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VeganWarrior

Volumi letti: 2/2 --- Voto 7
Oggi vi porto un piccolo capolavoro. “Abara”.

La trama si ambienta in un mondo dispotico caratterizzato da gigantesche strutture che fanno da contorno a uno scenario molto tetro. In questo scenario esistono delle creature spaventose con l'unico intento di "cibarsi" di umani, queste creature hanno forza e velocità sovrumane e vengono denominate "gauna bianchi". Gli unici esseri che possono combatterle sono umani con la capacità di trasformarsi in "gauna neri" anch'essi con capacità sovra-terrene, ed è proprio uno di questi che sarà il protagonista della nostra storia, Ito Denji.

L'opera si basa principalmente su combattimenti molto cruenti senza lasciare qualche vera e propria morale al lettore. I personaggi non sono particolarmente carismatici, difficilmente parleranno o faranno considerazioni introspettive. Lo stile artistico è sublime, particolare ma sublime. I personaggi umani non hanno forti tratti caratterizzati, ma invece le creature sono davvero ben realizzate assumendo spesso tratti grotteschi, le ambientazioni sono tenebrose e gli spazi spesso sembrano claustrofobici, ovviamente tutti tratti che ben si accostano allo stile macabro dell'opera.

Di contro, l'esagerazione dei combattimenti e delle creature che in alcuni casi diventeranno ammassi informi che si avviluppano su se stessi, renderanno i combattimenti poco puliti mostrandosi poco chiari. Altro difetto è la brevità dell'opera che causa lacune nella trama rendendo di difficile comprensione le origini e lo svolgimento della storia.

Tuttavia l'opera merita, e mi sento di consigliarla a chiunque voglia una lettura veloce non molto impegnativa.


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alessiox1

Volumi letti: 2/2 --- Voto 8
"Abara" è una serie manga composta da due volumi, del 2005, del sensei Tsutomu Nihei.
Chi già conosce altre opere del sensei Nihei, sa che esse sono molto misteriose e, in modo indiretto, tutte collegate fra loro. Quello che si può dire è che ritroviamo tutti gli elementi tipici dell'autore, sicuramente per capire e apprezzare meglio questo manga, sarebbe preferibile aver letto gli altri fumetti, "Abara" si dovrebbe leggere solo quando già si sono lette le altre opere del maestro, infatti lo consiglio solo ai fan dell'autore.

Per quanto riguarda i disegni, essendo un fan del sensei Nihei mi sono piaciuti molto, il suo stile può piacere o no, ma è sicuramente inconfondibile, quello è fuori discussione.
Penso che in quest'opera come nelle altre opere di Nihei ci sono vari punti di forza, uno è il mistero, un altro il collegamento tra tutte le opere, che non fa capire quale sia il probabile/presunto prequel/sequel di un'opera o dell'altra, e ovviamente l'azione, nelle sue opere si parla molto poco, e comunque quelle poche discussioni non ci aiutano molto a capire la situazione, vale il discorso del mistero di prima, quindi i combattimenti sono il fulcro del manga.
E come altri punti di forza annovererei i paesaggi giganteschi e spettrali, che solo a guardarli incutono assoluto terrore, oltre che alcune persone che si vedono nel manga, che sembrano come morti dentro, degli zombie in una città enorme e spettrale.

In conclusione: un volume bonus, che consiglio di prendere solo ai fan del sensei Nihei, che vogliono avere ogni sua opera disponibile, per tutti gli altri dico di lasciare perdere, soprattutto a chi vuole iniziare con qualcosa del maestro, non è questo il fumetto giusto.

Voto finale: 8


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ARAPHAEL

Volumi letti: 2/2 --- Voto 6,5
Abara è il più grande fiasco di Nihei. Mi spiace dirlo visto che è uno dei miei autori preferiti, ma si tratta di un'opera palesemente sotto tono rispetto alle sue tre principali.
I disegni sono sublimi come al solito ed è eccellente sia le rappresentazione dei gauna, sia la decadente ambientazione. La confusione del tratto però regna sovrana, non che le sue altre opere siano facilmente comprensibili, ma per poter capire una singola tavola di Abara possono andar via anche dieci minuti. A questo si aggiunge l'ancor più confusionaria e criptica trama, tanto criptica da far sembrare Blame! semplice una fiaba per bambini.

Fino alla fine del primo volume la storia procede in modo piuttosto scorrevole, ma già dagli inizi del secondo volume le pessime sceneggiature ed il tratto caotico rendono all'apparenza questa storia ancor più inconcludente di quanto già non lo sia. La trama è molto scarna ed offre ben poco al lettore, che può essere tratto facilmente in inganno da un primo volume abbastanza promettente.

I protagonisti di Abara sono i gauna, creature comparse in Sidonia, di cui però condividono solo il nome a quanto pare. La teoria secondo cui questo sarebbe un prequel di Sidonia, non è mai stata confermata, oltre al fatto che se davvero le due storie si svolgono all'interno dello stesso universo narrativo sorgerebbero non poche contraddizioni.

Purtroppo questi sono due volumi autoconclusivi, completamente slegati da quell'opera magna che è Sidonia. Dico purtroppo perchè se questi albi fossero serviti almeno per spiegare più nel dettaglio questioni lasciate marginali all'interno di Sidonia, come l'origine dei gauna, oppure l'apocalisse del sistema solare ad opera di questi, Abara non si sarebbe limitata ad essere solo una sequenza di belle tavole...
Più o meno carino ho trovato digimortal, storia autoconclusiva che si trova alla fine del secondo volume, ma comunque niente di speciale al di là questo della sua brevità.
Insomma, l'autore poteva risparmiarseli questi due volumi.


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giacgiac

Volumi letti: 2/2 --- Voto 8
La difficoltà nel giudicare un'opera breve è sempre maggiore di quella che si incontra con una medio-lunga; se poi la suddetta opera breve presenta uno stile particolare e non da tutti fruibile, il giudizio si complica ulteriormente. Questa è più o meno la mia situazione nel giudicare un'opera del calibro di "Abara". In termini di pubblicazione si colloca due anni dopo "Blame!" e contemporanea a "Biomega", riportando tuttavia delle sottili differenze con quest'ultimo. In primo luogo c'è da dire che "Abara" non mostra riferimenti all'universo della prima opera di Nihei, ma al contrario sembra voler essere un prequel per "Sidonia no Kishi" - opera ancora in corso. E lo stile invece di anticipare la linea più "morbida" e pulita - relativamente agli standard di Nihei - ritorna in parte allo stile grezzo e sporco di "Blame!" che io ho tanto amato. L'ambientazione è quella di una terra futuristica, le architetture sono complesse e astruse, molto squadrate, spesso sovrapposte, eterogenee nella forma, quasi a formare un puzzle ordinato male; tornano in voga invece le inquadrature sterminate, a campo lunghissimo, che sempre nel primo Nihei mi avevano affascinato così tanto. Eppure il soggetto cambia, non tanto nel character design, molto simile a quello di "Biomega", quanto nel comportamento e nella caratterizzazione dei personaggi, sempre più umani e sempre meno macchine; non c'è più spazio per uomini meccanici o di laboratorio che, nonostante tutti i colpi subiti, si alzano sempre freddando i nemici, qui si vedono uomini veri, in carne e ossa, a rapportarsi con mostri sanguinari e terrificanti, i cosiddetti Gauna bianchi - ed è qui che ci si ricollega all'ultimo Nihei -, e veri e propri ibridi, nati dagli esperimenti di incrocio tra razza umana e Gauna, cioè i Gauna neri. Questa è l'opera di Nihei più complessa da capire, da questo punto di vista; non tanto per la trama in sé, piuttosto semplice da capire e resa chiara dai frequenti dialoghi, quanto per il miscuglio di stili sbattuti dentro l'opera dall'autore stesso. È un ponte tra la meccanicità di "Blame!" alle emozioni e ai sentimenti di "Sidonia", passando per lo stile di "Biomega".
Che dire, Nihei non mi delude mai, ogni sua opera riesce sempre bene o male a sorprendere, "Abara" è una buona lettura, rapida e avvincente, un po' enigmatica - ma oramai è un marchio di fabbrica di questo autore - e riassuntiva del lavoro di Nihei fino a questo punto. Agli amanti del cyberpunk non potrà che piacere.


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Evicenda

Volumi letti: 2/2 --- Voto 7
[LA RECENSIONE È BASATA SULLA VERSIONE DELUXE]

[VOTO 7,5]

Eccomi a recensire ABARA ed il primo approccio che ho avuto con Tsutomo Nihei. Indubbiamente la trama mi ha affascinato fin da subito. Inoltre queste figure del "Gauna bianco" e "Gauna nero" (ammetto che all'inizio pensavo fosse guana) mi intrigavano molto visto che amo le figure "disposte" a tesi ed antitesi. Sicuramente uno sci-fi che il suo impatto l'ha fatto. Successivamente mi sono informato su Nihei, sulle altre opere scritte, vedendo qui su animeclick qualche disegno qua e là, rimanendone colpito dalla tristezza che riesce a infondere.

TRAMA
ABARA. Siamo in questo mondo, in questa cittadina di cui non si sa il nome né quale sia la sua posizione geografica. Non si sa nulla. La storia inizia all'interno di una centrale dell'olio dove Denji Ito, un ragazzo freddo e cupo, viene disturbato durante il proprio lavoro da Todohomi, una ragazza misteriosa che gli chiede aiuto. Aiuto, perché un gauna bianco sta divorando civili e distruggendo la città, diventando sempre più forte e più grande. Ma perché andar a chiedere aiuto ad un ragazzo, fino alle profondità del sottosuolo? Perché? Semplice: lui è una gauna nero. Una figura "cyber genetica" fornita di una velocità semi - divina ed una forza di pari eguaglianza. Esso si scontrerà contro questo gauna bianco e, da qui, sarà l'inizio o forse la fine di tutto.
Tra cospirazioni della "quarta cronaca" ed indagini parziali del corpo di giustizia ci ritroveremo in mezzo ad una guerriglia tra semi - divinità, per il destino del mondo.

Forse così è narrata un po' troppo "facile e bella", perché oggettivamente la trama è molto slegata con se stessa e molti aspetti sono poco chiari. I testi, a mio avviso, sono qualitativamente insufficienti, anche se alla fine non si sposano male con l'ambientazione e, grazie alle immagini, riescono a raccontare dove le parole non arrivano. Bisogna premettere che la trama di ABARA è rilevante dopo, ma non verso le ultime pagine, dopo che si è finito di leggere tutto. E' un qualcosa che deve essere assaporato e poi riassaporato ancora.
La sceneggiatura dà l'idea di esser stata scritta molto velocemente ed anche in maniera slegata, ma sicuramente riuscendo nel rendere il tutto affascinate e melanconico. Strano a dirsi, ma piacerà.

N.B. La parola ABARA, traducendola dal giapponese(tramite traduttore) ne risulta: "肋", che significa "Costola". Non so se la traduzione sia corretta, ma a parte tutto è un termine che molto ben si configura con la storia. Lo capirete meglio in seguito.

DISEGNI
I disegni sono fantastici per una questione di espressività emotiva: è intrinseco di melanconia. Tutto questo si sposa a meraviglia con l'ambiente circostante, rendendolo cupo, buio e angusto. Tecnicamente su Nihei non vi è nulla da dire. Il disegno è spettacolare, ma analizzandolo più approfonditamente si possono notare alcune sottigliezze:
- Il disegno a livello anatomico visivo è veramente un po' troppo simile, anche se comunque è indubbiamente rende il suo stile.
- Vedendo Abara penso che Nihei sia un gran appassionato di Alien.
- I fondali sono molto ma molto simili a quelli di Q Hayashida (anche lui appunto appassionato di Alien).
- Per certi versi, soprattutto a livello espressivo, e anche per il fatto che quasi tutti hanno i capelli nero pece, mi ricordano vagamente Re-l di Ergo Proxy.
- L'apatia espressiva di Nayuta e Ayuta e la loro fisionomia mi hanno ricordato moltissimo i "Precog" di Minority Report.


<b>[DA LEGGERE QUANDO L'AVRETE FINITO]</b>
[In tutto ciò, ho trovato spettacolare oltre ad i fondali la figura del guana bianco e della "mastodonticità" (anche se non esiste, spero dia l'idea) in cui riesce ad arrivare, emulando per certi aspetti molte scene di The End of Evangelion. Il gauna bianco sta a Rei come il mausoleo sta a Lilith. Anche la progettazione della schiena dorsale ricorda molto gli EVA ed inoltre il collegamento neurologico è ripreso in parte nella scena delle due gemelle. Non scopiazzature…ma sicuramente grossi spunti in cui è riuscito ben ad amalgamarli in questa storia, anche qui, un po' "lynchiana".
Per quanto riguarda Digimortal ho notato anche qui dei lievi collegamenti con la storia precedente. Naturalmente l'armatura ricorda quella del guana nero, anche se, in quella di ABARA vi sono grosse sfumature in Alien, qui invece le sfumature sono dirette molto più verso Venom. Infatti Digimortal oltre al titolo, mi è sembrato molto più un supereroe(o antieroe) da fumetto, non da manga.]
<b>[FINE CONSIDERAZIONE]</b>


Nota negativa, in termini assoluti, è il disordine di certe tavole (e qui non c'entra l'edizione). A volte si farà veramente fatica a capire cosa stia succedendo. Avevo già sottolineato un problema così in altre recensioni, ma qui è a livelli quasi indecenti.

EDIZIONE [versione Deluxe]
Nulla da dire. L'edizione si presenta veramente ma veramente bene, soprattutto ad impatto visivo. Spessa, pesante, sovraccoperta a base nera con scritte lucide, ad un prezzo di 12,90: caro ma considerando che sono 2 volumi più le pagine a colori e la buona densità cartacea, allora il prezzo è giustificabile. Analizzando l'interno, abbiamo una breve descrizione dei capitoli che andremmo a leggere, accompagnati da un mini poster: qui forse potevano non attaccarlo alla prima pagina della storia, ma bensì lasciarlo esterno, dando la possibilità di staccarlo. Le prime pagine a colori (per nulla azzeccati secondo me) fanno spazio ad una carta più che buona, piacevolmente scorrevole per infine far scendere il palcoscenico: Digimortal.
Un one shot. Una storia che spero venga implementata un giorno. Veramente frenetica e cattiva, in un ambiente dark - cyberpunk - ecclesiastico dove vi è un ragazzo (molto simile a Ito) che combatte contro a la "Chiesa della Trasfigurazione", una realtà ecclesiastica corrotta. Non dico altro. E' solo una piccola parte. Da leggere assolutamente. Anche perché, in poche pagine, qualche riferimento stilografico ad ABARA c'è.

Concludendo, ABARA è un qualcosa di molto particolare, forse anche troppo. Lo definirei un manga alla David Lynch (ancora meno chiaro) che però trasmette moltissimo in termini grafici e di incipit. Ci lascia sospeso proprio come quello che succederà in tutte le pagine (soprattutto le finali), con un alone di mistero e vuoto totale. E' quello che voleva lui, anche se sembra aver voluto concluderlo il prima possibile. Ma la cosa particolare è che quando lo si finisce non si può far altro che dire (scusate il termine): "Eeeeh…è una figata".
E questo è pazzesco. Lo si legge e finito lo si vuole rileggere ancora. Ed è quello che farò. ABARA fa questo alla testa. Il voto è di 7,5: sia per la storia particolare e prettamente cyber - melanconica (che amo) che per l'edizione oggettivamente ben fatta (per 12,90 vorrei vedere) che ne soddisfano la lettura.
A chi lo consiglio? A tutti coloro che amano gli ambienti melanconici ed angusti come Dorohedoro, a coloro che amano il Cyberpunk, Blade Runner o che amano realtà come Evangelion e per certi aspetti anche la tecnologia di Ergo Proxy, ma soprattutto consigliato, oltre a chi piace lo sci-fi più precisamente il Cyberpunk, anche agli amanti di Lynch. Sicuramente un manga che richiede una propria interpretazione, che necessita di esser riletto, proprio come i suoi film.
Nihei, sei stato una piacevole sorpresa più che durante, finita la lettura. Particolare!

Vi lascio con questo mio pensiero cercando di riassumere tutto ciò che è per me questo manga:
"ABARA è una storia amara. Ma un amaro di quelli non persistenti, di quelli che quando l'avete finito, per certi aspetti ne vorrete ancora. E perché? Perché in qualche modo questo amaro piace e piace tanto"


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vgotho

Volumi letti: 2/2 --- Voto 9
Tsutomu Nihei è un autore che riesce a fare ciò che altri mangaka vorrebbero o hanno disperatamente tentato di fare , ossia far parlare i disegni privandoli quasi interamente dei dialoghi.
L'ineguagliabile potenza espressiva del suo tratto e il suo linguaggio grafico criptico non si adattano a tutti, difatti comprendere o meglio ancora "interpretare" la trama delle sue opere non è cosa immediata. Spesso riferendosi a Nihei, si sente parlare di "mancanza di trama" e "opere incomplete", ma non è esatto, difatti le linee guida della storia sono tutte impresse nelle tavole. Soffermandosi anche un minuto su una singola pagina si possono notare dettagli ai quali inizialmente non si aveva fatto caso, specialmente nelle scene d'azione, elementi che garantiscono una miglior comprensione generale della storia. A causa della narrazione astratta è consigliabile per i neofiti iniziare a leggere Nihei da Blame! per comprendere meglio lo stile dell'autore, evitando così di rimanere delusi al primo approccio, e successivamente cimentarsi nella lettura di questo titolo. Risulta meno accessibile dei classici manga poiché qui il lettore deve sforzarsi di dare un'interpretazione a ciò che ha letto: i contorni sfumati della vicenda non riescono a raggiungere chi legge velocemente o a chi vuole semplicemente distrarsi con la lettura.
Abara è una miniserie in due volumi, che si allontana dalle atmosfere cyberpunk di Blame! per esplorare un mondo meno improntato strettamente sul claustrofobico e sintetico, ma che conserva le atmosfere apocalittiche e oscure tipiche del maestro. In un'enorme città sorgono imponenti alture nelle quali è racchiuso un inquietante segreto che la popolazione ignora da sempre. L'operaio Denji Ito viene chiamato dall'optometrista Tadohomi, una sua vecchia conoscenza, la quale lo informa della comparsa di un terribile mostro in superficie che si nutre di esseri umani, il Gauna Bianco.
Se inizialmente, il ragazzo vuole restare lontano dai fatti, egli si rivelerà poco più tardi un Gauna Nero, sorta di nemesi che si dedicherà a combattere con forza e velocità sovrumana il nemico.
Perché "Abara"? Abara si può tradurre come "costole", infatti i Gauna inizialmente riescono a trasformarsi prolungando queste per creare affilate corazze, che distorcendosi e propagandosi diventano delle vere e proprie armature.
Se i Gauna Neri sono esseri che conservano fattezze umanoidi, i Gauna Bianchi possono divorare talmente tanti esseri umani da alterare la forma originale e mutare in orrende e gigantesche creature. Responsabile di questo disastro è il Distretto di Optimetria, del quale Todohomi fa parte. Negli immensi laboratori della residenza di Optometria, vengono operati esperimenti che coinvolgono i Gauna. Il capo di Optometria, individuo senza nome e brutto come la fame, si serve delle gemelle Ayuta e Nayuta, entità telepaticamente collegate l'una con l'altra, per studiare e regolare lo sviluppo dei Gauna. Tra i suoi piani però, c'è anche il recupero, o meglio la cattura di Denji, che diversi anni fa era sfuggito al suo controllo e aveva avuto la possibilità di rifarsi una vita come addetto alla coltura dell'olio.
Quando la storia è ormai inoltrata, sia nei combattimenti che nei dialoghi vengono svelati alcuni retroscena sul passato di Todohomi e Denji. Ad esclusione di Sakijima, si può dire che tutti i personaggi principali si conoscano già e che la storia non sia altro che lo sviluppo di vicende pregresse partendo da una trama già avviata.

Nel presente il Gauna Bianco ha raggiunto dimensioni preoccupanti e la polizia decide di investigare su questi recenti avvenimenti, iniziando a documentarsi su questi esseri e svolgendo un sopralluogo nel reparto di Optimetria. Il poliziotto Sakijima soccorrerà Todohomi nei laboratori segreti del reparto e i due incontreranno di sfuggita sia Ayuta, ormai tramutata in Gauna Bianco, che Denji.
Nihei nei suoi manga fa spesso sfoggio della sua abilità da architetto, con infrastrutture articolate e incredibilmente varie. Le ambientazioni urbane vengono disegnate magistralmente trasmettendo un senso di degrado totale, mentre quelle più fantascientifiche stregano il lettore invogliandolo a proseguire nella lettura. Dai neri e lunghi abiti rituali ai conglomerati putrescenti , alla raffinata bellezza delle donne disegnate dall'autore, ogni elemento non risulta mai stonato nell'equilibrato e buio Niheiverso.
Un finale apocalittico che potrebbe trovare la sua colonna sonora nei The Angelic Process lascia il compito di ricomporre ogni frammento e costruirsi una personale visione della storia.
Un volume da leggere e rileggere per assimilare bene i particolari e ricomporre i pezzi. Già alla seconda lettura vi sembrerà tutto più chiaro.
Terminata la lettura di Abara, è presente anche un one-shot dal titolo Digimortal, dove viene raffigurata una società distopica con a capo un governo tecnocratico e tecnoteista, la "Chiesa della Trasfigurazione". Dopo aver riesumato le tecnologie del passato, la Chiesa aveva incoraggiato fortemente le trasformazioni estreme degli esseri umani in cyborg, inquisendo invece i cittadini sospettati di aver tracce di manipolazione genetica risalente alla civiltà precedente.
Una misteriosa organizzazione assolda il mercenario Digimortal per colpire il cuore del Tribunale dell'Inquisizione, che opera spietatamente arrestando in maniera indiscriminata e trafficando umani. Si rivela una storia avvincente e violenta, ben più immediata e lineare delle classiche opere di Nihei, e pur non sfociando in elementi trascendentali riesce a mantenere un buon livello di coinvolgimento emotivo. L'impatto grafico è molto simile ad Abara , vi sono ambientazioni dal sapore gotico, fredde e maestose, che suggeriscono un'atmosfera di solennità, rendendolo un extra decisamente valido e gradito.
In conclusione Abara è un'ottima opera, sicuramente consigliata ai fan di Nihei e a chi non ha paura di trame nelle quali occorre prestare particolare attenzione sia ai disegni che ai dialoghi minimali ma di essenziale importanza.
Per chi vuole leggersi quello che pare proprio il sequel spirituale di Abara, consiglio la più recente opera del sensei, Knights of Sidonia.


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Elam

Volumi letti: 2/2 --- Voto 7
Abara è una miniserie di due volumetti del maestro Tsutomu Nihei, conosciuto da molti per l'altra sua opera, Blame! Vi è un protagonista principale di nome Denji Ito attorno a cui però non ruota l'intera vicenda, che invece vede alternarsi vari attori di cui non conosceremo quasi nulla se non informazioni sparse per tutto il manga e il loro destino. L'intera vicenda è fumosa e poco chiara, caratteristica conosciuta dell'autore, quindi se odiate leggere opere che spiegano poco o nulla state lontano dalla miniserie. Il Protagonista Denji è un Gauna nero, una sorta di mostro forse frutto di mutazioni genetiche o esperimenti su cui non avremo molte/troppe informazioni se non quelle essenziali. La trasformazione di Denji è abbastanza raccapricciante: dalle vertebre sulla schiena escono una serie di filamenti/fruste che a me ricordano le antenne degli scarafaggi, che si inspessiscono fino a diventare una sorta di armatura ossea abbastanza schifosa a vedersi. Denji è tale poiché faceva parte di un gruppo di individui che avrebbero il compito di combattere i Gauna Bianchi, creature misteriose molto simili a ciò che diventa Denji quando si trasforma. I Gauna Bianchi appaiono ogni tot anni ed hanno il solo scopo di divorare gli esseri viventi e distruggere il "mausoleo dell'eterno distacco", nome che diverrà "chiaro" solo alla fine dell'opera. Denji però è un fuggiasco, infatti scoperta la sua natura è fuggito dall'organizzazione che l'ha creato. Quando appare il primo gauna bianco però decide di combatterlo, grazie all'intermediazione di Tadohomi, una ragazza che conosce il suo passato essendo parte dell'organizzazione chiamata "residenza di optometria", che ci accompagnerà fino alla fine dell'opera. Un altro protagonista è l'investigatore Sakijima che invece subisce gli eventi senza poter quasi fare nulla se non rincorrerli e vedere i suoi uomini venir decimati uno ad uno.

La cosa che maggiormente colpisce l'opera sono i disegni e l'atmosfera cupa, sporca, fatale. Niente ambientazioni scolastiche, niente gonnelline ascellari, niente katane, niente maggiordomi che servono il tè a loli vestite come confetti e personaggi fotocopia con gli occhiali. Tsutomu Nihei ha uno stile tutto suo e per tale motivo è riuscito ad emergere ed imporsi. Certo alcuni visi femminili si assomigliano troppo e se non fosse per l'aggiunta di qualche cerotto, graffio e ferite non sarebbero così chiari. Purtroppo la cripticità di alcuni passaggi è abbastanza fastidiosa e il finale potrebbe avere un risvolto biblico, chissà! I combattimenti tra Gauna sono fumosi ed occupano buona parte dell'opera, e forse se vi fosse stato un terzo volume l'autore avrebbe potuto approfondire di più alcuni passaggi (chissà se invece non ne aveva nessuna intenzione). Abara è un'opera di fantascienza dark e cupa, criptica, per un pubblico adulto con uno stile grafico particolare che può piacere o meno, ma che certamente trova il suo posto tra le opere del maestro. Non è per tutti e nonostante, come hanno recensito altri, non abbia una grandissima profondità e può sembrare una serie di scontri e morti dietro l'altro, ha il pregio di soddisfare il palato di chi cerca qualcosa di differente. Sto basso con il voto poiché avrei preferito qualche dialogo in più e qualche scontro in meno. Ottima l'edizione italiana con sovra.copertina. Invece calo un velo pietoso per Digimortal, inserito al termine del secondo volumetto, forse un pilot, abbastanza inutile come storia e spunto poco originale.


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Evangelion0189

Volumi letti: 2/2 --- Voto 4
Stasera voglio parlarvi brevemente della prima opera di Tsutomu Nihei che abbia mai letto (sarebbe stata seguita soltanto da Blame!; dopodiché, ulteriormente deluso e annoiato, ho messo da parte una volta per tutte il suddetto autore), ovvero di Abara, manga pubblicato nel 2005 in soli due volumi. Qualche cenno alla trama è d'obbligo.

Abara è essenzialmente un racconto fantascientifico d'azione: in un mondo futuristico e dominato, come tipico di Nihei, da edifici e strutture architettoniche immense e soverchianti, una creatura sovrannaturale conosciuta come Gauna Bianco sta facendo strage di esseri umani. Al fine di cercare ragioni che non esistono dietro a simili atti efferati, due improbabili individui si mettono sulle tracce del mostro: si tratta dell'esile Todohomi e del cupo Denji Ito, un operaio che si improvvisa investigatore laddove la polizia non solo ha fallito nelle indagini, ma è stata già massacrata dal mostro. Il peggio però deve ancora arrivare e Ito, che in realtà agisce sotto falso nome, nasconde un incredibile segreto... Il Gauna Bianco infatti sta cercando proprio lui, un suo simile che allo stesso tempo è il suo opposto: il Gauna Nero. A questo punto non resta che scoprire l'esito dello scontro finale...

Come per il più famoso Blame!, ciò che immediatamente salta all'occhio del lettore è lo stile di Nihei, a metà tra lo schizzo d'autore e il disegno sperimentale; non solo, ad affascinarci sono soprattutto gli edifici (le cui architetture sono la piena espressione degli studi universitari approntati dall'autore) e le corazze dei Gauna, plasmate direttamente dai loro corpi in continua mutazione. Per il resto, la trama è semplice (forse anche troppo) e come di consueto per l'autore, maledettamente criptica, al limite dell'inconsistenza. Un altro modo per dire che non è riuscita a intrattenermi in alcun modo: non mi ha divertito, non mi ha coinvolto, non mi ha trasmesso niente. Il nulla assoluto. In definitiva, a parte per i disegni degni di una qualche nota, a mio avviso Abara è un manga decisamente molto lontano dalla sufficienza.


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Kabutomaru

Volumi letti: 2/2 --- Voto 5
Come dicono in molti, Tsutomu Nihei o lo si ama o lo si odia. A mio avviso invece alcune sue opere, seppur ostiche, sono apprezzabili anche da chi non è avvezzo al suo stile, mentre altre risultano troppo oscure e criptiche per poter essere apprezzate anche da chi lo segue o è appassionato del genere. In questo caso "Abara", rientra nell'ultima definizione. Il manga è pubblicato in soli 2 volumi da Planet Manga al prezzo di 4.50, anche se oramai sono difficilmente reperibili, visto che sono esauriti.

Riguardo la storia…ragazzi non ne ho la più pallida idea. Non sono riuscito a comprendere molto anche dopo più letture. L'operaio Denji Ito è contattato da Todohomi che gli rivela di essere accusato di numerosi omicidi, perché sospettato di essere il cosiddetto Gauna Bianco, un mostruoso ed informe essere che uccide gli esseri umani per diventare sempre più forte. Il nostro operaio, Denji Ito, è sì un Gauna, ma non quello bianco, bensì quello nero; e quindi nella più classica delle contrapposizioni i due esseri, sono destinati a scontrarsi in cruenti battaglie. Sì ragazzi la trama è un tantino più chiara rispetto a "Blame", grazie ad un maggior numero di dialoghi, ma non ha alcun senso di esistere. La narrazione è molto esile, dopo una prima parte sufficientemente chiara in alcuni punti, il lettore si trova letteralmente scaraventato in mezzo alle vicende, senza capire niente di quello che sta succedendo e naturalmente ci si ritrova davanti ad un finale che non spiega niente, lasciando il lettore nella confusione più totale.

"Abara" è un'opera che si regge unicamente sui disegni di Nihei, a mio avviso, infatti troviamo dei disegni molto sporchi e cupi che ben si fondono con una storia, confusa e criptica. Le architetture e gli sfondi della città sono spettacolari ed il lettore in certi punti prova una sensazione di claustrofobia, dalla quale vorrebbe uscire ma riesce a farlo.
Rispetto a "Blame", Nihei migliora il suo stile di disegno anche per i personaggi, che sembrano sempre dei cadaveri e un po' inespressivi, ma nei lineamenti del viso, sono molto meglio rispetto a quelli delle precedenti opere.

In sostanza, ci troviamo davanti alla storia più debole di Nihei, trama ridotta all'osso per non dire inesistente e molto criptica, ma il tutto è bilanciato da ottimi disegni, che a mio avviso, non bastano a salvare l'opera. I difetti di Nihei, in quest'opera sono venuti a galla tutti quanti, se in "Blame" che era la sua prima opera, l'atmosfera, i personaggi e una narrazione più coinvolgente hanno reso l'opera una pietra miliare, con quest'opera l'autore non riesce ad esprimersi per niente e per di più il lettore, per tutta la durata del manga, non è altro che un freddo e distaccato spettatore della vicenda, senza che mai venga coinvolto appieno nella storia. Sinceramente, consiglio "Abara" solo ai fan più accaniti dell'autore, che forse sapranno apprezzare l'opera, chiudendo più di un solo occhio sui numerosi difetti.


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__Nergal__

Volumi letti: 2/2 --- Voto 8
Abara è un manga del 2005 composto da 2 soli volumi (purtroppo).
La storia è ambientata in una epoca contemporanea ma alternativa alla nostra anche se, data la lunghezza decisamente breve dell'opera, sarà difficile capire il contesto e soprattutto non ci è concesso sapere praticamente niente del passato della civiltà, di chi sono i personaggi e altri dettagli che avrebbero reso "Abara" un capolavoro assoluto.

Itou, giovane operaio è sospettato di innumerevoli omicidi ma in realtà è stato un essere invisibile, il Gauna Bianco, a commettere questi crimini.
Contrapposto a questa minaccia che si ciba di umani vi è il Gauna Nero, Itou stesso, l'unica speranza per l'umanità.
La trama non spicca molto per originalità, troviamo un mostro che vuole sterminare l'umanità ed un altro mostro che invece vuole salvarla. Probabilmente un altro paio di volumi avrebbero permesso di spiegare meglio il contesto in cui si inseriscono questi due Gauna, da dove viene quello Bianco? Cosa è successo al mondo che sembra sia stato devastato da innumerevoli catastrofi? Troppi particolari rimasti in sospeso che avrebbero arricchito la storia, rendendola più affascinante.

Contrapposta ad una trama intrigante ma trattata forse in modo troppo superficiale, abbiamo dei disegni veramente magnifici.
Volti e ambienti sono realizzati in maniera eccelsa, i Gauna ricordano lo stile di H.R.Giger per gli xenomorfi di Alien, personaggi veramente terrificanti e affascinanti allo stesso tempo.
Purtroppo,però, nelle scene più concitate si fa fatica a capire ciò che succede, disegni a volte troppo confusi che non fanno godere appieno degli innumerevoli scontri tra Gauna.

Detto questo, Abara resta comunque un manga fortemente consigliato grazie alla sua ottima resa visiva e le ambientazioni cupe e opprimenti che ben si adattano alla trama che è allo stesso tempo una delle parti più belle e il tallone d'Achille dell'opera che risulta decisamente troppo corta per una storia che avrebbe potuto svilupparsi su più volumi contestualizzando meglio e sfruttando le innumerevoli possibilità di sviluppo che forniva.


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TheRolandDeschain

Volumi letti: 2/2 --- Voto 8
Non è un opera facile, forse una delle più criptiche di maestro Nihei.
Disegni spettacolari, tavole nuff said che prendono il sopravvento sui baloon. Ambientazioni claustrofobiche e scene d'azione letteralmente vibranti.
Ma questo spettacolare manga richiede molte riletture per capire in maniera decente (comprendere appieno è una parola grossa) dove Nihei vuole condurci. Non è per i deboli di cuore, non è per chi vuole comprendere tutto al primo colpo.
Ma per chi porta pazienza e comprende che ha tra le mani un opera favolosa.
Il Gauna Bianco si rivela periodicamente dai corpi della popolazione e a contrastare questo flagello che ingurgita esseri umani per poter crescere c'è solo il Gauna Nero che però in devastazione non si differenzia di molto dal suo cugino...
Eppoi il Mausoleo dell'Eterno Distacco, che se fosse fagocitato dal Gauna porterebbe all'estinzione del genere umano stesso...
L'unico rammarico da imputare a maestro Nihei sono i due soli volumi (peraltro introvabili) di cui consta l'opera, è il sadismo di cui soffriranno i lettori una volta toccata con mano quest'opera.
Criptica, tutta da decifrare...


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Dartes

Volumi letti: 2/2 --- Voto 9
"Abara" è un manga del 2005, edito in Italia dalla Planet Manga, che porta la firma del grande autore Tsutomu Nihei. È costituito da due brevi volumi e risulta essere un'edizione pressoché buona della Panini. Rientra nella piena tipologia seinen, con delle sfaccettature di mistero e fantascienza.

La trama è davvero originale ed innovativa, specialmente nel campo dei manga. Narra di un mondo tenebroso dove l'oscurità regna sovrana, e dove abitano strane e misteriose creature. Denji Ito, giovane operaio, viene contattato e sospettato dalla pacata Todohomi di essere l'aggressore e l'assassino di moltissime persone della Terra: ovvero di essere il Guana Bianco. Questa orribile creatura è in grado di alimentarsi degli esseri umani per assorbirne la forza e aumentare quindi la sua già terribile e temuta potenza. Il ragazzo però, con un grande colpo di scena, non si rivelerà essere il tanto acclamato Guana Bianco, ma bensì uno dei due Guana Neri. Cosa succederà? Come andrà a finire questa leggendaria e mostruosa battaglia tra sanguinarie creature?

L'ho trovato davvero un manga particolare e ricercato, di un genere fantascientifico che tende, anzi, sprofonda nettamente nell'horror più tetro e spaventoso. È sicuramente un pieno seinen, che si discosta totalmente dal banale genere di combattimento, ricco di idiozie ed eroi. Risulterà difficile seguire il filo logico della storia, in quanto sarà lievemente tagliato a partire già dall'inizio del manga. L'ambientazione è, a mio parere, il più grande punto di forza sul quale si basa l'intero manga in questione; e l'autore ha saputo sfruttarla al massimo e renderla nei minimi dettagli: proprio per questo risulterà molto realistico e colmo di strane architetture futuristiche e non. I disegni di Nihei-sensei, come ormai tutti sapranno, sono alquanto suggestivi e "sporchi", colmi di violenza e tenebrosità in ogni dove. Le scene di azione risultano assai confusionarie, ma nel complesso non stonano e sono apprezzabili. In conclusione è un manga davvero particolare ed innovativo, che non si adatta, però, a tutti i palati.


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GianniGreed

Volumi letti: 2/2 --- Voto 3
Abara è stato il primo manga che ho letto di Tsutomu Nihei, e probabilmente, sarà anche l’ultimo. Non ho capito di che parla, tranne il fatto che c’è un tizio capace di trasformarsi in un mostro, il Guana Nero, e combatte contro altri tipi posseduti da dei mostri chiamati Guana Bianchi.
No vabbè, l’ho capito, ma preferisco sorvolare sulla trama.

È stata una lettura noiosa e inconcludente, non mi è rimasto nulla alla fine.
I disegni di Nihei c’è a chi piacciono e a chi no, a me non piacciono. Non si capisce nulla di quello che succede, le scene sono confuse. Sono di sicuro dettagliati, specialmente negli sfondi e negli ambienti, con le strane costruzioni di cui è piena la città in cui si svolge la storia. Invece i disegni sui volti sono molto brutti, i personaggi sembrano tutti dei cadaveri, magari è un effetto voluto, ma non sono per nulla espressivi.

Fortuna che il manga dura solo due volumi. La storia non mi è piaciuta per niente, e alla fine della lettura mi sono chiesto il motivo dell’acquisto del manga. Non so davvero cosa mi abbia spinto, fatto sta che sono convinto di aver buttato via i soldi.
Alla fine del secondo volume è presente una storia breve, dal titolo Digimortal, che ho trovato molto più interessante della storia principale. Purtroppo non basta a rendere giustizia al denaro speso per questa porcheria.

L’edizione italiana presenta una buona grafica, con tanto di sovraccopertina, facendolo sembrare dall’esterno quasi un bel manga, peccato per il contenuto.
Io non lo consiglierei a nessuno, ma ai fan dell’autore potrebbe piacere, forse.


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DaisukeKatashi

Volumi letti: 2/2 --- Voto 9
"Denji Ito, di età imprecisata e indirizzo sconosciuto, lavora da sei mesi in quello stabilimento. Al momento è sospettato di aver causato la morte di 128 civili e 24 agenti del dipartimento di giustizia"

Abara è un manga ideato dal tanto amato quanto odiato Tsutomu Nihei, che a partire dal 2005, nella rivista Ultra Jump, ha pubblicato un totale di 2 volumi. Naturalmente l'edizione italiana è della Panini Comics, come del resto tutte le opere tradotte in Italia di Tsutomu Nihei. Abara diversamente da altri suoi manga non è ambientato in un futuro lontano, ma è ambientato in una realtà alternativa del presente, ma partiamo prima di tutto dalla trama dell'opera.

La trama vede il protagonista Denji Ito, operaio in uno stabilimento, sospettato di aver brutalmente massacrato e ferito uno svariato numero di persone. La realtà dei fatti vede il Gauna Bianco, il quale si sta alimentando degli abitanti stessi della Terra. Solo in seguito si scoprirà la vera natura del protagonista Denji Ito, il quale si rivelerà un Gauna Nero, sarà in grado il Gauna Nero di salvare il mondo dal terribile Gauna Bianco?

Come sempre i manga di Tsutomu Nihei sono claustrofobici, oscuri, sporchi e crudeli, queste sono le prime parole che mi vengono in mente per descrivere l'opera, ma in generale un po' tutte le opere del maestro Tsutomu Nihei. Abara si discosta leggermente dalla solita realtà futuristica e distopica, nonostante tutto riesce a prenderti fin da subito, come tutte le opere di Tsutomu Nihei o le si odia o le si ama, c'è veramente poco da fare ed ovviamente consiglio l'opera solamente agli amanti del genere cyberpunk e ai sostenitori di Tsutomu Nihei. Il tratto è eccellente come sempre, Tsutomu non perde un colpo. Per quanto riguarda la trama non mi è piaciuta moltissimo, però nonostante tutto è buona (non è paragonabile a BLAME! o Biomega). Mi è piaciuto moltissimo la presenza alla fine del secondo volume della mini-saga (di soli due capitoli) di Digimortal, secondo me sarebbe venuto fuori veramente un capolavoro di manga, da questo incipit. Vorrei dare un 10 a quest'opera ma dare un voto che non merita non mi sembra giusto, però il suo 9 se lo merita.


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daniel

Volumi letti: 2/2 --- Voto 6
Altra opera breve - solo 2 volumi - targata Tsunomu Nihei.

In questo Abara ritroviamo tutti gli elementi che caratterizzano l'autore: lo stile di disegno (tra l'altro migliorato!), le atmosfere cupe in stile "Il Corvo" e la tecnologia che, benché meno invasiva che nelle opere precedenti, è pur sempre largamente presente.

La trama, come sempre, risulta ai minimi termini, anche perché sono solo 2 volumi.Si intravede un "piccolo cambio di rotta" dell'autore, nonostante tutto non sembra che la sua inventiva sia in piena forma (disegni esclusi). Concordo con chi afferma che quest'autore renderebbe di più se lavorasse con uno sceneggiatore. Non che da solo non renda, pero sembra che gli manchi qualcosa.

Concludo dando a quest'opera la sufficienza, nulla di più. For fans only.


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Altriem

Volumi letti: 2/2 --- Voto 7
Questa è la prima opera del maestro Nihei che completo (ovvio, sono 2 volumi). E pensavo prima di completare la lettura che finirlo mi avrebbe aiutato a capire come sarebbero terminati Blame! e Biomega o come piace al maestro terminare le sue opere. Spero proprio che non finiscano come ABARA! Per carità, è un'opera davvero bella graficamente, per non dire stupenda. Però a parte alcune tavole degne di essere appese al muro c'è una trama davvero poco dettagliata, che lascia molto spazio all'immaginazione (o ai dubbi). L'inizio e cioè il primo volume mi aveva davvero colpito, sia graficamente che per la trama. Ma nel secondo volume secondo me è stata troppo forzata la trama per farla terminare entro il suddetto volume. Peccato, è stata questa la mia espressione mentale sul finale dell'opera. Il mio voto è dato dall'opera nel complesso, buona per forza di cose (il disegno e l'idea di fondo), che però contrastano con la trama poco dettagliata e veloce nel finale. Ci tengo comunque a parlare anche dei 2 capitoli alla fine del 2° volume "Digimortal". Molto belli!


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sensei 12

Volumi letti: 2/2 --- Voto 6
<b>[Attenzione, questa recensione contiene spoiler.]</b>

Nihei Tsutomu, si sa, riesce sempre ad affascinare col suo tratto particolare. Però il suo dono, nel caso di Abara, rischia di passare inosservato, o meglio, non valorizzato a causa di una trama di fondo poco abbozzata e troppo sbrigativa (sono pur sempre 2 volumi, pochini).

La storia: In un mondo dalle architetture impossibili, si manifestano fra la gente alcuni mostri, chiamati "gauna bianchi", che divorano tutti i poveri malcapitati che hanno a tiro; nemmeno l'intervento dell'esercito può fermarli. Nel frattempo, in una azienda idroponica, una donna sconosciuta farà visita ad un uomo, tale Denji Kudo, a quanto pare l'unico in grado di poter fronteggiare il gauna bianco. Dopo qualche titubanza, il buon Denji Kudo si trasformerà in gauna anch'egli, ma questa volta nero. Lo scontro fra gauna bianco e gauna nero si risolve in favore di quest'ultimo.

Ora, fin qui il manga è abbastanza classico, e spinge a saperne di più, ma le aspettative vengono immediatamente deluse. Infatti, la solita organizzazione supersegreta e insospettabile ha liberato questi gauna bianchi fra la popolazione per un non precisato motivo...
Nel secondo volume si assiste alla evoluzione di uno di questi gauna bianchi che cresce in maniera spropositata. Si scoprirà, poi, che il mostro sta per divorare un "mausoleo dell'eterno distacco", ovvero una sorta di terrapieno, una collinetta cilindrica che contiene un non si sa cosa di preciso...
Il gauna bianco farà strage di umani, e nemmeno l'intervento di due gauna neri riuscirà a sventare il tentativo di riproduzione mastodontica del gauna bianco. Il tutto si "risolverà" grazie all'intervento deflagrante di due superstiti di una ulteriore organizzazione ancora più segreta dell'altra...
E il finale lascia di stucco.
Nel lettore rimane la forte impressione che la trama sia incompleta, spezzettata sul più bello, con mille particolari e interrogativi non svelati.

L'edizione: ecco, qui il tasto è assai dolente, essendo Planet Manga:
- la carta è buona, niente da dire almeno stavolta;
- le onomatopee sono ricalcate seguendo fedelmente i contorni di quelle originale giapponesi, con risultati vergognosi... infatti ci sono delle "B" che assomigliano a degli 8 pompati di steroidi, e delle "O" che sembrano dei quadrati smagriti... In una pagina, addirittura, l'sfx è talmente impossibile da ridisegnare, che è stato lasciato così in giapponese;
- pagine a colori: nell'edizione originale sono presenti, qui no. Mi pare strano che l'editore non abbia voluto concedere il permesso per sole quattro-cinque pagine. Fin quando la Panini userà questa scusa?
- il prezzo: 4.50 a volume, è giusto.

In breve: consigliato solo ai fan più sfegatati di Nihei, dello sci-fi, delle opere brevi. Un neofita ne rimarrebbe alquanto disorientato.


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jane_lane

Volumi letti: 2/2 --- Voto 6
“Soldi buttati. E non provare a dire di no!”
Questo è ciò che mi ha detto mia sorella dopo avermi scroccato il secondo e ultimo numero di Abara, peraltro faticosamente reperito dopo mesi di ricerche. Onestamente, non ho trovato nessuna motivazione valida per difendere il mio acquisto: praticamente l’ho preso “perché sì”, perché sto collezionando tutte le opere di Tsutomu Nihei sperando che prima o poi questo autore riesca di nuovo a stupirmi e coinvolgermi come è riuscito a fare con Blame! ma, per sfortuna del mio portafogli, nulla dopo il suo lavoro di debutto mi ha impressionato più di tanto e di sicuro non lo ha fatto questa miniserie.
Come in ogni altra opera di Nihei, la grafica è da promuovere con lode: il design di mostri e architetture è come al solito eccellente, mentre è addirittura migliorato per quanto riguarda i personaggi umani, i cui volti ora sono molto più espressivi e dettagliati.
Purtroppo, terminate le belle parole sui disegni, non mi rimangono molte altre cose positive da dire.
È inutile girarci attorno: Blame! affascinava, ci risucchiava completamente nel suo oscuro mondo facendoci dimenticare tutti i suoi limiti; ad Abara, vuoi per la brevità vuoi per incapacità dell’autore, l’impresa non riesce, se non in sporadiche occasioni.
Noi rimaniamo confinati nel ruolo di freddi spettatori che si limitano ad osservare il tutto senza riuscire ad esserne coinvolti e, proprio a causa del nostro distacco, non possiamo non accorgerci dei moltissimi difetti di quest’opera, ovvero una trama talmente contorta e caotica da risultare a tratti incomprensibile, poche e confuse informazioni sul contesto, personaggi la cui unica caratterizzazione è quella grafica, cambi di scena troppo rapidi, un finale non-finale che fa sembrare l’intero manga una sorta di “capitolo 0” di una storia che deve ancora venire (e chissà che non sia davvero così!); in compenso abbiamo tavole e tavole occupate dai Gauna che sputano fuori tentacoli, come se all’autore importasse più che altro di mostrarci compiaciuto quanto è bravo a disegnare mostroni deformi.
Insomma, stavolta anche per gli estimatori sarà impossibile perdonare più di tanto!
Io do un 6 fin troppo generoso perché in fondo sapevo che mi sarei trovata davanti un incrocio tra un esercizio di stile e una specie di artbook più che un vero e proprio manga, in ogni caso non mi sento di consigliare questo titolo a nessuno se non ai super fan di Nihei.
Se volete fare la conoscenza di questo autore è meglio cominciare da Blame!, se già lo conoscete e non vi piace Abara di certo non vi farà cambiare idea, anzi!


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Turboo Stefo

Volumi letti: 2/2 --- Voto 8
Chi è Tsutomu Nihei?
Se non si sa la risposta a questa domanda, si può tranquillamente pensare che questo manga sia da buttare, oppure si può rimanere affascinati dalla sua “arte”!
Questo potrebbe essere IL manga grazie al quale potete conoscere questo “architetto” dei manga!
Recuperare Blame! E oramai quasi impossibile, e Biomega non risulta perfettamente godibile se non si conosce quest’ultimo... ecco perché consiglio di cominciare da questo, per soli 2 volumi potete portarvi a casa tutto quello che Tsutomu Nihei ha da offrire, o quasi, e così capire se fa per voi o no.
Se invece sapete chi è questo autore non avete bisogno di leggere la recensione, visto che vi ci fionderete come mosche sul miele, oppure lo eviterete come la peste!
Tsutomu Nihei è così, lo si ama, o lo si odia!
Partiamo con la recensione.
Delle strane creature, chiamate “Gauna Bianchi”, si stanno rivelando in giro per il paese, e nessuno sa come fermarli. Solo una creatura può farcela.
Un ragazzo di nome Denji Iito, viene contattato sul lavoro da una ”optometrista” mandata dalla “residenza di optometria”. E' ora di entrare in azione! Questo ragazzo, ricercato per aver ucciso 128 civili e 24 agenti del dipartimento di giustizia, possiede il potere di combattere questi “Gauna bianchi”. Dentro le sue ossa risiede il “Gauna nero”, l’unica creatura conosciuta che può contrastare questi mostri, che può essere uccisa solo se viene staccata la terza vertebra dalla quarta.
I rarissimi umani che possiedono il “Gauna” dentro di loro riescono a controllarlo e sfruttarlo a loro piacimento, diventando a loro volta un “Gauna” che mantiene una forma umanoide e lascia ai possessori le facoltà di intendere e di volere, mentre i “Gauna bianchi” si manifestano prendendo possesso delle loro vittime e sfruttandone i corpi per distruggere tutto ciò che trovano sul loro cammino.
La “Residenza di optometria” decide che non ha abbastanza “Gauna neri”, così comincia ad impiantare i “Gauna” dentro alcuni corpi. Ma sono controllabili i “Gauna” creati?
E che succederebbe se un “Gauna Bianco” si sincronizzasse con un umano, diventando così intelligente?
Sopra la città nel frattempo continuano a troneggiare su tutto lo scenario dei giganteschi mausolei. Delle gigantesche strutture di cui nessuno conosce le provenienza, o come son state fatte. Ma cosa nascondono in realtà? Come mai tutti i “Gauna bianchi” puntano a quelle gigantesche formazioni? Sono il luogo di nascita dei “Gauna”, o il loro punto di arrivo?
Una trama stranamente intrecciata da parte di Nihei che di solito propone delle vere e proprie avventure silenziose, in labirinti architettonici claustrofobici, formate da sporadici dialoghi ridotti all’osso. Qua invece riesce a creare e dirigere come un direttore d’orchestra le varie parti in gioco e i protagonisti, con dialoghi un po’ più vivaci del solito.
Per quanto riguarda il comparto grafico, bisogna ammettere che nonostante fosse già il punto forte di Nihei, il suo tratto si è notevolmente evoluto da Blame!.
Anche se mancano le grandissime cyber-città dai toni cupi e claustrofobiche, riesce a creare una megalopoli a cielo aperto che, comunque, fa sentire il lettore in prigione.
Si ha come l’impressione di essere stipati dentro una giungla di case, che sembrano costruite in modo ossessivo le une sopra le altre, come se la città fosse una gigantesca creatura vivente che cerca, da sola, di sovrastare le parti obsolete.
Le ambientazioni sono nettamente più “pulite” e meno confusionarie del solito, ma sono comunque ottimamente curate nei dettagli.
Un grande balzo avanti, avviene soprattutto nei volti delle persone, molto meno deformi di quelle viste in Blame!, qua rasentano il realismo, con delle proporzioni e delle forme più umane.
Notevole l’armatura dei “Gauna neri”, che denota quanta cura abbia riposto l’autore nel disegnarle, curando ottimamente le parti bianche e nere per creare un effetto spigoloso veramente ben riuscito. Talmente ben riuscito che non sembrano nemmeno provenienti dallo stile dell’autore di Blame!, dove preferiva nettamente forme più tondeggianti e parti robotiche ben in vista. Davvero Belle.
Il punto di forza di questo manga è ben diverso da quello di Blame!, quest’ultimo puntava veramente molto sugli ambienti claustrofobici e dispersivi. Oltre hai dungeon, era interessante pure cercare di capire mano a mano la storia insieme al protagonista, e capire cos’era capitato all’umanità.
In Abara, invece, i punti di forza sono l’estetica delle “armature/creature” Gauna, e senza dubbio, i combattimenti.
Sono veramente diversissimi da qualsiasi altro combattimento delle altre opere di Nihei, si susseguono velocissimi scontri tra i Gauna, che si spostano a velocità altissime e che sono in grado di sfoderare attacchi talmente potenti che distruggono interi palazzi. Combattimenti disegnati davvero bene, soprattutto quando mostra i danni procurati dagli attacchi, come braccia mozzate, teste, gambe…..
Sembra che con una macchina fotografica, sia riuscito ad immortalare scene che si svolgono ad una velocità incomprensibile per la mente umana. L’unico difetto è che qualche rara volta risultano delle sequenze leggermente confusionarie.
Nota di merito anche per la storia breve, presente alla fine del secondo volume, che sembra essere quasi il progetto da cui potrebbe essere nato Abara. Digimortal, questo è il nome della storia breve, mostra uno dei classici mondi di Nihei, con megalopoli iper-futuristiche e corpi di giustizia che si comportano da tiranni.
Il protagonista è un mercenario che viene incaricato di eliminare i capi di questo corpo di giustizia, che in questa storia viene chiamato “Tribunale dell’inquisizione”.
Un protagonista con poteri, e armatura, molto simili al Gauna nero, con la piacevole aggiunta di una falce, che amplifica a dismisura la spettacolarità dei combattimenti, simili anche quest’ultimi a quelli di Abara. Sarebbe potuta nascere una miniserie veramente interessante da questo prototipo.
Un manga consigliato ovviamente ai fan di Nihei, ma anche a chi cerca un manga veramente ben disegnato e con combattimenti devastanti. Un ottimo punto di inizio per chi vuole iniziare a leggere qualche opera di Tsutomu Nihei!
Se invece non amate Nihei, non c’è la minima possibilità di farvi cambiare idea.
L’edizione è ben curata, per trattarsi di una serie Panini. Il formato leggermente più grande dei classici manga Panini da edicola, come Naruto e Bleach, e una sovraccoperta ben fatta con le illustrazioni stupende di Nihei.
La cosa più brutta di questa edizione è l’assenza di un bordo bianco intorno alle tavole, che avrebbe aiutato a non sporcarsi completamente le dita di nero, rovinando così le pagine bianche. Fortunatamente la sovraccoperta è nera e non bianca come quella di Biomega.
4,50€ x 200 pagine circa, con sovraccoperta lucida a colori.


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akiv

Volumi letti: 2/2 --- Voto 9
Uno dei manga più belli che abbia mai letto, anche se devo dire che all'inizio non mi convinceva a causa dei disegni un po' troppo confusionari (ma indubbiamente affascinanti), e per l'assenza di una trama; ma devo dire che alla fine mi è piaciuto davvero molto!
Ho apprezzato anche la storia autoconclusiva che si trova alla fine del secondo volume, molto bella anche quella.
Un titolo di cui sicuramente consiglio la lettura agli amanti del genere fantascientifico.

Franz

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Franz

Volumi letti: 2/2 --- Voto 7
Ancora una volta Tsutomu Nihei ci propone un manga dal disegno fantastico, anche se non all'altezza di quello di Blame! che a me piace da impazzire. Atmosfere cupe, improbabili e vertiginose strutture avvolte in un alone di mistero. Bisogna dire però che ha la grave pecca di una trama quasi inesistente, confusa e criptica, senza contare la quasi assoluta mancanza di dialoghi. In via definitiva un manga consigliato a chi, come me, è un fan di Nihei ed apprezza il suo disegno.


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ALUCARD80

Volumi letti: 2/2 --- Voto 4
Alcuni hanno defiinito questo manga di soli due numeri sufficiente solo per la veste grafica, proprio perchè la trama è un concentrato di banalità ridotte all'osso con poco da raccontare. Con tutta sincerità, a me non piace assolutamente il tratto di Nihei. A volte trasmette sicuramente le emozioni che vorrebbe condividere coi lettori, ma nel più delle tavole mi pare incerto, uno stile confusionario e poco chiaro, talmente poco chiaro da crearmi una confusione visiva non di poco conto. Non ho ben capito se si tratta di questo o di altro (la cupezza generale di tutto il manga? Il modo in cui disegna i protagonisti?), ma tirando le somme il disegno mi piace poco. Nihei tenta di dipingere un futuristico cyperpunk scenario che tanto ricorda blade runner o simili, ma a mio parere manca di una certa precisione per rendere i tetri e metallici, cupi scenari al meglio. Se si fa il paragone con altri artisti che hanno a che fare con elementi architettonici futuristici o surreali, (vedi il grandissimo Ogure Ito in Air Gear, un vero e proprio tripudio per gli occhi, una goduria immensa poter ammirare le sue tavole tecniche e le sue prospettive distorte, che paiono venire fuori dal volumetto, precise a tal punto da sembrare vere), Nihei ne esce davvero sconfitto. Ma in ogni caso si sta parlando di grafica e idee per rendere qualcosa che non esiste, qualcosa che è e solo nella mente dell'autore, e che solo lui potrà mostrarlo al resto del mondo nel suo unico e inimitabile stile, peccato solo che questo stile non mi piaccia affatto.
Passando alla trama, le mie impressioni non migliorano affatto: in due volumi non si può ricavare molto, c'è poca carne al fuoco e il finale mi è parso insipido e abbastanza freddo.
Credo che sia un titolo consigliato solo a chi ama questo autore, perchè tirando le somme non è davvero niente di speciale, anzi, non credo ripernderò più in mano Abara, neanche per dargli una sfogliata.

HaL9000

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HaL9000

Volumi letti: 2/2 --- Voto 7
Sono un ammiratore dello stile di Nihei, ed anche in questo manga, uno dei punti di forza sono senz'altro i disegni. E' solo per questi motivi che do' come voto un 7 e non un'insufficienza. La storia in sé è talmente esile ed inefficace da essere imbarazzante. Intendiamoci: questa è una delle caratteristiche/limiti dell'autore, ma in questo caso si è un po', a mio parere, passato il limite. Probabilmente la storia risente della brevità dell'opera (solo 2 volumi), mentre l'idea di fondo si sarebbe forse potuta sviluppare meglio con un numero maggiore di pubblicazioni; ma tant'è.

Ilfede1

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Ilfede1

Volumi letti: 2/2 --- Voto 9
Sicuramente i recensori prima di me hanno già dato l'idea di questo fumetto... quindi che dire... E' STRAORDINARIO, il problema è che non so spiegarvi il perchè.

Mi hanno attirato i disegni, un po strani devo dire all'inizio, ma che già ad una rapida occhiata sono risultati davvero spettacolare.

Graficamente ineccepibile (anche se un po particolare, quindi solo per gusti raffinati), il problema, se problema si può chiamare, stà nella trama. Appena accennata e a dir poco incomprensibile, ma allo stesso tempo intrigante.
Il vero problema credo stia nei personaggi, in soli due volumi non si riesce a delinearne davvero bene la personalità a mio avviso carismatica in un certo senso...

Un manga davvero strano, quindi per pochi... ma come si suol dire, POCHI MA BUONI!!

 Tielle

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Tielle

Volumi letti: 1/2 --- Voto 5
Non posso salvare un fumetto solo perchè è bello graficamente. Se la trama non esiste o non mi prende, come in questo caso, il fumetto per me è da cestinare. Stesso problema di Shinichi Hiromoto. Serve lo sceneggiatore. Perchè certi autori tanto bravi a disegnare devono fare certi prodotti inconsistenti e con il tedium vitae sempre presente in ogni pagina. Più di questo non gli do come voto è anche già troppo per me.

tomino74

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tomino74

Volumi letti: 2/2 --- Voto 9
Inutile cercare una trama nelle storie di Nihei ma il suo tratto sporco, i suoi mondi cupi e ipertecnologici sovrastati da mega-strutture architettoniche e abitati da mostruosità tecno-biologiche afferrano il lettore come il più tenace degli incubi. Sorta di allievo "indiretto" del francese Enki Bilal (a cui si può apparentare per diverse similitudini nel tratto e nelle tematiche distopiche prescelte) Nihei si distacca dalla necessità di avere una sceneggiatura e dialoghi per dare vita ad una sorta di galleria post-moderna su carta delle paure del nostro intimo. Unico neo: decisamente troppo breve!

Watanabe

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Watanabe

Volumi letti: 2/2 --- Voto 7
Torna <i>Tsutomu “Blame” Nihei</i> e non si smentisce. Nel panorama dei mangaka Nihei sembra già proiettato verso la storia: la sua produzione è riconoscibile e difficilmente imitabile, la sua poetica imperturbabile e ottusa; azzarda ipotesi sferzanti di futuro, eppure viene il sospetto che quel suo tratto rigoroso e geometrico voglia attaccare ordinatamente il presente.

Così come sarà difficile prescindere, per esempio, dal nichilismo formale di <i>Adachi</i>, dall’eclettico talento di <i>Inoue</i>, dal morbido dissacrare di <i>Toriyama</i>, per non scomodare mostri sacri come <i>Tezuka</i> o <i>Taniguchi</i>, tutti capaci di creare un immaginario riconoscibile, nella stessa maniera un’ipotetica restituzione del fumetto del Sol Levante ospiterà l’architetto delle forme scure in un posto di assoluto rilievo.

L’incipit di <b>Abara</b>: la sinuosa, longilinea Todohomi discende negli abissi meccanici di una città assai bruna. Si rivolge a un cupo operaio, Denji Ito, per chiedergli aiuto: una creatura alterata dalla costituzione indecifrabile, il Guana Bianco, si sta alimentando degli abitanti in superficie. Ito si reca nel luogo dove le squadre di polizia sono già state divorate dal mostro, accrescendone volume e forza. Una mutazione, progressiva e affascinante, svela la sua misteriosa continuità col carnefice: Ito è un Guana Nero.

Anche in Abara la mano di Nihei si sbarazza senza difficoltà del modo consueto di riprodurre gli spazi e raccontare storie. L’ambiente in cui si muovono i caratteri che, più pigramente forse, anima, è penosamente verticale, sottoposto a continue martoriazioni, passivo e consumato, quasi volesse in qualche modo calare gli innesti tipicamente metallici della fantascienza sulla pietra, mostrandone il lacerante effetto, analogo alla reazione del corpo umano alle mutazioni - genetiche - imposte dal progresso o solo dal conflitto per il potere. Quanto c’è del futuro, quanto del presente, è nella mente è nel cuore dell’autore.

A noi lettori consegna una vicenda piuttosto esile dal punto di vista narrativo: non ci sono eroi ma la profonda contrapposizione, chiaramente tutt’altro che originale, tra gli opposti cromatici (questa volta sbilanciando la resa maggiormente verso il bianco).
La lotta, l’opposizione tra yin e yang, distruzione e costruzione (consiglio tra l’altro alcune pagine conclusive de <i>La Coscienza di Zeno</i> per trovarvi un'inattesa continuità culturale) assorbe le pulsioni di ogni carattere ad emergere dal trascinarsi lento, se pure in soli due volumi, degli avvenimenti.
I personaggi, l'ispettore Sakijima e la dark lady Todohomi, le meravigliose, sofferenti gemelle Nayuta e Ayuta, i Gauna bianco e nero, le organizzazioni – un fantomatico Istituto di Optometria o il Gruppo della Quarta Cronaca, i luoghi – il Mausoleo dell’Eterno Distacco, sono difficilmente interpretabili in una dinamica che non sia totalmente organica. Quella della ricerca, inutile, di una sintesi che non rinvii agli inizi, che non azzeri e non manifesti l’inquietudine di un ritorno ciclico (come echeggia per esempio il finale di <i>Wolf’s Rain</i>).

Ad ogni modo quando si legge Nihei sembra sempre necessario fare i conti con questo implicito sacrificio: l’azzeramento della dimensione individuale del processo, rende i dialoghi rari e asettici, probabilmente secondari ed esclusivamente funzionali.
Rispetto a Blame tuttavia non si può non riconoscere un raffinamento del tratto nella definizione dei visi e delle figure umane, quasi a rassicurare sull’intatta dinamicità dell’autore nel suo percorso creativo.

Abara non è un capolavoro, né riesce a liberarsi dunque di alcuni rischiosi topoi del genere, se letto esclusivamente dal punto di vista degli eventi narrati. Ma mantiene la dignità di un feroce passo nel mondo del suo creatore.
Nihei pare generosamente ringraziare e compensare lo sforzo di chi si addentra nel suo universo ancora una volta, insinuando nel tessuto criptico della sua opera alcuni momenti ironici (il Gruppo della Quarta Cronaca nella sua sagace raffigurazione) o l'angoscia di un alter ego: l’ispettore Sakijima, così in difficoltà a comprendere quel che avviene ben al di sopra della sua testa, ci sembra affettuosamente un collega di lettura e suscita una sincera, solidale simpatia.

Il manga è edito in Italia da <b>Planet Manga</b> in due volumi. A conclusione del secondo volume una storia breve, autoconclusiva, <i>Digimortal</i>, esercizio di stile cruento e molto rapido, che recupera e reinterpreta le ossessioni di Nihei.
In corso, dello stesso autore e sempre per Planet Manga, si segnala <i>Biomega</i>, prequel dell'opera di maggior successo del maestro mangaka, Blame.

Orev

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Orev

Volumi letti: 2/2 --- Voto 7
Fin da "Blame" ho adorato il disegno di Nihei, la sua capacità di descrivere convulsi conglomerati architettonici, ma, da buon architetto, Nihei dovrebbe capire che la struttura portante di un racconto è la sceneggiatura che, se nel primo volume era ordinata ed intrigante, nel secondo cadeva a pezzi sotto la spinta di personaggi sgangherati, battaglie fin troppo scontate, situazioni senza capo nè coda. Aggiungo che questo "Abara" ricorda molto un fumetto di Caza.
Per quanto riguarda "Digimortal" che compare in appendice al secondo volume (puntate-pilota?) va detto che sarebbe ora di finirla di citare Kill Bill, poichè esso stesso è già una citazione.
Insomma, non sarebbe male se questi disegnatori di talento si affidassero a degli sceneggiatori capaci ed innovativi quanto loro.