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Volumi letti: 1/1 --- Voto 9,5
La principessa del castello senza fine di Shintaro Kago è un capolavoro, e come tutti i capolavori possiamo sminuzzarlo a più livelli e ad ogni analisi mantiene una coerenza eccezionale.

Il castello senza fine è una delle grandi opere della maturità di Kago, che ha trovato ormai forza e coraggio nell'inseguire fino in fondo gli spettri della sua incredibile immaginazione. Nel descriverlo, per rispetto all'opera tenterò di mantenere un punto di vista uniforme per varie persone.

I casi sono due: o avete già letto qualche sua opera, ed allora non potete assolutamente mancare questa, oppure siete totalmente a digiuno di Kago, ed a maggior ragione non potete perdere l'occasione di conoscerlo con questa che è una delle sue opere più faticose, complete e riuscite. A guardar bene c'è anche un terzo tipo di persona, quella cioè che conosce Kago ma per stomaco o per scelta non leggerà mai nulla di suo (forse tu ti accontenterai di questa recensione quindi).

Gli ingredienti dell'opera restano i temi cari a Kago: la ricorsività, l'abbattimento della quarta parete, la feroce critica alla società ed alle abitudini che si stratificano generazione dopo generazione perdendo senso, il sesso e soprattutto le scelte guidate dal sesso, la violenza in ogni sua forma inclusa la tortura e la dettagliatissima storia del Giappone. L'unico grande assente tra i tópoi narrativi di Kago è il collezionismo, che tuttavia ci fa l'occhiolino nella metafora dei castelli stratificati di cui non vedremo mai ne una fine ne un inizio.

Il formato del racconto può sembrare geniale a chi non conosca altre opere del maestro perchè lo stile così come il linguaggio sembrano inaspettati. Conoscendolo però noterete che ogni metafora ed ogni stratagemma narrativo che vediamo comparire sono stati prima sperimentati negli anni precedenti (ad esempio tutta la parte finale di rottura con la quarta parete ed il gioco coi frame closure è una diretta conseguenza di quell'immenso laboratorio sperimentale che è stato Kagopedia, pubblicato oltre 15 anni prima).

Possiamo dire che con questa opera Kago sia giunto ad uno dei suoi tanti possibili vertici, con infinita dedizione, sperimentazione e soprattutto mantenendo viva la sua forte insofferenza per le usanze che abbiamo ogni giorno come esseri umani Kago riesce a portare alla luce un mondo impossibile e tuttavia perfettamente plausibile in cui paradosso e metafora si fondono con una forza devastante, pacificata solo dal ritrovamento di un'emotività più forte di tutto e tutti, capace di smontare le metafore trovandone un punto debole sfiorato il quale tutto il castello di carte mostra la sua natura effimera e splendida.

Purtroppo è difficile parlare di quest'opera senza sfociare pesantemente nella filosofia. La metafora delle realtà parallele ci è utile per comprendere l'importanza che ogni scelta ha nel nostro quotidiano che tuttavia si annega nell'inutilità di un continuo fluire di eventi che si stratificano e nella microscopica inutilità degli esseri umani nel contesto universale che pure riesce a distruggere tutto. Per certi versi è un racconto ambientalista che riesce a far dialogare l'infinita dedizione che l'essere umano mette nelle sue opere con l'assoluta inutilità della condizione umana nel contesto più ampio dell'esistenza.

Perchè un capolavoro assoluto, che sa essere sia brutale che sublime allo stesso tempo non ottiene 10? Per un paio ragioni: una su tutte la lunghezza, troppo troppo breve e pochissima soddisfazione viene data dal suo seguito Le dodici sorelle del castello senza fine, a sua volta bello ma ancor più breve!

La seconda ragione, è più sottile e riguarda il modo di raccontare i personaggi. Data la grandezza concettuale dell'opera, Kago non è riuscito a dare una vera e propria personalità unica ai personaggi, che restano iconici, in alcuni casi stereotipati. La personalità e quindi il realismo dei personaggi bisogna dedurlo dalle loro azioni piuttosto che letto nei loro pensieri come invece è riuscito brillantemente a fare in altre opere.

In ogni caso Kago maestro indiscusso del manga, sarebbe anche ora di tirarlo fuori dall'etichetta dell'ero-guro che obiettivamente per lui è decisamente limitante.


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bob71

Volumi letti: 1/1 --- Voto 9
Un epico duello tra i personaggi storici Oda Nobunaga e Akechi Mitsuhide crea una serie di realtà parallele che si manifestano sotto forma di torri che si innalzano fino al cielo e si contorcono tra le nuvole. Lo squarcio dimensionale dipende dal diverso risultato nel duello tra Nobunaga e Mitsuhide. Nel mezzo, una giovane principessa che, in cerca di vendetta, fonde casualmente le due realtà e di conseguenza i vari personaggi della storia si incontrano e scontrano in infinite distorsioni da incubo per diventare guerrieri di un’eterna violenta rivolta. Shintaro Kago, affermato maestro del body horror e dell’erotico grottesco, firma questo La proncipessa del castello senza fine che si distingue per la sua ardita sperimentazione visiva e narrativa (non certo una novità per Kago) attraverso tavole di incredibile destrezza virtuosistica che rasentano l’arte astratta. La ripetizione e la serializzazione delle immagini viene utilizzata per riflettere le due realtà che corrono in parallelo, iniziano a incrociarsi nelle pagine del volume dando l'impressione che il volume stesso stia per implodere e ripiegarsi su se stesso. Edizione pregevole da parte di Hollow Press con copertina rigida, rilegatura a filo refe, carta e stampa di alta qualità che aumentano il senso di meraviglia per gli spettacolari disegni del maestro Kago.