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imedith

Volumi letti: 1/1 --- Voto 6
Questo è un manga amaro, lontano da tutti i meravigliosi amori degli shojo, lontano da quei mondi edulcorati e lacrimosi di buoni sentimenti.
E' una storia cruda di realtà in cui c'è spazio solo per amori acerbi e distaccati. Non ci sono vincitori e non ci sono vinti, non ci sono eroi e non ci sono sogni, è solo uno sguardo su uno squarcio d'adolescenza qualunque.

Alla prima lettura non l'ho apprezzato. Mi ha lasciato dentro un senso di inquietudine mista a delusione. Non mi ha fatto provare forti emozioni, l'ho letto con un fare distaccato, come se non avesse saputo prendermi.
Poi ci ho riprovato, a distanza di qualche mese.
Sinceramente il risvolto emotivo non è cambiato, ma è cambiato il mio modo di viverlo. Ho capito che non vuole essere seduttivo e intrigante, non è un manga riuscito male, ma è un manga di denuncia che riesce perfettamente nell'intento: lascia dentro al lettore le medesime sensazioni con cui convive e viene raccontata la protagonista. Gli dice: vedi, provalo sulla tua pelle, questa è la realtà.

Questo distacco, questo menefreghismo, questo affidarsi a rituali sessuali soltanto per far passare il tempo, per convincersi di essere cresciuti. Dare il proprio corpo senza affetto, in cambio di una compagnia che non sazia, di uno stare assieme che non soddisfa. La ricerca di qualcosa che non si sa cosa sia, non si trova, e allora ci si accontenta senza convinzione. La speranza di un affetto che non viene corrisposto, ma che non si è neanche così convinti da pretendere. L'insoddisfazione, la rinuncia e l'inerzia.

Alla fine del manga non c'è una storia da raccontare, ci sono frammenti di un disegno estremamente reale. Deludentemente possibile. Amaramente veritiero. Ci colpiscono e ci feriscono così come sono, buttati là con apparente noncuranza. La stessa noncuranza con cui i protagonisti della storia si relazionano al mondo e fra di loro.

Il tratto dell'autrice ricalca i contenuti: abbastanza belli i volti femminili, ma corpi sgraziati, a volte volutamente deformati dall'inquadratura. Espressività monotona, come da atmosfera, e soprattutto latitanza di sorrisi.