risulterà pressoché impossibile empatizzare e benché meno empatizzare con le loro traversie.

Graficamente ho abbastanza apprezzato il tratto dell’autore, forse mi aspettavo di più dal lato horror, non risultandomi così tanto raccapricciante come mi sarei immaginato, anche se ribadisco l’altissimo livello figurativo dietro a tali scene.
Il tutto risulterà funzionale per la storia in sé, ben dettagliato e registicamente d’impatto, con l’apparizione improvvisa e scenicamente favolosa, di alcune mostruosità o la comparazione di talune scene, che serviranno per spiegare meglio i due lati della narrazione, ma il lato umano risulterà prevalente e preponderante, che sarà ben fatto e disegnato, ma non così magnetico come il tratto utilizzato nel raffigurare le aberrazioni, che risulteranno più accattivanti.

Per il lato più materialistico, il volume è corredato da una sovraccoperta, la carta leggermente trasparente, ma molto bianca, nonostante il prevalente utilizzo d’inchiostro, che non rimane quasi per nulla sulle dita.
Il volume risulta solido ma molto leggero, insomma prettamente nella normale, di tanti altri volumi delle medesime dimensioni.

Piccola nota a margine, per le due storie conclusive, in cui risulta abbastanza inutile soffermarsi a parlare della caratterizzazione dei vari personaggi, essendo delle pressoché inutili comparse o di altri elementi nello specifico, l’unica cosa degna di nota sarà la storia in sé.
Partendo dal fatto, che farli metafore non risultano univoche, e che quindi ognuno può ritrovarci quello che vuole, questa è la mia visione, in cui in tali racconti ho intravisto dello smaccato pessimismo, ma visto da un lato che definirei disilluso, vedendo in entrambi un rimando alla morte, in cui si analizzano figurativamente due perifrasi, in cui credo chiunque, bene o male, sarà incappato o almeno imbattuto, una volta nella vita, ma per chi se le fosse fatte sfuggire, citerò parafrasandole non totalmente, cioè: “ci rincontreremo”, inerente alla prima storia e “polvere alla polvere, terra alla terra” per la seconda. Facendoci una brevissima esplicazione, l’autore non fa altro che prendersi gioco di taluni espressioni, facendo vedere come possano esplicarsi nel reale, senza avere il benché minimo collegamento religioso, ma se dovessero avverarsi concretamente e letteralmente, ovviamente utilizzando sempre il suo stile narrativo e grafico.
Beh personalmente le ho trovate entrambe molto fantasiose e sagaci nella loro ideazione, che forse se non si è particolarmente sensibili a tali temi, potrebbero sfuggire, ma se ci si sofferma si potrà provare una vaga vena comica o un triste e rammaricato sentimento malinconico, in base a cosa si crede e si prova, rispetto a tali temi.

In conclusione “Dissolving Classroom” è un volume unico che può essere preso in due modi, come una semplice racconta di blandi racconti e avvenimenti paranormali, in salsa horror, oppure come una raccolta di racconti metaforici, di critica e sberleffo, verso un certo modo di pensare e d’intendere la vita; quindi in base a questi due modi di lettura, se si intende apprestarsi a leggere tali storie, con un “occhi pigro” e una mente chiusa, ci si ritroverà in mano delle basilari storie di paura, ma al contrario, se si decidesse di analizzare a mente fredda e di scavare oltre l’iniziale e leggera patina di generico racconto del terrore, e di riflettere su tutte le varie sfaccettature, si potrà trovare un simpatico volume di riflessione e “j’accuse” verso uno specifico modo di porsi, che condivisibile o meno, ha un suo valore intrinseco, che io reputo di un’alta levatura artistica.