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Log4n

Volumi letti: 2/2 --- Voto 7
Premetto che amo i disegni di Miura e sono cresciuto con l'anime delle Sette Stelle di Hokuto, aggiungiamoci che la storia di Gengis Khan è ancora piena di misteri irrisolti e che le storie di questo genere mi attirano molto, direi che comprare quest'opera era quasi d'obbligo.
Ho letto entrambi i volumi in circa 2 ore, soffermandomi anche a cercare di apprezzare le tavole, ma si vede che il tratto distintivo di Miura è ancora acerbo. Per quanto riguarda la storia, è molto fluida e lineare, non mancano i colpi di scena, ma mi aspettavo un finale diverso, sinceramente.

Resta qualche punto interrogativo a fine lettura ma nel complesso piacevole. La storia poteva tranquillamente durare qualche volume in più secondo me, ma va bene anche così. Un manga senza infamia e senza gloria ma se amate questi due autori, almeno una letta bisogna dargliela, anche solo per vedere i progressi nel disegno.


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kirk

Volumi letti: 2/2 --- Voto 6,5
I disegni sono fantastici: questa è la prima cosa che viene in mente guardando quest’opera dell’allora sconosciuto Kentaro Miura.
I disegni sono fantastici, ma dal punto di vista storico la storia fa buchi da tutte le parti… chiaramente il cervello di Buronson, reduce da poco dal successone di "Hokuto no Ken", ha preso la tangente mischiando miti (tipo quello di Yoshitsune no Minamoto e Benkei che avevo già sentito narrare in un episodio di Lupin III°) a idee piuttosto azzardate dimostrando o di non conoscere la storia dell’impero mongolo o di usarla come mero escamotage.
Infatti Kublai Khan non è l’unico figlio figlio di Gengis Khan, né è l’immediato erede, e viene qui usato perché il nome è famigliare per i giapponesi.

La storia è anche banale, ma è studiata per piacere ai giovani giapponesi: l’impero più grande della storia umana è stato fondato da un giapponese. Il finale assurdo con i carri armati poi è vergognoso.
Nonostante ciò il primo volume (che come il secondo cita pochissimo della realtà del tempo) poteva ancora andare… se si fosse fermata lì la storia avrei premiato i disegni dicendo che se anche la storia era insignificante il disegnatore era un grande maestro… ma la coppia non ha voluto fermarsi lì.

Disegni: nove.
Storia al primo volume: sei.
Storia al secondo volume: quattro.
Voto totale: sei e mezzo.

Attenzione: questa parte contiene spoiler
PS: Non ci sono i nomi dei generali nemici, delle città conquistate, dell’esercito contemporaneo apparso dietro il cui disprezzo del voler conservare la storia c’è il fatto che non sono giapponesi ma sono i cattivi americani di turno, anche se ciò non viene detto, chi se non loro?
E poi ancora il bambino con poteri magici, Iba che scompare e quando riappare è più alto e massiccio in due anni… Il vero Genghis Khan che viene sostituito da Iba e nessuno se ne accorge, anche se il primo è un bestione grande e grosso il doppio del secondo… Fossero stati almeno simili!


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Dark_Devil

Volumi letti: 2/2 --- Voto 8
L'opera a cui hanno dato vita Buronson (già famosissimo per la serie Hokuto no Ken) e K. Miura (ai tempi della pubblicazione agli esordi col capolavoro che sarà Berserk) si dipana in due volumi, il primo "Il re lupo" e il successivo "La leggenda del re lupo".

La trama è semplice ma con alcuni buoni spunti e ben articolata lungo i due volumi. Protagonista della storia è Iba, un giovane ragazzo giapponese con la passione per il Kendo e la Storia antica. Partito per una ricerca in Cina sulla via della seta, Iba non fa avere più notizie di se alla sua fidanzata Kyoko, la quale decide di mettersi sulle sue tracce per ritrovare l'amato. I due si ritroveranno catapultati nella Cina all'epoca della sua occupazione da parte dell'esercito mongolo del grande Gengis Khan. Dopo varie vicissitudini i due amati riusciranno a ricongiungersi, e Iba venuto a contatto con il Khan cercherà di fare di tutto per far si che la storia segua il suo corso senza alterazioni.

I disegni sono ottimi, soprattutto pensando al periodo di pubblicazione, cioè il 1989, quando Miura era ancora all'inizio della sua splendida carriera di mankaga che lo avrebbe portato col tempo a sfornare delle tavole incredibili per dettaglio e qualità. Come detto quindi i disegni sono piacevoli e dettagliati anche se non raggiungono i livelli delle produzioni odierne dell'autore. Le scene d'azione sono sempre dinamiche, fluide e chiare, con grande impatto sul lettore il quale si ritrova inconsapevolmente immerso al centro degli scontri. Non mancano momenti di epicità e disegni a tutta pagina.
E' possibile inoltre notare alcuni modelli e lineamenti che saranno riutilizzati in Berserk per dar vita ai suoi personaggi.

In conclusione un'opera che mi sento di consigliare sicuramente a tutti i fan di Miura e Buronson, a tutti quelli che amano le storie intrise d'azione e violenza bruta ma pur con un minimo di trama articolata e credibile. Non si tratta però di niente di sconvolgente o innovativo nel panorama dei manga, soltanto una buona produzione, la cui trama forse sarebbe potuta essere un po' più curata nell'ultima metà del secondo volume, dove si ha quasi una sensazione di forzatura.


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Zanken

Volumi letti: 2/2 --- Voto 9
Questo manga, storco-fantascientifico è la creazione frutto dell'incontro tra due mangaka veramente eccezionali: Buronson (autore di Hokto no Ken) e Miura (Berserk).
L'opera cattura subito la lettura con una storia ben sviluppata anche se molto breve e, nonostante questo, non lascia niente in sospeso. Presenti anche moti colpi di scena. I disegni del maestro Miura sono come al solito molto belli, ben curati e dettagliati.
Per concludere è un'ottima lettura sia dal unto di vista della trama che da quello artistico. Anche se non siete molto appassionati di manga storici questo riuscirà sicuramente a catturare la vostra attenzione mentre, per i più esigenti, quest'opera non sarà affatto un delusione. Consigliatissimo!


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Turboo Stefo

Volumi letti: 2/2 --- Voto 6
Nel 1989 vede la luce un manga che unisce due nomi in costante ascesa, uno è quello di Buronson, autore già affermato grazie a titoli quali Ken il guerriero, che scrive una storia disegnata dall’incredibile talento in continua crescita di Kentaro Miura, alle prese con l’inizio di Berserk. Inutile dire che ne scaturisce un’opera di tutto rispetto.. nella prima parte.

Iba è un ragazzo incredibilmente abile nel Kendo, ma la sua vera passione sono le ricerche storiche che lo porteranno sulla Via della seta, dove scomparirà misteriosamente. A cercarlo sarà Kyoko, la sua ragazza, che raggiunto il presunto luogo della sparizione rimane vittima di un evento paranormale che la porterà nell’antica Cina, dove rincontrerà il suo amato nelle vesti di guerriero.
La storia si apre con un’atmosfera di mistero che ben presto giunge a conclusione per lasciare il posto a tanta azione condita da colpi di scena e sentimento, fino alla conclusione inaspettata del primo volume. Tutto sembra andare bene e si ripone grande aspettativa nel secondo volume, intitolato La leggenda del Re Lupo, ma ben presto si nota uno spirito concettuale diverso. Subito dalle prime battute si nota un Iba quasi irriconoscibile a livello caratteriale, anche se la situazione potrebbe spiegarlo, poi il tutto sembra tornare su livelli discreti. Il pregio di Buronson sta nell’inserire gli eventi in modo congruo alla storia reale, ma allo stesso tempo per farlo da vita a piccole forzature che non tutti potrebbero gradire, ma il peggio arriva nel finale. Un nuovo ed inaspettato nemico arriva ad intralciare il percorso della storia che Iba tenta di preservare, ma sarà una svolta assurda e totalmente inverosimile che porta ulteriori forzature e risulta totalmente fuori luogo e senza senso, come se l’autore l’avesse buttata lì giusto per stupire, cosa che farà ma in negativo. Attenzione, ora potrebbe esserci qualche anticipazione ma è difficile non parlarne. I nuovi nemici possono essere arrivati come l’eroe con un evento paranormale, dopotutto si tratta di un manga dall’impronta leggermente soprannaturale, ma non spiega come mai si comportino in maniera così stupida e perché girino in lungo e in largo senza preoccuparsi apparentemente delle scorte di benzina e sparino senza ritegno senza pensare ai proiettili.
Il Re Lupo in conclusione è un buon manga d’azione che finisce con il risultare banale e fuori luogo rovinando il tutto.

I disegni di Kentaro Miura sono inconfondibili. Si dalle prime pagine si nota subito il suo tratto forte e lo stile originale ricco di dettagli, con numerose sfumature manuali che valorizzano come sempre ogni singola tavola. Il pezzo forte saranno i combattimenti dinamici e adrenalinici che non mancheranno di stupire e divertire, i corpi muscolosi disegnati ed ombreggiati con perizia sembrano gonfiarsi per lo sforzo mentre i fendenti gettano il vento in faccia al lettore grazie alla sensazione di velocità che regalano.
Il character design ricalca lo stile ambiguo del mangaka, ovvero volti semplici e naturali (ricordano molto i personaggi di Berserk soprattutto Ceska) dominati dagli occhi profondi che risultano il perfetto specchio per gli stati d’animo dei protagonisti.

In Italia la pubblicazione del manga, sempre a cura di Planet Manga, ha subito variazioni seguendo sempre la linea di Berserk, infatti dopo aver visto la luce in edizione normale, che ha goduto anche di una ristampa, è stato ristampato sulla scia di Maximum Berserk ovvero con un volume unico di dimensioni a dir poco epiche, l’ideale per godersi i disegni dell’autore. Successivamente sulla scia di ristampe di Berserk Collection è arrivata una riedizione con senso di lettura originale e tavole riadattate, il tutto con sovraccoperta e buona stampa, rovinata solo da un raro effetto Moiré, su carta grigia ma dalla discreta grammatura senza trasparenze.

La saga de Il Re Lupo è un atipico ed avvincente manga d’azione dall’impronta storica vitalizzato soprattutto dai bellissimi disegni di Miura, peccato per il secondo volume e sopratutto la sequenza finale rocambolesca e raffazzonata, totalmente fuori luogo ed assurda che rovina quasi tutto quello che era stato ben costruito in precedenza.
Se siete fan del Miura disegnatore non potete farvelo mancare, ed anche chi cerca azione e combattimenti sanguinolenti a fil di spada può rimanere soddisfatto, ma bisogna essere consapevoli che la conclusione lascerà non poco amaro in bocca.


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cercastorie

Volumi letti: 2/2 --- Voto 8
Due volumi davvero coinvolgenti, per una storia con un inizio, e tratti generali molto simili a Japan, considerando però che quest'ultimo è stato pubblicato diversi anni più tardi rispetto a Il Re Lupo. il disegno è inconfondibile poiché i personaggi, come ci si può aspettare, hanno tratti a metà tra lo stile di Miura e di Buronson, anche se a mio avviso la mano di Miura è più evidente e marcata.
Uno storiografo e campione di kendo giapponese deve stare qualche mese lontano da casa e dalla propria fidanzata per effettuare degli studi sulla Via della seta. Non farà ritorno a casa perché risucchiato da un vortice che lo catapulterà nella Cina del 1200 d.c.
Ecco la premessa per un racconto storico/fantascientifico mai banale e con diversi colpi di scena, che vi faranno leggere questi due volumi tutti d'un fiato.


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Smooth Criminal

Volumi letti: 2/2 --- Voto 8
Questo breve racconto di Buronson in collaborazione con Kentaro Miura, già noto per la bellissima e popolare serie Berserk. Racconta di due ragazzi, un ragazzo e una ragazza, che tramite un buco temporale vengono trasportati ai tempi di Gengis Khan, e dopo tanti scontri e battaglie, il protagonista cercherà di non far morire Gengis Khan per non alterare il corso della storia. La trama del manga, unita ai strepitosi disegni di Kentaro Miura, lo rendono davvero imperdibile, soprattutto per i fan di Miura. Ho trovato comunque più belli i disegni della storia, anche se la trama è ben articolata e molto ben gestita, vista la poca lunghezza dell'opera. Io ho acquistato il formato Maximum che, seppur scomodo, mi ha fatto risparmiare parecchi soldi.


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Ewil

Volumi letti: 1/2 --- Voto 8
Un manga storico/fantascientifico eccezionale!
Una coppia di fidanzati viene risucchiata in un vortice spazio-temporale e viene portata ai tempi di Gengis Khan che si scopre essere di origine giapponese come narravano le leggende; i due ragazzi faranno di tutto per non cambiare il flusso della storia. Oltre alla meravigliosa matita di Kentaro Miura che ho apprezzato tantissimo, c'è pure la narrativa di Buronson che si nota subito dal fatto che è un manga storico e pur non piacendomi i manga che parlano di storia, questo mi ha colpito in maniera particolare. Se volete un manga che sconvolga le vostre menti sui fatti del passato e dei fantastici disegni, è quello che fa per voi ;) .

Matte

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Matte

Volumi letti: 2/2 --- Voto 7
Re Lupo è il risultato dell'incontro fra Buron Son (ovvero sia, Bronson) e Miura Kentaro, il più giovane ma altrettato celebre Autore di Berserkr, una delle più famose (e controverse) saghe fantasy degli ultimi anni.
Un simile incontro non poteva che produrre risultati fecondi... anche se, forse, ci si sarebbe potuto aspettare qualcosa di meglio.

La storia di Oh-Roh è costruita attorno al personaggio di Iba, un giovane archeologo appassionato di Kendo, il quale - durante un viaggio fra Cina e Mongolia, sparisce misteriosamente. Quando la fidanzata Kyoko va alla sua ricerca, un anno dopo, uno strano fenomeno naturale la trascina in un remoto passato. Siamo nel 1212: nel pieno dell'ascesa dell'impero mongolo ad opera di Gengiz Khan... e Kyoko ancora non lo sa, ma non tarderà a scoprire che Iba ha subito la sua stessa sorte e- cosa ancor più importante, nei drammatici eventi storici di quegli anni c'è proprio l'effetto del suo intervento... Di più non vi dico per non rovinare la lettura del manga, breve, intenso, e caratterizzato da un paio di ben riusciti colpi di scena. A tale proposito, è doveroso dire che la storia di Oh-Roh può essere apprezzata appieno solo dal lettore che abbia almeno una superficiale conoscenza delle vicende storiche di Gengiz Khan. Chi ne fosse digiuno, complice i programmi scolastici italiani, rischia di non apprezzare la storia, e cogliere in essa il solito "pastiche" pseudo-storico di cui i fumetti d'avventura si nutrono sin dalle loro origini.

Veniamo al dettaglio. Si incontrano il creatore di Berserkr, ed uno dei padri di Kenshiro... il risultato non poteva che essere questo: un manga intenso, violentissimo, estremamente fisico - ed in cui proprio la fisicità dei personaggi, le ferite dei loro corpi, le violenze che le vanno a generare e che su queste ritornano, contribuiscono a creare la stessa trama del romanzo. In un certo senso, l'assenza dei dettagliati e talora strepitosi sfondi di cui Miura ha decorato soprattutto gli ultimi episodi di Berserkr, determinata dalla desolata ambientazione mongolica, esalta ancora di più proprio quest'aspetto, portandolo a vette nemmeno sfiorate in "Hokuto no Ken". Rispetto a questo, va detto che la diversa mano di un ancor giovane Miura si riconosce all'istante - ed in particolare, nel dinamismo che l'Autore riesce a trasmettere alle sue tavole, in questo assai contrapposto alla talora ieratica staticità del più celebre precursore, dove l'azione (per carità, pure onnipresente) è però talora sublimata nella rappresentazione del prima e del dopo, lasciando al lettore di immaginare e creare ciò che separa i due critici momenti. In questo, Miura è già più vicino all'Autore di Bersekr di quanto non fosse nell'ancor rozzo Japan.

A questo punto, uno si potrebbe chiedere. Perché, allora, votarlo solo con un sette?
Perché Oh-Roh è un'opera "giovanile" ed ancora primitiva che, comunque ben riuscita, non si può definire un successo.
Tanto per cominciare, l'eccessivo incedere sulla violenza che, sebbene intrinseca ai gusti degli Autori, qui talora diventa gratuita gratuissima, ben oltre le vere necessità del racconto. Secondariamente, mentre la sceneggiatura di Buron Son si muove con buon passo (e si vede l'esperienza dell'Autore), il tratto di Miura fatica talora a seguirla... peccati di gioventù, del resto.

In conclusione: un manga breve ben fatto, ma non eccelso. Forse meglio scritto che messo in scena (ma davvero ben disegnato), che svela agli appassionati di Miura un nuovo e decisivo passo nello sviluppo della "poetica" dell'Autore verso il suo capolavoro (Berserkr), ma che tradisce anche la non completa maturazione della sua mano. Una spesa che vale la pena affrontare. Ricordando, però, che questa - come tante altre opere degli stessi Autori, sono pensate per adulti, e non certo per bambini od adolescenti. Insomma, direbbe Nico Cereghini: casco in testa, e luci accese sempre, anche di giorno...