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ilaria1991

Volumi letti: 1/1 --- Voto 4
Mi aspettavo qualcosa di più. Questa è la terza opera che leggo della Ikeda e finora posso dire di aver amato e apprezzato veramente solo Lady Oscar.
L'opera in questione è bella a vedersi (sui disegni, come sempre, ho ben poco da dire, nonostante siano dell'allieva), purtroppo però manca l'approfondimento storico, la caratterizzazione dei personaggi, sembra tutto buttato lì, principalmente perché un volume non è sufficiente, specie se l'autrice inizia a raccontare le vicende sin dalla separazione di Enrico VIII con Caterina d'Aragona.
La Ikeda - probabilmente affascinata e ispirata dal film con Cate Blanchett (a mio avviso troppo di parte, ai limiti della mitologia e della divinazione nei confronti della figura di Elisabetta I che sfociano quasi nell'idiozia) - dà palesemente la parte della buona ad Anna Bolena e figlia, facendo di Maria (figlia di Caterina d'Aragona e conosciuta come "Bloody Mary") la parte della cattiva. A mio avviso è troppo facile dire chi sia stata la buona e chi no: entrambe le sovrane hanno avuto vite difficili e se Maria è conosciuta come la sanguinaria, anche Elisabetta e madre, in fin dei conti, non erano così pie e buone come cerca di darci a bere l'autrice.

Questioni politiche a parte, il manga risulta essere frettoloso e scontato, per una delle famiglie nobiliari inglesi più intriganti e tempestose che l'Inghilterra abbia mai avuto, partendo dallo scisma religioso alle riforme introdotte.

Erano anni che volevo leggere questo volume e più di una volta sono stata tentata di acquistarlo, ma considerato il prezzo mi sono sempre frenata. Alla fine ho avuto modo di leggerlo grazie al prestito bibliotecario, che ringrazio di cuore per avermi fatto risparmiare questi 15 euro, per cui vi consiglio di leggerlo solo se in prestito perché potreste - ma forse anche no - rimanerne molto delusi!


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Ais Quin

Volumi letti: 1/1 --- Voto 8
Per quanto incredibile possa sembrare al giorno d'oggi c'era un tempo, invero nemmeno troppo lontano, in cui i meriti delle donne della famiglia reale inglese contavano più di qualche scatto rubato o del loro guardaroba - un tempo, in altre parole, in cui a decretare chi era in e chi era out erano gli storici, non i tabloid. Non che non esistessero anche allora malelingue ansiose di lucrare sui più pruriginosi segreti di corte, dame di compagnia fin troppo ciarliere e cortigiane arriviste, ma al di fuori di quella gabbia dorata erano ben pochi coloro a cui interessava della loro vita privata, giacché i pettegolezzi non potevano sfamarli. Elisabetta I Tudor, abituata sin dalla più tenera età a ricoprire il ruolo di pietra dello scandalo a causa delle burrascose circostanze attraverso cui la madre, Anna Bolena, assurse al trono d'Inghilterra al fianco di Enrico VIII, ne era perfettamente consapevole, e si adoperò strenuamente - nonché in maniera talvolta spregiudicata - al fine di lasciare nelle mani di chiunque le fosse succeduta un'Inghilterra migliore di quella ereditata dalla sorellastra Maria, facendo in modo che fossero i fatti, e non quel che si diceva in giro di lei, a parlare per la sua persona. La storia ci insegna che questa sorta di matrimonio contratto con la sua stessa patria risultò molto vantaggioso per quest'ultima, giacché sotto la sua guida essa conobbe, a dispetto delle numerose guerre a cui prese parte, un inedito benessere, ma a Riyoko Ikeda, a cui è affidata la sceneggiatura di questo volume unico, non interessa il capo di stato, bensì la donna che si celava dietro a questo titolo.

Al fine di rendere la lettura più immediata e di spingere, nel contempo, sul pedale della drammaticità come solo la "mamma" di Oscar sa fare, alcuni accadimenti sono stati omessi o riarrangiati in maniera diversa rispetto a come si sono svolti nella realtà. Nella maggior parte dei casi si tratta di scelte narrative tutto sommato innocue, quantunque non necessarie, ma ce ne sono anche alcune di cui, francamente, stento a comprendere la ragione: mi riferisco in particolar modo alla vera natura del rapporto tra Elisabetta e Maria (la quale, in gioventù, aveva dovuto subire l'umiliazione di far parte del suo seguito), e alla questione della moglie di Robert Dudley, il suo favorito. Il manga si ferma simbolicamente con Elisabetta che, distrutta a causa del coinvolgimento di Dudley nell'ennesima cospirazione ai suoi danni, decide di sacrificare alla patria ogni scampolo di vita privata; se da una parte sarebbe stato interessante vederla alle prese con le conseguenze di un simile giuramento, dall'altra si tratta di una scelta di grande impatto. Di esposizione ce n'è, ma in dosi sopportabili; del resto in opere di questo tipo è inevitabile dover intervenire a gamba tesa nella narrazione con qualche informazione che aiuti il lettore a contestualizzare quel che succede.

Ma il vero punto di forza di "Elisabetta" è un altro: lo scavo introspettivo, in particolar modo per quanto riguarda le tre principali figure femminili. Non solo l'eponimo personaggio, ma anche Maria e soprattutto Anna Bolena godono infatti di un'ottima caratterizzazione, che indipendentemente da eventuali discrepanze con i loro alter ego conferisce loro tutta la tridimensionalità che una biografia romanzata richiede. Risulta invece un po' sottotono Enrico VIII, quasi una nota en passant antropomorfa: a causa delle sue apparizioni con il contagocce ben poco trapela del suo pericoloso carisma, senza il quale non sarebbe mai riuscito ad emanciparsi dalla Chiesa Cattolica e a fare il bello e il cattivo tempo, per così dire, sul fronte sentimentale, convolando a nozze per ben sei volte e macchiandosi del sangue di alcune delle sue consorti. Per contro Dudley, pur rimanendo nel complesso anonimo, denota verso la fine inaspettati e pertanto assai graditi picchi di profondità.

Il tratto di Erika Miyamoto, molto simile a quello della Ikeda ma per certi versi più volitivo, si sposa alla perfezione con l'impianto narrativo, che si rifà essenzialmente alla pellicola "Elizabeth" di Shekhar Kapur con Cate Blanchett. È davvero un piacere perdersi nella contemplazione di queste tavole ricche ma mai sovraccariche, trasudanti di lirismo ma per nulla stucchevoli.

Sono stata indecisa fino all'ultimo su come arrotondare il 7,5 che, a mio parere, si merita questo manga; mi sono infine risolta a portarlo ad un 8 a fronte della solidità del concept e della vividezza dell'impronta squisitamente ikeadiana dei personaggi, anche se, com'è ovvio, lo si può considerare appartenente al genere storico soltanto in senso lato.


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Shaoranlover

Volumi letti: 1/1 --- Voto 7
Ispirato alla monarca <i><a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Elisabetta_I_d%27Inghilterra">Elisabetta I</a></i> d’Inghilterra, nel 1998 esce nei cinema <i><a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Elizabeth_%28film_1998%29">Elizabeth</a></i>, prima parte di una progettata trilogia di cui il <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Elizabeth:_The_Golden_Age">secondo atto</a> è disponibile nel 2007, scritto da <i> Michael Hirst</i>, per la regia di <i><a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Shekhar_Kapur">Shekhar Kapur</a></i> e <i><a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Cate_Blanchett">Cate Blanchett</a></i> nei panni di <i>Elisabetta I</i>. Dopo il successo riportato in Giappone, nello stesso anno in cui appare sugli schermi - il 1999 -, il duo di artiste <i>Riyoko Ikeda</i> – <i>Erika Miyamoto</i> (<i><a href="http://www.animeclick.it/manga.php?xtit=Haru+no+yuki">Haru no yuki</a></i>, <i><a href="http://www.animeclick.it/manga.php?xtit=Der+Ring+des+Nibelungen">Der ring des Nibelungen</a></i>, <i>Orpheus no mado gaiden</i>) ne preparano un adattamento a fumetti.

Serializzato sulle pagine della rivista <i>Shukan Josei</i> e raccolto in un unico <i>tankoubon</i> da <b>Shufu-to-Seikatsusha</b> con il titolo originale エリザベス ― 国と結婚した女王 (<i>Erizabesu - Kuni to kekkon shita jyoou</i>), il manga gode di due riedizioni, una del 2002 per <b>Chou-Koronsha</b> e una del 2006 per <b>Fair Bell Comics</b>. Sempre nel 2006, <b>Elisabetta</b> è proposto presso il pubblico italiano da <b>Yamato Video</b> nella collana <i>Grandi personaggi storici a fumetti</i>, per la quale sono stati tradotti con un buon seguito <i><a href="http://www.animeclick.it/manga.php?xtit=Il+mio+nome+e+Nerone">Il mio nome è Nerone</a></i>, <i><a href="http://www.animeclick.it/manga.php?xtit=Alessandro+Magno">Alessandro Magno</a></i> e <i><a href="http://www.animeclick.it/manga.php?xtit=Jesus">Gesù</a></i> di <i>Yoshikazu Yasuhiko</i>, <i>Cleopatra</i> di <i>Satonaka Machiko</i>, etc.

La narrazione si avvia con un’analisi delle preoccupazioni umane, legali e nuziali delle prime tre donne che <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Enrico_VIII_d%27Inghilterra">Enrico VIII</a> sposa e poi ripudia in nome del suo desiderio di ricevere un erede maschio che garantisca la sopravvivenza della dinastia <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Tudor">Tudor</a>: <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Caterina_d%27Aragona">Caterina d'Aragona</a>, <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Anna_Bolena">Anna Bolena</a> e <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Jane_Seymour">Jane Seymour</a>.
Inoltre, le autrici si soffermano sull’importanza storica e umanitaria rivestita dallo scisma con la <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Chiesa_cattolica_romana">Chiesa Cattolica Romana</a> e la conseguente nascita della <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Chiesa_d%27Inghilterra">Chiesa d'Inghilterra</a>: nel 1528 Enrico VIII decide di dichiarare nullo il suo sposalizio con Caterina, disconoscendo così la figlia <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Maria_la_Sanguinaria">Maria</a>, e permettendo ad Anna Bolena di divenire sua consorte e Regina e di avere da lei dei figli maschi legittimi successori al trono. A tal proposito, Enrico VIII inoltra al Pontefice, allora <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Clemente_VII">Clemente VII</a>, una richiesta d'approvazione, ma poiché, per varie motivazioni, l'assenso papale può essere ottenuto solo due anni dopo, nel 1530, nel frattempo Enrico VIII annuncia la separazione dalla Curia Romana e si pone a capo del neonato Anglicanesimo. Questa sezione è assente nel film, e in generale lo sono gli accenni riguardanti gli avvenimenti religiosi, come la reintroduzione da parte di Maria del Cattolicesimo, le susseguenti persecuzioni e la definitiva supremazia del Protestantesimo proclamata da Elisabetta.
Oltretutto, accenna e delucida lo stato di estrema vulnerabilità in cui versa l'Inghilterra ereditata da Elisabetta: dunque, il manga appronta un quadro storico più completo, fedele e comprensibile rispetto alla pellicola.

Caterina d'Aragona, Anna Bolena, Elisabetta, e in parte Maria la Sanguinaria, sono personalità tipicamente ikediane, passionali, inflessibili di fronte al loro destino – encomiabile il comportamento di Caterina d’Aragona spogliata del suo rango e a cui è sottratta la figlia Maria, e di Anna Bolena prima della sua esecuzione, una scena reminescente di Maria Antonietta in <i><a href="http://www.animeclick.it/manga.php?xtit=Lady+Oscar">Versailles no bara</a></i> -, e vittime di un eterno dramma interiore causato dall’aderenza ai propri doveri, in questo caso di regnante, o alle proprie aspirazioni femminili.
Perciò, in maniera simile a <i>Vnb</i> e <i><a href="http://www.animeclick.it/manga.php?xtit=Caro+Fratello">Caro fratello</a></i>, e contrariamente a <i><a href="http://www.animeclick.it/news/26237-aspettando-riyoko-ikeda-orpheus">Orpheus no mado</a></i>, <b>la <i>Ikeda</i> affronta nuovamente la tematica di una nuova e necessaria ridefinizione dei ruoli di genere</b>, premendo affinché essi siano creati <i>ad hoc</i> dalle medesime persone e non siano modelli astratti - per non dire astrusi - tanto più universalmente vincolanti quanto più vetusti e limitanti la libertà individuale.

Elisabetta manifesta uno spiccato credo non-maschilista e un’alta fiducia nelle proprie doti, una situazione che le impedisce di accettare un partito, in considerazione anche della delicata situazione politica internazionale – emblematico l’incidente del vestito ricamato in pietre preziose ricevuto in omaggio dal Duca d’Angiò - che non sia il suo grande amore <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Robert_Dudley,_I_conte_di_Leicester">Robert Dudley</a>, tra l'altro qui fortemente idealizzato: Elisabetta, contrariamente da come appare nella trasposizione cinematografica, dove si mostra debole persino in pubblico, è una persona ferma, di viva intelligenza e cultura, e determinata a dimostrare il suo valore al governo dell’Inghilterra nonché a sentirsi appagata dalla sua vita sentimentale.

Dilaniata dalla spaccatura ideologica derivante dal dover impartire ordini iniqui, quali la dichiarazione di guerra alla Scozia di <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Maria_di_Guisa">Maria di Guisa</a>, malgrado la devozione verso la corona e il popolo anglosassone, e l’incapacità di mostrare le sue capacità senza rimettersi alla guida di un marito, alla fine Elisabetta decide di contrarre le paventate nozze unicamente con la sua Patria, acquisendo il titolo di Regina Vergine, uno status simboleggiato dal taglio dei capelli, un gesto che implica l’abbandono delle gioie della propria sessualità, un atto praticato con la medesima valenza ideologica anche nel Giappone antico, di cui disponiamo di splendidi esempi nel <i><a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Genji_monogatari">Genji monogatari</a></i>.
In questa scena si giunge al picco di massima rottura con il movie: infatti, mentre nell’interpretazione di <i>Kapur</i> questo momento attesta la rinascita ufficiale di Elisabetta in qualità di regina virtuosa sostegno dei suoi connazionali, la <i>Ikeda</i>, all’opposto, lo interpreta come la sua rinuncia alla femminilità. Veicolando significati e ideali diversi, la <i>Ikeda</i> riesce a scostarsi redigendo un testo assolutamente personale.

D’altro canto, molteplici sono i punti di contatto con la versione originaria di <i>Kapur</i>: l’inclusione di Robert Dudley nella cospirazione contro Elisabetta, l’ignoranza di quest’ultima circa il formale impegno matrimoniale di Robert, il raggruppamento di molti eventi distaccati all’interno della congiura del <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Thomas_Howard,_IV_duca_di_Norfolk">Duca di Norfolk</a> - egli stesso un comprimario che riassume in sé i due distinti personaggi storici di Thomas Howard II e III - e il fasullo comando del Santo Padre di eliminare Sua Maestà.

In seguito a <i>Orpheus no mado gaiden</i>, <b>Elisabetta</b> è la seconda collaborazione firmata <i>Ikeda</i> e <i>Miyamoto</i>: <i>Miyamoto-Sensei</i> tenta di operare una fusione tra lo stile della <i>Ikeda</i> e gli odierni dettami dello Shoujo Manga; un'intenzione eccellente, peccato che venga concretizzata parzialmente.
Difatti, mentre per rendere fisicamente il personaggio di Elisabetta la mangaka si rifà apertamente all'attrice <i>Cate Blanchett</i> e ai suoi sfarzosi abiti di scena, stilisticamente il volume è caratterizzato nel character design da una pedissequa imitazione di quello della <i>Ikeda</i>, <b>un esempio quello della sua maestra che all'opposto non è seguito laddove doveroso</b>, <b>cioè nei fondali</b>, che risultano vuoti, scarni, in determinate tavole addirittura assenti, <b>e nella ricostruzione storica</b>, che si limita a elementi architettonici facilmente desumibili dal lungometraggio. Infine, i retini e le ombreggiature sono sconosciuti salvo rare occasioni come l'incoronazione.

L’edizione <b>Yamato</b> è ottima: sovraccoperta, buona sfogliabilità e impaginazione, carta bianca e spessa su cui i disegni risaltano al meglio, interessanti inserti come il grafico iniziale delle relazioni fra i personaggi, esaurienti note al termine del libretto e spiegazione della politica d'adattamento dei nomi, illustrazioni di apertura dei capitoli: <b>l’unico neo è il prezzo di copertina di € 15,00</b>, <b>sicuramente il maggior deterrente all’acquisto</b>.

Per concludere, <b>se da un lato il prodotto in esame è sostenuto da un lavoro</b>, <b>quello della <i>Ikeda</i></b>, <b>magistrale</b>, capace di delineare in poco spazio, con estrema scorrevolezza e senza alcuna affettazione uno spaccato psicologico e storico di un’era ormai lontana, <b>dall’altro ciò non trova un raffronto adeguato sul profilo tecnico</b>, che richiede notevoli migliorie, risultando in una pubblicazione appetibile solo ai palati di fini estimatori di Storia e di <b>Riyoko Ikeda</b>.

Antoine

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Antoine

Volumi letti: 1/1 --- Voto 10
Doppie autrici di classe! Alla sceneggiatura troviamo la celebre Riyoko Ikeda (Lady Oscar, Caro Fratello..., La Finestra di Orfeo) e al disegno la sua bravissima allieva Miyamoto. La storia è ricca e travolgente, il disegno purissimo ed elegante, meravigliosi gli abiti e gli ambienti, decisamente realistici(tecnicamente molto superiori a quelli di Lady Oscar). La trama prende liberamente spunto dal famoso film "Elizabeth" con Cate Blanchett, nel fumetto però sono presenti anche gli anni precedenti alla sua nascita:caduta in disgrazia di Caterina d'Aragona, ascesa e discesa della madre Anna Bolena. La storia ripercorre ciò che avviene nel film in modo avvincente e personale, riuscendo a staccarsene senza essere quindi una copia! La protagonista assomiglia molto all'algida Blanchett. Un must per chi ama l'Ikeda, per chi ama la storia di quel periodo e per chi ha apprezzato il film "Elizabeth" e il seguito appena uscito "Elizabeth: The Golden Age". Chi non ama le vicende storiche se ne tenga alla larga.