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kirk

Volumi letti: 9/3 --- Voto 6
<b>Attenzione: possibili spoiler!</b>

Agli inizi degli anni '90, "Grey" è stato tra i primi fumetti manga ad essere pubblicato. Perciò, data la scarsità di scelta, ho tutti i nove numeri dell'edizione Granata e ho comprato anche "Horobi" dello stesso autore. Grey è un combattente: in un mondo diviso in plebei (che vivono in miseria), combattenti e cittadini il protagonista decide di seguire il sogno della sua fidanzata e diventare un cittadino. Per far ciò deve trasformarsi in combattente e compiere una serie di azioni fino ad arrivare dal rango F (recluta) ad A (cittadino): mentre i plebei vivono in squallide "town", i cittadini vivano nel lusso e nella pace della "City". Solo il tre per cento delle reclute riesce nel corso di molti anni di lotte ad arrivare a questo status. Grey nell'arco di poche missioni arriva al rango B (primi due volumi di Manga Hero). Poi che succede? La trama ha uno scossone è l'obbiettivo del protagonista cambia e da questo punto l'eroe inizia a scoprire cose nuove sul mondo in cui vive.... Incontra i ribelli che lottano contro Toy, la "grande madre" (un computer autocosciente che regge direttamente la City e tramite terminali ("Little Mama") le Town) e i suoi obbiettivi cambieranno quando conoscerà l'abiezione di tale meccanismo, che si considera "DIO" e che ha deciso di "premiare" i cittadini donando loro ciò che vogliono (secondo il suo modo di pensare!).
Per quanto riguarda i personaggi c'è da dire che con l'elmetto alcuni diventano simili l'un l'altro e che i combattimenti lasciano a desiderare... poi la storia va avanti giusto perché il protagonista (l'"eroe") deve alla fine trionfare quindi sebbene nell'arco della storia sarebbe dovuto morire in più occasioni, sopravvive fino all'incontro con Toy-"DIO".
Questo fumetto è stato pubblicato in Giappone dalla Tokuma Shoten e serializzato su Shonen Captain rivista specializzata soprattutto su serie robotiche o comunque fantascientifiche ed è arrivato in Italia a seguito della pubblicazione americana della Viz.
Il mio voto dunque non può andare oltre il 6 striminzito per una storia che incomincia bene e poi peggiora sempre più, con un ottimo corredo teorico alle situazioni, ma uno sviluppo grafico decisamente inferiore.


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Robocop XIII

Volumi letti: 3/3 --- Voto 7
Vai in missione, se torni vivo guadagni dei punti, se ottieni tot punti sali di grado, se sali di tot gradi diventi cittadino, se divendi cittadino puoi passare dalla fatiscente Town alla più tranquilla City, dove puoi condurre una vita pacifica e lontano dal fronte. Così inizia Grey, con uno spunto che può ricordare il più recente Gantz, ma che verrà poi rapidamente abbandonato per iniziare un'avventura on the road fatta di combattimenti ed esplosioni, esplosioni e combattimenti. Grey è stato un manga al di sotto delle mie aspettative, mi aspettavo qualcosa che evolvesse ed elaborasse lo spunto iniziale ma così non è stato, l'autore poteva continuare su quella falsariga (che poteva tradursi in una metafora sull'arrivismo, dato che il protagonista pensa solo per se) ma ha deciso di cambiare strada, il che sarebbe stato un bene, se solo non avesse riempito due terzi della storia di esplosioni e combattimenti. Ciò che salva Grey è lo stile estremamente personale di Yoshihisa Tagami, le ambientazioni e i personaggi, ma ciò non basta. Il disegno è spesso molto ricco di dettagli e propone inquadrature originali, ma altrettanto spesso Tagami fa uno spropositato utilizzo di linee cinetiche, che risparmiano all'autore lo sforzo di rappresentare ben più di uno sfondo ma nello stesso momento tolgono al lettore la dimensione spaziale di ciò che sta accadendo nel mondo fantascientifico di Grey Morte. La trama procede lineare fino alla fine, fine nella quale il lettore si farà una precisa domanda: "e quindi?".

E quindi? Non poteva essere sacrificato l'ennesimo combattimento per dare più ampio respiro alle varie side story? L'autore sembra preoccuparsi maggiormente nel rappresentare l'ennesimo mecha (e a dargli un nome) piuttosto che nel dare una risposta alle molte curiosità insolute, regalandoci così una storia sì interessante ma priva di emozioni.


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TheRolandDeschain

Volumi letti: 3/3 --- Voto 9
Tre volumi al cardiopalma questi di Grey.
Edizione molto ben curata da parte della Free Books e prezzo relativamente onesto.
In un futuro distopico in cui il colore blu del mare è solo un amaro ricordo un super computer centrale situato nella City, Big Mama controlla ascesa e discesa sociale dell'umanità intera. Che per guadagnarsi da vivere deve lottare e guerreggiare in tragici giochi di morte che mettono battaglioni di uomini in conflitto tra di loro. E tutto per raggiungere il tanto agognato rango A che per un soldato equivale ad una vita agiata e fuori da ogni conflitto all'interno della City.
Grey non era un soldato. Lips, la sua amata, lo era. Morta nella sua prima missione. A questo punto qualcosa scatta nella mente di Grey. Raccoglie simbolicamente il casco di Lips e si arruola.
Viene soprannominato Grey Morte per il tremendo cinismo e la mancanza di morale che pare caratterizzare la sua persona, tanto che in poche missioni riesce a raggiungere agilmente il grado B. Non si interessa dei compagni caduti, non è affar suo. Il grado A, la cittadinanza è la sua unica ragione di vita, arrivare dove Lips tanto avrebbe voluto. Giungere alla pace.

Ho scritto poco sopra che il cinismo pare caratterizzare la sua personalità. Perché Grey non è facilmente inquadrabile dal punto di vista psicologico. Quando viene a sapere che il suo ex compagno di battaglione (ora ispettore) Red è stato attaccato da un manipolo di rivoluzionari e risulta disperso, non esita a rubare un velivolo della sua Town e a dirigersi all'altro capo del mondo di ritrovarlo. Ed è in questo viaggio che nota le prime ambiguità del sistema computeristico incentrato su Big Mama.
Perché i battaglioni hanno a disposizione tecnologie completamente diverse? Perché non esiste uguaglianza nella dotazione di armamenti? E da dove provengono quei droidi così spietati, segno di una tecnologia che non viene concessa agli umani?
Grey si ritrova all'improvviso nel mezzo di una battaglia cruenta, senza esclusione di colpi tra l'esercito di Big Mama e la fazione dei Rivoluzionari che mira a sovvertire l'egemonia del primo computer senziente Toy (appunto Big Mama). Solo che prendere posizione non serve, visto che entrambe le fazioni perseguono obiettivi autoritari e hanno perso di vista l'autentica realtà dei fatti.

Grey è un connubio di momenti di azione sfrenata e momenti quasi filosofici da leggere tutto d'un fiato. Il protagonista è totalmente altro rispetto al mero cinico che ci viene presentato secondo bocca di altri. Ama la sua donna, fa sua la ragione di vita di lei, non esita a correre in aiuto del suo vecchio amico Red fosse anche in capo al mondo.
È proprio questo che colpisce e che affascina di Grey: il bieco cinismo viene soppiantato da un profondo e ardente lato umano. In un mondo che di umano non ha ormai più nulla.


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Matteo91

Volumi letti: 3/3 --- Voto 7
Nel 2588, un computer centrale chiamato Grande Madre controlla il mondo e la nuova società classificata rigidamente in sei livelli, dal grado A a quello F. Il popolo che appartiene alla classe dei cittadini, il punto alto della scala sociale, conduce una vita agiata in un’esclusiva area chiamata semplicemente City: per diventare un cittadino, bisogna prima arruolarsi nell’esercito e uccidere i combattenti delle altre aree, per accumulare crediti sufficienti a passare di livello. Il protagonista del manga è Grey Death, un membro delle truppe di classe C che tenta la scalata sociale in seguito alla morte della sua ragazza.

Apparso per la prima volta a puntate su Shoonen Captain, Grey Digital Target è uno dei manga più famosi di Yoshihisa Tagami, eccellente autore della nuova generazione. Il tratto pulito e il dinamismo con cui vengono rappresentate le scene d’azione, rendono questo manga avvincente e, nonostante la riconoscibilità dei personaggi sia talvolta di difficile lettura a causa di azzardati primi piani, la storia è tutt’altro che scontata e l’ultimo capitolo riserva una spettacolare e scioccante sorpresa, che costituisce il tocco finale ad una serie comunque imprevedibile.

Anche il mercato americano ha dato prova di apprezzare i lavori di Tagami e nel 1988 la Viz Comics ha saggiato il terreno in otto fascicoli mensili le avventure di Grey, adattate graficamente da David Cody Weiss, e in seguito raccolte in due volumetti.


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Akeiron

Volumi letti: 9/3 --- Voto 7
Grey è un fumetto post-apocalittico di fantascienza, di quelli che andavano di moda in quel periodo, o forse stavano già passando di moda.
Posseggo i 9 volumi editi dalla Granata Press, che credo concludano la serie, anche se leggo qui e là notizie discordanti. Eppure ho visto i volumi editi da Free Books in fumetteria, e sembra che la storia finisca proprio lì. Mah, proverò a dare un'altra occhiata!

Grey è, sostanzialmente, la storia di un sopravvissuto. In un futuro distopico in cui, tra la desolazione e le disparità tra cittadini e non cittadini, tra esseri umani di classe A, B, C, D, E e perfino F, viene meno qualsiasi sentimento di solidarietà. In questa società malsana, gli esseri umani hanno affidato il proprio destino nelle mani della Grande Madre, un supercomputer senziente che ne regola la vita.

Il protagonista, Grey, è pervaso da un bieco cinismo che lo spinge a fare di tutto per migliorare la propria condizione. Infatti, è nato derelitto, un paria della società, un non cittadino. Ma sa che, combattendo contro fantomatici nemici, si possono guadagnare dei crediti per accedere alla classe A (partendo dalla F) e poi, in caso, si può fare richiesta per diventare un cittadino. A quel punto non si è più costretti a combattere. Il problema è che, mediamente, solo il 3% dei combattenti sopravvive fino a quel punto.
Inizia così il sanguinoso cammino di Grey, che lo porterà a scoprire la menzogna che si cela dietro il meccanismo dei crediti e della classi, e dello stato di guerra continua che opprime un'umanità priva di speranze. Sullo scenario, un'atmosfera un po' cyberpunk e un po' mecha, con tante scene crude, avventurose e qualche momento serio.

Grey non è un capolavoro, ma è ben scritto e sceneggiato. Nonostante mi fossi proposto di non leggerlo tutto d'un fiato, ho finito per leggermelo tutto in una sera. Il voto è 7 perché in fondo, pur essendo il disegno sufficiente, non è troppo degno di nota e fa il verso a roba già vista: penso a Appleseed, The Five Star Stories, Robotech/Macross che dir si voglia e altra roba del periodo. Che è comunque meglio illustrata. Inoltre, all'inizio non è proprio chiarissimo cosa succede perché i personaggi, quando indossano il caschetto da combattimento, tendono ad essere troppo simili gli uni agli altri.

In alcuni punti, specie quando cerca la battuta, l'autore non è proprio brillantissimo: riesce meglio quando i toni sono più seri. Comunque non è un peccato avere questo manga, piacevole da leggere. L'edizione Granata si teneva insieme con lo sputo o quasi: la Free Books ha fatto un lavoro molto buono, così a occhio.


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Devil

Volumi letti: 3/3 --- Voto 7
Negli Anni '80 c'erano molte visioni riguardo un futuro più o meno lontano che sarebbe stato roseo oppure orribile, avanzato tecnologicamente oppure regredito fino a livelli primordiali. Titoli come Blade Runner, The Terminator, Back to the future, Star Wars, Mad Max ci offrivano nei cinema la visione di mondi futuri e non fantascientificamente evoluti o terribilmente distrutti, ma tutti erano accomunati da un unico perno centrale che era il futuro.
Io però non voglio parlarvi di un film, ma bensì di un fumetto. Un fumetto creato in Giappone nel 1986 da Yoshihisa Tagami, intitolato Grey. Una serie breve, di 3 numeri, che ci immerge in un mondo violento e crudele, dove la legge del più forte la fa da sovrana, ma non più di tanto.

La serie è incentrata sul protagonista che dà il nome alla serie, Grey per l'appunto, che si muove in un mondo deserto, distrutto e morto. Il ragazzo, però, non è uno qualsiasi, dato che è soprannominato "Grey Morte". La sua specialità, che gli ha fatto guadagnare questo nome, è il tornare sempre vivo e senza compagni da ogni missione che gli viene assegnata. Missione, sì. Perché il mondo di Grey non è propriamente allo sbando come tutti ci aspetteremmo confrontandoci con una storia dagli scenari post apocalittici. Il mondo di Grey ha ferree leggi: ciò che governa tutto è un'enorme città chiamata City, che ospita gli individui più capaci e che si sono onorati in battaglie e missioni, arrivando al "grado A". È un centro per pochi eletti, nel quale la loro vita è priva di battaglie e sofferenze, in cui potranno rimanervi per il resto della loro vita. La City si dirama in piccoli centri che si chiamano Town, tutti sotto il comando di intelligenze artificiali chiamate Little Mama, che prendono ordini dalla Big Mama, ovvero quella che è a capo della City. Portando a compimento varie missioni assegnate dalle Little Mama i vari individui scalano la vetta dei gradi, cercando di arrivare al tanto agognato "grado A" per ottenere una vita migliore. Grey mira a questo e sembra proprio che ci stia per riuscire. Ma non è facile arrivare al conseguimento della nomina di cittadino.

Grey è freddo, arrogante, silenzioso, egoista, non è certo l'apoteosi dell'eroe buono, tutt'altro. Non ci pensa due volte a passare sopra il cadavere di qualcuno per portare a termine il suo compito, e ovviamente per questo non è molto stimato dagli altri. Grey porta uno strano casco con la scritta "Lips", al quale sembra essere molto legato e dal quale non si separa mai. Chissà cosa significa? Non si sa. Per il resto, in battaglia Grey è formidabile e riesce a sgominare migliaia di nemici anche da solo, una vera macchina da guerra.

Grey presenta un tratto abbastanza insolito ma valido, che illustra molto bene sia gli scenari, sia i personaggi, sia i vari mecha che incontriamo man mano che seguiamo l'avventura di Grey. Qualche volta si presenta in modo lievemente confusionale nelle scene d'azione, ma per il resto è molto buono e ci offre vaste carrellate di scenari più o meno ampi, che sicuramente saranno apprezzati dal lettore.
I mecha sono puramente in stile Anni '80, veicoli e robot tozzi, lineari e dalla forma quasi per niente armoniosa, ma proprio per questo così azzeccati per l'atmosfera e per i toni del manga, il quale si capisce subito che proviene da quegli anni.

L'edizione curata da Free Books è molto soddisfacente, avente una carta molto bianca e resistente, con brossura solida e con una sovraccoperta patinata che ci offre un titolo con un effetto "luccicante" originale e decisamente apprezzato dal sottoscritto.
Mi soffermo, sempre riguardo l'edizione, alle piccole note dell'autore che si trovano qualche volta a fondo pagina, che riportano scherzosamente eventuali errori nella rappresentazione di qualcosa oppure, più semplicemente, quanto si sia affaticato nel rappresentare un qualcosa. Sono soddisfatto del prodotto e ringrazio Free Books per averci lasciato queste piccole note che riescono a far avvicinare un po' di più il lettore all'autore, che rimane quasi sempre una figura lontana e inarrivabile.

Do a questo manga un 7.5 e lo consiglio a tutti coloro che amano il post apocalittico, a tutti coloro che amano e/o che hanno amato gli Anni '80, ma anche semplicemente a tutti coloro che vogliono leggere una storia seria, cruda ma con tanti valori da scoprire.

Tad75

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Tad75

Volumi letti: 3/3 --- Voto 9
Ricordo di aver letto solo i primi numeri di questo fantastico fumetto. La storia è molto accattivante con gli intrighi socio-culturali commisti a tecnologia, e ad aspetti cibernetici. Purtroppo la Granata Press fallì, e con essa il progetto di pubblicazione di questo manga.
Ho ancora i volumetti a casa, e li rileggo ogni tanto.
Ora mi tocca accontentarmi di cercare online la serie completa magari con sottotitoli...

Antonio.

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Antonio.

Volumi letti: 3/3 --- Voto 7
Grey Shinigami, Grey Morte, vive in un mondo del futuro lontano almeno 500 anni, suddiviso in <i>town</i> e <i>City</i> animate da androidi, cyborg, intelligenze artificiali. Il progresso tecnologico ha avuto un prezzo molto alto: il pianeta è completamente inquinato, i pesci sono estinti e i vecchi raccontano storie più vecchie di loro di quando il mare era blu e le foreste ricoprivano la terra. Solo favole, per i giovani. L'umanità d'altronde si è già affacciata più volte sull'orlo dell’annientamento. Ora gli uomini vivono un inferno governato dai robot e possono solo inseguire l’utopia di una vita agiata nella City, <b>accumulando crediti</b> in battaglia per ottenere <b>la cittadinanza</b>, su per le varie caste sociali.
Dopo la morte in missione dell’amata Lips, arruolatasi nell’esercito in cerca di speranze, Grey segue le sue orme diventando immediatamente un “dio della Morte”: per abilità o per una fortuna sfacciata, si ritrova sempre l'unico superstite della sua squadra.

La militanza nelle forze armate lo porterà a scoprire la terribile verità dietro il nuovo sistema sociale planetario, persuadendolo a schierarsi con la resistenza. Alla fine Grey si troverà al cospetto di <i>Toy</i>, il supercomputer che ha preso il controllo dell'umanità: quale sarà il destino degli uomini, e Grey troverà la morte nel tentativo di distruggere Toy o ne uscirà ancora vivo e vegeto come vorrebbe la fama che lo perseguita? La risposta nei <b>tre volumi</b> pubblicati da <b>Free Books</b> con etichetta <b>Free Seishin</b>.

L'autore del manga, <b>Yoshihisa Tagami</b>, non è del tutto sconosciuto in Italia grazie a <b>Granata Press</b>, che nei primi tempi pubblicò le sue due opere più importanti, Grey e <i>Horobi</i>. Nonostante uno stile grafico molto personale, i lettori trovarono subito affascinanti i due titoli, soprattutto il demoniaco Horobi divenne un piccolo cult.
Lo stile di disegno di Tagami tratteggia anatomie filiformi e visi dai nasi pinocchieschi. Il segno è pulito, sottile e preciso, con dettagli realizzati secondo vocazione certosina. Le scene d'azione sono velocissime e ricche di effetti cinetici. A volte, purtroppo, un po’ confuse. Come il character design, anche il mecha è molto originale: non è raro che a congegni meccanici dalle forme più classiche, come i più banali che si possono incontrare in ogni manga <i>sci-fi</i> che si rispetti, Tagami affianchi mezzi, armature e architetture che richiamano forme artistiche indù, Maya, cinesi e, ovviamente, giapponesi.

L'edizione italiana di Free Seishin presenta Grey nel formato originale, con verso di lettura alla giapponese, in tre volumi complessivi sovraccopertinati al prezzo di 5,90 euro l'uno. Se l’adattamento dei testi è certamente ponderato (onomatopee però non tradotte), la stampa è purtroppo molto sporca, a tratti troppo scura, con i retini completamente impastati, sfuocati e un nero a volte slavato.
Dopo una e-mail da me inviata a Free Seishin per lamentare la pessima qualità della resa stampata, la risposta, gentilissima peraltro, ottenuta dall’ex-direttore editoriale <i>Andrea Materia</i>, è stata la seguente: «Riguardo le scansioni di Grey, sono tratte da volumetti originali giapponesi e la qualità è quella che è (d'altronde i giapponesi NON disponevano di files in digitale; quindi non v'era alternativa. Confrontando la nostra edizione con quella di Tokuma Shoten, noterà che la nostra è addirittura superiore)».
La carta usata però, pur essendo di buona grammatura e adatta a trattenere adeguatamente l'inchiostro, si presenta alquanto rozza al tatto. Un titolo comunque di una certa intensità, di cui vale la pena considerare l’acquisto.

Dal manga, serializzato tra il 1985 e il 1987 su <i>Monthly Shonen Captain</i> di <b>Tokuma Shoten</b>, è stato anche tratto nel 1986 un film d'animazione di circa 70 minuti prodotto da <b>Magic Bus</b> e diretto da <i>Satoshi Dezaki</i>, fratello maggiore del più famoso <b>Osamu Dezaki</b>: <i>Grey Digital Target</i> (in Italia by <b>Yamato Video</b>).

Fiocotram

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Fiocotram

Volumi letti: 3/3 --- Voto 7
[<b>ATTENZIONE: CONTIENE SPOILER</b>] Il tratto volutamente caricaturale e' uno dei marchi distintivi di Tagami.
I suoi personaggi sembrano dei "pinocchietti" scolpiti nel legno, a una prima occhiata poco distinguibili l'un l'altro se non per differenti vestiti e capigliature. L'abilita' di Tagami e' pero' tutta nella costruzione della storia, grazie alla quale riesce a infondere in questi suoi "pupazzetti" una personalita' e un'espressivita' mai banali o scontate. Oggetti, veicoli e fondali invece sono resi con la consueta precisione tipica di molti mangaka, anche se spesso i veicoli sembrano quasi "ritagliati" e inseriti nel fondale.
"Grey Digital Target" e' una storia di fantascienza, anche se sarebbe piu' corretto definirla una storia SULLA guerra.
Al di la' dell'apparenza iniziale del manga, che si manifesta in pochi,secchi dialoghi e un turbinio di confuse scene d'azione(nelle quali c'e' uno smodato uso di "linee cinetiche" )possiede un ritmo e una struttura parecchio interessanti. Protagonista del manga e' Grey, asiatico di classe inferiore abitante di un mondo diviso in "teatri da battaglia" luogo di continui scontri fra una fantomatica "resistenza" e i "combattenti", divisi in classi, i quali in virtu' della loro vita consacrata al combattimento hanno diritto ai piu' alti privilegi e alla possibilita' di aspirare, dopo avere accumulato morti e crediti sul proprio curriculum,allo status di "cittadini", entrando cosi' nel ristretto e selezionato numero di abitanti di una misteriosa, impenetrabile citta' stato immaginate dai piu' umili comeun vero e proprio paradisi.
"Uccidi o sii ucciso", una legge diretta e spietata, accettata con rassegnazione senza nemmeno interrogarsi sui meccanismi che regolano un'esistenza simile, lasciando ai "Common Rope", computer duplicato di "Big Mama" l'elaboratore centrale che presiede al funzionamento della citta', la gestione amministrativa e iperburocratica dei loro destini.

Nei primissimi episodi Tagami si concentra su Grey e sulla sua psicologia: estremamente resistente alle avversita', votato alla sopravvivenza con la disperazione di un animale, Grey nasconde il suo bisogno di amici e affetto sotto una patina di cinismo esasperato.
Lascia che le persone scorrano attraverso di se' senza mai lasciarle avvicinare abbastanza, cosi' come succede per Lips, la donna che ama, che lascia andar via ad inseguire il suo sogno di divenire combattente, trovandosi poi a doverla seppellire dopo la prima missione andata male. Pur non lasciando trasparire il dolore, Grey reagisce alla morte di Lips facendo suo il sogno della ragazza di aspirare alla cittadinanza e,unendolo alla sua voglia di sopravvivere,si guadagna il soprannome di "Morte" riuscendo sempre a scamparla dai teatri di battaglia piu' disperati grazie a un misto di fortuna, individualismo e profondo disinteresse per le sorti dei compagni.
La primissima missione di Grey (in cui solo lui e la collega Nova riescono a scampare) mostrataci dal manga ci fa vedere proprio questo suo lato cinico, mentre in seguito l'amicizia per il superiore Red, la collega combattente Nova e il sopravvissuto della resistenza Lee iniziano a far breccia nel suo cuore.
Proprio quando gli affetti iniziano a incrinare un mondo fatto solo di sangue e guerra, quest'ultima riesplode con tutta la sua brutalita', portando praticamente via a Grey, in una carneficina dopo l'altra, qualsiasi figura amica. Lui stesso alla fine lascia che il suo corpo venga trasformato in macchina per divenire piu' efficiente come macchina per uccidere e arrivare fino in fondo al suo obiettivo.
Altra cruda riflessione di Tagami ci viene infatti data dall'incontro di Grey col gruppo di resistenza "Nagoshi" la cui spietatezza e l'agire automatico non ha niente di diverso rispetto ai computer che gestiscono gli eserciti combattenti... anzi, per essere capaci di sostenere un ideale astratto in quel tipo di mondo cinico e concreto bisogna proprio oltrepassare ogni distinzione tra uomo e macchina.

Toy e Shidara alla fine non sono tremendamente simili?

Non ci sono piu' speranze di vita migliore.
C'e' solo la voglia di arrivare fino in fondo, di esaurire il proprio destino, come in una specie di grottesco videogioco.
O forse, c'e' solo la voglia di una risposta alla follia.

Quando infine Grey riesce, sputando sangue e bulloni ,a varcare le mura della City, il computer centrale, "la Big Mama" costruita da mani umane a mo' di futuristico altare pagano, non puo' che rivelarsi per cio' che e' sempre stata: un meccanismo impazzito, autoconvintosi che la razza umana anelasse all'estinzione (chissa' se infine non avesse ragione?) e quindi prodigatosi per creare un sistema sociale, una guerra fittizia e infine un mattatoio travestito da Eden (questo e' infatti la Citta', ove i combattenti, credendo di entrare in paradiso,vengono invece uccisi e tramutati in droidi senz'anima)

Grey, alla fine della saga, non otterra' alcuna risposta e si avviera' solitario nel deserto, unico testimone della sanguinosa indole umana all'autoannientamento senza speranza, senza alcuna logica. Alla fine 'Grey' è una storia senza senso, o meglio una vicenda che fa della negazione di qualsiasi spiegazione o risoluzione dei dubbi creati il suo punto di forza.
La cronaca di un massacro insensato, della fine della civiltà umana.
Il dolore e la guerra non hanno un senso, non possono essere giustificate, esistono e basta.
In un mondo che sembra la versione reale di uno sparatutto alla Doom o Half Life, Tagami non cerca la morale.
Spinge semplicemente i personaggi, come falene attirate dalla fiamma, verso la conseguenza naturale delle proprie azioni.
Un cammino tragico e insensato che porterà Grey a chiedere a Dio stesso... anzi, a una specie di Dio meccanico che l'uomo ha creato a sua immagine e somiglianza, la ragione della propria vita, delle proprie perdite, del proprio dolore, mosso unicamente dalla rabbia.
E alla fine, gli resterà solo la rabbia... e la solitudine del deserto, lo stesso deserto che lo circondava, ferito e impolverato, al termine della storia che segnava la sua prima apparizione.

Mi piace pensare, in maniera del tutto ingiustificata e ottimista, che quella montagna che si vede alla fine, sullo sfondo dell'ultima vignetta, sia la promessa di un paradiso per il nostro eroe, alla fine del suo cammino, dopo che le mille battaglie superate gli hanno portato via qualsiasi cosa...

Questa distruzione insensata e' il tema portante che ritroveremo anche in "Horobi", la serie immediatamente successiva.
In esso i toni si fanno molto piu' raffinati che in "Grey"...le inquadrature sono dinamiche e molto studiate, l'atmosfera si fa delicatamente oscura, edifici e ambienti sono ancora piu' curati ed appaiono creature mostruose dall'aspetto grottesco e quasi sessuofobico.
"Horobi" e' una storia di intrighi secolari che affondano le radici nella mitologia nipponica. Due ricercatori universitari,Zen Amako e Shuichi Aiga (quest'ultimo alternera' e dividera' con Zen negli ultimi numeri il ruolo di protagonista effettivo) si ritrovano posseduti da uno strano artefatto archeologico, che li portera' a giocare un ruolo di primo piano nella lotta tra due sette, la "Satori" e la "Yamako" (composta da sole donne).
All'inizio i toni della narrazione,scanditi da profezie,misteriosi omicidi,incubi e visioni, sembrano un po'"lenti"... vi sono interi numeri in cui i personaggi non fanno che disquisire fra loro. Il fascino principale sta pero' proprio in questo continuo reinterpretare il folklore e le tradizioni nipponiche sotto una nuova, inquietante visione, in cui i demoni delle leggende altri non sono che emarginati costretti ad autoisolarsi sulle montagne e a sviluppare facolta' mentali per sopravvivere.
Piu' avanti il ritmo si fara' piu' serrato, con veri e propri scontri fra esper e il destino inesorabile che portera' Amako e Aiga a divenire, incerti fino alla fine sul chi dei due sara' uno e chi l'altro, Idari e Horobi, ovvero il "cavaliere" e il "mostro da sconfiggere", in una sorta di messinscena cosmica orchestrata chissa' quando e per chissa' quali fini.

"Susa no o", nome del leggendario dio nipponico, diviene sinonimo di "potere". Il "potere" diviene strettamente legato alla donna, alla potenza sessuale, all'isolamento, alla voglia di rivalsa.
I sentimenti umani negativi divengono il ricettacolo di un "surplus" malefico, di cui eroi e cavalieri delle leggende, uccisori di mostri e draghi, rappresentano i necessari "spazzini".
Ma a chi sono necessari tali "spazzini"?
Perche' combattere,quando si sa per certo l'esito?
Perch' l'uomo ha cosi' bisogno di vedere distrutto e fatto a pezzi il mostro riflesso negli abissi della sua anima,senza poter venire a patti con esso?
Perche' ogni purificazione,o "catarsi" necessita di sangue innocente?

Qual'e' lo scopo ultimo (ecco il tema portante che si ricollega,come detto sopra, a "Grey") di cio' che chiamiamo"guerra", o "conflitto"?
A queste domande Tagami non risponde, le mette semplicemente in scena in tutta la loro concreta drammaticita', lasciando a noi la voglia di rispondere come meglio crediamo.

La natura degli uomini, creatrice essa stessa del male, la natura vera e propria, alberi, boschi, animali, che muoiono urlando la loro vendetta (ammirevole l'impegno ecologico di Tagami) e soprattutto il destino ineluttabile, il meccanismo barbaro che ci porta sempre a scontrarci l'un l'altro sono i temi portanti di questa piccola, grande opera, che riesce a mostrarci dei protagonisti esemplari nella loro toccante umanita', soprattutto Zen Amako, il tipico sfigatissimo nerd con cui e' impossibile non identificarsi o non fare il tifo.