Durante il Lucca Comics & Games 2025 Toei ci ha dato modo di ascoltare le esperienze e le presentazioni di Yuko Funakoshi, produttrice di You and Idol Precure♪ The Movie: For You! Our Kirakilala Concert (2025), presentato in anteprima a Lucca, e di Nobuharu Takada, produttore di Digimon Beatbreak, protagonista di una proiezione speciale lucchese con i sottotitoli italiani insieme a Digimon Adventure 1999, mostrato in anteprima occidentale in versione restaurata
L’intervista ci ha permesso di raccogliere diversi spunti interessanti sul lavoro di produzione e l’evoluzione dei franchise.

La prima a prendere la parola è Funakoshi lavora alla Toei Animation dal 2022 e ha seguito diversi progetti del franchise Pretty Cure, tra cui Wonderful Pretty Cure. Quest’anno ha presentato anche Petit Cure: Precure Fairies, uno spin-off incentrato sulle mascotte della serie.
«Intanto, vi spiego cosa siano le idol: sono gruppi di ragazze e ragazzi che ballano e cantano, un po’ come le protagoniste di K-Pop Demon Hunters che ho visto essere molto popolari qui. Nel lungometraggio di quest’anno le PreCure ballano e cantano per rendere felici i fan che le supportano. Usano il potere del "kirakiranda" per trasmettere entusiasmo a chi vuole cantare con loro.»
Il film è ambientato su un’isola ispirata a Ibiza, dove l'immaginario vuole ci sia molta gente e feste continue. L'ambientazione è ovviamente un po' diversa ma è comunque un ottimo luogo in cui ambientare un festival di di idol; eppure la serenità viene interrotta dall’attacco di misteriose meduse, dando avvio alla storia. In più le eroine incontrano un nuovo personaggio che dà il via a una seconda linea narrativa. La produttrice ha tenuto a sottolineare come il cast includa personaggi delle PreCure degli ultimi due anni, in una sorta di piccola reunion.
«Ci sono molte scene musicali, quasi come in un musical. Nei film delle PreCure usiamo spesso la musica nelle scene finali, ma qui abbiamo voluto creare vere e proprie sequenze di live, per coinvolgere ancora di più chi guarda al cinema.»
Funakoshi ha raccontato anche un aspetto più profondo del film connesso profondamente con la cultura contemporanea giapponese:
«In Giappone, "hoshi" non è solo la parola per “idol”, né solo il rapporto tra idol e fan. È qualcosa di più intenso, un legame reciproco che cerchiamo di esplorare nel film.»

Funakoshi è poi passata a presentare uno spinoff delle Pretty Cure, la serie di corti chiamata Petit Cure. Nell’arco dei vent’anni di storia di Pretty Cure, si sono succeduti molti animaletti e Petit Cure nasce proprio per riportare in scena questi personaggi, rendendoli protagonisti di brevi episodi kawaii pensati per il web.
Alla regia c’è Yuko Okumura dello studio IKIE+, specializzata in CGI, mentre la sceneggiatura è firmata da Momoka Toyoda, considerata una vera e propria “enciclopedia vivente delle PreCure”. Infatti hanno chiesto loro di creare un ambiente estremamente kawaii. E anche in relazione al character design si sono impegnate al massimo.
«Le fairies sono state studiate per essere carine in qualsiasi frame. Inoltre, nonostante nei vent’anni precedenti le mascotte non avessero cuoricini sulle guance, abbiamo deciso di aggiungerli: si illuminano quando i personaggi si emozionano.»
Dal punto di vista tecnico, la serie è stata realizzata con Moko, un software CGI bidimensionale che consente una grande morbidezza nei movimenti e Funakoshi ci svela qualche retroscena tecnico:
«Abbiamo inserito molti "bones" nei personaggi per rendere ogni movimento più fluido e curato l’aspetto da ogni angolazione. Inoltre, le puntate non hanno dialoghi perchè volevamo che chiunque, anche fuori dal Giappone, potesse apprezzare le microespressioni e l’animazione. C’è un lavoro enorme dietro ogni scena.»
Funakoshi ha concluso sottolineando la difficoltà e soprattutto le sfide, di portare il fascino delle PreCure al pubblico internazionale:
«Non so quanto il franchise sia percepito come un successo globale, ma cerchiamo di trasmettere la pucciosità dei personaggi e di conquistare anche il pubblico mondiale.»
Ad una domanda sulle ispirazione professionali, Yuko Funakoshi, ha citato come suo riferimento principale il produttore Takashi Washio, figura di spicco in Toei Animation:
«Non ho avuto molte occasioni di lavorare direttamente con lui, perché ormai ricopre ruoli molto alti, ma lo considero un modello. Il ruolo del produttore non è semplice: dobbiamo continuamente chiedere collaborazioni e favori a tante persone. Washio è un grande negoziatore, riesce sempre a ottenere ciò di cui ha bisogno e a far lavorare insieme il team. È una qualità che ammiro e a cui aspiro.»

La parola è poi passata a Nobuharu Takada. Il produttore è giunto al Lucca Comics and Games 2025 per presentare Digimon Beatbreak, nuovo progetto del celebre franchise che dal 5 ottobre ha iniziato la sua trasmissione.
La serie si propone come un punto di svolta per il brand Digimon perché pur mantenendo il legame con il passato, presenta una storia completamente nuova, con nuovi personaggi e un contesto contemporaneo.
«Questa volta volevamo un’opera accessibile anche a chi non ha mai visto Digimon. Il protagonista, Tenma Tomoro, è legato al suo Digimon, Gekkumon che è un riflesso dei suoi desideri e delle sue emozioni più profonde. Tenma ha sempre fame, forse Gekkumon lo rispecchia anche in questo.»
Takada ha riflettuto anche sull’evoluzione tecnologica che accompagna la saga e ha riportato delle informazioni interessanti:
«Quando Digimon debuttò, il digitale era una novità futuristica. Oggi viviamo immersi nella tecnologia, tanto da doverci imporre di staccare. In Beatbreak, l’intelligenza artificiale è parte della vita quotidiana: tutti hanno un device a forma d’uovo, il Sapotama, che ospita una IA. I nascono proprio da un bug di questo sistema.»

Le battaglie si svolgono in squadre miste di umani e Digimon, che competono per la vittoria; alcuni team avversari sono già stati introdotti, altri invece arriveranno con lo svilupparsi della trama. Takada però ha voluto rassicurare i fan parlando delle scene di "digievoluzione". Digimon Beatbreak vuole però interpretarle in maniera diversa:
«Durante l’evoluzione, i Digimon ricevono energia tramite un segnale chiamato E-Pulse. Anche il suono è cambiato: in passato si usava la chitarra elettrica, ora c’è un ritmo più pulsante. Beatbreak, pur celebrando i 25 anni di storia, vuole dare una ventata d’aria fresca.»
Takada ha poi parlato del lavoro alla Toei:
«Noi siamo giovani ma circondati circondati da molti veterani. Ho molto lavorato su Digimon e ammiro tanto Hiromi Seki, produttrice di Digimon Adventure: la profondità del suo lavoro è qualcosa che spero di raggiungere anch’io.»
In conclusione, Toei ci ha voluto parlare di quanto tenesse ad un nuovo franchise portato con un'anteprima cinematografia a Lucca Comics and Games 2025, Girls Band Cry. A Lucca Comics and Games viene proiettato il primo film riassuntivo con scene inedite, a cui seguiranno un secondo film riassuntivo e un terzo totalmente nuovo.
«Nonostante l’uso della CGI, che può piacere o meno, è una produzione tecnicamente eccellente. La serie è stata accolta calorosamente ed ha riscosso un successo di critica.»
Ringraziamo dunque Toei per l'occasione e torneremo presto a parlare dei due ospiti.
L’intervista ci ha permesso di raccogliere diversi spunti interessanti sul lavoro di produzione e l’evoluzione dei franchise.

La prima a prendere la parola è Funakoshi lavora alla Toei Animation dal 2022 e ha seguito diversi progetti del franchise Pretty Cure, tra cui Wonderful Pretty Cure. Quest’anno ha presentato anche Petit Cure: Precure Fairies, uno spin-off incentrato sulle mascotte della serie.
«Intanto, vi spiego cosa siano le idol: sono gruppi di ragazze e ragazzi che ballano e cantano, un po’ come le protagoniste di K-Pop Demon Hunters che ho visto essere molto popolari qui. Nel lungometraggio di quest’anno le PreCure ballano e cantano per rendere felici i fan che le supportano. Usano il potere del "kirakiranda" per trasmettere entusiasmo a chi vuole cantare con loro.»
Il film è ambientato su un’isola ispirata a Ibiza, dove l'immaginario vuole ci sia molta gente e feste continue. L'ambientazione è ovviamente un po' diversa ma è comunque un ottimo luogo in cui ambientare un festival di di idol; eppure la serenità viene interrotta dall’attacco di misteriose meduse, dando avvio alla storia. In più le eroine incontrano un nuovo personaggio che dà il via a una seconda linea narrativa. La produttrice ha tenuto a sottolineare come il cast includa personaggi delle PreCure degli ultimi due anni, in una sorta di piccola reunion.
«Ci sono molte scene musicali, quasi come in un musical. Nei film delle PreCure usiamo spesso la musica nelle scene finali, ma qui abbiamo voluto creare vere e proprie sequenze di live, per coinvolgere ancora di più chi guarda al cinema.»
Funakoshi ha raccontato anche un aspetto più profondo del film connesso profondamente con la cultura contemporanea giapponese:
«In Giappone, "hoshi" non è solo la parola per “idol”, né solo il rapporto tra idol e fan. È qualcosa di più intenso, un legame reciproco che cerchiamo di esplorare nel film.»

Funakoshi è poi passata a presentare uno spinoff delle Pretty Cure, la serie di corti chiamata Petit Cure. Nell’arco dei vent’anni di storia di Pretty Cure, si sono succeduti molti animaletti e Petit Cure nasce proprio per riportare in scena questi personaggi, rendendoli protagonisti di brevi episodi kawaii pensati per il web.
Alla regia c’è Yuko Okumura dello studio IKIE+, specializzata in CGI, mentre la sceneggiatura è firmata da Momoka Toyoda, considerata una vera e propria “enciclopedia vivente delle PreCure”. Infatti hanno chiesto loro di creare un ambiente estremamente kawaii. E anche in relazione al character design si sono impegnate al massimo.
«Le fairies sono state studiate per essere carine in qualsiasi frame. Inoltre, nonostante nei vent’anni precedenti le mascotte non avessero cuoricini sulle guance, abbiamo deciso di aggiungerli: si illuminano quando i personaggi si emozionano.»
Dal punto di vista tecnico, la serie è stata realizzata con Moko, un software CGI bidimensionale che consente una grande morbidezza nei movimenti e Funakoshi ci svela qualche retroscena tecnico:
«Abbiamo inserito molti "bones" nei personaggi per rendere ogni movimento più fluido e curato l’aspetto da ogni angolazione. Inoltre, le puntate non hanno dialoghi perchè volevamo che chiunque, anche fuori dal Giappone, potesse apprezzare le microespressioni e l’animazione. C’è un lavoro enorme dietro ogni scena.»
Funakoshi ha concluso sottolineando la difficoltà e soprattutto le sfide, di portare il fascino delle PreCure al pubblico internazionale:
«Non so quanto il franchise sia percepito come un successo globale, ma cerchiamo di trasmettere la pucciosità dei personaggi e di conquistare anche il pubblico mondiale.»
Ad una domanda sulle ispirazione professionali, Yuko Funakoshi, ha citato come suo riferimento principale il produttore Takashi Washio, figura di spicco in Toei Animation:
«Non ho avuto molte occasioni di lavorare direttamente con lui, perché ormai ricopre ruoli molto alti, ma lo considero un modello. Il ruolo del produttore non è semplice: dobbiamo continuamente chiedere collaborazioni e favori a tante persone. Washio è un grande negoziatore, riesce sempre a ottenere ciò di cui ha bisogno e a far lavorare insieme il team. È una qualità che ammiro e a cui aspiro.»

La parola è poi passata a Nobuharu Takada. Il produttore è giunto al Lucca Comics and Games 2025 per presentare Digimon Beatbreak, nuovo progetto del celebre franchise che dal 5 ottobre ha iniziato la sua trasmissione.
La serie si propone come un punto di svolta per il brand Digimon perché pur mantenendo il legame con il passato, presenta una storia completamente nuova, con nuovi personaggi e un contesto contemporaneo.
«Questa volta volevamo un’opera accessibile anche a chi non ha mai visto Digimon. Il protagonista, Tenma Tomoro, è legato al suo Digimon, Gekkumon che è un riflesso dei suoi desideri e delle sue emozioni più profonde. Tenma ha sempre fame, forse Gekkumon lo rispecchia anche in questo.»
Takada ha riflettuto anche sull’evoluzione tecnologica che accompagna la saga e ha riportato delle informazioni interessanti:
«Quando Digimon debuttò, il digitale era una novità futuristica. Oggi viviamo immersi nella tecnologia, tanto da doverci imporre di staccare. In Beatbreak, l’intelligenza artificiale è parte della vita quotidiana: tutti hanno un device a forma d’uovo, il Sapotama, che ospita una IA. I nascono proprio da un bug di questo sistema.»

Le battaglie si svolgono in squadre miste di umani e Digimon, che competono per la vittoria; alcuni team avversari sono già stati introdotti, altri invece arriveranno con lo svilupparsi della trama. Takada però ha voluto rassicurare i fan parlando delle scene di "digievoluzione". Digimon Beatbreak vuole però interpretarle in maniera diversa:
«Durante l’evoluzione, i Digimon ricevono energia tramite un segnale chiamato E-Pulse. Anche il suono è cambiato: in passato si usava la chitarra elettrica, ora c’è un ritmo più pulsante. Beatbreak, pur celebrando i 25 anni di storia, vuole dare una ventata d’aria fresca.»
Takada ha poi parlato del lavoro alla Toei:
«Noi siamo giovani ma circondati circondati da molti veterani. Ho molto lavorato su Digimon e ammiro tanto Hiromi Seki, produttrice di Digimon Adventure: la profondità del suo lavoro è qualcosa che spero di raggiungere anch’io.»
In conclusione, Toei ci ha voluto parlare di quanto tenesse ad un nuovo franchise portato con un'anteprima cinematografia a Lucca Comics and Games 2025, Girls Band Cry. A Lucca Comics and Games viene proiettato il primo film riassuntivo con scene inedite, a cui seguiranno un secondo film riassuntivo e un terzo totalmente nuovo.
«Nonostante l’uso della CGI, che può piacere o meno, è una produzione tecnicamente eccellente. La serie è stata accolta calorosamente ed ha riscosso un successo di critica.»
Ringraziamo dunque Toei per l'occasione e torneremo presto a parlare dei due ospiti.
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Basta che questo ritmo più pulsante sia una canzone (Ghost Game faceva schifo ma la canzone delle evoluzioni era stupenda, per quanto valorizzata poco all'interno dell'anime) e non una blanda colonna sonora techno come successo in alcune serie passate
Ora all'auditorium San Girolamo
Si hanno notizie di annunci per caso?
Non era permesso fare video
Un ottimo inizio sarebbe quello di portare la serie doppiata in tv/qualche servizio streaming.
Io vorrei sapere qual'è l'obiettivo di Toei nell'usare Lucca come vetrina per Pretty Cure.
Per caso qualcuno ha fatto domande un pó più specifiche?
Ogni anno vanno, mostrano il nuovo film di turno... E poi silenzio.
Certo, l'anno scorso abbiamo avuto l'arrivo di Splash Star su Prime, ma nè la piattaforma, nè Toei Italia ne ha MAI fatto menzione. Sono così confuso dalle loro azioni. A me sembra che ci sia interesse da parte loro nel riportare questa serie da noi.
Possibile che nessuno sia interessato a comprare questa serie in Italia? Eppure faceva sempre buoni ascolti in RAI.
Ripeto, per me sarebbe un buon inizio doppiare Otona per accaparrarsi almeno il pubblico vecchio. Quando uscì in Giappone, vidi che c'era ancora interesse anche per noi. O, altrimenti, buttarsi sulla stagione più recente.
Le conferenza stampa oggigiorno sono all'acqua di rose, servono solo per far pubblicità al prodotto di turno.
Davvero un peccato. Perché, ripeto, pubblicità fatta così, è fine a se stessa.
Allora mi viene da pensare che Toei stia davvero avendo difficoltà a trovare una rete/servizio streaming che vuole investire nella serie. Spero di no, ma non trovo altre soluzioni.
Non capisco come mai, se non c'è interesse da parte delle emittenti tv o se è la Toei che non è capace a vendere i prodotti.
Sarebbe bello rivedere le Pretty Cure in tv, hanno talmente tante stagioni inedite da trasmettere che durerebbe anni (e ci potrebbe pure essere anni di merchandise se qualche casa di giocattoli ci puntasse sopra che sia Giochi Preziosi o Rocco Giocattoli o altre).
Se da un lato sono contento di poter vedere i film, ricevere le Miracle Lights e dire due parole si produttori, dall'altro mi piange il cuore a vedere così poche persone per un brand che amo ed è la mia vita.
Per i Digimon non so quanti fossero in sala, ma loro almeno hanno la serie nuova su Anime Generation, anche se è ancora da capire cosa sia successo con quel singolo episodio su Crunchyroll...
Ci hanno fatto sigillare in una busta ogni apparecchio elettronico che potesse filmare ahahaha
C'era persino il metal detector per scovare eventuali secondi telefoni.
Ero presente anche io, forse ci siamo anche visti. Comunque si, quest'anno toei ha detto che la parte nell'area kids ha avuto successo, ha attirato molto i bambini. Ma il film non è andato bene, eravamo proprio in pochini, ma secondo me per due ragioni: 1) La serie non è presente nemmeno su Crunchyroll italia, quindi perchè mai una persona dovrebbe guardare un film di una serie che non può vedere (se non con i fansub?)
2) è cambiata la modalità: quest'anno niente prenotazioni, ed è la prima volta che c'è stata così poca gente... io tornerei alle classiche prenotazioni online, perchè forse il fatto di aver prenotato ti fa da "promemoria" e comunque mentalmente ti spiace anche non andare ad un evento che con prenotazione va esaurito subito e in effetti i primi due film sono andati comunque bene.
Possibile forse che il cambio da Pretty Cure a Precure anche per il mercato internazionale abbia influito? Certo, non è questo grandissimo cambio di nome, però magari sarebbe stato più facile tenere Pretty Cure in modo tale da incuriosire persone che non seguono la serie da quando Rai ha smesso di trasmetterla.
Fa piacere sapere che almeno l'aria kids sia andata bene. Magari potrebbero partire con il rilancio da PetitCure? Tanto i mini episodi non sono da doppiare. Ci sarebbe solo bisogno di far arrivare il merchandise nei negozi (che mi rendo conto non è cosa da poco).
Si aspettavano ottimi risultati?
Se la volete doppiare e fare arrivare in tv fatelo, altrimenti è inutile questa pagliacciata di Lucca dove possono vederlo solo poche persone.
Sul film, me lo vedrò eventualmente quando lo subberanno in inglese. Il vestito della mia adorata mogliettina animata Cure Idol non mi piace, la preferisco rosa shocking.
Possono piacerti anche da adulto, ma restano serie per bambini che hanno come unico fine vendere giocattoli di plastica.
Negarlo è inutile, non sei tu il target. E i bambini guardano i cartoni doppiati.
Non confondere la tua passione per le pretty cure con la realtà dei fatti.
Tra l'altro Glitter force è morto da anni.
Pretty cure non viene preso non per accordi legali, ma perché nessuno è interessato.
L'unica cosa soggettiva che ho detto nel mio messaggio è che la sceneggiatura è scadente, ma mi sembra strano che la si possa trovare anche solo sufficiente, visto che è terribile anche per un cartone per bambini.
Lo dico da qualcuno che sta guardando Idol, non parlo per sentito dire, ed è una marchetta scandalosa con trama davvero scadente.
Goditela se ti piace, ma guarda in faccia la realtà.
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