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kirk

Volumi letti: 1/1 --- Voto 8
Partiamo dal voto: 8.
Un voto che è dovuto unicamente al fatto che sia la trama del racconto principale che la trama del racconto bonus sono interessanti. Certo, come difetto faccio presente che tutto si basa sul fatto che l’uke pensa in modo femminile e ciò non mi fa piacere, perché sembrerà strano ci sono uomini che sono sessualmente passivi ma pensano da maschi.
Possiamo dunque dire che comunque mi ha soddisfatto?
Sì.

Ma ho due appunti: uno, ho trovato il volume sigillato nella plastica, e così non ho potuto vedere in anticipo quante poche scene di sesso ci fossero e in che modo banale venisse rappresentato.
Sono stufo della storia che i BL vengono fatti da autrici giapponesi per soddisfare delle donne che hanno bisogno di svagarsi un po’. Io voglio leggere i pornazzi: disegno giapponese ma trama triviale, lui, lui, l’altro, il group sex… e tutte le volte i nostri editori presentano l’opera come se dovesse essere qualcosa del genere per poi deludermi in continuazione…

Secondo appunto: i disegni, per carità non sono cattivi, ma leggendo molti shonen so che esistono altri modi di disegnare i protagonisti, invece i BL proposti sembrano tutti simili…
Non dico di pubblicare i fumetti che escono sulle doujinshi con i personaggi di Akira Toriyama, Takehiko Inoue o Eichiro Oda… ma magari usare personaggi simili in situazioni totalmente diverse, con nomi diversi, un background diverso… non sarebbe plagio se usano abiti e pettinatura diversa senno la maggior parte dei BL sarebbero di sicuro da considerare tali…
Quindi la storia mi è piaciuta, ma più sesso e disegni migliori mi avrebbero reso più felice!


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BeneS

Volumi letti: 1/1 --- Voto 7
"3650 giorni senza te" è la prima opera di hitomi, ma è giunta in Italia per seconda, dopo il volume unico "Transparent Love". Riguardo a quel manga diversi lettori, me inclusa, avevano riscontrato vari problemi: in particolare la brevità e la fretta non avevano permesso di sviluppare adeguatamente l’universo sovrannaturale e di trasmettere al meglio le emozioni dei protagonisti (rimando per questo discorso alla recensione ufficiale di AnimeClick e ai relativi commenti). Nonostante questo è stato un manga che ho letto volentieri e ho voluto dare a hitomi una seconda chance. Tra l’altro la storia di "3650 giorni senza te" mi incuriosiva più della precedente.

Nel bene e nel male le mie impressioni della mangaka sono state confermate e anche quest’opera mi ha provocato sentimenti contrastanti. Basta prendere in mano il volume per rendersi conto della sua brevità e la “sorpresa” è che la storia principale ne occupa poco più di tre quarti, in quanto è presente anche un racconto extra. Considerando la velocità con cui l’ho divorato, non posso certo dire che non mi sia piaciuto. I disegni sono meravigliosi, la storia è interessante e i personaggi ben costruiti. Però l’autrice ha sempre l’acceleratore spinto al massimo e anche questo manga risulta frettoloso.

La trama in sé è davvero scarna e non succede molto più di quanto sia già anticipato dalla sinossi. L’unico aspetto che mi ha colto di sorpresa è stato l’atteggiamento di Maki (che considero il personaggio meglio riuscito): quel “ti punirò” mi aveva fatto pensare a uno sviluppo di tutt’altro tenore. Meglio così, perché il modo in cui Maki si prende cura di Katsumi è davvero molto bello.
Però l’evoluzione del rapporto tra i due meritava più tempo e più spazio, un ritmo più lento. E anche l’antefatto che dà origine a tutto si poteva centellinare un po’ di più, invece di spiegarlo per filo e per segno fin dall’inizio. Certi nodi fondamentali andavano dilatati, per dare modo al lettore di entrare anche con il cuore e con le emozioni in quei passaggi decisivi della storia.

Non servivano necessariamente più volumi o un malloppo gigante. Mentre nel caso di "Transparent Love" un doppio volume avrebbe funzionato bene, qui bastava un volume unico di dimensioni adeguate. Ragionando in termini di generi narrativi (romanzo, racconto, romanzo breve, racconto lungo) mi sembra chiaro che l’autrice sia portata per la media lunghezza ma che debba ancora affinare questa attitudine. Un altro punto debole è la scrittura: mentre alcuni dialoghi sono belli (vedi per esempio la conversazione al parco), altri risultano farraginosi e, con i baloon fuori campo, è difficile capire chi stia parlando. Certe battute che, si intuisce, dovrebbero essere importanti, le ho trovate di difficile comprensione.

Il punto forte di hitomi sono senza dubbio i disegni: le espressioni dei volti e la gestualità dicono molto più delle battute di dialogo, sia al livello di emozioni che di contenuto. C’è per esempio una scena che rappresenta quello che Katsumi sta facendo con un tizio “poco raccomandabile”: bastano poche vignette, ben bilanciate come dimensioni e prospettiva, e senza nemmeno dover mostrare parti censurabili, per trasmettere tutta la sofferenza fisica e psicologica di Katsumi e la violenza dell’uomo. Non c’è bisogno di dilungarsi ulteriormente: qui il dono di hitomi per la sintesi funziona.

Un’ultima osservazione sul racconto extra: anche questo costituisce una lettura piacevole, ma presenta gli stessi problemi. Per il tema campagna-città ricorda un po’ "Darling, Give Me a Break!" di Minta Suzumaru, di due anni precedente e uscito da poco in Italia.

Concludendo, e mettendo le mani avanti sul fatto che non sono un’esperta, ma una semplice lettrice, credo che se hitomi riuscisse a perfezionare gli aspetti del suo lavoro che risultano ancora deboli potrebbe davvero regalarci qualcosa di memorabile. Io certamente continuerò a tenerla d’occhio.