L'assalto ai videogiochi sembra non finire mai! Questa volta è lo psichiatra Alvin Poussaint, specializzato nel trattare coi bambini, a dire la sua:

"Mi sento rabbrividire solo immaginando dei ragazzi giocare con questa cosa. Il livello di partecipazione lo rende peggiore di qualsiasi altro gioco precedentemente esistito. Potrebbe non fare di chiunque un assassino, ma avvicinare qualche persona alla violenza e all'abuso sui minori".

Se posso permettermi di dire la mia, si tratta di frasi campate per aria, ancora più gravi del solito in quanto arrivano ad incriminare il Wii di promuovere l'abuso sui minori. Un argomento che almeno fino ad oggi si aveva avuto la decenza di escludere dalle diatribe sulla violenza nei videogiochi.

Per fortuna, in favore dei videogiochi è intervenuto David Finkelhor, co-direttore del Family Research Lab all'università di New Hampshire:

"Nessun gioco da sè può trasformare un bambino in un criminale. È quando sono presenti altri fattori - problemi di famiglia o di sanità mentale, livelli estremi di stress, permanenza in un quartiere malfamato e pericoloso - che il bambino può subire dei danni psicologici. Giocare questi videogiochi, con o senza Wii, non faranno del ragazzino tipo un perverso assassino".

Dichiarazioni finalmente sensate, che trovano il mio pieno consenso, e che discolpano il Wii da un'accusa esagerata e inutile, tanto più che fino ad ora Manhunt 2 è il solo gioco ad apparire sul listino Wii che includa dei contenuti veramente violenti.

Non aggiungo nessun commento personale a quanto scritto sopra, dato che non dispongo della medesima pacatezza di David Finkelhor. E poi, potremmo andare avanti anni a scrivere cose per altro ovvie, ma non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire.

Fonte: Nintendo Corner.